mercoledì 5 ottobre 2016

Le denunce si devono ancora fare, ma la sola testimonianza non basta più


L’altro giorno, ho incontrato una mia amica che mi ha chiesto notizie su una vicenda che ha come oggetto un’opera che dovrebbe risanare il mare  sul nostro territorio e che tra promesse reiterate e rimbalzi di responsabilità, è ancora ferma. Le ho risposto che non ne sapevo niente, perché non mi sto più occupando o, se volete, interessando su ciò che avviene sul territorio, le ho detto che avrei guardato sulla bacheca di Claudio D’Esposito del WWF, ma solo per curiosità e per niente altro: naturalmente sto parlando dell’ennesimo rinvio al funzionamento del depuratore di punta Gradelle. Lei è rimasta un poco stupita della mia risposta, ma le ho spiegato subito il perché di quella risposta. Altri amici, tra cui un professionista architetto, mi segnalava alcuni abusi edilizi che starebbero per devastare ulteriormente Vico Equense e d’intorni e mi ha chiesto di intervenire come VAS. Anche a lui, la mia risposta è stata la stessa data a quella mia amica. Vorrei tra le altre cose, riallacciarmi ad un lungo post scritto proprio da Claudio d’Esposito del WWF sulla necessità di continuare a denunciare alla Procura o ad altre autorità competenti tutti i tipi di reati ambientali che si commettono sul nostro territorio. Dunque la mia risposta è stata questa: sono stanco di denunciare e segnalare e non perché le procure sono intasate e non riescono a smaltire né ad aprire i fascicoli per esaminare le denunce, ma perché non riesco più personalmente a sostenere l’indifferenza della maggior parte di cittadini di fronte al degrado ambientale, di fronte alle speculazioni, di fronte ad un abuso del territorio, laddove in altre realtà si parla di limitazione necessaria del consumo di suolo e ho esaurito quel minimo di protagonismo che spesso mi vedeva sulle pagine dei giornali nazionali e locali come una sorta di Don Chisciotte. Un esempio fra tanti, il più eclatante: Il Rivo d’Arco potrebbe benissimo essere una quattordicesima frazione di Vico Equense per tutti gli insediamenti e tutte le costruzioni, tutti e tutte rigorosamente abusivi/e. A ridosso del palazzetto dello Sport, altra vergogna della nostra amministrazione, si prevedono altre lottizzazioni, altri sbancamenti, previsti dal Piano Regolatore, ma poi nel farsi si modifica tutto. Non sorprende più l’andare in deroga al PRG al Piano Regolatore Generale, uno strumento urbanistico degli anni 70, che insieme al PUT, il Piano Urbanistico Territoriale, viene regolarmente violentato, manomesso, cambiato secondo le esigenze di una concezione liberistica dell’ (ab)uso del territorio che attualmente non interessa più a nessuno, anzi sono i cittadini stessi che ritengono questi vincoli normativi, da intralcio ai loro interessi personali. Allora di cosa vogliamo parlare? Anche io “ritenengo la costante, subdola e martellante pubblicità "anti-denuncia" tanto biasimabile e controproducente (ancor di più in un paese del sud come il nostro), quanto offensiva e svilente nei confronti di quei pochi coraggiosi (tra persone e/o associazioni) che pur hanno "osato denunciare" i fatti e misfatti a chi di competenza”,perché poi chi fa pagine FB, fa solo quello, ovvero scatta foto, posta qualche commento e si illude di aver fatto la rivoluzione ambientale. Ma non è così! Io, considerati i fatti di vita privata che rappresentano oggi sicuramente un limite per il mio agire pubblico, trovo avvilente il totale disinteresse della popolazione su argomenti quali: l’inquinamento del mare e la mancata riapertura del depuratore di Punta Gradelle, le speculazioni politiche fatte dai sindaci dei comuni costieri e la capziosa posizione di Gennaro Cinque atteggiato ad ambientalista, assessore ai lavori pubblici del comune di Vico Equense, ma già sindaco per circa vent’anni. Sotto il suo mandato, la speculazione edilizia in collina è esplosa senza controllo e con essa, il consumo vorace di suolo, la totale e assoluta mancanza di etica ambientale, il disordine urbanistico, il non rispetto del Piano Regolatore le forzature in senso liberistico del PUT ( Piano Urbanistico Territoriale). Certo uno che guarda la penisola sorrentina la troverà sicuramente meglio della piana agro-sarnese, ma se si fa una panoramica con Google map ci si rende conto che la densità di costruzioni in penisola sorrentina ha raggiunto livelli di espansione difficilmente sostenibili, per non parlare della viabilità, soprattutto nei periodi estivi o nei weekend. Ora, che una singola associazione come i VAS o il WWF, che poi sappiamo che sono una sola persona o uno sparutissimo gruppo di volenterosi si opponga e continua a produrre denunce alla Procura o ad altri organi competenti, nella totale indifferenza del resto della popolazione, mi sembra oggi  una battaglia frustrante, una testimonianza di un martirio culturale che francamente non porta da nessuna parte, né tanto meno inverte il senso delle cose. Tutto questo ha fiaccato le mie energie in più con una stampa assolutamente schierata dalla parte delle amministrazioni, perché anche qui bisognerebbe dire qualcosa: i giornalisti dovrebbero veicolare inchieste, rendere pubbliche e sostenere denunce, ma il più delle volte gli articoli sono solo la descrizione dello status quo perché magari i giovani professionisti, che lavorano in condizioni contrattuali molto precarie, anche se volessero veicolare inchieste o denunciare verrebbero censurati o licenziati. D’altra parte, per anni l’associazione di cui sono il coordinatore zonale, i VAS, per un quindicennio ha denunciato l’abusivismo edilizio sul territorio con denunce dettagliate e pertinenti cadute spesso nel silenzio e nel totale isolamento, lo stesso mi permetto di dire, fa il WWF: le nostre battaglie sono riuscire a non far costruire quell’abberrante e inutile strada di cemento che spacca la piana di Seiano? Sono riusciti a farla abbattere? Si è riusciti a far ripristinare lo stato dei luoghi dove una volta c’erano uliveti e vigneti?  No, la strada è ancora lì  e dove c'erano vigneti ci sono solo i sigilli della magistratura, ma i vigneti non torneranno piu, mentre quei volumi triplicati sono ancora lì, e tutti i parcheggi interrati e gli sventramenti di intere aree verdi? Siamo riusciti anche qui a ripristinare le aree di verde distrutto? No, non ci siamo riusciti, e l’Alimuri se è andato giù, c’è andato perché è diventato un affare per le parti, basta vedere chi ha condotto tutta l’operazione.  I VAS non hanno la visibilità e la struttura governativa che ha per esempio Lega Ambiente, che tace sull’aggressione speculativa edilizia e assurge all’attenzione dei  media attraverso campagne come il cammino per la pace, o il cambiamento climatico, che sia ben chiaro sono battaglie  giustissime, però poi in una situazione come quella di Vico Equense o la Penisola sorrentina tace sul bubbone speculazione edilizia o è morbida sulle normative regionali che prevedono strumenti più “elastici” in materia urbanistica e edilizia. Allora o l’ambiente, il mare, e il territorio diventano parte vivente e consapevole per tutti i cittadini o si insegna il rispetto per l’ambiente a scuola o questo diventa l’obiettivo di ogni amministrazione che si rispetti, o ogni battaglia, fatta nelle condizioni che ho sinteticamente descritto assume solo il valore di una mera testimonianza .

Franco Cuomo Coordinatore circolo VAS “ Giovanni Esposito”,Vico Equense,     

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