mercoledì 8 maggio 2013

Qualche consiglio spassionato a Michela Biancofiore



 

Vorrei poter avere il potere che hanno i direttori dei giornali di pubblicare quello che ritengono opportuno e non pubblicare quello che non ritengono opportuno e vorrei avere, per un attimo solo, le possibilità che hanno giornalisti come la signora Gruber o il dr. Mentana  o la signora Bignardi, per leggere una lettera aperta alla Sottosegretario di Stato con delega alla Pubblica amministrazione e la semplificazione, nel Governo Letta, e che per solo 24 ore è anche stata Sottosegretario alle pari Opportunità, poi rimossa per manifestate dichiarazioni di impari inopportunità verso la comunità gay sto parlando della signora Michela Biancofiore. Vorrei dire alla signora alcune cose, senza ormai meravigliarmi che si possa trasmigrare da un sottosegretariato ad un altro, come a dire: oggi mi occupo di fagioli e domani della tutela dei quadri di Vermeer, ma evidentemente, nel nuovo governissimo tutti sono esperti di ogni cosa e allora è comprensibile il passaggio. Vorrei permettermi di consigliare, dalla mia infima posizione di cittadino qualsiasi, al Sottosegretario, di addolcire i suoi toni e di dismettere quella maschera come quella di una vecchia pubblicità della Coop, che le fa ostentare sempre quell’espressione disgustata come se avesse mangiato “culi di cetrioli amari”, come si dice dalle nostre parti, perché questo non si addice ad una vera signora. La signora è sempre sull’attacco, aggredisce e inveisce e storce naso e bocca quando qualcuno le ricorda che forse esiste anche un’opinione diversa dalla sua. Lei “amazzone berlusconiana” – come ama definirsi- forse dovrebbe frequentare signore di classe, stile e cultura un tantino più elevate per capire quale eleganza dovrebbe avere una persona pubblica. Capisco anche che una imprenditrice di wellness – come lei stessa si definisce- possa avere modi bruschi o forse semplicemente... dinamici, ma forse sarebbero più opportuni in una palestra che con in un salotto televisivo, benché molto degradati anche questi ultimi. La prima volta che vidi la signora Biancofiore fu credo su La 7, qualche anno fa , e pensai: che tutto sommato era una donna non male ma ciò che colpiva allora e colpisce ancora oggi  è il suo essere assolutamente chip:  dal biondo dei capelli troppo ossigenato tendente al giallo, al rosa troppo carico del rossetto, ai vestiti che indossa o agli accessori spesso assolutamente stonati che porta. Poi appena apre la  bocca raggiunge vertici di sublime ignoranza quando disserta di “gay come casta” di "spirito del popolo" o di "carisma del capo" e,  con malcelata  modestia, va ripetendo che anche  il Papa la pensa come lei, agitandosi scomposta e impedendo a chiunque di parlare perché è sua abitudine parlare mentre parlano gli altri, facendo smorfie di disprezzo e di disapprovazione. Si intuisce allora che forse che il diploma magistrale, che la nostra Sottosegretario possiede non può da solo farLe comprendere  che la cultura e le buone maniere sono un’altra cosa. Ricordo che, sempre in quella trasmissione c’erano il raffinato Arturo Shwartz e il colto Aldo Schiavone che la guardavano stupefatti ( era una delle prime apparizioni della signora): si provarono anche a dire qualcosa ma poi ben compresero che forse non era il caso di continuare, visti i limiti e si limitarono solo ad inorridire per quelle definizioni grossolane gettate lì, senza cognizione storica, senza cultura politica, come avrebbe fatto uno qualsiasi al bar dello sport.. Oggi a ritrovarla nel posto che occupa, insieme a tanti altri che si pensava non dovessero mai  più tornare e invece stanno tutti saldamente ai posti di comando, capisco da dove proviene quella sua mediocre sciattezza estetica un po' volgarotta, quella sua rabbiosa aggressività, quella sua arroganza di pensare di dire tutto perché si è se stessi, senza pensare che, qualche volta sarebbe meglio fingere di non esserlo, soprattutto quando si hanno grossi limiti culturali ed estetici come li ha la signora in questione. E’ la  mancanza di cosmopolitismo di questa classe politica, è la mancanza di curiosità intellettuale, ma soprattutto mancanza di una autentica cultura alta coniugata all’umiltà e alla discrezione che ogni persona veramente colta dovrebbe possedere come un dono naturale. Tutto queste cose mancano alla signora Miche Biancofiore.  Spesso, ogni volta che la vedo in televisione penso che se al suo posto ci fosse stata chessò Marisa Berenson, o Lulu de la Falaise le modelle preferite di Saint Laurent, le avrei votate o anche Christine Lagarde,  anche se avessero fatto parte dello stesso partito della Biancofiore. Poi però mi dico che non è un caso che quel partito, ma anche altri ormai molto simili, esprimano una come quella e non le tre signore che ho appena citato. Ecco, vorrei poter dire tutto questo alla signora Miche Biancofiore con la stessa libertà che ha lei di dire frasi assolutamente inopportune ed offensive verso i gay ma anche verso chiunque  semplicemente prova a controbattere inoppugnabili verità sulla mediocre consistenza politica e culturale di questa classe politica ritornata – ma mai andata via – dal governo del paese, ma purtroppo posso consegnare questa mia esternazione solo al mio blog o a FB o a Twitter perché i giornali o le televisioni si guarderanno bene dal  palesare l’opinione di un cittadino qualsiasi come chi scrive. E’ il potere dei vecchi media: vecchi media contro nuovi media: al momento visto il governissimo che abbiamo direi che i vecchi media hanno vinto sui nuovi media e che mentre i vecchi media li guardano e li ascoltano e li leggono ancora tutti i nuovi media sono ancora utilizzati da pochi.

Franco Cuomo 

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