sabato 29 febbraio 2020

PERCHE' IL PROGETTO SU VIA SAN FRANCESCO E' FUMOSO E POCO CHIARO E PERCHE' L'ATTENZIONE DEVE ESSERE MANTENUTA ALTA.



Mi sono ripromesso, in qualità di membro del Direttivo Nazionale di VAS,nonché coordinatore del circolo locale,   di tenere alto il controllo e l’osservazione sul  progetto Lavori di manutenzione straordinaria e rimessa in sicurezza di via San Francesco” approvato con delibera di Giunta Comunale n.75 del 03/06/2019. A tal proposito ho fatto richiesta di copia integrale del progetto, poiché l’area sulla quale si andrebbe ad operare è una area di altissimo valore paesaggistico, storico , ambientale oltre ad essere anche una zona ad alto rischio idrogeologico.  

Tra i molteplici dubbi circa l’operatività  con la  quale si vorrebbe intervenire  sul vecchio tracciato stradale ubicato tra costruzioni che sono immediatamente prospicienti  alla strada stessa, pongono seri dubbi a chi scrive, gli interventi di esproprio che si vorrebbero effettuare e soprattutto alcune operazioni che, sembrerebbero non essere previste nel progetto, ma che potrebbero prendere l’avvio, come suol dirsi e farsi,  in “corso d’opera” e che potrebbero seriamente compromettere l’equilibrio dell’antico tracciato della romana via Minerva, meglio nota come via dei Mulini, ovvero, quella che da dietro il campanile della chiesa di Santa Maria del Toro, si inerpica - con notevole pendenza lungo la collina- fino a raggiungere via San Francesco.

 Ma, all’interno del progetto, e con precisione, all’interno della relazione paesaggistica, che sembra essere un copia/ incolla del libro di Antonino Trombetta “ Vico Equense e il suo territorioc’è un passo che sottopongo integralmente all ’attenzione di chi legge e che vorrei che qualcuno mi spiegasse in che relazione dovrebbe essere con i cosiddetti “ lavori di manutenzione straordinaria” il passo è questo:

   <<Paragrafo 9 EFFETTI SUL PAESAGGIO CONSEGUENTI LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE>>

La messa in esercizio  di una piccola struttura destinata allo sport e al tempo libero (  ricordo che stiamo parlando di via San Francesco n.d.r) costituisce elemento indispensabile in una borgata a forte vocazione turistica; un punto di appoggio per omaggiare i turisti e offrirgli ciò che ormai è praticato i n qualsiasi paese del mondo: lo sport. L’Attività sportiva nella zona in oggetto di intervento( sempre Via San Francesco quella che porta al cimitero n.d.r.) non costituisce alcun “peso”  ambientale, anzi è grazie allo sport che attraverso l’insegnamento di dogmi come il gioco di squadra, la fiducia nel prossimo e il rispetto di compagni e avversari, il tutto si traduce  in rispetto anche nei confronti delle bellezze naturali e paesaggistiche. Si ribadisce pertanto che il progettodi riqualificazione  ( quale? I lavori della strada o “questa piccola struttura sportiva”? n.d.r) non influirà negativamente sull’assetto percettivo, scenico o panoramico, non compromettendo la qualità del contesto circostante, in quanto la struttura sportiva sarà in simbiosi col paesaggio. Non vi saranno fenomeni di intrusione come l’inserimento,nel sistema paesaggistico,di elementi estranei e incongrui ai suoi caratteri peculiari compositivi, percettivi, o simbolici (???n.d.r.)e pertanto non influirà negativamente sull’assetto percettivo, scenico o panoramico dei luoghi”.

Questo è il passo riportato integralmente che è presente alla fine della relazione paesaggistica, ometto le considerazione grammaticali e sintattiche .

 La domanda che pongo all’ingegnere Lorenzo Cuomo che l’ha redatta è:

 ingegnere, potrebbe spiegarci cosa c’entra questa struttura con il risistemazione di via San Francesco? Potrebbe dirci, visto che non è scritto da nessuna parte, dove sarebbe ubicata questa costruzione? Forse accanto al cimitero comunale? Forse più avanti sotto il belvedere? Insomma ci dica dove e soprattutto, lo ripeto, cosa ha che vedere con i lavori di risistemazione di via San Francesco?

Da questi punti poco chiari, ce ne sono altri che descriverò in un prossimo post appena avrò tutte le tavole, nascono i dubbi e le perplessità che VAS ha su tutta l’operazione.




lunedì 24 febbraio 2020

L'assessore che non vuole bene alla sua città e la tutela dei beni comuni.

Vicoletto adiacente le mura del castello Giusso: la pavimentazione originale
lo stato attuale dopo i lavori e sul quale si interverrà con la pietra etnea o simile.


Via San Francesco, tratteggiata in rosso la vecchia via Mulini, in arancione la rampa non prevista ma ipotizzata


Stamattina, parlando con un tecnico che lavora col comune di Vico Equense a proposito del progetto di recupero del centro storico della città e dell’intervento di ristrutturazione di via San Francesco, veniva fuori dalle sue parole una ben strana teoria ovvero: se lo stato delle fogne nel centro storico è quello che è, la colpa è dei cittadini che hanno fatto ognuno di testa propria, se su via San Francesco  un proprietario si è fatto una strada che da via San Francesco si riallaccia a via dei Mulini, la colpa è di quel cittadino che di sua sponde si è costruito la strada. Non c’è che dire: veramente una ben strana teoria, ma si sa, i tecnici pur di lavorare tirano sempre l’acqua  dal parte dell’amministrazione e quindi dalla loro parte perché loro devono lavorare: geometri, geologi, architetti, avvocati, l’espressione di una borghesia professionale, incolta e senza spessore etico. Fatta salva qualche eccezione, in questo paese buona parte dei tecnici è collusa con la gestione del potere amministrativo. Se non c’è un progetto fogne omogeneo o se i cittadini si fanno la strada per conto proprio, significa che questi cittadini si sono adattati allo stato di lassaiz faire che ormai dilaga nel paese. Ma , una pubblica amministrazione alla fine c’è sempre, nel bene e nel male, e se tutto questo succede , vuol dire che ci sono coperture, silenzi,  connivenze, “favori”,  che vengono concessi all’uno e all’altro per poi, alla fine, guadagnare sul risultato ovvero sul risultato elettorale una clientela che assicurerà parecchi voti alle prossime elezione; e chi se ne frega se l’assessore tal di tali fa i fatti suoi, l’importante che lo stesso abbia consentito a me di fare i miei. Funziona cosi: è una gigantesca bolla di illegalità nella quale galleggia il favore di scambio per il voto di scambio. Non sto dicendo niente di nuovo. Questo avviene in ogni  settore, ma in questa città le cose che succedono sono  veramente  molto gravi. Progetti di cui nessuno   sa quasi niente, progetti nei quali si descrivono interventi ma di cui si forniscono dati molto aleatori e vaghi sulle procedure di intervento e la gravità sta nel fatto che questi  interventi si attivano su aree di grande valore storico e ambientale: il centro storico trecentesco di questa città, e la via San Francesco. Il primo una struttura a cardini e decumani , sul quale si aprono cortili e portali catalano- durazzeschi, con una cattedrale, la Chiesa dell’ Annunziate classificate tre le chiese più belle d’Italia, sul quale ci sarebbe un progetto che si sarebbe dovuto presentare alla cittadinanza tutta, non solo al quartiere Vescovado e del quale sarebbe stato utile visionare i rendering e le logiche di pavimentazione che quasi certamente saranno costituite dalla solita pietra etnea orribile per una zona come quella di cui si sta scrivendo, ma di questo progetto si sa poco o niente. La seconda è una strada che si snoda in  un’oasi di bellezza naturalistica e paesaggistica unica per la sua magnificenza, nella quale, la vecchia via dei Mulini non è altro che il tracciato romano della antica via della Minerva, che collegava l’agro nocerino – stabiese con la penisola sorrentina e arrivava fino a punta Campanella. La via San  Francesco oggi è oppressa anche da molto  abusivismo condonato oltre ad essere anche il sito dove è ubicato il cimitero della città. Anche qui, molti cittadini hanno fatto e stanno facendo di testa propria: attività di ristorazione che nascondendosi dietro la sigla abusata di “agriturismo” ovvero non dovrebbero avere più di 25/30 coperti, di fatto sono ristoranti  con trecento coperti, il più delle volte in strutture abusive in  una zona, lo ripeto,   ad alto rischio idrogeologico e per la quale si dovrebbero  adottare misure di tutela e di controllo, ma anche qui l’amara constatazione: se questi cittadini fanno di testa propria, lo fanno perché lo si consente di fare. Anche per questo progetto, di cui chi scrive, come V.A.S. ha fatto richiesta di copie, si conosce solo la parte ufficiale, mentre, molte sono le preoccupazioni per possibili interventi che potrebbero essere fatti in “corso d’opera” e non consoni né per l’ubicazione dove andrebbero a farsi, né per le procedure eseguite. V.A.S. si chiede: ma la Soprintendenza ha fornito pareri per questo intervento? L’assessore preposto che sbracciato in moto si affanna a convincere i proprietari che gravano con i loro fondi sulla strada in questione, si rende conto dell’area sulla quale si vuole operare?  L’allargamento poteva essere progettato con minore spesa, banalmente poteva sistemarsi un semaforo a monte e a valle e allargare solo fino al ponte che inizia via san Francesco, e soprattutto con minore impatto ambientale, perché invece si vuole continuare a imbruttire e devastare  il territorio con opere impattanti?  La rampa che sostituirebbe le scalette di via dei Mulini, non prevista nel progetto ma di cui , alcuni cittadini allarmati parlano, è un esempio terrificante che  vedrebbe una struttura in cemento squarciare un angolo di paradiso in un  territorio di pregevole bellezza come quello. La  mia opinione è che questo assessore che è stato anche sindaco di questa città, non vuole bene alla sua città e insieme a lui, non vogliono bene alla città buona parte dei tecnici, che, come quello in apertura di questo post, risolvono col dire che la colpa è dei cittadini. Non è vero signori! Gli amministratori,   insieme ai dirigenti preposti agli uffici competenti, sono sempre gli unici responsabili di quello che accade sul territorio, della sua tutela o della sua devastazione. V.A.S. tornerà ancora una volta a fare informazione e a  cercare di tutelare ciò che va tutelato: alberi, ambiente, paesaggio, ovvero beni comuni, beni di tutti.



martedì 18 febbraio 2020

PARASITE





L’Europa ormai è diventata il fanalino di coda del mondo, non succede niente più di rilevante e, se continuiamo ancora a dire qualcosa o a destare interesse questo avviene solo per il nostro passato. Tentare di spiegare come hanno fatto alcuni critici Parasite come una sorta di lotta di classe è riduttivo oltre che fuorviante e anche sciocco. La crescita delle megacittà è un fenomeno asiatico; l’Asia ha undici  delle quindici maggiori megalopoli mondiali. Agglomerati umani che oscillano da 10 miioni di Seul- dove è ambientato il film- ai 20 milioni di Munbay. Intorno ai nuclei di grattacieli e superstrade -grandi quando due delle nostre città messe insieme-  si sviluppano , baraccopoli sconfinate, bidonville, slums fetidi dove vivono milioni di persone accalcate l’una sull’altra, senza luce o senza servizi igienici. Non c’è nessuna solidarietà in questi spazi, non ci si può affezionare, non ci sono sentimenti che tengono , si ruba, si uccide, si fa del male per mera sopravvivenza eppoi, arriva il monsone che fa scoppiare le fogne mai pulite e tutto viene travolto in un mare di melma putrida marrone dove galleggia di tutto. I protagonisti di Parasite che non sono neanche più il lumpen proletariat, il sottoproletariato urbano, ma sono solo disperati che piegano cartoni per pizza, vivono in una di questa baraccopoli costruite con materiali, precari assi di legno,scatole di  cartone, lamiere ondulate, polistirolo  in un  groviglio di cavi e fili pericolossissimi , dove non esiste futuro. Dall’altra parte quartieri super sorvegliati da sistemi a circuito chiusi, alte mura che nascondono giardini curatissimi e case ville super tecnologiche, con bunker sotterranei per evitare attacchi atomici ( la paura della Corea del Nord super armata), dove vive un’altra umanità, altrettanto disumana, lontana, alla quale non importa niente del resto del mondo: neanche questa è buona, anzi è cattiva come l’altra, solo che rispetto all’altra ha una montagna di soldi e vive solo per mantenere quelli. C’è una frase molto bella nel film,che fa pensare: quando i poveri stanno gozzovigliando sul divano dei padroni fuori per il weekende e la figlia dice alla madre: “ però la signora nonostante i soldi è gentile” e la madre le risponde” e gentile perché tiene tanti soldi, anche io sarei gentile se ne avessi”. Ecco , quella frase mi ha riportato ad un saggio di Jacques Le Goff che spiegava come erano nate le buone maniere borghesi nel medioevo. Tutto il film vuole dirci che l’umanità è regredita ad uno stato di ferocia pre moderno, dove i poveri sono veramente poveri e i ricchi sono talmente ricchi da essere violenti senza spargere sangue , mentre i poveri, senza una “cultura della gentilezza” possono  solo ambire a quella dei loro affamatori.Un’umanità che dell’altra avverte solo la puzza: i reietti puzzano, proprio come gli animali che vivono nelle fogne, un’umanità che vive distrattamente le sue piccole nevrosi d’ansia tra oggetti raffinati e capi costosi, questi magari europei, e che si cura solo del suo vuoto interiore col terrore della miseria. L’epilogo del film in una situazione del genere può solo essere pulp, non poteva essere diverso, perché non ci può essere finale diverso se non con spiedi e coltelli che affondano e fanno sprizzare sangue dovunque, . Altro che lotta di classe , questi sono film che ci stanno preannunciando un futuro molto prossimo, anche Jocker finiva in uno spargimento di sangue, e il regista sembra volerci dire:  fino a quanto i poveri continueranno a morire di fame silenziosamente ? Io l’ho trovato un grande film, anche nel finale dove il figlio come unica soluzione, per salvare il padre rimasto nascosto nel bunker, immagina che un giorno potrà avere tanti soldi e nessuno spiega come si fanno tanti soldi se non in maniera parassitaria- per acquistare la villa e liberarlo. Chapeau, noi europei ormai siamo fuffa e non raccontiamo più niente. Gli americani, che sanno che cosa è un film e come lo si fa, non potevano non premiarlo, anche se lo abbiamo fatto prima noi a Cannes.

lunedì 17 febbraio 2020

QUESTO POSTO POTREBBE DIVENTARE UNA STRADA CARROZZABILE E SNATURATO DALL'ASSESSORE CATERPILLAR, MA l'OPPOSIZIONE PREFERISCE PARLARE DI ETICA E POLITICA PER FORMARE FUTURI AMMINISTRATORI CONSAPEVOLI



ETICA E POLITICA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.


Ieri è stato fatto un incontro all’ Hotel Aequa di Vico Equense, organizzato da Ciro Maffucci , il dottor Ciro Maffucci, consigliere comunale della minoranza e, credo, anche da Maurizio Cinque, il dottor Maurizio Cinque, oggi non più consigliere della minoranza, ma si dice, voglia correre per altri incarichi politici. Il tema del convegno, che apre un ciclo di sei incontri  su come formare dei bravi e competenti amministratori pubblici era e credo sarà anche per i successivi: “ l’etica nella pubblica amministrazione” e la legalità, ovvero: come da un amministratore pubblico dovrebbe nascere un “civil servant” competente, come stigmatizzano in maniera appropriata gli anglosassoni, ovvero una persona al servizio dei cittadini, della società civile che sa svolgere il suo lavoro e non, come spesso accade da noi un burocrate al servizio del potere politico di turno. 

Una iniziativa  certamente encomiabile e da plaudire, con relatori di eccellenza. Un’iniziativa che spero si sia confrontata anche con la    Scuola Nazionale dell'Amministrazione (in acronimo SNA, fino al 2013 scuola superiore della pubblica amministrazione, in acronimo SSPA),  ovvero, un'istituzione italiana di selezione e formazione professionale dei dirigenti della pubblica amministrazione italiana la cui sede è a  Caserta,   ospitata in un'ala del Palazzo Reale, capolavoro di Luigi Vanvitelli, che chi scrive, ha avuto il privilegio di frequentare per master professionalizzante nel 2010.  
Per motivi contingenti non ho potuto prendere parte all’iniziativa, ma agli organizzatori, chi scrive, nella qualità di membro del direttivo nazionale dei VAS ( Verdi Ambiente e Società), se  fossi stato presente, avrei certamente ricordato alcune cose  , magari facendole sapere anche ai relatori del convegno che, non essendo del posto, tante cose forse non le sanno. E allora le ricordo ora. 

Intanto voglio chiedere: ma chi dovrebbe frequentare queste sei lezioni? Gli amministratori comunali?  I Funzionari? I dirigenti? I cittadini? In questo comune succedono cose molte gravi dal punto di vista di consumo di suolo e dal punto di vista dell’aggressione al paesaggio e al territorio inteso come bene comune e dal punto di vista della legalità ambientale e della difesa delle coste, di molte procedure relative a permessi a costruire in aree tutelate

Le denunce che spesso chi scrive o fa, insieme a pochissimi altri cittadini sono snobbate da chi invece dovrebbe farsi carico di rappresentare una voce istituzionale in ambito consiliare. Non ultimo un video su via San Francesco, dove si fa passare per pazzo chi lo ha girato , un  modo subdolo e incivile di svilire  qualsiasi protesta e lo fanno anche quelli dell’”opposizione”, le virgolette sono necessarie.  Ci si limita il più delle volte a fotografare qualche marciapiede malmesso o qualche buca per la strada, ma i fatti veramente gravi vengono taciuti o inspiegabilmente non affrontati. Ebbene, è  mia intenzione, lanciare in questo scritto, un allarme veramente molto accorato su quanto potrebbe succedere su via San Francesco e sulla piccola via dei Mulini, che da tratturo pedonale antico  potrebbe essere trasformata in un’arteria carrozzabile, una bretella, solo per favorire l’interesse di qualche privato che in quella località, ha attività di ristorazione, in una delle zone più belle dal punto di vista  paesaggistico , ma anche più delicate da quello idrogeologico, non dimenticate che la frana che travolse lo Scrajo si staccò da lì. Nei disegni di chi ha pensato tutto questo ed ha approvato tutto questo   molte auto dovrebbero poter arrivare fino a lassù, e dunque si potrebbe aver bisogno di farle parcheggiare; e più su, c’è il convento sul quale anche ci sarebbero attività di progetto in atto

Intanto però   c’è già pronto  un progetto esecutivo  di ampliamento di via San Francesco, un progetto dal costo complessivo di 450.000,00 euro, approvato con una Delibera di Giunta del 03/6/2019 che passa sotto il nome di “Lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di via San Francesco. Ci sono cittadini preoccupati e soprattutto chi scrive, per ciò che potrebbe succedere in quella zona molto delicata . 

Ora la chiusura di via San Francesco per i lavori farebbe prospettare di una possibile carrozzabilità di via dei Mulini dove sono previste   solette a sbalzo, ovvero delle pedane in cemento per fare il fondo strada rotabile e sembrerebbe che da parte dell’assessore ci sarebbero state già richieste ai proprietari confinanti per allargamenti dell’antico  tracciato della via Minerva, ovvero via Mulini, e si sa come funziona: ci troviamo ad allargare una cosa e poi si finisce per sventrarne anche un’altra,  cose alle quali siamo stati abituati da tempo in questo comune. 

Le procedure seguite per tutto ciò sono gli espropri, chi si rifiuta verrebbe convinto con altri sistemi. Ecco, chi ha organizzato questo convegno su ETICA e POLITICA nella pubblica amministrazione avrebbe dovuto cominciare da qui, perché se non si comincia una battaglia di civiltà sul consumo di suolo, sulla rapina di paesaggio bene comune,sulla tutela degli spazi pubblici, cioè di tutti, sull’ambiente, favorendo solo l’interesse di attività commerciali- sacrosante- ma non totalizzanti, non farà nessuna formazione e non educherà ad un bel niente e non andrà da nessuna parte producendo solo fuffa e aria fritta. 

Io invito tutti a riflettere su quando accadrà da qui a poco in quella zona e chiamo alla responsabilità civile l’assessore preposto, i dirigenti che firmano e i funzionari a tener conto su che zona del paese  sta andando  ad operare. I video che aprono il post  riprendono il luogo dove si vuole andare a realizzare l'ennesimo oltraggio al patrimonio paesaggistico di Vico Equense che è di tutti e non solo dell'assessore, di qualche ristoratore, della ditta che esegue i lavori.
V.A.S. da ora, mobiliterà quante più competenze possibili   e quanti più cittadini per sventare un progetto simile.



Franco Cuomo membro del direttivo del Consiglio Nazionale di V.A.S.