sabato 17 aprile 2021

VAS . VERDE AMBIENTE E SOCIETA ' : Sul FAITO è meglio raccontare la verità invece di scrivere le solite letterine.


 




Ho appena letto il plauso che Tristano Dello Joio Ravallese, Presidente dell’Ente Parco Monti lattari ha appena rivolto alle tre associazioni ambientaliste e ai loro presidenti WWF, Italia Nostra e Lega Ambiente, Claudio D’Esposito, Massimo Maresca e Ignazio Esposito: VAS non figura perché il responsabile del Circolo Territoriale, ovvero il sottoscritto, non è aduso a salamelecchi ed è abituato a chiamare le cose col proprio nome, ma soprattutto non scrive letterine che trovano il tempo che trovano e che non fanno i nomi e cognomi nella vicenda del Monte Faito.

E allora siccome ho un caratteraccio è meglio non farmi figurare in intestazioni.

Ricordo, solo per la cronaca al mondo, e a chi legge, che anche VAS, Verdi Ambiente e Società, è una associazione ambientalista nazionale regolarmente riconosciuta.

Il Presidente dell’Ente Parco Tristano dello Joio Ravallese sta scalpitando come un giovane puledro sostenendo la causa che Faito debba rimanere proprietà pubblica, cioè sta sostenendo l’acqua calda, sta sostenendo quello che dovrebbe essere lapalissiano per un Parco naturale, ma dimentica che egli stesso è stato collocato nel ruolo di Presidente dell’Ente, proprio da chi invece starebbe perorando l’operazione e che darebbe la stura alla lottizzazione selvaggia della montagna.

Questo, naturalmente, non lo dice lui, che continua a scalpitare come un puledrino indomito, e “dimenticano” di dirlo anche le tre associazioni che si sono rizelate a dichiarare subito che l’ambiente del Faito debba essere salvaguardato da operazioni del genere!

Che grande presa di posizione per tre associazioni ambientaliste non c’è che dire: difendiamo volpi e barbaggiani, ma non facciamo nomi altrimenti non ci pubblicano sul giornaletto locale e ci facciamo poi dei nemici.

Eh! no, signori cari, le cose non si fanno in questo modo!

La vicenda è ormai nota: il comune di Vico Equense avrebbe stipulato o starebbe per farlo un accordo con la Città Metropolitana per avere la proprietà del 50% della montagna, in cambio di un edificio scolastico piccolo e fatiscente che dovrebbe trovarsi in località Fornacelle, come a dire: io ti dò una Cinquecento sgangherata e tu mi dai una Ferrari, d’epoca, ma pur sempre una Ferrari.

La proposta potrebbe essere stata partorita e credo sia caldeggiata dall’ex sindaco di Vico Equense, nonché ex assessore ai lavori pubblici Gennaro Cinque, oggi Consigliere regionale che abbandonato il gruppo in cui era stato eletto, l’UDC, è trasmigrato nel Gruppo Misto, vicino al Presidente De Luca, e, dopo questa “volata”, è stato subito insignito della carica di segretario della IV Commissione Regionale Speciale “Innovazione e Sostenibilità per la competitività e il rilancio delle imprese“.  

Dopo di ciò sarebbe  e  arrivata la proposta: sarebbe da ipocriti non dire, che il Consigliere regionale Cinque da sempre si senta il legittimo proprietario del Monte Faito, e in questo, devo dire la verità, riconosciuto come tale da tutti i residenti del monte e da tutti quelli che hanno una qualche attività economica.

Grande successo a Vico della proposta: si sa, la gloria del proprio campanile deve sempre essere portata avanti.

Ma, qualcosa non è andato come si doveva e Castellammare si è subito indispettita tanto da far intervenire contro questa “presunta appropriazione indebita” il sindaco della città Gaetano Cimmino che ha addirittura segnalato “questo strano accordo”, cioè il cambio Scuole di Fornacelle per mezzo monte Faito, ovvero la Cinquecento con la Ferrari, alla Procura di Torre Annunziata e alla Commissione Antimafia, e a mio personale avviso bene ha fatto.

Questo tanto per far capire che se le cose bisogna dirle, non bisogna nascondersi dietro il dito e scrivere elzeviri.

Ora, invece di complimentarsi con le tre associazioni il Presidente Dello Joio dovrebbe attaccare apertamente il Consigliere Cinque e il Presidente De Luca; perché dire che il Faito debba essere di proprietà regionale non significa proprio niente, quando i presupposti per gli accordi di questo cambio sarebbero stati fatti proprio in ambito regionale.

E allora smettiamola di fare i paladini dell’aria fritta!

Il monte Faito, chiunque lo avrà in gestione dovrebbe presentare un piano organico di sviluppo che ne definisca il destino: se ne vuole fare una Disneyland affidandola a privati, con piste di sci   e neve finta, con campetti da golf  e stazioni per la pratica del deltaplano, e ristoranti e bar e negozietti di souvenir, basta dirlo e soprattutto dire chi saranno i soggetti che metteranno i soldi per tutto questo, che credo poi sia il progetto o l’idea “Cinque”.

Ma se il Faito invece dovrebbe essere quello per il quale l’istituzione Ente parco è stata creata, ovvero un parco naturale, con una sua flora e fauna e ecosistemi da difendere, un polmone di verde e di benessere per tutti, un luogo di incomparabile bellezza e bio diversità unico nel suo genere, e allora questo deve venir fuori anche qui con un progetto serio, con finanziamenti pubblici trasparenti che tengano conto della viabilità e della pulizia della montagna,e soprattutto con uomini interessati veramente al bene di questo grande parco e non a marionette che si fregiano di indignazione a comando solo per mostrare poi qualche medaglia placcata d’oro per una causa irrimediabilmente persa.

Ecco VAS Verdi  Ambiente e Società la pensa in questo modo.

 


venerdì 5 marzo 2021

UNO DEI TANTI REGALI DELL'ANAS: LA PORTA DELL'INFERNO.

 

Sfiatatoio fumi tossici della galleria ANAS- Santa Maria di Pozzano

Stamattina, smanettando per il web ho letto questa notizia: Vincenzo De Luca Presidente della Regione Campania , avrebbe incontrato l’Amministratore Delegato di ANAS, per stabilire le opere di mobilità necessarie, a suo giudizio, (cioè a quelle dell’Amministratore Delegato), alla Regione Campania, tra cui quelle della costiera sorrentina e amalfitana. Mi sono chiesto per un momento cosa dovremmo più concedere all’ANAS che non abbia già avuto, ma soprattutto quello che l’ANAS ha lasciato in regalo sul territorio della città di Vico Equense? Roberto Saviano, nel libro che lo rese famoso disse che i camorristi, non parlavano mai di camorra quando bisognava far riferimento ai loro affari, bensì di “sistema”. Ebbene io credo che per quanto concerne tutti i lavori pubblici, si potrebbe- fatti i debiti distingui- parlare di “sistema dei lavori pubblici”. Un gigantesco giro di soldi prevalentemente pubblici, così gigantesco, che alla fine si perdono di vista gli obiettivi per i quali li si è messi in moto. Tra i tanti regali dell’ANAS, quello che vedete nella foto - e che a me è parso come la porta dell’Inferno, è lo sfiatatoio dei gas e dei fumi tossici che fuoriescono dalla galleria Santa Maria di Pozzano collocata su una vecchia cava, che ne accentua l’immagine inquietante e terribile. Una impattante costruzione collocata in una zona bellissima di Vico, vicinissima a ristoranti come l’Oasi e a mega strutture ricettive balneari e tra poco pure alberghiere che sono il complesso dei Bikini. Nel 2016, l’allora sindaco Benedetto Migliaccio, inviò una lettera all’ANAS,nella quale diffidava la società ad astenersi immediatamente dalle attività di immissione in atmosfera presuntivamente pericolose e inquinanti, riscontrate in sito: alberi anneriti e la terra pure tutt’intorno, distruzione della flora e moria della fauna. La diffida faceva riferimento anche alle pesanti ripercussioni ambientali che dopo la costruzione del tunnel si ebbero ( questo l’altro regalo ANAS) per la città: al traffico pesante non era consentito il passaggio in galleria che quindi doveva attraversare la città: 75 milioni di euro per scoprire che Tir, camion e autobus turistici, non potevano attraversarla e dunque dovevano passare per la città con l’inevitabile inquinamento dell’aria e del inevitabile caos veicolare. Un altro cittadino illustre, il sig. Gennaro Cinque, che allora era assessore se non ricordo male, e oggi è consigliere regionale, disse che lui si era addirittura incatenato per imporre all’ANAS di cambiare posizione, peccato però che l’avesse fatto dopo, se mai lo fece, e non prima che l’opera fosse portata a compimento. Allora l’ANAS, con accordi farlocchi e promesse da marinaio, si impegnò a realizzare un apposito impianto di “lavaggio dei fumi”, già sperimentato in gallerie del nord Italia, che avrebbe dovuto in un certo qual modo filtrare i gas tossici. Da allora nessuno ne ha più parlato, tutto è rimasto tale e quale, tranne una staccionata per evitare che occhi “indiscreti” come i miei per esempio o di altri “curiosi”, andassero a fotografare. Tutto questo per ricordare cosa può celarsi dietro la voce lavori pubblici: il “sistema lavori pubblici”. Così De Luca affida ancora una volta all’ANAS il compito di dire l’ultima parola sul territorio e sull’ambiente delle due costiere, come se non bastassero tutti i danni che essa ha già compiuto, ma soprattutto, bypssando le amministrazioni locali che devono silenziosamente ratificare le scelte fatte. La porta dell’inferno è ancora li e i suoi miasmi venefici, dalle oscure viscere si depositano tutt’intorno avvelenando piante, uccidendo fauna e depositandosi nel terreno da dove arriva alle falde acquifere. Questa solo la prima puntata, alla prossima vi dirò di altre cifre mirabolanti relative a lavori pubblici, altrimenti divento troppo Lungo.


giovedì 7 gennaio 2021

SIAMO STUFI DEL SILENZIO DI AMMINISTRATORI INETTI: CI PAGHIAMO NOI UN GEOLOGO PER ACCERTARE LE CAUSE DEL CROLLO AL LARGO DEI TIGLI A VICO EQUENSE.

 






Ieri sera, 6 gennaio, sono stato il primo a scoprire lo smottamento a Largo dei Tigli, ero con due miei amici e ci stavamo accingendo a prendere la mia auto erano le 18.50 circa, minuto più minuto meno, era molto buio, forse perché uno dei lampioni è crollato travolto dalla frana. Siamo rimasti scioccati: la mia auto era sul ciglio della frana affiancata da un’altra. Su quello spazio ci sono le strisce blu assegnate ai residenti che pagano 40 euro mensili al Comune . Rischiando il peggio, il mio amico è salito in macchina e con una rischiosissima retromarcia è riuscito a spostare l’auto: davanti c’era lo strapiombo. Non c’era nessuno oltre noi, mi sono recato allora dai gestori del bar li accanto  e, messili al corrente, sono subito corsi fuori e hanno detto che  una mezzora prima, quindi intorno alle 18.20 circa hanno avvertito un tonfo sordo, ma usciti siccome era buoi e le macchine erano parcheggiate non si sono accorti di nulla. Io credo che solo il caso e le condizioni avverse del tempo abbiano  evitato una tragedia. Spesso sul quel posto ci sono coppiette che amoreggiano e in quell’area vanno a giocare bambini, oltre ad essere lo spazio antistante alle scuole pubbliche. Abbiamo immediatamente chiamato i vigili urbani che pattugliavano in piazza, i quali sono accorsi subito e, successivamente con l’intervento del carro attrezzi, sono state spostate le altre auto  e recintata la zona. Stamattina il crollo era evidentissimo in tutta la sua drammatica pericolosità. Ora tutti stanno a discettare di geologi, di infiltrazioni di acque meteoriche, di alberi tagliati ( laggiù gli alberi sono spariti da tempo), come se fosse normale che appena piove un poco di più debba per forza crollare qualcosa.  Io voglio ricordare che il centro storico versa in condizioni vergognose per il dissesto stradale, e penosamente, un cartello vi è stato apposto giusto stamattina. Lavori fatti, fatti male e mai finiti sono sotto gli occhi di tutti. Voglio ricordare che proprio dove si è verificato il crollo, meno di un anno fa sono state fatte trivellazioni e perforazioni per la posa in opera di cavidotti  e che subito dopo quei  lavori si è verificato un avallamento del piano stradale, ma della cosa non se ne era dato peso nessuno, tranne chi scrive che segnalò lo stato di degrado del centro antico. Allora come cittadino che è stufo dei silenzi di questa amministrazione di incapaci e di inetti , oltre che di arroganti assessori “capi masti” , insieme ad altri cittadini  – abbiamo deciso  di chiamare  e pagare un geologo per fargli fare una perizia geologica accurata di tutta la zona al fine di accertare le cause del crollo. Questa amministrazione non ci da nessuna sicurezza, e allora se le risposte non ce le da chi dovrebbe amministrare ce le cerchiamo da soli. Il degrado del centro storico e di tutto il territorio è ormai cosi plateale che non si può più far finta di non vederlo.