martedì 20 dicembre 2016

Non sarebbe forse il caso che Andrea Buonocore, Angelo Castellano, Gennaro Cinque, Massimo Trignano spiegassero pubblicamente cosa sta succedendo






L'abuso ormai è diventato la regola. Una volta c'erano i suoli demaniali, ovvero una proprietà collettiva demaniale che per il fatto di appartenere a tutti era fuori commercio. I demani, come precisa l'art. 43 della nostra costituzione, dovrebbero restare in mano pubblica o della comunità. Oggi i litorali sono stati affidati alla gestione comunale che attraverso concessioni stanno consentendo una vera e propria manomissione ad uso privato, ma si può ancora intervenire per fermare tutto questo. Non vorrei dire una inesattezza e la notizia va approfondita, ma potremmo vedere sorgere tra poco, su una gettata di cemento, posta sotto la strada appena subito il primo paramassi dopo il Bikini, un nuovo ristorante sul mare, collocato tra l'altro in una zona ad alto rischio idrogeologico. Mi domando: ma lì, quando ci sono le mareggiate, il mare arriva quasi sulla strada e allora? E allora mi chiedo quali scogliere frangiflutti si costruiranno a pochi metri dal banco di Santacroce se si dovesse realizzare una cosa del genere. La procura da sola non può far fronte a quello che si sta configurando come un vero e proprio saccheggio del territorio. VAS, WWF, da soli non possono sostenere una battaglia che dovrebbe essere fatta da tutti i cittadini. E' di pochi giorni la notizia che nella stessa zona, un abuso che doveva essere demolito, con un escamotage indecente, è stato acquisito al patrimonio comunale, consentendo così a chi ha commesso l'abuso di poterlo ancora utilizzare.400 000 euro buttati per abbattere il mostro di Alimuri per poi ritrovarci un mezzo mostro in un'area bellissima già abbondantemente saccheggiata e deturpata e sicuramente monta la rabbia, quando sui muri che recintano l'area vedi apposte su tavole di pietra le lettere DM, ovvero Demanio Marittimo. Una volta c'erano leggi che vietavano la costruzione vicino al mare: vi dice niente la legge Galasso? Eppoi va chiarita una volta per tutte la questione delle aree demaniali! Eppoi: non sarebbe il caso che Andrea Buonocore, Angelo Castellano, Gennaro Cinque, Massimo Trignano spiegassero pubblicamente cosa sta succedendo e ci dicessero qualcosa anche su quest'altra faccenda del "ristorante riparatore" di una "ingiustizia demolitrice" in zona Bikini se è vera o falsa?
È ancora: le denunce alla procura non posso continuare a farle solo due associazioni!


martedì 13 dicembre 2016

AXIDIE: Al peggio non c'è mai fine! Cabine in muratura. Un progetto una volta bocciato e ora con la Giunta BUONOCORE realizzato: evviva il nuovo corso della bontà



Cabine in muratura alle AXIDIE! Il sindaco della bontà ANDREA BUONOCORE continua l’opera del suo predecessore GENNARO CINQUE, suo assessore, che continua a fare quello che faceva prima cioè il capocantiere su cantieri abusivi sparsi per il territorio ( via Mirto), e con assessori silenti che una volta si dicevano essere di sinistra e sensibili all’ambiente. Una Giunta che lascia passare una cosa del genere e una Commissione edilizia e pure la Soprintendenza, testimoniano solo che il nuovo corso non si è fatto attendere. Cabine che sembrano cappelle cimiteriali: neanche il buon gusto di fare ricerche su materiali ecocompatibili. No, niente di tutto questo e allora giù con ruspe e il solito cemento per completare l’opera su una terra che una volta era di tutti . Questo progetto fu presentato in passato e poi bocciato sia in Commissione Edilizia e sia della Soprintendenza, mi domando quali variazioni siano state apportate in senso” migliorativo” per approvarlo ora? Con questa Giunta BUONOCORE, improvvisamente quello che era stato bocciato prima si sta promuovendo ora, ma soprattutto la boria e il silenzio mascherati da sorrisi e finta disponibilità , per continuare a fare quello che si è sempre fatto in senso peggiorativo sul territorio. Senza voler citare l’Enciclica di Papa Francesco sull’aggressione e sulla speculazione del territorio che è bene comune, specialmente litorali e spiagge né Kant sul concetto di bellezza in natura, quello che vedete in queste foto non lascia dubbi.  E allora mi chiedo? Che cosa dobbiamo vedere più? Ma chi è l'assessore al ramo che ha permesso questa bruttura e il sindaco della bontà che fa? Tace. E perché la Soprintendenza ha approvato ora? Ormai chiunque si sveglia e può fare qualsiasi cosa! Perché non interviene nessuno? Questi lavori si fanno quando non ci sta nessuno, in barba a qualsiasi controllo. Stanno costruendo una piccola cittadella, per la verità sembra un cimitero ed è veramente intollerabile tutto ciò. E voglio dire pure che in questa Giunta BUONOCORE c'è gente che una volta si definiva di sinistra, PDS, DS oggi non lo so più cosa, ammettendo che essere di sinistra oggi rappresenti ancora un valore. Che lo stesso BUONOCORE OGGI RIVENDICA il suo essere PD e che nella COMMISSIONE edilizia ci sono pubblicisti di La Repubblica molto "impegnati" sul fronte ambiente ma che sono sempre assenti quando si tratta di far passare queste schifezze. A pochi metri dal mare non si può fare una colata di cemento simile  Di cosa vogliamo parlare ancora?  Ah si, forse dei nomi delle famiglie abbonate che verranno posti su ogni cabina: per un capella di prestigio a due passi dal mare è il minimo
E siccome queste cose sono state autorizzate allora di certo possiamo dire che fanno proprio SCHIFO !

lunedì 12 dicembre 2016

Perché chi affronta questi temi è definito populista? La falsa coscienza di chi ormai ha affidato la sua ragione ai media main stream

Serge Latouche filosofo
Jurgen Habermas filosofo
Luciano Gallino sociologo
Il dominio apparentemente incontrastato del pensiero neo liberista e mercantilista, la diffusissima idea che tutto si riduca a danaro, il declino inarrestabile del livello culturale anche in settori importanti della società e della generalità dei cittadini, l’indifferenza della gente, gli effetti devastanti della disoccupazione, della distruzione delle risorse naturali, sono alla base del generale beotismo contemporaneo.

Quest post, tanto per spiegare, chiarire, informare; perché ormai qui ognuno dice la sua ad ogni piè sospinto, e ognuno si arroga il diritto di attribuire etichette, a meno che, queste etichette questi qualcuno, non le rivendichino con orgoglio pur trattandosi  di deprimenti  e pericolose derive politiche. 

Disprezzo profondamente la propaganda xenofoba e razzista di Salvini e Meloni , ma pure quella pseudo democratica della Serracchiani o della Boschi, per non parlare del devastante genericismo e ignoranza ( ma questi sono estendibilì a tutti i rappresentanti dei gruppi parlamentari)  dei 5 Stelle. Mi deprime il clima di superficialità teorica che anima i cosiddetti dibattiti televisivi e di rete e mi deprime leggere post insulsi nei quali si irride o disprezza chi vorrebbe affrontare problematiche più ampie, più profonde, in un contesto dove il profondo di oggi sarebbe rintracciabile nell’idiozia di trasmissioni che si fregiano di fare informazione politica: il range va da Rai 3 a La 7

Premessa fatta e necessaria, per dire che a ben vedere, l’errore di fondo del capitalismo che impera oggi, ma che non è diverso da quello dei tempi di Dickens, è che esso funziona sulla base di un meccanismo, tanto necessario agli interessi dello sviluppo, quanto fragile e pericoloso nel suo protrarsi nel tempo. Sto parlando del meccanismo della “crescita illimitata”, di ciò che Marx, ma anche Adam Smith, chiamavano “accumulo del capitale” e che costituisce il nucleo essenziale del pensiero neo liberista che sembra essere l’esercizio praticato con grande disinvoltura nel mondo di oggi da tutti, anche dalla cosiddetta sinistra contemporanea. 

E’ un meccanismo tragico e devastante, perché si disinteressa del fatto fondamentale che il capitale non può crescere senza l’apporto delle risorse  naturali ( che non sono illimitate), del lavoro dell’uomo ( anche se questo sta diventando sempre più immateriale in occidente), ma soprattutto, della redistribuzione della ricchezza, fra tutti i cittadini, un principio che è detto “dell’uguaglianza economica principio propugnato da Marx, ma ripreso anche da molti sociologi e filosofii contemporanei: Gallino, Habermas, Latouche ecc. ma pienamente inscritto anche nella nostra Costituzione, all’art.3,fortunatamente salvata ( si spera) dall’improvvido tentativo renziano e piddino di modificarla. 

Oggi, l’Europa, soprattutto paesi come la Germania e la sua politica monetaria, ci stanno imponendo una totale mercificazione e in questo meccanismo a mio avviso un elemento di resistenza e di lotta è la battaglia per la difesa e la tutela dell’ambiente. 

Una guerra contro il capitalismo a favore della terra. 

Allora, a chi fa le pulci ai molti populismi, senza però cambiare indirizzo e lasciando le reazioni a queste politiche monetarie devastanti in mano di elementi pericolosi, appunto xenofobi, razzisti e in fin dei conti filo capitalistici voglio dire che va denunciata e combattutta e avversata l’ossessiva rincora a dare un prezzo ad ogni cosa. “ Non ci basta ammirare le Dolomitì o l’Etna, vogliamo sapere quando valgono in moneta e quando producono. Ai Musei, alle cattedrali, alle spiagge, alla forza lavoro, alle foreste, ai bambini di una scuola agli ospedali, alle specie animali, appendiamo diligenti il cartellino del prezzo, calcolando il cosiddetto rapporto costi benefici e attraverso queste valutazioni si fa passare l’invincibile argomento che per godere di tutto questo, bisogna privatizzare ospedali, scuole, musei,, cartolarizzare montagne, cementificare litorali, devastare l’ambiente, consegnare ai palazzinari e centri storici, “snellire” e “sveltire” gli strumenti urbanistici e così via” ( S. Settis, Azione popolare. Cittadini per il bene comune, Einaudi, p.178).  

Allora oggi io non sono più europeista, perché questa Europa sta sostenendo tutto questo e a me non sta più bene, non voglio più l’euro perché attraverso questa moneta fittizia, si sta depredando l’ambiente e impoverendo nazioni intere. Credo più che mai che una resistenza a tutto ciò debba essere per forza di cose locale e partire dal basso, dalle reali esigenze di ognuno, ma soprattutto combatterò fino all’ultima parola chi, attraverso discorsi abusati dai sistemi di comunicazione main stream, tenterà di avversare queste argomentazioni relegandole nelle regioni dell’estremismo radicale o dell’utopismo. 


mercoledì 7 dicembre 2016

Su un antico tracciato della “via Minerva” la devastazione di un intervento che oltre ad essere incompatibile e non sostenibile con l’ambiente circostante che è un bene comune, sembrerebbe anche essere abusivo.



I VAS ( Verde Ambiente e Società ) denunciano l’ennesima aggressione selvaggia del territorio di Vico Equense: i lavori, stanno procedendo velocemente sotto la “super visione” dell’assessore tuttofare ai Lavori Pubblici Gennaro Cinque, già sindaco di questo sfortunato ( dal punto di vista del rispetto delle regole urbanistiche) paese  e interessano un’antichissima mulattiera denominata Via Mirto (anticamente detta Mortula  un toponimo molto comune anche nella zona collinare sorrentina ) una stradina da sempre pedonale che conduce fino al sagrato della chiesa di S. Maria delle Grazie ad Alberi.
Dal vecchio fondo stradale affiorano tracce dell’antica pavimentazione (presumibilmente risultante dall’appropriata combinazione di pietra calcarea, ai margini, e pietra arenaria, al centro) . I lavori edili ancora  in corso d’opera stanno stravolgendo totalmente la morfologia del luogo realizzando di fatto una strada carrabile attraverso l’ampliamento e la cementificazione del tracciato preesistente. Ciò che si vede adesso, oltre la bruttura dei materiali ( il cemento è il materialo più caro a Gennaro Cinque e non ne conosce altri) è la devastazione di un’area che dal punto di vista paesaggistico e ambientale è ricca di flora e di fauna come già è stato ampiamente descritto e denunciato pure dal WWF.
Colpisce l’indifferenza di questa amministrazione comunale, prona alla pratica devastante di un assessore che è peggiore di Attila: dove passa lui non cresce più un filo d’erba. I Vas si chiedono perché il sindaco Andrea Buonocore consente quello che è un vero e proprio intervento di abusivismo. Una strada abusiva che non è prevista nel Piano regolatore, la dove prima c’era una stradina pedonale, un percorso viario che attraversa un ‘area di interesse paesistico e architettonico, dove sopravvivono reperti murari molto interessanti nonché una struttura che parrebbe essere una casa fortificata. Ora rispetto a questi reperti si sta operando nel modo che potete vedere dalla foto ( che completa la denuncia del WWF), ma da vicino, ve lo assicurimo, gli interventi sono molto più aggressivi.
La nuova carreggiata è limitata dall’ennesima ringhiera, come quelle che ormai sono state piazzate sulle strade di tutto il comune dopo l’abbattimento dei muri preesistenti che erano in buone condizioni, questa ringhiera, è fissata con staffe in acciaio o tubolari di ferro, i VAS denunciano questo intervento che cozza brutalmente con il PUT, ma invitano a riflettere sul perché un intervento come questo viene consentito senza che nessuno alzi un dito per fermarlo, in più, ci sarebbero a nostro parere gli estremi per un interessamento da parte della procura della Repubblica, soprattutto per questo proliferare di ringhiere per tutto il territorio.
Sul cantiere non appare nessun cartello che indichi direzioni dei lavori e chi li sta eseguendo e per conto di chi. I VAS ricordano che assessori precedenti, l’avvocato Benedetto Migliaccio, proprio quando era sindaco l’attuale assessore ai Lavori Pubblici Gennaro Cinque, promossero convegni sull’importanza della tutela del paesaggio e delle architetture rurali della nostra zona. Quello a cui stiamo assistendo va in direzione totalmente opposta a tutto questo. Il Comune di Vico Equense è stato dichiarato di notevole interesse paesaggistico e ricade nell’ambito di efficacia del P.U.T. per l’Area Sorrentino-Amalfitana stabilito con la L.R. n. 35/87;  inoltra l’area oggetto dei lavori si trova nei pressi di un rivo in zona classificata dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Regionale Campania Centrale a Pericolosità molto elevata (P4) ed a Rischio elevato (R3) e molto elevato (R4). Tutto questo però non ha fermato l’assessore Gennaro Cinque dal procedere come un caterpillar producendo gli stessi effetti. La Soprintendenza sembrerebbe tacere, né sembrano cogliersi segni o azioni di interventi di tutela su tutta l’area interessata.   
 Visto dunque che non ci sono indicazioni e chiarimenti su tutto il cantiere, i VAS  chiedono alle autorità competenti, carabinieri in primis, qual’ora non fosse già stato fatto, un intervento e una verifica  che accertino la legittimità di tutte le opere realizzate e/o in corso di realizzazione di tutta l’area in oggetto, ritenendo inammissibile il silenzio del sindaco Andrea Buonocore su tutta questa vicenda.
FRANCO CUOMO, Coordinatore del circolo VAS “ Giovanni Esposito” di Vico Equense




domenica 13 novembre 2016

L'Amministrazione di Vico Equense retta dal super fervente cattolico Andrea Buonocore, da uno schiaffo violento a venti studenti disabili!


Uno schiaffo violento a venti studenti disabili, a darlo è l’amministrazione di  Vico Equense retta dal super cattolico sindaco Andrea Buonocore che non ha voluto anticipare i fondi che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane dalla Regione Campania, sono stati destinati solo diecimila euro lordi, cioè niente al trasporto disabili e sono state tagliate tutte le altre indennità.  C’è di che indignarsi, altri comuni come Piano e Sorrento hanno anticipato i soldi, Vico Equense no, alla richiesta del perché questi comuni lo hanno potuto  fare  attingendo ad altri fondi, la risposta è stata che questi sono comuni più ricchi mentre Vico Equense è un comune povero che però mena vanto di fumose quanto dispendiose programmazioni  turistico mangerecce che poi alla fine sono sempre e solo mangerecce. Così  sono stati lasciati a piedi venti studenti disabili mentre le famiglie sono costrette ad autotassarsi pesantemente per garantire il trasporto con mezzi privati dei loro figli a scuola. Io non entro nella polemica strumentale delle luminarie natalizie però fa “senso” vedere un paese che prepara  il tourbillon pagano- consumistico- natalizio, tutto pastori, finta bontà e bancarelle, con alberi a cono di mago merlino e poi sbatte la porta in faccia alle richieste di genitori che hanno un problema serissimo: io credo che avere un figlio portatore di una disabilità debba essere una cosa tremenda  e allora non si risponde  a queste richieste in questo modo. Si trova la strada anzi, è necessario trovarla e trovarla subito! Cianciare di lentezze della regione Campania che non avrebbe ancora restituito i soldi anticipati in passato è pretestuoso, soprattutto quando si sa che sono stati deliberati dalla stessa Regione quelli per quest’anno. Tutti quelli che lavorano in una pubblica amministrazione sanno che i meccanismi per “aggirare” impedimenti burocratici si trovano sempre e allora lo si faccia anche adesso. Con i soldi spesi per la pubblica illuminazione delle selve (da ultimo via Camaldoli si prepara ad essere illuminata a giorno) e la SARIM, è ridicolo non trovare le risorse per qualcosa che è un obbligo in qualsiasi paese civile.ndrea Buonocore da cristiano fervente quale dice di essere non può restare indifferente su questa storia e non può e non deve comportarsi come si sta comportando insieme alla sua Giunta: è scandaloso, è osceno che mentre con una mano si prepara la festa della famiglia per eccellenza con l’altra si da uno schiaffo violento a venti studenti disabili!


Franco Cuomo VAS – Circolo “Giovanni Esposito” – Vico Equense

sabato 12 novembre 2016

SEIANO, FRAZIONE DI VICO EQUENSE: PERCHE’ I CITTADINI INVECE DI PRENDERSELA COL PARROCO CHE HA CHIESTO UNA COSA GIUSTA, NON CHIEDONO AL COMUNE L’UTILIZZO DEI PARCHEGGI ESISTENTI CON UNA CONVENZIONE?

Seiano (Vico equense-NA), Chiesa di S.Marco evangelista sec. XVIII)

Cosa sta succedendo a Seiano? Il nuovo parroco don Angelo Castellano con un gruppo di cittadini molto attivi per il rilancio della frazione di Vico Equense sono riusciti nell’intento di  far rimuovere tutte le auto che parcheggiavano nella spazio antistante la Chiesa di San Marco evangelista dell’ architetto scultore e pittore settecentesco  Matteo Bottiglieri, unica nel suo genere nella zona: di forma circolare con una grandiosa cupola e con un cripta sotterranea, dove ogni anno si realizza uno splendido presepe con pastori d'epoca. Una notizia bella, perché il borgo di Seiano  è un piccolo gioiello urbanistico, se non fosse che  presenta un sistema di viabilità particolarmente complesso, costituito per lo più da stradine di ridotte dimensioni, che in alcuni casi non consentono il transito di autovetture di grosse dimensioni ed in qualche caso è possibile solo il transito pedonale. Il sistema della circolazione veicolare all’ interno del nucleo abitativo di Seiano è reso difficile non solo dalla struttura della rete viaria, ma anche dalla sosta selvaggia dei veicoli, che vengono parcheggiati ovunque, sottraendo anche alla fruibilità collettiva importanti spazi vitali, che in questo modo vengono sottratti all’uso pubblico ed alla destinazione quali spazi per la socializzazione. L'abitato di Seiano è attraversato dalla S.S.145 Sorrentina, unica arteria di collegamento con la penisola sorrentina, che è quotidianamente percorsa da migliaia di veicoli, con conseguenti rallentamenti in corrispondenza del centro di Seiano, dovuti anche alla sosta indiscriminata di veicoli sulla carreggiata. La scelta dunque di ridare la piazza ai cittadini, e così dal giorno 18 Settembre 2016, con un’ordinanza comunale, è stato istituito il divieto di sosta permanente con rimozione forzata, nella piazzetta e nel poggiolo antistante la Chiesa Parrocchiale, nonché in via Piazza Seiano, dall’ incrocio con la SS 145 (altezza Bar De Simone)  all’ingresso dello slargo antistante la Chiesa Parrocchiale mentre nel  restante tratto di via Piazza Seiano, ovvero dalla Chiesa Parrocchiale all’incrocio con via Punta la Guardia, la sosta è stata consentita negli spazi delimitati e segnalati con segnaletica verticale ed orizzontale. E ancora, da  Corso Caulino, altezza Piazza Seiano, per gli stalli di sosta già individuati e delimitati, la sosta è stata regolamentata a tempo con tempo massimo di sosta di un’ora, a pagamento , mentre in Via Piazza Seiano è stato stabilito il divieto di transito per motocicli e ciclomotori, in ambedue i sensi di marcia, ad esclusione dei residenti e/o autorizzati. Una scelta che è ineccepibile dal punto di vista del recupero dello spazio ai cittadini per tutte le attività ricreative e culturali che tali spazi possono consentire, se nonché, c’è stata  proprio da parte di questi, una levata di scudi e proteste soprattutto contro il parroco che ha sostenuto questa scelta. I cittadini di Seiano non possono più parcheggiare da nessuna parte e il problema sembra serio, perché fioccano multe a ogni pié sospinto.

Ho scritto, qualche giorno fa, che a via Casciaro, sempre a Seiano, si sta tentando di fare un parcheggio a raso, con abbattimento di alberi di ulivi, perché un ristoratore locale con attività commerciale lamenta la necessità di posti auto per i suoi clienti. Ora mi chiedo, come  oppositore di ennesimi parcheggi e reiterate distruzione di verde, ma fermo sostenitore del recupero alla vivibilità nei centri storici: ma perché non si fa unconteggio dettagliato dei parcheggi già esistenti a Seiano, invece di proporne  di nuovi e si verifica il reale fabbisogno  di posti auto e poi si va a stipulare una convenzione tra il Comune e i proprietari dei parcheggi medesimi? Il parcheggio Ferraro, per esempio, nella piazzetta, accanto alla Chiesa, all’epoca un vero scandalo,realizzato già in una zona dove il PRG non prevedeva niente se non lasciare le cose come stavano, perché non apre ai cittadini, visto che tra le altre cose sembrerebbe aver anche realizzato un piano in più rispetto a quelli previsti dal progetto presentato? Potrebbe essere una proposta, qualcuno la potrebbe raccogliere e così, la scelta ragionevole e socialmente utile  di don Angelo Castellano potrebbe essere vissuta da tutti i cittadini per quello che essa realmente è: una scelta di civiltà e di cultura. E’ tanto difficile provare a realizzare una cosa del genere? Invece di proporre  nuovi parcheggi e nuovi sbancamenti su un territorio che deve essere tutelato e non più consumato?



Franco Cuomo VAS, Circolo “ Giovanni Esposito”, Vico Equense.   

giovedì 3 novembre 2016

A Seiano, Vico Equense, a via Casciaro altri alberi da sacrificare per favorire il commercio




Siamo alle solite, ancora una volta si decide di abbattere alberi, sradicarli, e con raffinata quanto incomprensibile dicitura, di “ procedere alla dislocazione di 7 essenze arboree di ulivo”, naturalmente non viene detto dove queste essenze dovrebbero essere “dislocate”. Sto parlando di un progetto che vorrebbe realizzare un parcheggio a raso in un uliveto sito in località Seiano, precisamente alla via Casciaro 14, asservito all’attività commerciale sita in C.so Caulino 9.
 Di parcheggi a Vico Equense ormai si sa ne abbiamo a volontà, ma da come si evince da questo progetto sembrano non bastare mai. Già la commissione Locale per il Paesaggio, nella seduta del 26 giugno 2014, giusto verbale 19/1 espresse il seguente parere: “…Visto la documentazione tecnico- descrittiva, la commissione ritiene che essa sia lesiva dei valori paesaggistici tutelati. L’intervento ricade in zona ZT “2” del PUT, dove non sono previste trasformazioni del suolo, mentre l’intervento prevede la trasformazione del suolo di un oliveto in parziale parcheggio ledendone il valore ambientale di filtro visivo tra la SS 145 Sorrentina e il centro antico a valle di via Casciaro, nonché tra la strada statale e la vista panoramica dello stesso borgo di Vico. Quindi, la commissione esprime PARERE NEGATIVO all’intervento…
Il progetto dunque fu già bocciato in commissione del paesaggio mesi fa perché prevedeva la distruzione di decine di ulivi secolari e lo spianamento dell'area, con la previsione di "canali di scolo per gli oli usati delle auto" ma, attraverso un parere tutto da verificare di un avvocato locale, il progetto, viene, non si sa come, riportato in commissione e, incredibilmente, viene ritenuto pienamente compatibile. L'area si trova in Zona 2 del Put, insediamenti antichi dove sono vietati i parcheggi come quello in parola, ma l'amministrazione comunale e per essa i tecnici dell'ufficio urbanistica ritengono di dover applicare la deroga prevista in alcuni casi per i parcheggi interrati, dimenticando che una sentenza del Consiglio di Stato di qualche mese fa ha chiuso definitivamente la questione parcheggi a favore del paesaggio.
Anche qui ci sarebbero da fare considerazioni politiche serie, visto che anche in altre zone di vico sono state rilasciate autorizzazioni a costruire altre parcheggi a discapito di giardini antichi, penso a quello a ridosso della scuole elementare a via Sconduci, dove un intero aranceto è sparito. Allora, nella qualità di coordinatore di un circolo VAS, mi chiedo: quali sono gli indirizzi che questa amministrazione segue per difendere il proprio paesaggio? E mi chiedo ancora: ma invece di cianciare del rilancio della castagna di monte Faito perché si tace sull’abusivismo selvaggio che sta distruggendo agli antichi borghi e quel poco di verde residuo? Basta andare a Villetta Paradiso e guardare la collina di Scutolo: le case abusive che si vedono sorgere sul versante di Montechiaro, punto panoramico visibile da ogni dove e soprattutto dalla casa comunale, sono un’aggressione a vista del territorio visibile a tutti: perché non vengono bloccate e contestate da chi avrebbe il dovere di farlo? Nella relazione presentata per questa ennesima aggressione al territorio, si leggono risibili e patetici, quanto anche improbabili, riferimenti storici alle origini del nome: Gneo Seius, che avrebbe acquistato uno dei cavalli discendente  da quelli portati da Ercole ad Argo, o del cattivo liberto di Tiberio che diede il suo nome al borgo , o ancora di una Gens Seia, argomenti che nulla hanno a che vedere sul fatto che in quel posto si vuole perpetrare l’ennesima rapina di suolo e distruzione di alberi.
Mi chiedo poi a chi stia servendo o chi sta utilizzando un parcheggio interrato costruito nella piazzetta di Siano accanto alla Chiesa del Bottiglieri? E’ mai possibile che non si possono fare quattro passi per andare in pizzeria, lasciando la macchina più in la da dove è ubicata la stessa?
 Allora i VAS si chiedono quali sono le priorità di questa amministrazione? E quando la si smetterà di raccontare frottole pubblicitarie su ambiente e paesaggio in improbabili quanto inutili convegni, se poi si continua con operazioni del genere e tacendo su un abusivismo aggressivo e indiscriminato.

Franco Cuomo, Circolo VAS, “ Giovanni Esposito”, Vico Equense 

domenica 30 ottobre 2016

I SOLDI PER LE LUCI DI NATALE SI E PER IL TRASPORTO SCOLASTICO DEI BAMBINI DIVERSAMENTE ABILI NO.




I soldi stanziati per il Natale (80 mila euro, 5 in più rispetto allo scorso anno) sono una parte dei proventi della tassa di soggiorno che pagano i turisti che alloggiano nelle strutture ricettive della nostra Città. Sono soldi vincolati che possono essere spesi solo per finalità turistiche […]“le elezioni sono finite, ma per alcuni la campagna elettorale continua!”. A rilasciare questa dichiarazione è il Presidente del Consiglio Comunale di Vico Equense, avvocato Massimo Trignano che conosco da prima che lui nascesse, perché conosco i genitori e conoscevo anche il nonno, comunista integerrimo che citava a menadito Concetto Marchesi, grande latinista e comunista bordighiano. Questa dichiarazione vorrebbe porre fine ad una querelle – ma invece non fa che alimentarla – che è in atto tra l’amministrazione comunale di Andrea Buonocore e un gruppo di genitori di bambini diversamente abili, che stanno chiedendo da tempo il servizio di trasporto scolastico che il Comune invece non fornisce, perché dice che non ci sono i soldi. I cittadini coinvolti in questa vicenda, hanno fatto ricorso ad una cooperativa privata, pagando di tasca propria, benché il servizio offra solo il trasporto e non garantisce, per esempio, l’accompagnamento come dovrebbe essere previsto per legge. Se la nostra Costituzione, come recita ancora, prima che qualcuno la stravolga, che il diritto allo studio è un diritto che deve essere garantito a tutti, allora che lo si garantisca e qualsiasi amministratore un tantino più accorto e sensibile avrebbe fatto attenzione ad usare le parole nel modo come le ha usate il Presidente del Consiglio, soprattutto, se egli avesse voluto solo per un attimo rendere onore alla memoria della sua storia familiare. Questa dichiarazione che ho letto stamattina non mi piace per niente e soprattutto oltre ad esser fastidiosa e anche un poco arrogante, è anche sorda e indifferente ad un disagio vero che alcune famiglie stanno avvertendo. Il Comune si difende dicendo che non può anticipare soldi perché il Piano Sociale di Zona che faceva capo alla Provincia e ora invece dipende dalla Regione Campania che non ha dato ancora i soldi per i vari riparti zonali. Ora, a chi scrive, risulta invece che la Regione abbia fatto una delibera per tutti i servizi sociali ( scolastici inclusi) e che quindi i soldi, per lo meno sulla carta sarebbero di fatto garantiti, ovvero: il Piano Sociale di Zona comunque – anche con tutte le lentezze burocratiche, prima o poi avrà i soldi e che alla fine questi saranno regolarmente stanziati anche per il Comune di Vico Equense. Qui nessuno vuole fare demagogia, parola usata a sproposito, per un caso come questo: l’anno scorso il Comune ha anticipato i soldi, ora solo perché il Piano Sociale di Zona non afferisce più alla Provincia ma alla Regione, non si possono più anticipare solo perché il dirigente del servizio teme che poi debba rimetterceli di tasca propria? Ma a chi le vogliamo raccontare queste frottole? E un dirigente può mai pesare con tanta gravità sulle scelte di politiche sociali che invece una buona amministrazione dovrebbe fare?!?! E’ semplicemente scandaloso o indecente che genitori di bambini diversamente abili debbano sopperire in proprio, che nonne anziane debbano, quando possono, accompagnare i loro nipoti a scuola magari prendendo anche il treno! Allora è stonata e fuori luogo la dichiarazione dell’avvocato Massimo Trignano. Si pensa a inchincagliare il paese con lucine e manifestazioni solite e spesso inutili perché non c’è alla fine questo grande rientro economico che si vuol far credere e poi non si forniscono servizi utili e necessari ai cittadini. Anche Piano di Sorrento non aveva i soldi per lo stesso servizio, ma poi sono stati attinti da fondi speciali o straordinari, privilegiando appunto, un’esigenza primaria, ovvero un servizio sociale che renda più accettabile la condizione di per sé già difficile dei genitori di bambini diversamente abili e dei bambini stessi. Allora, si faccia la stessa cosa pure a Vico Equense e si tenga più rispetto verso queste famiglie alle quali non interessano le campagne elettorali, che oggi più che mai sono diventate indecenti per gli argomenti propagandati e anche per tutto il resto.
Franco Cuomo VAS –Verde Ambiente e Società, Circolo “Giovanni Esposito”, Vico Equense



giovedì 20 ottobre 2016

PERCHE' VOTO NO IL 4 DICEMBRE



L’altra sera a casa di amici facemmo un gioco: : bisognava esporre in tre minuti le ragioni del SI o del NO al referendum di  “ riforma” ( l’ho virgoletto apposta) costituzionale del 4 dicembre prossimo. Io impiegai un minuto e mezzo per motivare le mie ragioni del NO. Però ora in forma scritta vorrei definire meglio ciò che ho esternato per video e che dissi quella sera. Dunque, vediamo un po’: allora le ragioni di quelli che andranno a votare per il SI, girerebbero intorno al fatto che questa riforma è necessaria, perché con essa si andrebbero a risparmiare un sacco di soldi e di tempo; i soldi perché si ridurrebbero il numero dei senatori il tempo perché si andrebbe a “snellire” ( anche qui le virgolette hanno un senso) il processo di promulgazione legislativa a detta dei politici nostrani di ora,  troppo farraginoso e lungo. Si andrebbe a modificare la bicamerale, ovvero, le Commissioni parlamentari istituite e composte dai due rami del Parlamento della Repubblica Italiana: Camera e Senato: Questa operazione viene chiamata dai sostenitori del si, modernizzazione, un termine che viene usato dagli anni ottanta e che spesso nasconde intenti completamente diversi da quelli che si prefigge. Non voglio però entrare in dispute troppo giuridiche perché non ne ho le competenze, come non le hanno i molti che si attivano come sostenitori del SI. Dirò solo in maniera elementare quello che ho capito e sul quale dissento. Dunque, in questo caso, mi sembra di capire che il Senato perderà gran parte dei suoi poteri e molti dei suoi membri e che esso sarebbe sostituito dai membri dei vari Consigli Regionali: In questo momento Camera e Senato hanno uguali poteri  Il bicameralismo nel diritto costituzionale, è una pratica della rappresentanza parlamentare che consiste  nella divisione in due camere dell'organo legislativo il parlamento. Il modo di praticarlo è il sistema del bicameralismo perfetto ovvero: La Camera propone una legge, la articola, la definisce e la invia al Senato, il Senato la riesamina, la modifica e la rinvia alla Camera, attraverso questo confronto la legge prende corpo e forma fino a trovare un accordo sostanziale. Non è una perdita di tempo, ma l’unico modo per controllare l’operato del Governo, benché in questi ultimi anni abbiamo assistito a dei veri e propri stravolgimenti di questa pratica. Essa tuttavia a mio avviso è necessaria. Se dovesse vincere il SI, il Senato perderà questa funzione e non avrebbe più voce in capitolo e se anche la dovesse avere, essa non sarebbe l’ultima parola, la quale sarebbe sempre quella del Governo, ovvero del Presidente del Consiglio. Dico subito che le leggi di questi ultimi anni varate da questi governi sono andate tutte nella direzioni di togliere diritti ai cittadini con la motivazione di dover ubbidire ad una modernizzazione ( il termine ritorna) imposta dall’Europa: abolizione dell’art:18 dello statuto dei lavoratori, manomissioni violente e arbitrarie sul sistema pensionistico, queste per citarne solo due. Paradossalmente, da quando è caduto il governo Berlusconi, l’ultimo eletto veramente con elezioni dai cittadini, i governi che si sono succeduti sono stati tutti chiamati “governi tecnici”, ovvero operazioni di accordi sostenuti da manovre politiche senza passare per le elezioni, attraverso anche la figura del Presidente della Repubblica, ma anche attraverso forti condizionamenti imposti da Bruxelles. Questi governi, che hanno approvato leggi liberticide e ingiuste non SONO STATI ELETTI DA NESSUNO!  Anche quello che sta proponendo questo Referendum. Questo governo Renzi, come già quello Letta e come prima di questi quello di Monti sono e sono stati completamente proni ai dicktat dell’Unione Europea e da una Commissione Europea composta da persone che noi non abbiamo mai né votato, né elette e che siedono al Parlamento Europeo. Se dovesse vincere il SI, questo senato “riformato”, si occuperebbe di politiche comunitarie, di enti locali e di Europa, ma sempre solo e dopo che lo avrà deciso il Governo. Allora perché voterò NO : intanto per un fatto che la dice lunga sulla onestà di questa operazione. Per questo Referendum non occorrerà raggiungere il quorum ovvero: fino a l’altro ieri occorreva per rendere valido il referendum che andasse a votare il 50% degli elettori, più uno. Ovvero, siamo sessanta milioni di italiani aventi diritto al voto, per far si che il Referendum fosse valido dovevano votare trenta milioni più uno, altrimenti il referendum veniva invalidato. Per questo referendum invece basta che su dieci persone sei votano SI e quattro votano NO il referendum è valido, ecco perché, pur non avendo votato a molte elezioni, questa volta andrò a votare NO. Voto NO, perché si sono volutamente resi lunghi ed incomprensibili molti articoli della Costituzione, che invece sono brevissimi e comprensibili e spiegabilissimi a tutti.  La volontà dei Padri Costituenti fu improntata alla scelta che la Costituzione dovesse essere compresa da tutti. Un esempio fra tutti il controverso art.70 che recita “ La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere”, ovvero appena nove parole, diventa una lunghissima e incomprensibile trattazione suscettibile di interpretazioni sempre diverse per adattamenti sempre diversi. Non lo riporto tutto perché non entrerebbe in quattro cartelle. Poi voto NO e lo ripeto, perché questo governo non lo abbiamo votato noi cittadini, perché esso fa parte di disegni già pensati e sperimentati altrove secondo i parametri delle cosiddette TECNOCRAZIE sovranazionali, non a caso vengono definiti governi tecnici. Per questi governi sono prioritari gli interessi economici e finanziari e la salute dei mercati, piuttosto che quella dei cittadini.  Attraverso una parità monetaria fasulla che ha impoverito l’Italia, le politiche economiche e gli interessi dei paesi forti in Europa hanno condizionato gravemente le nostre vite allargando in maniera paurosa le fasce di povertà estrema anche ai ceti medi. Voto NO perché non si fa una riforma dicendo che si vogliono ridurre i parlamentari, quando abbiamo un debito pubblico, a mio avviso fatto di carta straccia, di 255 e passa miliardi di euro, cosa volte che sia qualche senatore in meno. Una riforma dovrebbe pensare prima di tutto alla qualità della vita dei cittadini e poi  al benessere delle banche e dei mercati, come infatti stanno facendo già i governi europei che hanno deciso per il salvataggio dei mercati. Voto NO perché sono stati stabiliti nuovi impedimenti per le petizioni popolari aumentando il numero delle firme da raccogliere da 50 mila a 150 mila, una chiara volontà di zittire definitivamente i cittadini. Se dovesse vincere il SI, avremo un sistema governato dalla finanza internazionale, con un pensiero unico, con un partito unico che è quello democratico. Ma avremo soprattutto lo svuotamento degli organi di controllo intermedi, perché le decisioni finali saranno prese solo dal governo rafforzando la figura del Presidente del Consiglio, che somiglierebbe sempre di più ad un primo ministro: Quel che resterebbe del Senato, sarebbe solo una conventicola di nominati dalle segreterie dei partiti o dai gruppi di potere al loro interno. Voto NO anche se a farlo sarà Massimo D’Alema che è stato il primo a manomettere la Costituzione, voto NO anche se a farlo sarà Silvio Berlusconi che pure ci ha provato insieme a D’Alema. Ma voto NO perché a farlo ci sono anche grandi giuristi come Gustavo Zagrebelsky già Presidente della Corte Costituzionale e Stefano Rodotà giurista e già vice presidente della camera dei deputati. Voto NO, perché questa Costituzione è stata il frutto del pensiero di grandi menti, mentre quello che si sta facendo ora è l’espressione di uomini e donne che appartengono a quella che Rodotà stesso ha definito << la democrazia dell’appropriazione>> o anche la democrazia degli autoeletti. Voto NO, e concludo, perché con questa legge elettorale che abbiamo, manomettere la Costituzione sarebbe veramente rischioso per la libertà di tutti. Voto NO anche se penso che se dovesse vincere il NO ci saranno ancora tentativi per cambiarla, ma al momento il NO è l’unica scelta che mi sento di praticare.


Franco Cuomo VAS Verde Ambiente e Società

lunedì 17 ottobre 2016

ABUSI, MULTE E PRIVILEGI TRA LARGO DEI TIGLI E VIA MONSIGNOR NATALE A VICO EQUENSE

vico equense (na)  via M. Natale

vico equense (na) Largo dei Tigli

vico equense (na) via M.Natale


Allora, facciamo il punto su ciò che accade regolarmente a Largo dei Tigli, OVVERO UN’AREA IN PIENO CENTRO STORICO, zona tra le altre di attraversamento pedonale  scolastico giornaliero, e alla gestione degli spazi, cosiddetti pubblici, in quel luogo e a certe incongruenze dei Vigili Urbani.

Ho già avuto modo di protestare questa estate sulle molte contraddizioni e sul comportamento delle guardie municipali, perché, nonostante il Comune rilasciasse abbonamenti mensili  ai residenti per la sosta auto, puntualmente, da luglio a settembre i fine settimana e anche gli infrasettimanali, questi erano obbligati a parcheggiare la loro auto altrove per consentire lo svolgimento degli eventi programmati dal comune stesso e dai vari comitati esistenti e dalla parrocchia,  con il disagio che questo fatto comportava per i possessori degli abbonamenti considerato il traffico estivo . Ma la questione che voglio porre all’ attenzione pubblica oggi è un’altra.

E’ capitato a me come ad altri, la sera, di ritirarsi e di non  trovare posto per parcheggiare, perché gli spazi ( sei in tutto) erano occupati da altre vetture, quasi sempre di non residenti , perché queste vetture non esponevano alcun permesso rilasciato per la sosta. Il sottoscritto come gli altri si è trovato a dover parcheggiare nello spazio adiacente ai grossi vasi con piante che delimitano l’area del Pub che esercita la sua attività in quel luogo. Il mattino dopo io, come pure gli altri hanno trovato una contravvenzione di € 41,00 ( l’abbonamento è di 40.00€ mensili). Naturalmente sono andato su tutte le furie! Mi sono detto: ma come? Io compro un abbonamento, lo espongo, non trovo il posto dove parcheggiare perché occupato da altri che non dovrebbero parcheggiare in quel posto , e vengo pure multato!  Ho protestato con alcuni  vigili, i quali, pur comprendendo il malanimo mi hanno risposto che quelle erano le disposizioni vigenti.

Voglio poi denunciare però anche un altro comportamento totalmente arbitrario e inconcepibile. Per chi scrive un vero e proprio abuso di potere, consentito dai Vigili Urbani di Vico Equense, sempre per queste arbitrarie quanto insolite “disposizioni vigenti”, e l’abuso sarebbe quello che pongo con questa domanda al Comandate dei Vigili Urbani sig. Ferdinando De Martino.

Allora Comandante potrebbe spiegare ai cittadini perché si concedono  quattro aree riservate a presidi e vicepresidi della scuola Scarlatti e dell’Istituto Manzoni?  Quale sarebbe il privilegio che consente a queste persone di avere un posto macchina gratuito laddove tutti gli altri residenti lo pagano, considerato poi che la Scarlatti ha anche uno spazio all’ interno della scuola? Ho lavorato per quarant’ anni a Napoli e se mi recavo a lavoro con l’auto, io pagavo un regolare parcheggio: allora mi chiedo perché questi dirigenti scolastici devono ricevere gratis ciò che invece pagano tutti gli altri cittadini? E ancora vorrei chiedere all’economato del Comune di Vico Equense, se è l’ufficio preposto a questo, quanti  sono i posti ufficialmente adibiti alla sosta a pagamento e quanti abbonamenti vengono regolarmente rilasciati?

Tutta via Monsignor Natale è una zona a traffico limitato eppure tutti ad ogni ora del giorno e soprattutto della notte transitano in quella strada,compresi i professori delle due scuole e compresi i frequentatori di una palestra che parcheggiano indisturbati nelle ore pomeridiane e serali.  come pure sarebbe il caso che i Vigili Urbani estendessero le ricerche che si fanno solitamente verso tutti quelli che vengono ad abitare in un posto anche ai locatari del Castello Giusso.

Quanti di loro veramente risiedono in quel posto? Ho validi motivi per credere che anche qui ci sia un abuso bello e buono mentre il comportamento automobilistico di questi signori spesso stride con la segnaletica stradale posta all’imbocco di via Monsignor Natale . Naturalmente tutta la materia di queste proteste e di questi interrogativi  è di competenza del Comando di Guardie Municipali alle quali io sottopongo nella qualità di cittadino ed espongo una denuncia pubblica di tutto ciò che ho appena scritto, riservandomi di adire ad altri organi se questi disagi dovessero continuare e se queste mie domande dovessero essere disattese,  fosse solo per il fatto  che noi tutti  paghiamo già regolarmente tasse comunali molto salate.

 In ultimo: considerato poi che Vico Equense non ha aree di sosta libere, la introvabili strisce bianche o se le ha sono rarissime e/o forse solo nella zona alta, che per lo meno si predisponga equanimemente una gestione di quelle blu a pagamento.
Lo scrivente, nella qualità di residente fa una proposta provocatoria: se è così difficile la gestione di largo dei Tigli e di via Mo nsignor natale, perché è impossibile accontentare tutti, si sospendano tutti gli abbonamenti e i vari privilegi su quell’area, la si chiuda completamente al traffico e alla sosta, si aggiusti il manto stradale che versa in condizioni pietose, si attivi un servizio di video sorveglianza e si dia ai residenti la possibilità di parcheggiare su Corso Filangieri. Forse le cose andrebbero meglio, ma che questo, sia ben chiaro, valga erga omnes!




Franco Cuomo, Coordinatore del Circolo VAS, Verde Ambiente e Società, “GIOVANNI ESPOSITO” di Vico Equense 

mercoledì 5 ottobre 2016

Le denunce si devono ancora fare, ma la sola testimonianza non basta più


L’altro giorno, ho incontrato una mia amica che mi ha chiesto notizie su una vicenda che ha come oggetto un’opera che dovrebbe risanare il mare  sul nostro territorio e che tra promesse reiterate e rimbalzi di responsabilità, è ancora ferma. Le ho risposto che non ne sapevo niente, perché non mi sto più occupando o, se volete, interessando su ciò che avviene sul territorio, le ho detto che avrei guardato sulla bacheca di Claudio D’Esposito del WWF, ma solo per curiosità e per niente altro: naturalmente sto parlando dell’ennesimo rinvio al funzionamento del depuratore di punta Gradelle. Lei è rimasta un poco stupita della mia risposta, ma le ho spiegato subito il perché di quella risposta. Altri amici, tra cui un professionista architetto, mi segnalava alcuni abusi edilizi che starebbero per devastare ulteriormente Vico Equense e d’intorni e mi ha chiesto di intervenire come VAS. Anche a lui, la mia risposta è stata la stessa data a quella mia amica. Vorrei tra le altre cose, riallacciarmi ad un lungo post scritto proprio da Claudio d’Esposito del WWF sulla necessità di continuare a denunciare alla Procura o ad altre autorità competenti tutti i tipi di reati ambientali che si commettono sul nostro territorio. Dunque la mia risposta è stata questa: sono stanco di denunciare e segnalare e non perché le procure sono intasate e non riescono a smaltire né ad aprire i fascicoli per esaminare le denunce, ma perché non riesco più personalmente a sostenere l’indifferenza della maggior parte di cittadini di fronte al degrado ambientale, di fronte alle speculazioni, di fronte ad un abuso del territorio, laddove in altre realtà si parla di limitazione necessaria del consumo di suolo e ho esaurito quel minimo di protagonismo che spesso mi vedeva sulle pagine dei giornali nazionali e locali come una sorta di Don Chisciotte. Un esempio fra tanti, il più eclatante: Il Rivo d’Arco potrebbe benissimo essere una quattordicesima frazione di Vico Equense per tutti gli insediamenti e tutte le costruzioni, tutti e tutte rigorosamente abusivi/e. A ridosso del palazzetto dello Sport, altra vergogna della nostra amministrazione, si prevedono altre lottizzazioni, altri sbancamenti, previsti dal Piano Regolatore, ma poi nel farsi si modifica tutto. Non sorprende più l’andare in deroga al PRG al Piano Regolatore Generale, uno strumento urbanistico degli anni 70, che insieme al PUT, il Piano Urbanistico Territoriale, viene regolarmente violentato, manomesso, cambiato secondo le esigenze di una concezione liberistica dell’ (ab)uso del territorio che attualmente non interessa più a nessuno, anzi sono i cittadini stessi che ritengono questi vincoli normativi, da intralcio ai loro interessi personali. Allora di cosa vogliamo parlare? Anche io “ritenengo la costante, subdola e martellante pubblicità "anti-denuncia" tanto biasimabile e controproducente (ancor di più in un paese del sud come il nostro), quanto offensiva e svilente nei confronti di quei pochi coraggiosi (tra persone e/o associazioni) che pur hanno "osato denunciare" i fatti e misfatti a chi di competenza”,perché poi chi fa pagine FB, fa solo quello, ovvero scatta foto, posta qualche commento e si illude di aver fatto la rivoluzione ambientale. Ma non è così! Io, considerati i fatti di vita privata che rappresentano oggi sicuramente un limite per il mio agire pubblico, trovo avvilente il totale disinteresse della popolazione su argomenti quali: l’inquinamento del mare e la mancata riapertura del depuratore di Punta Gradelle, le speculazioni politiche fatte dai sindaci dei comuni costieri e la capziosa posizione di Gennaro Cinque atteggiato ad ambientalista, assessore ai lavori pubblici del comune di Vico Equense, ma già sindaco per circa vent’anni. Sotto il suo mandato, la speculazione edilizia in collina è esplosa senza controllo e con essa, il consumo vorace di suolo, la totale e assoluta mancanza di etica ambientale, il disordine urbanistico, il non rispetto del Piano Regolatore le forzature in senso liberistico del PUT ( Piano Urbanistico Territoriale). Certo uno che guarda la penisola sorrentina la troverà sicuramente meglio della piana agro-sarnese, ma se si fa una panoramica con Google map ci si rende conto che la densità di costruzioni in penisola sorrentina ha raggiunto livelli di espansione difficilmente sostenibili, per non parlare della viabilità, soprattutto nei periodi estivi o nei weekend. Ora, che una singola associazione come i VAS o il WWF, che poi sappiamo che sono una sola persona o uno sparutissimo gruppo di volenterosi si opponga e continua a produrre denunce alla Procura o ad altri organi competenti, nella totale indifferenza del resto della popolazione, mi sembra oggi  una battaglia frustrante, una testimonianza di un martirio culturale che francamente non porta da nessuna parte, né tanto meno inverte il senso delle cose. Tutto questo ha fiaccato le mie energie in più con una stampa assolutamente schierata dalla parte delle amministrazioni, perché anche qui bisognerebbe dire qualcosa: i giornalisti dovrebbero veicolare inchieste, rendere pubbliche e sostenere denunce, ma il più delle volte gli articoli sono solo la descrizione dello status quo perché magari i giovani professionisti, che lavorano in condizioni contrattuali molto precarie, anche se volessero veicolare inchieste o denunciare verrebbero censurati o licenziati. D’altra parte, per anni l’associazione di cui sono il coordinatore zonale, i VAS, per un quindicennio ha denunciato l’abusivismo edilizio sul territorio con denunce dettagliate e pertinenti cadute spesso nel silenzio e nel totale isolamento, lo stesso mi permetto di dire, fa il WWF: le nostre battaglie sono riuscire a non far costruire quell’abberrante e inutile strada di cemento che spacca la piana di Seiano? Sono riusciti a farla abbattere? Si è riusciti a far ripristinare lo stato dei luoghi dove una volta c’erano uliveti e vigneti?  No, la strada è ancora lì  e dove c'erano vigneti ci sono solo i sigilli della magistratura, ma i vigneti non torneranno piu, mentre quei volumi triplicati sono ancora lì, e tutti i parcheggi interrati e gli sventramenti di intere aree verdi? Siamo riusciti anche qui a ripristinare le aree di verde distrutto? No, non ci siamo riusciti, e l’Alimuri se è andato giù, c’è andato perché è diventato un affare per le parti, basta vedere chi ha condotto tutta l’operazione.  I VAS non hanno la visibilità e la struttura governativa che ha per esempio Lega Ambiente, che tace sull’aggressione speculativa edilizia e assurge all’attenzione dei  media attraverso campagne come il cammino per la pace, o il cambiamento climatico, che sia ben chiaro sono battaglie  giustissime, però poi in una situazione come quella di Vico Equense o la Penisola sorrentina tace sul bubbone speculazione edilizia o è morbida sulle normative regionali che prevedono strumenti più “elastici” in materia urbanistica e edilizia. Allora o l’ambiente, il mare, e il territorio diventano parte vivente e consapevole per tutti i cittadini o si insegna il rispetto per l’ambiente a scuola o questo diventa l’obiettivo di ogni amministrazione che si rispetti, o ogni battaglia, fatta nelle condizioni che ho sinteticamente descritto assume solo il valore di una mera testimonianza .

Franco Cuomo Coordinatore circolo VAS “ Giovanni Esposito”,Vico Equense,     

venerdì 30 settembre 2016

Ma la filosofia ha ancora un senso?


Ho appena terminato di leggere Il gergo dell'autenticità, di Theodor Wiesengrund Adorno con una bellissima introduzione di Remo Bodei e una non facile traduzione di Pietro Lauro, ma tant'è: tradurre il pensiero filosofico di Adorno dal tedesco all'italiano e renderne il taglio sferzante è un'impresa ardua per cui, molto periodi oltre a sembrare incomprensibili, è necessario rileggerli più volte, ritengo che la traduzione più comprensibile sia quella di Renato Solmi dei Minima Moralia l’edizione del 1972. A libro chiuso mi sono chiesto come riuscii a leggere i Minima Moralia a 24 anni e a farci anche la mia tesi di laurea che naturalmente a rileggerla oggi mi appare piena di ingenuità, errori e imprecisioni. Affrontare Adorno, che ho praticamente studiato per tutta la vita e non so quanto abbia realmente compreso del suo pensiero, è un'impresa non facile e richiede notevole impegno oltre che conoscenza robusta di Hegel, Husserl e Heidegger, forse proprio per ciò, non so se l'ho veramente mai capito, ci ho provato comunque anche se non so a cosa sia servito attraversare la dialettica negativa o la metexis am finsteren ( partecipazione alle tenebre), di cui parla nella teoria estetica, soprattutto se osservo il mondo di oggi. Il gergo dell'autenticità invece, che doveva essere un’altra parte della Teoria Estetica, è il più implacabile atto di accusa contro il pensiero di Heidegger e lo heideggerismo di massa e ho deciso di leggerlo tutto, quando in Italia sono stati pubblicati i Quaderni neri di Heidegger, ovvero quegli scritti che in qualche modo confermerebbero anche la partecipazione teorica di Heidegger al nazionalsocialismo. Mi ricordo che quando presentai a Villa Fondi a Piano di Sorrento, il libro di Gianni Vattimo, Non essere Dio, alla presenza dello stesso qualche anno fa, Vattimo mi canzonò bonariamente sul fatto che io fossi uno studioso o seguace di Adorno mentre lui lo era di Heidegger, come a voler dire: ubi maior minor cessat. Vattimo difende, ancora, unico credo in Italia, il pensiero di Heidegger e la sua estraneità teorica dal nazismo. Il libro però, al di là di queste riflessioni, tra le quali emerge a mio avviso una sorta di rapporto <<amore odio>> di Adorno per Heidegger e l’impossibilità di trovare una corrispondenza in lui tra linguaggio e politica ha spalancato la porta a tutta una serie di miei interrogativi circa il senso del fare filosofia oggi, ma forse anche già quarant’anni fa e forse ancora prima e forse proprio per questo motivo Adorno ha sempre avuto in massimo dispregio Heidegger, lui così direttamente <<politico>> e engagé e l’altro così rassegnato al tramonto del mondo tanto da farne addirittura un sistema filosofico, paradossalmente, l’ultimo . Con il rifiuto della metafisica Heidegger, si pone legittimamente il problema della fine della filosofia nel mondo contemporaneo e quello della sua inefficacia di fronte a ciò che oggi chiamiamo democrazia, ovvero: dove c’è o dovrebbe esserci democrazia non possono esserci detentori di verità <<vere>>, ma io vado più in là di questa riflessione e sostengo che oggi la filosofia non può più esserci perché essa è stata frantumata in una serie di saperi particolari, per altro in crisi e neanche più credibili, né confrontabili, con la potenza degli apparati tecnologici di cui oggi tutti disponiamo, specialmente quelli che operano direttamente sul linguaggio e sui concetti di scrittura digitale , e con lo sviluppo delle neuro scienze. Chiunque, tra quelli che insegnano filosofia nelle scuole e nelle  università, o se ne occupano per fini di ricerca pura può rendersi conto che la filosofia si è dissolta nella specializzazione di singole discipline, dalla psicologia, alla sociologia, all’antropologia, alla logica, alla semantica, mentre una crisi reale si riscontra con la diminuzione delle iscrizioni alla facoltà di filosofia, con la diminuzione dei fondi messi a disposizione per gli studi filosofici. Così mi sono chiesto a chi potrebbe interessare tutta la diatriba sui Quaderni neri e quale apporto potrebbe portare per la comprensione dei rapporti tra linguaggio e potere, o ancora, tutta la raffinata critica, a tratti spietata di Adorno, verso il <<gergo>>, ovvero la filosofia di Heidegger ? La risposta che mi sono dato è stata molto triste e avvilente, forse anche per una mia condizione esistenziale legata a fatti contingenti: a nessuno: Oggi la filosofia, o libri come quello che faticosamente ho appena chiuso, non interessano più a nessuno o forse solo a uno sparuto manipolo di gente tra l’altro molto in la con l’età ( qualche giovanotto fa la star filosofico televisiva ma siamo appunto nei prodotti mediatici a buon mercato), per il resto, tutti gli altri non hanno alcun interesse verso le problematiche e una letteratura che una volta si soleva definire filosofica. Ai filosofi, a quelli che rimangono non schiacciati nelle varie branche delle scienze umane, prima elencate e, per altro in crisi pure loro,  forse l’unica cosa che rimarrebbe da fare sarebbe un’ontologia dell’attualità, ovvero una seria riflessione sull’integralità dell’esperienza individuale, soprattutto quella schiacciata dalla depressione o dal dolore di una perdita o dall’esperienza del lutto o l’attraversamento di una malattia. Un’ontologia dell’attualità che sostenga l’esperienza individuale in questi frangenti, ma anche che la sottragga alla schizofrenia tecnologica che potrebbe portarla o portarci tutti in una conseguente caduta nell’autoritarismo. Ma anche una voce come questa non troverebbe oggi alcun interlocutore interessato, o forse però, un’ontologia dell’attualità dovrei cominciare a praticarla proprio da me, così forse ci sarebbe ancora la possibilità per Bollati Boringhieri di pubblicare opere filosofiche e di trovare ancora qualcuno pronto ad acquistarle. La realtà culturale contemporanea purtroppo ha scaraventato tutti in un universo retto solo dalle leggi monetarie dell’economico e dall’illusione di una potenza tecnologica illimitata: l’umano è azzerato e con esso, appunto, anche la filosofia non c'è più nessuno che riabiliti l’uno e l’altra e i tentativi di farlo da parte gruppi giovanili che si costituiscono come alternativa immanente a questo status quo, al momento non sembrano bastare.

franco cuomo, nota a margine della lettura de. Il gergo dell'autenticità, di Th.W.Adorno, Bollati Borighieri

Ma la filosofia ha ancora un senso?


Ho appena terminato di leggere Il gergo dell'autenticità, di Theodor Wiesengrund Adorno con una bellissima introduzione di Remo Bodei e una non facile traduzione di Pietro Lauro, ma tant'è: tradurre il pensiero filosofico di Adorno dal tedesco all'italiano e renderne il taglio sferzante è un'impresa ardua per cui, molto periodi oltre a sembrare incomprensibili, è necessario rileggerli più volte, ritengo che la traduzione più comprensibile sia quella di Renato Solmi dei Minima Moralia l’edizione del 1972. A libro chiuso mi sono chiesto come riuscii a leggere i Minima Moralia a 24 anni e a farci anche la mia tesi di laurea che naturalmente a rileggerla oggi mi appare piena di ingenuità, errori e imprecisioni. Affrontare Adorno, che ho praticamente studiato per tutta la vita e non so quanto abbia realmente compreso del suo pensiero, è un'impresa non facile e richiede notevole impegno oltre che conoscenza robusta di Hegel, Husserl e Heidegger, forse proprio per ciò, non so se l'ho veramente mai capito, ci ho provato comunque anche se non so a cosa sia servito attraversare la dialettica negativa o la metexis am finsteren ( partecipazione alle tenebre), di cui parla nella teoria estetica, soprattutto se osservo il mondo di oggi. Il gergo dell'autenticità invece, che doveva essere un’altra parte della Teoria Estetica, è il più implacabile atto di accusa contro il pensiero di Heidegger e lo heideggerismo di massa e ho deciso di leggerlo tutto, quando in Italia sono stati pubblicati i Quaderni neri di Heidegger, ovvero quegli scritti che in qualche modo confermerebbero anche la partecipazione teorica di Heidegger al nazionalsocialismo. Mi ricordo che quando presentai a Villa Fondi a Piano di Sorrento, il libro di Gianni Vattimo, Non essere Dio, alla presenza dello stesso qualche anno fa, Vattimo mi canzonò bonariamente sul fatto che io fossi uno studioso o seguace di Adorno mentre lui lo era di Heidegger, come a voler dire: ubi maior minor cessat. Vattimo difende, ancora, unico credo in Italia, il pensiero di Heidegger e la sua estraneità teorica dal nazismo. Il libro però, al di là di queste riflessioni, tra le quali emerge a mio avviso una sorta di rapporto <<amore odio>> di Adorno per Heidegger e l’impossibilità di trovare una corrispondenza in lui tra linguaggio e politica ha spalancato la porta a tutta una serie di miei interrogativi circa il senso del fare filosofia oggi, ma forse anche già quarant’anni fa e forse ancora prima e forse proprio per questo motivo Adorno ha sempre avuto in massimo dispregio Heidegger, lui così direttamente <<politico>> e engagé e l’altro così rassegnato al tramonto del mondo tanto da farne addirittura un sistema filosofico, paradossalmente, l’ultimo . Con il rifiuto della metafisica Heidegger, si pone legittimamente il problema della fine della filosofia nel mondo contemporaneo e quello della sua inefficacia di fronte a ciò che oggi chiamiamo democrazia, ovvero: dove c’è o dovrebbe esserci democrazia non possono esserci detentori di verità <<vere>>, ma io vado più in là di questa riflessione e sostengo che oggi la filosofia non può più esserci perché essa è stata frantumata in una serie di saperi particolari, per altro in crisi e neanche più credibili, né confrontabili, con la potenza degli apparati tecnologici di cui oggi tutti disponiamo, specialmente quelli che operano direttamente sul linguaggio e sui concetti di scrittura digitale , e con lo sviluppo delle neuro scienze. Chiunque, tra quelli che insegnano filosofia nelle scuole e nelle  università, o se ne occupano per fini di ricerca pura può rendersi conto che la filosofia si è dissolta nella specializzazione di singole discipline, dalla psicologia, alla sociologia, all’antropologia, alla logica, alla semantica, mentre una crisi reale si riscontra con la diminuzione delle iscrizioni alla facoltà di filosofia, con la diminuzione dei fondi messi a disposizione per gli studi filosofici. Così mi sono chiesto a chi potrebbe interessare tutta la diatriba sui Quaderni neri e quale apporto potrebbe portare per la comprensione dei rapporti tra linguaggio e potere, o ancora, tutta la raffinata critica, a tratti spietata di Adorno, verso il <<gergo>>, ovvero la filosofia di Heidegger ? La risposta che mi sono dato è stata molto triste e avvilente, forse anche per una mia condizione esistenziale legata a fatti contingenti: a nessuno: Oggi la filosofia o libri come quello che faticosamente ho appena chiuso non interessa più nessuno o forse solo a uno sparuto manipolo di gente tra l’altro molto in la con l’età ( qualche giovanotto fa la star filosofico televisiva ma siamo appunto nei prodotti mediatici a buon mercato), per il resto, tutti gli altri non hanno alcun interesse verso le problematiche e una letteratura che una volta si soleva definire filosofica. Ai filosofi, a quelli che rimangono non schiacciati nelle varie branche delle scienze umane, prima elencate e, per altro in crisi pure loro,  forse l’unica cosa che rimarrebbe da fare sarebbe un’ontologia dell’attualità, ovvero una seria riflessione sull’integralità dell’esperienza individuale, soprattutto quella schiacciata dalla depressione o dal dolore di una perdita o dall’esperienza del lutto o l’attraversamento di una malattia. Un’ontologia dell’attualità che sostenga l’esperienza individuale in questi frangenti, ma anche che la sottragga alla schizofrenia tecnologica che potrebbe portarla o portarci tutti in una conseguente caduta nell’autoritarismo. Ma anche una voce come questa non troverebbe oggi alcun interlocutore interessato, o forse però, un’ontologia dell’attualità dovrei cominciare a praticarla proprio da me, così forse ci sarebbe ancora la possibilità per Bollati Boringhieri di pubblicare opere filosofiche e di trovare ancora qualcuno pronto ad acquistarle. La realtà culturale contemporanea purtroppo ha scaraventato tutti in un universo retto solo dalle leggi monetarie dell’economico e dall’illusione di una potenza tecnologica illimitata: l’umano è azzerato e con esso, appunto, anche la filosofia non c'è più nessuno che riabiliti l’uno e l’altra e i tentativi di farlo da parte gruppi giovanili che si costituiscono come alternativa immanente a questo status quo, al momento non sembrano bastare.

franco cuomo, nota a margine della lettura de. Il gergo dell'autenticità, di Th.W.Adorno, Bollati Borighieri