mercoledì 22 febbraio 2012

Non sarà materia dei soli ambientalisti, ma fino ad ora sono i soli che denunciano e si oppongono ai reati ambientali in Costiera Sorrentina


Su La Repubblica NAPOLI di mercoledì 22 febbraio 2012 un articolo di Giuseppe Guida “ la Regione trasforma il paesaggio in cantiere” delineava le politiche urbanistiche della Regione Campania in materia di regolamenti e normative costruttive e di tutela ( si fa per dire) del paesaggio. Nell’articolo, molto interessante e ben documentato, ad un certo punto non ho potuto fare a meno di soffermarmi su questa affermazione: “ Questo racconto, che dovrebbe interessare l’intera nazione, non è materia da ambientalisti: ha a che fare con la politica e l’etica pubblica, con principi di responsabilità[…]che dovrebbero trovare nell’istituzione pubblica un argine ai naturali (??? n.d.r.) appetiti speculativi […]che si levano in momenti di crisi economica”. Vorrei poter avere anche io la prima pagina che La Repubblica NAPOLI dedica agli articoli di Guida, per gridare l’indifferenza di  questo giornale verso le denunce che solo gli ambientalisti hanno fatto in questi ultimi dieci anni in costiera Sorrentina, ma evidentemente anche per questo è necessario una paternità politica. I V.A.S e il WWF, ovvero il sottoscritto e Claudio D’Esposito sono anni che stanno denunciando il massacro di un ambiente che ormai somiglia ad una” riserva indiana”; ormai c’è solo pochissimo da tutelare e- secondo le mie valutazioni- la costiera sorrentina è già perduta. Mentre le anime belle del centro sinistra campano, del Partito Democratico campano, appoggiavano le nefande proposte in materia di liberalizzazione di P.U.T  e P.T.C.P, per fare spazio ai sogni speculativi e clientelari di Bassolino e di Ennio Cascetta   in materia di porti turistici e di parcheggi interrati, di piani casa che hanno dato  la stura a “riconversioni” di terreni e fondi agricoli in aree per l’edilizia abitativa , il tutto si diceva per incrementare il turismo e mettere in moto l’economia. Denunce non semplicemente giornalistiche, ma anche alla Procura – più volta sollecitata ad intervenire- qualora si fossero riscontrati abusi ed illegittimità procedurali. Purtroppo il potere degli ambientalisti non ha solidi appoggi politici e spesso le nostre denunce, le mie, inviate anche a questo giornale  sono state lettera morta. Mai politica è stata più cieca ed aberrante di questa. Quel “ non è materia da ambientalisti” l’ho trovato uno schiaffo a chi in questi anni è stata la sola voce che si è levata contro lo scempio autorizzato da una concerie di norme e di legislazioni atte a bypassare i vincoli paesaggistici e la tutela del territorio e non attraverso colti elzeviri, ma attraverso esposti che hanno comportato anche oneri e gravami economici, mentre i partiti in silenzio consentivano la manipolazione normativa, con la complicità o il silenzio molte volte fragoroso di organi preposti al controllo. Oggi che in Regione Campania c’è il centro destra la situazione non è migliore, anzi la legge 1/2012 rispetto alla pertinenzialità dei garages invenduti ( sulla quale noi V.A.S. stiamo chiedendo chiarimenti)  dà la possibilità di congelare i capitali invenduti e la stessa legge consente ulteriori svincoli relativamente ai terreni agricoli, cascami procedurali su vecchie manipolazioni normative che questi hanno già trovato belle e pronte per un ulteriore ultimo sacco. Fa rabbia constatare che chi fino a qualche anno fa è stato in silenzio oggi si innalza a paladino di u n territorio distrutto, fa rabbia non perché si stia svegliando ora, ma perché non c’è quasi più nulla da difendere. Perché i giornalisti di La Repubblica NAPOLI, non si fanno una bella passeggiata nella piana di Seiano per vedere quale orrenda plaga cementificata è diventata quella che una volta era un’ubertosa valle di ulivi e viti? Si invoca l’articolo 9 della costituzione, ma in Italia non ho ancora trovato qualcuno pronto a sottoscrivere una normativa seria che predisponga la reità penale per crimini contro l’ambiente presente in altri apparati legislativi europei , superando il richiamo all’inefficace e purtroppo inutile  in Campania come in Italia    “ principio di responsabilità” di Hans Jonas. Si continua a speculare in maniera “amministrativa” sui reati ambientali, meritandosi l'ennesimo richiamo dell' Europa per aver accolto in modo incompleto le sue direttive. Si è sottovaluta la direttiva 2008/99 che imponeva sanzioni penali per diversi crimini contro l'ambiente, tra cui lo smaltimento e il trasporto illecito dei rifiuti e l'uccisione di specie animali e vegetali protette, che dovrebbero essere puniti in modo “efficace, proporzionato e dissuasivo” come ricorda una nota della Commissione Ue. L'Italia, lo voglio ricordare, approvando uno schema di decreto legislativo lo scorso anno ha cercato di tappezzare le falle nel nostro ordinamento (il termine per tradurre in leggi nazionali la direttiva sulla tutela penale dell'ambiente è scaduto il 26 dicembre 2010). Anche in questo caso , però, sono stati i V.A.S  ed   altre associazioni a far sentire la propria voce di dissenso in proposito e  non un solo partito politico che abbia preso in seria considerazione le punibilità penale dei reati contro l’ambiente. Non sarà solo materia di ambientalisti, come sostiene Giuseppe Guida, ma al momento le uniche voci che si sono scagliate contro queste “pianificazioni” normative, producendo atti ed effetti procedurali, sono solo quelle degli ambientalisti, mentre il sottoscritto guarda con sospetto e diffidenza chi, fino ad ora ha prodotto astruse e cavillose manipolazioni normative per aggirare gli strumenti urbanistici esistenti ed oggi scopre l’impegno ambientale.

Franco Cuomo . Coordinatore V.A.S. Vico Equense

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