mercoledì 29 maggio 2013

Ultima lettera aperta al Sig. Procuratore aggiunto della Procura di Torre Annunziata Dr. Raffaele Marino




                            

                             Il Circolo V.A.S. ( Verdi Ambiente e Società ) di Vico Equense in relazione alla data del 16 settembre 2012, data entro la quale, su Sua perentoria richiesta i comuni inclusi nel P.U.T. avrebbero dovuto inviare gli elenchi di tutti i parcheggi interrati con relativa documentazione, affinché fossero sottoposti- per controllarne la conformità e il rispetto della normativa al Suo esame, avevano espresso piena fiducia e riposto speranze circa un cenno di riscontro relativo ad un quesito che il circolo Le aveva posto e cheLe pone ancora, in questa ultima missiva che potrebbe apparire laconica, ma che invece vuole mantenere alto tutto il suo impegno circa una questione di non poca importanza per il rispetto delle leggi e per il rispetto del territorio deturpato che grida giustizia;la domanda è questa: ritiene Lei l’azione dei V.A.S.degna di attenzione per gli aspetti di legittimità che pone, oppure essa è da ritenersi destituita di ogni fondamento di legittimità che avanza e pertanto inutile?
                         Poiché l’azione dei V.A.S. è stata ispirata all’interesse generale, La salutiamo con deferenza nella speranza di poter ricevere un riscontro.


                                                                                            Il Coordinatore del Circolo
                                                                                               ( prof. Franco Cuomo

martedì 28 maggio 2013

World Film Festival a Vico Equense: la protesta dei cittadini su Facebook




Ritorna a Vico il social Word Film Festival. E ancora una volta si proietteranno pellicole negli alberghi e nelle piazze. L’ennesima spacconata questo World Film Festival in un paese (una città ormai) che non ha più una sala cinematografica. Un sindaco indifferente che evidentemente non ama il cinema e che non sente l'esigenza di ricostruire una sala che – per accordi stabiliti- doveva essere conservata e invece è stata demolita solo per biechi interessi economici. Che senso ha proiettare pellicole quando lo schermo, il sonoro e le poltroncine, l'ambiente sono inadeguati? Come al solito in questa città ci riempiamo la bocca ma ci manca sempre la sostanza per progredire! Perché nessuno ne parla più? Perché anche la minoranza tace su un problema così importante? Come ha scritto qualcuno si FB rivolgendosi al primo cittadino “Vott e mane” ovvero: mena fendenti o almeno rispondi sul cinema Aequa Sindaco!!!!. Una rassegna sul cinema senza sala cinematografica è solo una mediocre occasione "mondana", i film passano in secondo piano rispetto al red carpet di dubbio gusto persino a Cannes. Si invita un’attrice come contorno al fumo senza arrosto. Basta mettere insieme le 4 parole più inflazionate del secolo ed ecco l'evento: social world film festival. L’inglese però si sa, è quello che rende tutto più "world". Una grande soddisfazione per il nostro paese! Ma perché in occasione del festival non si organizza un flash mob di protesta per raccontare ai registi invitati e alle attrici che a questa amministrazione a questo sindaco non gliene frega niente del cinema ? Perché non sbugiardare e chiamare nello stesso tempo alle loro responsabilità quelli che hanno distrutto la sala del Cinema Aequa?


Franco Cuomo VAS ( a cura di) 

Quando a Vico Equense c'è che vuole tutelare il paesaggio per interesse precostituito.



Vorrei  spendere qualche parola su questa struttura che vedete in questa foto, lo voglio fare perché, mi sono arrivate molte segnalazione da soggetti che forse farebbero meglio a stare zitti invece di parlare e le segnalazioni le hanno fatte a me in quanto coordinatore del Circolo VAS di Vico Equense e le hanno fatte in maniera provocatoria come a dire: “Cos’è adesso non dici niente su questa cosa? Non vedi che scempio hanno fatto?” .
Premetto che sulla spiaggia di Seiano ho fatto centinaia di denunce e continuo a farne per l’uso ormai degradato degli spazi pubblici che non esistono più, perché diventati tutti  proprietà privata di esercenti bar, pizzerie, chioschi, e simil- stabilimenti balneari. Ma da questa premessa voglio anche e soprattutto evidenziare che molti degli interventi visibili su quello che una volta era un piccolo arenile sono diventati delle vere e proprie costruzioni, mentre via Arcoleo negli spazi esterni è asservita a tutte le attività di ristorazione che si affacciano sulla strada, marciapiedi pubblici inclusi . Di pubblico ormai giù Seiano non c’è rimasto più niente, ma soprattutto, non c’è rimasto più niente da tutelare e salvaguardare in termini di bellezza naturale. La “grande bellezza”, per parafrasare l’ultimo film di Sorrentino, non abita più nella marina di Seiano, ingoiata dalla bruttezza e dalla sciatta improvvisazione architettonica di strutture cafone che hanno reso quel borgo marinaro simile alle peggiori aree del golfo di Napoli, il tutto, su un mare cloaca intasato di barche che funge da porto. Dunque, questa “gabbia” che vedete nella foto è una rastrelliera completamente smontabile forse l’unica smontabile su tutta la zona, che la sezione locale della Lega Navale Italiana utilizza per contenere le canoe. E' collocata su un piccolo tratto di sabbia stretto dal cemento di un ristorante e le palafitte di un altro. La Lega Navale Italiana organizza corsi per canoe e tante altre cose legate all’amore per il mare e alla sua salvaguardia e tutto questo lo fa rispettando regolamenti e chiedendo permessi ed autorizzazioni, così come è stato fatto ed ottenuto per questa struttura: un’autorizzazione trimestrale regolarmente concessa. Ora, questa cosa ha evidentemente dato fastidio o da fastidio a chi forse avrebbe voluto prendersi per ulteriori tavolini e ulteriori piattaforme, quel piccolo tratto di sabbia e grida allo scandalo e allo scempio ambientale. Come V.A.S. trovo quest’atteggiamento assolutamente discutibile: la rastrelliera non è bella a vedersi, ma tra tre mesi sarà smontata e il posto in cui sta non è certamente bellissimo paesaggisticamente parlando perché anche tutto quello che c’è intorno non è bello a vedersi. Non è bello a vedersi la massicciata di cemento dove una volta c’erano sabbia e scogli e le strutture di ristorazione ormai fisse costruite per sempre, come non sono belle a vedersi le insegne che in maniera anarchica si appongono su vecchi muri di tufo. A volte mi verrebbe voglia di chiedere a queste persone: ma quand’è che avete acquistato questi posti? Mi fate vedere l’atto di proprietà? Purtroppo questa è la politica dissennata voluta da questo sindaco e dalla sua amministrazione! E allora smettiamola di fare i puritani su interesse precostituito perché chi lo fa è facilmente smascherabile e lasciamo che la Lega Navale Italiana che è un Ente pubblico preposto a servizi di pubblico interesse che opera sotto la vigilanza dei ministeri della Difesa e dei Trasporti e Navigazione e sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, diffonda fra i giovani e non, l'amore per il mare, lo spirito marinaro e la conoscenza dei problemi marittimi, e permetta la partecipazione dei cittadini allo sviluppo ed al progresso di tutte le forme di attività nazionali che hanno sul mare il loro campo ed il loro mezzo di azione.

Franco Cuomo V.A.S. Verdi Ambiente e Società
Circolo Aequa di Vico Equense




lunedì 27 maggio 2013

La Grande bellezza : Un Sorrentino pretenzioso e noioso e un sempre uguale a se stesso Toni Servillo.


A Cannes Paolo Sorrentino , come già accaduto con Gomorra di Matteo Garrone, perpetra un grande inganno quello del cinema che vuole emulare la letteratura.  La Grande bellezza: un Sorrentino pretenzioso e noioso e un sempre uguale a se stesso Toni Servillo. Un inganno di due ore e mezzo circa di estenuante lentezza e di insopprimibile noia, mitigata da un bravo Carlo Verdone e dalle battute facili di Carlo Buccirosso, sullo sfondo una Roma adagiata su se stessa, silente e magnificamente imponente come solo Roma caput mundi può essere. Una Sabrina Ferilli che pure non è dissimile da come è dal vero, nel senso che non recita mai, regala uno spiraglio di un’umanità in un ruolo rischioso. Intorno attori che non brillano per eccezionalità recitativa forse proprio per mancanza di una struttura dei personaggi da interpretare: Iaia Forte, Isabella Ferrari, Pamela Villoresi. Il film si apre con un eserga da Cèline tratto da Viaggio al termine della notte: uno allora  si aspetta la feroce cattiveria e la spietata secchezza dello stile asciutto di Cèline, ma, fin dalle prime battute, ci si rende presto conto che il film annaspa e si barcamena tra una improbabile descrizione della decadenza di un mondo (il nostro ), un’ansia esistenziale legata al sopraggiungere della vecchiaia ( buona parte dei personaggi è over cinquanta, mentre  i protagonisti principali sono over sessanta) e il tentativo di una chiosa sulla letteratura come trucco e finzione che rimanda a Céline ma in maniera grottesca e mai tragicomica.  Paolo Sorrentino, come molti registi prima di lui , tenta  di raccontare Roma pescando nel cuore della sua “nobiltà nera”, aprendo tombe da dove fuoriescono tetre ed improbabili figure della città eterna, esseri notturni ( le vecchie principesse che giocano a carte nell’oscurità) che spariscono all'alba, all'ombra di un colonnato, di un palazzo nobiliare, di una chiesa barocca. Un carnevale escheriano, mai realmente tragico ma solo miseramente grottesco. Vengono in mente altri film di certo più intensi e meglio costruiti. Viene in mente La Terrazza di Ettore Scola del 1980 dove un autoironico Jean Louis Trintignant, sceneggiatore in crisi, era tragico con leggerezza e senza toni caricaturali di Verdone, o una padrona di casa come Carla Gravina, disincantata e realmente intellettuale al cui confronto  Isabella Ferrari è solo una sfocata parodia. Si avverte in tutto il film la necessità di una sceneggiatura forse meglio congegnata e più curata. La visione  della decadenza da basso impero in versione discoteca è scontatissima e ovvia, se si la si raffronta a  Roma di Federico Fellini e le riprese delle feste restano parecchio indietro rispetto a ciò che spesso veramente sono nella realtà, mentre il discorso finale della santa ultra centenaria sulle radici  sconcerta per la banalità dell’assunto. Jep Gambardella sembra  più un gagà che non raffinato dandy e inoltre – lo ripeto- Servillo non mi convicerà mai come attore fino a quando non comincerà a recitare veramente. Paolo Sorrentino indugia troppo in una stucchevole autocelebrazione dell’intellettuale umanista, lontanissimo mille miglia e più dallo «scandalo Céline», che sembra voler essere presente in tutto il film, ma che naufraga miseramente nella trita ovvietà . La profetica lucidità del suo delirio e di uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell’uomo così com’è, nel film invece si avviluppa intorno  ad alcune frasi di Jep Gambardella gettate lì come aforistiche”perle di saggezza” da rotocalco: “Ho sessantacinque anni e non posso più perdere tempo a far cose che non mi va di fare” . Quella che sembra poesia alta alla fine si rivela per quello che è: luoghi comuni sull’età, sui ricchi, sulla religione, sulla vita. Sullo sfondo arte ed architettura a profusione con sottofondo di canti gregoriani: dal Galata morente dei Musei Capitolini alla Fornarina di Raffaello della collezione di Palazzo Barberini. Dei film di Paolo Sorrentino mi è piaciuto, a dirla tutta, solo This Must Be The Place ma lì c’era un grandioso Sean Penn, che faceva  battute memorabili a raffica , per non parlar del trucco, delle unghie smaltate, della camminata con il trolley , mentre la storia c’era tutta ed era costruita con grande ingegno e grande bravura interpretativa dei personaggi. Credo, per concludere, che  alla fine che tra i molti limiti di la Grande bellezza, oltre alla oscura sospensione di alcune frasi quali quella per esempio, sulla “fessa” che piaceva agli amichetti di un giovanissimo Jep Gambardella, mentre a lui piaceva “ l’odore della casa dei vecchi”: cosa ci vuole dire Sorrentino? Che bisogna acquisire una sensibilità alla vecchiaia  e alla caducità per meglio comprendere il mondo? Ma non è maledettamente ovvio anche questo, soprattutto detto da lui che di anni ne ha 43? Céline – e lo cito perché credo che sia stato il nume ispiratore di Sorrentino in questo film - ha saputo trasfigurare la materia incandescente della vita attraverso l’invenzione di un linguaggio che ha tutta l’immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo che veniva spazzato via da terribili conflitti. Il suo Viaggio al termine della notte sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento, ma è in realtà un’opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell’abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell’incubo che rappresenta. Nel film di Paolo Sorrentino tutto questo non c’è: c’è solo una Roma cafonal alla D’Agostino ( e dunque siamo nell’ovvio addirittura televisivo) e lui, Sorrentino/Jep Gambardella si prendono troppo sul serio, con una preponderante vena di fatalismo napoletano, che, lasciatemelo dire risulta essere alla fine il peggiore dei luoghi comuni e si esce dalla sala, dopo aver visto il film, mogi e silenziosi. Se a Cannes lo premieranno, avranno premiato un film non eccezionale, così come avvenne per Gomorra.

Franco Cuomo


sabato 25 maggio 2013

Il Consiglio Comunale del 24 maggio a Vico Equense: uno spettacolo indecente! Il pifferaio magico e i topini ammaestrati!


Il sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque


Il Consiglio Comunale del 24 maggio è stato veramente uno spettacolo indecente! Una indecorosa manifestazione della poca dignità dei convenuti (tutti), rispetto alla manifesta arroganza del Sindaco Gennaro Cinque che, mentre tutti giocavano a fare la parte dei Consiglieri Comunali impegnati e responsabili, se ne stava in schifato isolamento a giocherellare col suo smartphone, come a dire: “parlate, parlate tanto ca’ a cummann sul’io!”. E’ stato veramente uno dei Consiglio Comunali più brutto – come ha detto nel suo intervento il consigliere Maresca di In Movimento per Vico - che io abbia mai visto. Al consigliere Maresca però vale la pena ricordare che questo Consiglio Comunale poteva essere annullato. Poteva benissimo non avere luogo perché c’erano tutti i presupposti per non farlo, ma non lo ha fatto né lui, né nessun’altro! Forse sono solo “ ciance” le mie, come ha disinvoltamente dichiarato la consigliera Scaramellino relativamente alla suo intervento sulla SS. Trinità, ovvero chiacchiere futili e vane o anche frottole, stupidaggini, fandonie, ma sta di fatto che nessuno ha fatto notare che la convocazione era per le 18 in sessione ordinaria. Secondo l’art. 43 del Consiglio Comunale trascorsa un’ora dall’orario stabilito nell’avviso di convocazione, eseguito l’appello e constatata la mancanza del numero legale dei consiglieri, qualsiasi consigliere presente avrebbe potuto far verbalizzare  e dichiarare deserta la seduta. Invece non è andata così. Intorno alle 19,05 – minuto più minuto meno- ma sicuramente dopo, si sono presentati in ordine sparso il Sindaco e i 10 consiglieri di maggioranza, inclusi, la consigliera Cristallo e il consigliere Balestrieri, ovvero due dei tre dissidenti che avevano provocato la crisi. Dopo circa 10 minuti ovvero alle 19,15 circa è entrato in aula il segretario comunale il quale, su invito del Presidente del Consiglio Maurizio Cinque ( terzo dissidente) procedeva all’appello nominale dei consiglieri e, alle 19,20, il Presidente del Consiglio, constatato il numero legale ( in maniera incredibile tutti presenti) dichiarava aperta la seduta dopo un’ora e venti dall’orario fissato in convocazione. Naturalmente nessuno dei presenti ha fatto rilevare che  già alle 19 e un minuto non c’era il numero legale e pertanto la seduta poteva e doveva andare deserta e questo lo voglio ricordare soprattutto ai consiglieri di minoranza. Con questo voglio dire una cosa che sto dicendo da tempo: tutti vogliono rimanere saldamente attaccati alle loro poltroncine di mediocre potere paesano, perché tutti hanno paura di sfiduciare Gennaro Cinque che, in questo contesto sembra o un gattone che gioca con i suoi topini o il pifferaio magico che al suono del suo flauto se li trascina tutti dove vuole lui. Così è cominciata la seduta con una lunga e sgrammaticata relazione dell’assessore Antonio De Martino e poi gli interventi successivi fino al voto sul consuntivo: 11 si e 3 no. Dilengite ha lasciato la seduta, come aveva annunciato nel suo intervento polemizzando col consigliere Aiello e i tre di In Movimento per Vico hanno votato contrario.  Ora la mia domanda senza appello è: perché questi quattro consiglieri non hanno dichiarato dall’inizio la nullità della seduta? Sapevano benissimo che il farla avrebbe portato a questo risultato, in una situazione nella quale ancora oggi permangono incertezze e dubbi e allora perché non lo hanno fatto? Il dissenso sembrerebbe rientrato, perché era visibile a tutti l’isolamento del Presidente del Consiglio Maurizio Cinque. La Cristallo e Balestrieri  pure sembrerebbero rientrati, come i calcoletti o le ipotesi di una nuova maggioranza sembravano trasparire dai sorrisetti del Sindaco che giocava sempre col suo smartphone. E allora perché questa farsa continuata? Non era forse il caso , in apertura di seduta far rilevare immediatamente la nullità della stessa abbandonando l’aula e non consentire così l’approvazione del discutibilissimo consuntivo 2012? E’ penoso notare, come purtroppo sta avvenendo anche su scala nazionale, che dietro il cosiddetto “ senso di responsabilità istituzionale” si nascondono tutti quelli che vogliono rimanere dove stanno e soprattutto vogliono far rimanere le cose come stanno. In questo modo si fanno passare e si giustificano atteggiamenti  e comportamenti arbitrari e lesivi dei regolamenti e delle leggi vigenti!  Come a dire: il Consiglio Comunale è "robba nostra" e il Sindaco di rimando: "e vuie site robba mia". La minoranza avrebbe potuto trovare una scatto di dignità e di orgoglio e farla saltare questa seduta. Lasciare il sindaco e i suoi fuori dalla porta, giocare loro di sorpresa, ma, invece, come sempre, si preferisce esibire la morale pelosa come la carità e allora: facciamola questa seduta dove sappiamo tutti che andrà a finire e come è andata e invece di sfiduciarlo questo sindaco hanno fatto tutti finta di avere responsabilità verso il paese.


Franco Cuomo VAS – Verdi Ambiente e Società



venerdì 24 maggio 2013

SENZA GARA Eav, 38 mila euro per il logo sui biglietti Ci penserà una società inglese con sede a Dragoni


SENZA GARA

Eav, 38 mila euro per il logo sui biglietti

Ci penserà una società inglese con sede a Dragoni

NAPOLI - Eav, società di trasporti regionale, si appresta a spendere 38.000 euro per il logo dei nuovi biglietti aziendali a tariffa unica, quelli previsti dalla delibera regionale del 19 ottobre 2012. I vertici l’hanno commissionato a Portwell System LtD, società con sede a Londra. Il cliente è stato scovato oltremanica con una procedura di affidamento diretto, che l’azienda di trasporti di proprietà della Regione Campania giustifica in virtù della "ridotta entità dell'importo e dei tempi ristretti, i quali inducono a considerare un eventuale concorso di idee non perseguibile". L’ordinativo è stato spedito da Napoli un paio di mesi fa ed era indirizzato, oltre che in Gran Bretagna, a Dragoni, in provincia di Caserta. E lì che opera Imago Editrice, sede legale a Bari e referente in Campania per gli inglesi, che vanta un portafoglio clienti, secondo quel che si apprende dal sito internet, di prim’ordine: Marina Militare, Guardia Costiera, Fincantieri, Selex, Alenia, almeno un paio di ministeri. Fa capo a Renzo Ambroselli, romano trapiantato nel casertano e giornalista pubblicista. Un manager molto noto, nel settore della grafica, nel 2011 rinviato a giudizio, davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il reato di frode in pubbliche forniture. E’ imminente la sentenza di I grado. "Attendo fiducioso", dice l‘imprenditore, "perché sono assolutamente estraneo alle accuse rivoltemi. Già nel 2008, d’altronde, in un’analoga vicenda giudiziaria, sono stato prosciolto". Quella per il logo, peraltro, non è l’unica partita in corso relativa ai nuovi biglietti dell’Eav. La società di trasporti metterà a gara l’appalto per la stampa ma, per una fase transitoria di sei mesi, intende procedere con affidamento diretto. Nel semestre, saranno stampati, secondo le previsioni della compagine di proprietà della Regione Campania, 7,5 milioni di biglietti. Mecstar, l’ultimo fornitore, da anni monopolista della stampa dei biglietti Unico Campania, percepiva 0,015 centesimi per ciascun titolo di viaggio non codificato e 0,030 per ogni ticket codificato. Totale: 150.000 euro. La torta della stampa dei biglietti, insomma, è ben più succulenta, per chi se l’aggiudicherà, rispetto a quella dell’ideazione del logo dei titoli di viaggio. Se la contendono Portwell e Mecstar. Ma quando saranno acquistabili dai viaggiatori i titoli di viaggio aziendali, quelli introdotti dalla Regione Campania cinque mesi fa? Risale ormai al 18 febbraio la richiesta inoltrata da Eav all’assessore ai Trasporti della Regione, Sergio Vetrella, di autorizzare all’emissione dei nuovi titoli di viaggio. Il progetto dell’azienda era di partire il I giugno, ma non sarà rispettato. Luca Del Prete, dell’Orsa, lancia dunque un appello:"Si faccia presto, ogni giorno di ritardo penalizza l’azienda". Aggiunge:"Anche a maggio ci risulta che gli stipendi del personale saranno pagati in ritardo". Se accadrà, ci saranno nuove proteste e nuovi disagi per i viaggiatori.

martedì 21 maggio 2013

Da "L'anti Edipo" Capitalismo e schizofrenia di Deleuze e Guattari ciò su cui vale veramente la pena pensare: no ai conformismi, no agli inganni perpetrati da figure mediocri e sciatte



Gilles Deleuze e Felix Guattari

Dalla caduta di ogni possibile senso e ragione, da una crisi di cultura, dallo sfaldamento di valori di solidarietà sociale, dall’esercizio di vuote tecniche di conservazione del potere che hanno annichilito ogni possibile reazione, si aprono dei vuoti, dei momenti di silenzio, una serie infinita di domande senza risposte, che provocano lacrime senza riconciliazione e dove chi si interroga sul pensiero e sul suo farsi nel mondo è costretto a chiedersi se è ancora possibile una pratica della politica. La risposta è no, non è più possibile! A questa condizione, nessuna pratica politica che non sia quella convenzionalmente intesa: ovvero mediocre amministrazione. Forse la pratica di un’arte o dell'arte, o di qualsiasi arte si potrebbe incuneare in questi vuoti e in questi momenti di silenzio e permettere l’esistenza di un prinzip hoffnung, un principio di speranza, insieme al riconoscimento del corpo deprivato dagli organi sensibili. Nei periodi di decadenza politica e sociale si è sempre riscontrato la resilienza della pratica dell’arte, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità; ma anche la resilienza dell’ethos corporeo, il ritorno al sujet, al soggetto e alla subjectivité personnelle: far partire ogni riflessione da una risposta creativa o da una pulsione legata al corpo al tuo proprio corpo.
Dove la politica impone calcoli mediocri di interesse auto conservativo, bisogna fermarsi e non più perder tempo e dirimere conformismi scadenti e a millantate onestà intellettuali, perché in queste operazione ciò che è sparito dalla scena è proprio l'intelletto. Possiamo solo pensare allora di cercare la nostra auto consapevolezza, dovremmo poter dire: andiamo anche oltre tutto questo, per questa ragione ho consigliato una riflessione su Gilles Deleuze e Felix Guattari. Non troviamo più il nostro corpo senza più organi sensibili, ovvero senza più sensibilità che non siano solo economici desideri indotti o forse non è abbastanza sciolto il nostro sé, ? Allora  basta! Sostituiamo queste storie di mediocrità costruite per ingannare da personalità mediocri imposte dal conformismo linguistico dominante per menti sempre più povere e più stupide. Facciamole divenire storie da dimenticare e verifichiamo, mettendola a nudo, l'interpretazione e l'esperimento della schizofrenia capitalistica che ci viene imposta tutte le sere, con discorsi controllati, che non derogano da niente tranne che dalla loro stessa retriva ed immobile ripetizione di luoghi comuni organizzati per ambiti di interessi: quello morale, quello economico e quello sociale, tutti i giorni ad ogni ora del giorno. Una costante intrusione delle coscienze la quale pervade il discorso schizofrenico per antonomasia: quello pseudo politico. Se per scelta, il soggetto "che parla" deroga da queste regole discorsive imposte, passa per essere uno stupido, un sognatore, un ingenuo ma soprattutto è guardato con finta meraviglia che, ad un’analisi più attenta, si trasforma in vero e proprio atteggiamento di sospetto. Allora scopriamo gli inganni di questo potere e facciamolo ritrovando la consapevolezza del nostro corpo, attraverso quello che questo sa e può fare, sa e può sentire. Basta con ciò che i mediocri continuano a chiamare politica. Oggi tutto questo è una nostra questione di vita o di morte è una questione di sopravvivenza delle nostre coscienze legate innanzitutto alla nostra fisiologia. Recepiamo realmente ciò che siamo e partiamo da questo: la giovinezza e la vecchiaia, tristezza e gioia, la salute o il malessere. Sono queste le zone dove ancora tutto si gioca. Si pone allora la Questione etica non come una questione di libertà come vorrebbe certa filosofia idealista, ma come un'etica etologica ( la radice è la stessa) legata ai nostri istinti primari orientati dagli stati del nostro corpo e della nostra fisiologia.  Una premessa epistemologica per una critica materialistica né marxista né freudiana, accusate di prevaricazione autoritaria verso la soggettività, in difesa del capitalismo, premessa per un nuovo paradigma in chiave anti economia.

Franco Cuomo

mercoledì 15 maggio 2013

Invece delle altisonanti dichiarazioni il Sindaco di Vico Equense dovrebbe spiegare cosa risponde rispetto ai dati pubblicati dall'Agenzia del territorio in Campania!



A fronte delle dichiarazioni da Capitan Fracassa rilasciate dal Sindaco Gennaro Cinque  a Il Gazzettino Vesuviano propongo a chi vuole leggere o semplicemente a chi non si sente tra i suoi sudditi questo bollettino di guerra sull’abusivismo pubblicato da Il fatto Quotidiano di stamattina. Le cifre dell'abusivismo edilizio in Campania sono una sinistra Caporetto per l’ambiente, per il territorio, per la legge in una zona nella quale ormai c’è ben poco da proteggere: peggio del napalm in Vietnam. I dati sono impressionanti: 129 mila case illegali, 6mila ogni anno, 500 al mese, 16 al giorno, un'industria che non risente di spread  e di crisi e che per rilanciarsi aspetta una sola parola d'ordine: sanatoria. Quello che succede in Campania, succede amplificato anche qui da noi a Vico Equense. La collina di Vico Equense e le frazioni sono la devastante immagine del costruisci fai da te, con “bonaria” accondiscendenza  e assenza totale di controlli.  È questa la linea Maginot del PdL, il partito del Sindaco GennaroCinque, la fortezza inespugnabile del potere clientelare sulla quale spadroneggia questo partito e sulla quale  - è opinione di chi scrive - spadroneggerebbe anche questo Sindaco  come fanno i suoi sodali in Campania. Oggi, la loro  posta in gioco è riaprire i termini del condono edilizio del 2003 per aggirare una legge regionale del 2004( quella della giunta Bassolino) che riteneva insanabili gli immobili edificati senza licenze in aree vincolate ( cfr. Il fatto Quotidiano). va da sè, che se si guarda a quello che è successo in penisola non c'è da stare allegri: da Vico Equense a Massalubrense è stata una devastante colata di cemento e non si stanno considerando in questa valutazione quello che so no stati i parcheggi interrati . Di queste 129 mila, se si eccettua il territorio urbano di Pianura, più del 50% è stato realizzato in aree costiere sotto vincolo e sotto tutela. Per quanto ci riguarda, basta affacciarsi da Punta Mare a Vico Equense e guardare la Punta di Scutolo o, al contrario, guardare cosa è accaduto in termini di costruzioni da San Salvatore a Moiano . Perché in Campania si è costruito ovunque dal Cilento alla Penisola Sorrentina che ormai è stravolta dal cemento, e si è costruito finanche nella " zona rossa" vesuviana ovvero quella a più alto rischio eruzione. Secondo l' agenzia del territorio nel 2012 in Campania sono state censite 2222 case abusive ogni 100mila abitanti una cosa che lascia interdetti !  Migliaia di famiglie che si sono fatte la casa  dalle quali sono scaturite  migliaia di voti al PdL come sono scaturiti i consensi e i voti anche al Sindaco di Vico Equense. Bisogna avere il coraggio di dirle queste cose, altro che “ senso di responsabilità verso i cittadini e le istituzioni”! Io gliele vorrei dire in faccia  queste cose ,  pubblicamente e tra la sua gente che lo difende a spada tratta.Qui tra abusivismo in espansione , possibili sanatorie devastatrici e concessioni varie, si amministra un potere che andrebbe molto al di là delle mediocre diaspore della maggioranza consiliare alle quali stiamo assistendo. Il mio rammarico va nella direzione di una impotenza ormai eclatante anche perché non c’è nessuna opposizione capace di agglutinare consenso e non c’è, perché oltre a non avere argomenti seri, non c’è neppure l’humus per una crescita civile e sociale. Si denuncia quello che già è successo, ma soprattutto se è stato possibile fare questo scempio e questa rapina del territorio è stato anche perché le popolazioni che abitano le nostre terre hanno i livelli più bassi di senso civico e di rispetto delle leggi di tutti i paesi europei. Allora la smettesse Gennaro Cinque di parlare di democrazia perché è una parola che mal gli si addice e se la pedofilia è vero che è un crimine aberrante ma che poco c’entra con i fatti di cui  si parla, è altrettanto perverso e aberrante il crimine consentito consapevolmente di aver distrutto una terra che nel passato veniva cantata come “terra delle Sirene” : ora, le uniche sirene che si sentono sono quelle delle ambulanze, della polizia e dei vigili del fuoco , soprattutto d’estate in località Monte Faito.

Franco Cuomo VAS Vico Equense

 Verdi Ambiente e Società - ONLUS

lunedì 13 maggio 2013

Chi ha paura delle elezioni e perché? Cinque non ha più la maggioranza si dimetta e si vada al voto



Un clima di timore circola a Vico Equense: il timore che si possa andare a prossime elezioni comunali e che le rivinca Gennaro Cinque. Sapete bene cosa penso politicamente di quest’uomo: è tutto quello dal quale una democrazia seria e un’amministrazione trasparente dovrebbero tenere le distanze. E’ appunto, il contrario di una democrazia seria e di una amministrazione trasparente. Per amore di equità, devo anche dire però che non è che la sua ex maggioranza fosse stata migliore di lui, credo anzi che, sempre politicamente parlando, sia stata e sia quasi peggiore di lui, il che la dice lunga su tutta la situazione politica a Vico Equense. Ora, con questa premessa, i V.A.S. e chi scrive, sostengono che le paventate elezioni amministrative non dovrebbero far paura, perché esse rappresenterebbero sempre l’occasione di accertare se la maggioranza dei cittadini sia sempre arroccata su posizioni di vassallaggio politico oppure se si sia svegliata dal torpore, dopo aver constatato tutto quello che l’amministrazione di Gennaro Cinque non ha fatto e sono tante le cose che questo sindaco non ha fatto, consegnando il paese nel più totale abbandono. Incuria e degrado di scuole, mancata ricostruzione di un cinema, inesistenza di un centro per anziani pubblico e efficiente, mancanza di un campo sportivo o centro sportivo comunale, senza contare i danni erariali prodotti per opere pensate come pubbliche e poi palesemente diventate private: parcheggio di piazza Mercato, viadotto inutile del vallone di Seiano. Insomma ce ne sarebbero di cosa de rinfacciare al Sindaco Cinque, ma nonostante tutto ciò, si ha paura di ritornare alle elezioni. Dunque oggi a Vico Equense stiamo assistendo a questa ignobile, a nostro parere, offesa dei concetti basilari di democrazia: il Sindaco Gennaro Cinque non ha più una maggioranza in Consiglio Comunale e quindi dovrebbe dimettersi, ma a fronte di questa inequivocabile realtà, stiamo invece assistendo ad incredibili balletti trasversali delle varie rappresentanze del Consiglio. In pratica, queste varie  rappresentanze trasversali, stanno facendo di tutto per non far dimettere il Sindaco, in quanto, dal loro punto di vista, così facendo ne impedirebbero la possibilità di farlo ripresentare per il terzo mandato e quindi di farlo vincere di nuovo. Ora, è parere di chi scrive, che questa paura e questi atteggiamenti ostacolanti sono di per sé già una sconfitta per chi li mette in opera, vale a dire una esplicita dichiarazione di vittoria che si rende a questo Sindaco. I V.A.S. sono di tutt’altro avviso: lo si sfidi quest’uomo! Lo si chiami di nuovo a rispondere su quello che non ha fatto e su tutto quello che ha fatto male! In una democrazia che si rispetti se il Sindaco non ha la maggioranza va a casa, si nomina un commissario straordinario ( che forse potrebbe anche guardare con occhio più attento le tante disinvolte iniziative di Cinque), poi si va alle elezioni. Il corpo elettorale non può sempre essere visto come una massa uniforme e non pensante! Potrebbero esserci invece delle sorprese, in fondo a Vico Equense ci sono stati circa 2200 voti dati al Movimento 5 Stelle, potrebbero sorgere candidature inaspettate o volti nuovi. Il Sindaco si è fatto parecchi nemici anche tra la “ sua gente”, ma soprattutto ha toppato parecchie volte e il suo atteggiamento di ostentata strafottenza verso tutto e tutti – per dirla senza mezzi termini- ha stufato! Insomma, io non avrei paura di sfidare Gennaro Cinque, meglio sfidarlo che evitare di farlo perché se ne teme già la vittoria. E allora? Perché non provare? Forse perché si teme di perdere la poltrona di Consigliere Comunale e di non poter più rientrare? O forse perché si è alla ricerca del capo carismatico? Basta con questa stupidaggine immatura della ricerca di un nome da contrapporgli ! I paesi cambiano e si sviluppano su programmi economici, su una corretta gestione del territorio, sul rispetto per l’ambiente, su scelte culturali forti. E’ facile fare il Sindaco come lo ha fatto fino ad ora Gennaro Cinque! Con baretti, poltroncine, ombrelloni, occupazioni di spazi pubblici e concessioni balneari a iosa, allargamenti a macchia di leopardo sulla Raffaele Bosco con varie libertà per i molti vicini e concessione di parcheggi. E’ facile fare il sindaco così! Ma non è così che si fa il Sindaco in un posto civile! La democrazia- per quel che ne rimane- ha ancora delle regole e vanno ancora rispettate senza cercare di aggirarle. Se la gente capisce l’importanza di tutto questo, si vada al voto e si vada al più presto, se non lo capisce si tenga il capo che si è scelto, ma per lo meno si evitano queste pantomime inutili per tenere in vita un organismo che non esprime più niente.

Franco Cuomo V.A.S. Verdi Ambiente e Società ) Vico Equense




venerdì 10 maggio 2013

Dopo due anni niente è cambiato tranne i rapporti tra gli uomini


Ho trovato questo video su you tube ascoltatelo bene: tutto quello che non era stato fatto allora non è stato fatto ancora oggi, tutto quello che ho detto su Gennaro Cinque sindaco di Vico Equense era vero allora ed è ancora più vero oggi. L'unica cosa cambiata è il mio rapporto con l'avvocato Starace e il suo In Movimento per Vico. Allora, io come tanti a sinistra ci mettemmo la nostra faccia e le nostre energie per lui e per il suo movimento; oggi le cose sono cambiate: tutte le cose che denuncio nel video stanno ancora lì, mentre il paese non ha più un'opposizione degna di chiamarsi veramente tale . Ecco , le uniche cose cambiate sono le relazioni tra gli uomini, per il resto è ancora tutto tale e quale se non peggio.

giovedì 9 maggio 2013

Ma che fine ha fatto Beppe Grillo?




Avete fatto caso ? Nessuno più parla di Beppe Grillo e del M5S. I cosiddetti programmi di “informazione politica” non lo citano neanche più. La decana delle televisioni cosiddette impegnate La7 ha rispolverato tutte le più belle facce della casta più arcaica: da Sallusti a Ferrara, da Santanchè a Miccichè, le altre quelle più popolari 1,2 e 3, fanno a gara a presentare sottosegretari che nessuno conosce ma che in realtà da vent’anni circa fanno i sottosegretari o hanno occupato poltrone e svolto altri compiti sempre per lo stesso partito PD/PDL in passato PDS, MARGHERITA, FORZA ITALIA, insomma lo stesso partito.  Eppure fino a quindici o venti giorni fa  Beppe Grillo era talmente inflazionato in televisione e sui giornali che sembrava avesse già preso il potere. Ce lo facevano vedere urlante e vaffanculeggiante in piazze gremite, su auto e furgoncini, come il terrore neofascista avanzante, come il peggio del peggio che l’Italia potesse avere: la casta si sentiva minacciata, i giornalisti, mosche cocchiere del potere non facevano altro che parlare di sparizione del sistema democratico da un momento all’altro per mano di un comico e della sua schiera di accoliti biechi e ignoranti neofascisti di ritorno. Poi, con un colpo di mano che neanche la più bizantina delle regie di Richelieu avrebbe mai potuto immaginare:Giorgio Napolitano si fa rieleggere per la seconda volta e con cinica volontà migliorista siglando un patto che fa a pezzi la volontà espressa dagli elettori col voto, forma il governo che nessun uomo sinceramente democratico avrebbe mai voluto che nascesse e, badate bene, non scrivo di sinistra o peggio che peggio comunista, ma sinceramente democratico. Tutto il resto lo stiamo vedendo in questi giorni e, ritorno all’inizio: il ruolo dei media in questa operazione che io avrei definito golpista, ma che oggi, volendo rispettare l’ipocrisia di una pseudo democrazia parlamentare rappresentativa,  mi sento di definire comunque autoritaria e lesiva della volontà dei cittadino. Dove è finito ora Beppe Grillo? Urla ancora? Come mai nessuno parla più del suo blog e i trolls che lo infestavano che fine hanno fatto? E Casaleggio ? E i 120 parlamentari neo eletti cosa stanno facendo ? Io lo vorrei sapere, ma da Mentana alla Gruber, da Santoro a Formigli e Lerner e a Vespa è tutto un celebrare di passerelle di vecchie glorie. I RITORNANTI, i non morti, sono tutti lì, sorridenti, rassicuranti e rassicurati, ma a ben vedere sono stati sempre sicuri, perché stavano recitando a soggetto una parte che avrebbe poi dovuti farli rimanere dove sono sempre stati e anzi rinsaldarli maggiormente. Per un momento, qualche mese fa, avevo pensato che forse sarebbero spariti veramente poi piano piano ho compreso la strategia mediatica che si giocava sulle teste di noi cittadini ignari, inermi, un poco scemi, intontiti da notizie a raffica: Grillo?!? Ma Grillo era necessario a tutta la strategia, e non per il motivo becero che adducono i piddini, perché non aveva voluto fare il governo con loro, ma perché Grillo, nella recita doveva fare la parte del barbaro che incuteva paura e gli altri invece recitavano la parte di quelli che erano minacciati e insieme ad essi era minacciato il sistema democratico. Ora, dopo quello che è avvenuto è tutto chiaro: si erano messi d’accordo tutti! Bisognava farci credere che tutto quello che i cittadini onesti volevano si era tentato di realizzarlo ma poi non era stato possibile farlo. Anche Grillo era d’accordo: non parlava con i giornalisti ma i giornalisti parlavano sempre di lui. Ora è sparito e con lui è sparita tutta la cosiddetta opposizione: Già! Ma chi è che oggi fa l’opposizione in Italia? In Italia non ‘è più opposizione. I vecchi manuali di Dottrine Politiche o di Scienze Politiche insegnano che quando in un paese non c’è più opposizione c’è un regime. Vuoi vedere che si sbagliano pure questi manuali?

Franco Cuomo  

Torre di Punta La Guardia: chiusa la strada pubblica e l’accesso alla proprietà demaniale.



Triste destino di un’altra della tre torri che caratterizzano lo stemma comunale di Vico Equense. Dopo l’abbattimento dei primi anni ’50 del secolo scorso della torre aragonese di Capo La Gala, un’altra delle Torri, quella ubicata nella zona paesaggisticamente più spettacolare, è stata sottratta alla visione della popolazione e dei turisti: si tratta della Torre di Punta La Guardia. La bellissima strada di Punta La Guardia collega il centro della frazione di  Seiano con , come appunto indica il nome, Punta La Guardia, ovvero Punta Scutolo. La strada è a picco sulle cave, tra gli oliveti , con scorci panoramici eccezionali. La strada pubblica passava sotto un piccolo portone, con la scritta Barbara Cosenza e giungeva alla proprietà demaniale costituita da un piccolo oliveto che abbraccia la Torre, ricostruita o ristrutturata probabilmente ad inizi 1800. Il luogo è a picco sul mare, contornato da mura merlate. Dalla Torre si abbraccia il panorama da Capo D’Orlando fino al Capo di Sorrento. E’ un sito bellissimo e ameno; da sempre gli abitanti di Seiano vi passavano la Pasquetta ed è segnalato su molte guide di trekking, anche all’estero. Purtroppo il demanio ha messo in vendita l’area e, senza l’acquisto da parte del Comune, si rischia la privatizzazione. Il proprietario del fondo confinante, sul quale insiste il tracciato della via pubblica, ha da anni chiuso il portone di accesso, sulla via pubblica, consentendo però il passaggio ai visitatori attraverso il suo fondo. Ora l’accesso è stato definitivamente chiuso. Un pezzo di storia e di paesaggio di Vico è stato amputato.
,Occorre che le autorità preposte intervengano per ripristinare la legalità., dato che la via è indicata come vicinale pubblica e da sempre si è transitato fino alla proprietà demaniale  Il Comune, invece di lasciare in abbandono l’area , dovrebbe intervenire, per evitare sia il crollo della Torre, sia riqualificando la via di accesso, che si presenta ormai invasa di pezzi di mura crollate e ridotta ad un piccolo sentiero.


Sarebbe interessante oltre che estremamente serio proporre ai cittadini di Vico Equense ma anche a quelli che fanno la politica in Consiglio Comunale e mi riferisco anche alla non maggioranza che ha tra i suoi consiglieri una cittadina di Seiano, questa questione abbastanza grave, circa ormai l’appropriazione indebita da parte di cittadini privati,  prevalentemente gestori di bar, chioschi, pizzerie e costruttori edili, di spazi pubblici, ovvero di spazi che una volta erano di tutti e che da un momento all’altro, non si sa per quale potere occulto si ritrovano proprietari di aree che erano di tutti. Tutto questo è scandaloso oltre che assolutamente abusivo e illegittimo! L’ultimo fatto che denuncio e che mi è stato segnalato è appunto la chiusura di via Punta la Guardia, da parte di un imprenditore edile, che impedisce definitivamente l'accesso ad uno dei posti più belli della Penisola Sorrentina
 Dai dati e delle cartografie catastali, si evidenzia che l’imprenditore avrebbe chiuso una strada vicinale di uso pubblico (ci sono sentenze della cassazione sulle strade vicinali che sicuramente caratterizzano tale strada come di uso pubblico) da 15 anni.. Fino ad ora, passando per il fondo di questo imprenditore, l'accesso era comunque consentito e certamente, se questo accadeva,  non era per  una gentile concessione, ma perché appunto si trattava di una strada vicinale con uso pubblico. Oggi non è più così e non ci sono motivazioni addotte alla sua chiusura, se non probabilmente – ed è opinione di che scrive - l'obiettivo finale dell’imprenditore che è quello di acquistare il fondo con la Torre e due ruderi per farne l’ennesimo resort. Il fondo demaniale sembra faccia parte dei beni in vendita per 450.000 euro. Inoltre, l’imprenditore adduce a giustificazione della chiusura che la zona sarebbe frequentata da tossici, che è stato rubato lo stemma della Torre (della famiglia Cosenza), che la scala della Torre ed i muri di contenimento sono pericolanti. Insomma il degrado pubblico  giustificherebbe l’acquisizione del privato. Ora, considerato che come dice il professore Salvatore Settis, tra poco tutti i beni pubblici  saranno una proprietà privata e considerato  che la chiusura di una via di uso pubblico è inammissibile!  Ritengo sia clamoroso lo scippo di quest'area che è una delle più suggestive del territorio di Vico Equense! Allego a questo articolo la cartografia catastale in pdf, dalla quale si evidenzia come la via vicinale passi sotto il portone chiuso con la scritta Barbara (Cosenza). Qui nessuno vuole ostacolare l’imprenditoria privata, ognuno fa il suo mestiere, ma contemporaneamente si potrebbe chiedere comunque una regolamentazione dell'accesso al pubblico, oltre che a promuovere una valorizzazione ed un recupero di tutta l’area ed inserirla tra i percorsi rari e suggestivi della nostra terra. I V.A,S. da tempo combattono la battaglia contro la totale privatizzazione del territorio, io parlerei di vera e propria rapina di ciò che una volta era di tutti ostacolando la volontà di questi ultimi governi simili tra loro di dismettere le proprietà demaniali per fare cassa.
I V.A.S. propongono al  Comune, come già hanno fatto per la SS. Trinità, di  acquistare dallo Stato questo bene, coinvolgendo i cittadini anche con una sottoscrizione popolare. 



mercoledì 8 maggio 2013

Qualche consiglio spassionato a Michela Biancofiore



 

Vorrei poter avere il potere che hanno i direttori dei giornali di pubblicare quello che ritengono opportuno e non pubblicare quello che non ritengono opportuno e vorrei avere, per un attimo solo, le possibilità che hanno giornalisti come la signora Gruber o il dr. Mentana  o la signora Bignardi, per leggere una lettera aperta alla Sottosegretario di Stato con delega alla Pubblica amministrazione e la semplificazione, nel Governo Letta, e che per solo 24 ore è anche stata Sottosegretario alle pari Opportunità, poi rimossa per manifestate dichiarazioni di impari inopportunità verso la comunità gay sto parlando della signora Michela Biancofiore. Vorrei dire alla signora alcune cose, senza ormai meravigliarmi che si possa trasmigrare da un sottosegretariato ad un altro, come a dire: oggi mi occupo di fagioli e domani della tutela dei quadri di Vermeer, ma evidentemente, nel nuovo governissimo tutti sono esperti di ogni cosa e allora è comprensibile il passaggio. Vorrei permettermi di consigliare, dalla mia infima posizione di cittadino qualsiasi, al Sottosegretario, di addolcire i suoi toni e di dismettere quella maschera come quella di una vecchia pubblicità della Coop, che le fa ostentare sempre quell’espressione disgustata come se avesse mangiato “culi di cetrioli amari”, come si dice dalle nostre parti, perché questo non si addice ad una vera signora. La signora è sempre sull’attacco, aggredisce e inveisce e storce naso e bocca quando qualcuno le ricorda che forse esiste anche un’opinione diversa dalla sua. Lei “amazzone berlusconiana” – come ama definirsi- forse dovrebbe frequentare signore di classe, stile e cultura un tantino più elevate per capire quale eleganza dovrebbe avere una persona pubblica. Capisco anche che una imprenditrice di wellness – come lei stessa si definisce- possa avere modi bruschi o forse semplicemente... dinamici, ma forse sarebbero più opportuni in una palestra che con in un salotto televisivo, benché molto degradati anche questi ultimi. La prima volta che vidi la signora Biancofiore fu credo su La 7, qualche anno fa , e pensai: che tutto sommato era una donna non male ma ciò che colpiva allora e colpisce ancora oggi  è il suo essere assolutamente chip:  dal biondo dei capelli troppo ossigenato tendente al giallo, al rosa troppo carico del rossetto, ai vestiti che indossa o agli accessori spesso assolutamente stonati che porta. Poi appena apre la  bocca raggiunge vertici di sublime ignoranza quando disserta di “gay come casta” di "spirito del popolo" o di "carisma del capo" e,  con malcelata  modestia, va ripetendo che anche  il Papa la pensa come lei, agitandosi scomposta e impedendo a chiunque di parlare perché è sua abitudine parlare mentre parlano gli altri, facendo smorfie di disprezzo e di disapprovazione. Si intuisce allora che forse che il diploma magistrale, che la nostra Sottosegretario possiede non può da solo farLe comprendere  che la cultura e le buone maniere sono un’altra cosa. Ricordo che, sempre in quella trasmissione c’erano il raffinato Arturo Shwartz e il colto Aldo Schiavone che la guardavano stupefatti ( era una delle prime apparizioni della signora): si provarono anche a dire qualcosa ma poi ben compresero che forse non era il caso di continuare, visti i limiti e si limitarono solo ad inorridire per quelle definizioni grossolane gettate lì, senza cognizione storica, senza cultura politica, come avrebbe fatto uno qualsiasi al bar dello sport.. Oggi a ritrovarla nel posto che occupa, insieme a tanti altri che si pensava non dovessero mai  più tornare e invece stanno tutti saldamente ai posti di comando, capisco da dove proviene quella sua mediocre sciattezza estetica un po' volgarotta, quella sua rabbiosa aggressività, quella sua arroganza di pensare di dire tutto perché si è se stessi, senza pensare che, qualche volta sarebbe meglio fingere di non esserlo, soprattutto quando si hanno grossi limiti culturali ed estetici come li ha la signora in questione. E’ la  mancanza di cosmopolitismo di questa classe politica, è la mancanza di curiosità intellettuale, ma soprattutto mancanza di una autentica cultura alta coniugata all’umiltà e alla discrezione che ogni persona veramente colta dovrebbe possedere come un dono naturale. Tutto queste cose mancano alla signora Miche Biancofiore.  Spesso, ogni volta che la vedo in televisione penso che se al suo posto ci fosse stata chessò Marisa Berenson, o Lulu de la Falaise le modelle preferite di Saint Laurent, le avrei votate o anche Christine Lagarde,  anche se avessero fatto parte dello stesso partito della Biancofiore. Poi però mi dico che non è un caso che quel partito, ma anche altri ormai molto simili, esprimano una come quella e non le tre signore che ho appena citato. Ecco, vorrei poter dire tutto questo alla signora Miche Biancofiore con la stessa libertà che ha lei di dire frasi assolutamente inopportune ed offensive verso i gay ma anche verso chiunque  semplicemente prova a controbattere inoppugnabili verità sulla mediocre consistenza politica e culturale di questa classe politica ritornata – ma mai andata via – dal governo del paese, ma purtroppo posso consegnare questa mia esternazione solo al mio blog o a FB o a Twitter perché i giornali o le televisioni si guarderanno bene dal  palesare l’opinione di un cittadino qualsiasi come chi scrive. E’ il potere dei vecchi media: vecchi media contro nuovi media: al momento visto il governissimo che abbiamo direi che i vecchi media hanno vinto sui nuovi media e che mentre i vecchi media li guardano e li ascoltano e li leggono ancora tutti i nuovi media sono ancora utilizzati da pochi.

Franco Cuomo 

lunedì 6 maggio 2013

A scuola con i bambini per una giornata molto speciale: però che tristezza il degrado della struttura scolastica!


venerdì 26 aprile 2013

1959


Una giornata bellissima regalatami, dalla maestra Lena Parlato che insegna alla scuola materna di Vico Equense alla SS. Trinità e Paradiso. Mia nipote Alessia la settimana scorsa mi chiese: “ Zio, ti andrebbe di venire a scuola e raccontare i giochi della tua infanzia ai bambini e a Mattia. Le maestre stanno facendo un progetto didattico nel quale, i nonni devono comunicare il loro sapere e creare un ponte tra loro e i nipotini”. Ora, a parte il dettaglio che io non sono il nonno ma un prozio, che comunque è la stessa cosa, le dissi immediatamente di si con entusiasmo e insieme a Enzo – il papà di Mattia - decidemmo di costruire un aquilone. Quelli che facevamo noi da ragazzi erano costruiti con le canne, che di solito andavamo a prendere ai bordi delle scale della marina di Aequa o nelle scale sotto il castello Giusso, che spesso risultavano essere  taglienti e pericolose, invece, invece per i bambini, Enzo ha  trovato delle confezioni in vendita, sicure e adatte a loro e così è cominciata l’avventura. Nella piccola aula tutta decorata di fiori tra banchetti e sedioline, Enzo ed io, circondati da tante piccole testoline vocianti abbiamo cominciato ad intagliare le canne per il telaio e poi la carta velina colorata e loro, attentissimi ed eccitatissimi, ci davano il nastro adesivo, le forbicine, mentre altri con stampini, ritagliavano farfalline, piccoli soli e striscioline da usare come decorazione, mentre avveniva tutta l’operazione. Loro chiedevano ogni cosa curiosissimi e io e Enzo tentavamo di dare  loro risposte semplici e raccontavamo come li facevamo noi da bambini: è difficile dare risposte semplici ai bambini. Dopo siamo usciti nel cortile, abbiamo legato l’aquilone ad un filo di lana colorata e tra lo stupore nostro ( mio e di Enzo) e la gioia dei bambini, l’aquilone si è alzato in volo anche se per poco perché era una giornata ventosa. Cosa, dire: un’emozione unica! I bambini, due dei quali mi avevano adottato e non mi lasciavano la mano anche se non mi avevano mai visto, comunicano una immensa gioia di vivere e penso che accudirli ed educarli a quell’età ( tre anni) sia un lavoro gratificate ed appagante e che le maestre di scuola materna svolgono un compito importantissimo e delicato nella formazione di queste giovani coscienze. Non voglio essere retorico, ma a me piacerebbe tantissimo lavorare con questi bambini, mi sentirei veramente utile a qualcosa. Con tristezza però ho dovuto constatare la fatiscenza dei luoghi in cui si è svolta tutta la bella giornata. La SS. Trinità è stato il posto dove sono venute su intere generazioni di vicani  da più di centocinquanta anni. Io stesso sono stato piccolo in quel posto e ho fatto le stesse cose che oggi hanno fatto  questi bambini con me, ma, particolare avvilente e non da poco, quel cortile era meglio tenuto 60 anni fa che non oggi: Le aiuole sono distrutte e non vengono riparate, le palme sono state tagliate e non è stato piantato più niente, i bagni dei bambini sono vecchi e cadenti i corridoi abbandonati all’incuria del tempo e tutta la struttura che ospita la scuola versa in condizioni di degrado estremo. Qualche anno fa una petizione pubblica chiese l’annessione del complesso al patrimonio comunale, ci fu una mobilitazione di molti cittadini e associazioni, ora che – a quanto si dice- i debiti sarebbero stati sanati e l’Ente ha un nuovo Consiglio di Amministrazione con persone che si dicono molto sensibili a tutto il sociale possibile, non si parla più di questa acquisizione e, al di la di dichiarazioni di facciata, la scuola materna continua ad essere lasciata nell’abbandono reggendosi solo sul lavoro e l’impegno di queste bravissime professioniste dell’infanzia. Mi hanno invitato a ritornare, magari a raccontare favole inedite: ho detto loro di  si con gioia perché sono stato bene con i bambini, anche perché vorrei leggergli favole a loro sconosciute che ho sui libri antichi della Scala d’Oro della Utet che mi aveva regalato papà.

sabato 4 maggio 2013

Giovanni Antonetti: una tragica scomparsa




Il Circolo VAS di Vico Equense esprime il suo più profondo cordoglio per la morte improvvisa e tragica di Giovanni Antonetti, un professionista e un giovane di grande impegno sociale e civile. Personalmente sono profondamente addolorato, non riuscirò mai a sapere, come tutti, cosa gli sia passato per la mente in quel momento, ma - da come lo ricordo - era un giovane troppo maturo e troppo equilibrato per poter fare un gesto simile, anche se la mente umana è e resterà sempre un mistero. Le più profonde condoglianze a tutta la sua famiglia.

Franco Cuomo Circolo VAS di Vico Equense

venerdì 3 maggio 2013

Dipingiamola tutta! Ma poi demoliamola come segno di rispetto verso una pianura distrutta



Vorrei per amore di chiarezza  immediatamente dire che quella strada nella piana di Seiano  per i VAS va demolita senza alcuna altra possibile scelta. E’ un abuso perpetrato ai danni dell’ambiente e dell’erario e ai danni  dell’onestà della gestione pubblica del territorio. I VAS hanno trovato e trovano ancora ridicolo e privo di senso la chiamata dei cittadini a dire la loro su questo orrendo manufatto  da parte di In Movimento per Vico, organizzata con un non si sa bene cosa: hanno detto che non è in referendum e forse non sanno neanche loro cosa stanno facendo. La strada quella strada va demolita. La mia provocazione artistica di farla dipingere dai writers con una cover mimetica e poi riempirla di terra e farne un corridoio di cipressi è quella che gli inglesi chiamano una extreme enviromental solution, una soluzione ambientale estrema. L’avevo postata su FB e poi sul mio blog e io stesso avevo dipinto con paint quell’obbrobrio e stamattina la vedo su Metropolis come proposta seria. No non è così: quella strada deve essere demolita! Deprime anche che non si sia capito lo spirito, anche questo un misuratore del declino intellettuale. Il mio è stato, un modo  per tentare di fare cultura in un posto come questo dove la gente pensa che sia solo interessante sedersi ai tavolini e bere e mangiare tra smog e confusione e aumentarne il numero  di tavolini e ombrelloni e altoparlanti che diffondono partite a tutto volume o tecno music come alla spiaggia di Sant’Antonio il Primo Maggio, che si sentiva fin sopra la villetta. Una  sottrazione di  spazi pubblici ai cittadini. Cultura si, volevo parlare d’arte, di quella anche discutibile dei writers o di musica o di recupero ambientale ,coinvolgendo magari archistar ( ne ho in gran sospetto, ma meglio di niente) invece delle solite ditte di costruttori “nord africani”, o geometri super attivi. Invece, incredibile! Per la prima volta sono stato preso sul serio! Allora do un altro consiglio per quel mostro, immaginando che quelli di In Movimento per Vico sempre così permalosi non se la prendano: facciamola dipingere tutta quella strada ma poi rivediamoci i filmati della caduta del muro di Berlino e armati di picconi andiamola a demolire tutti filmando e fotografando un evento storico, quello di cittadini che pensano che gli alberi e il verde siano molto più importanti di auto intasanti, tavolini , ombrelloni  e mangiatoria generale: Meditate gente meditate!  

Franco Cuomo VAS Vico Equense