lunedì 23 novembre 2015

AMBIENTE E POLITICA MISURARE PER MIGLIORARE IDEE E PROGETTI PER VICO EQUENSE.



Ok mi va bene! Ma In premessa – come scelta filosofica  dico subito che contesto il concetto di SOSTENIBILITA’ che, mi sembra di capire, dagli interventi, dai relatori e dai riferimenti riportati, sottenda tutta questa iniziativa  . Il termine sostenibilità (o anche sviluppo sostenibile) è entrato nell'uso comune e viene impiegato a livelli molto diversi, dal locale al nazionale o globale, in modo piuttosto generico per intendere un progetto o un prodotto, una politica locale o una strategia nazionale più attenta all'ambiente. Il concetto di sostenibilità nasce nel contesto delle scienze forestali e naturali ed è abbastanza preciso: l'uso di una risorsa naturale è sostenibile quando il prelievo della risorsa non supera la capacità di rigenerazione della risorsa stessa. Il concetto di sostenibilità dovrebbe dunque essere strettamente legato al concetto di limite di uso della risorsa naturale. Questo concetto entra immediatamente in crisi, quando viene coniugato e fatto camminare in tandem col concetto di SVILUPPO: è mia opinione, che ogni ambientalista serio dovrebbe guardare con sospetto al binomio SVILUPPO SOSTENIBILE, perché il primo termine fa a cazzotti con l’idea di tutela e rispetto e rigenerazione della risorsa stessa; in altri termini, SVILUPPO è strettamente connesso alle logiche di sfruttamento capitalistico di ogni tipo di risorsa, sia naturale che umana ed esso è sempre strettamente legato all’idea di crescita economica, basterebbe questo per comprendere già come ambiente, qualità dell’ambiente, dell’aria, delle acque e dunque, qualità delle nostre vite, non possano progredire ( PROGRESSO termine che anch’esso entra in contraddizione con SVILUPPO), o non progrediscano necessariamente dove vi sia solamente crescita economica. E’ una premessa necessaria perché ormai in Italia,paese fanalino di coda rispetto ad alcuni paesi europei,  l’ambiente e le sue qualità, sono usati come fiore all’occhiello per qualsiasi iniziativa che abbia come obiettivo un’occupazione del potere politico e amministrativo da parte di chicchessia. Naturalmente mi posso sbagliare, ma relativamente a questa città, ovvero Vico Equense, in Costiera Sorrentina, in provincia di Napoli, la tutela ambientale non è mai esistita e sono stati costituiti ad hoc, moltissimi strumenti – soprattutto urbanistici- per renderla quanto più possibile inefficace. Questo discorso vale non solo per Vico Equense, mentre la tendenza nazionale fa registrare picchi altissimi di interventi normativi e legislativi volti allo scardinamento delle ancora pochissime leggi vigenti in materia di tutela del territorio. E’ di qualche giorno fa la denuncia fatta fa tutte le associazioni ambientaliste presenti in Costiera Sorrentina, VAS compresi, dello sfregio ormai irreparabile apportata in un’area che il PUT, Piano Urbanistico Territoriale, strumento che si sta demolendo da più parti, considerava soggetta a vincoli rigidissimi, sto parlando della strada della Minerva, che da Termini, frazione di Massalubrense, porta a Punta Campanella. In luogo della stradina sterrata e con muretti a secco, il comune di Massalubrense – con fondi europei e con un concetto di sviluppo sostenibile dei luoghi, per una fantomatica “messa in sicurezza” , ha costruito una vera e propria strada carrozzabile con impianto di illuminazione. Uno sfregio ad un luogo che doveva rimanere così com’era, nonostante non lo fosse già più per l’enorme abusivismo edilizio presente. Il WWF difendeva l’esistenze di molte specie vegetali che con questo intervento rischiano la sparizione, io come VAS ponevo il problema di come spessissimo vengono usati i fondi europei per stravolgere il genius loci di posti che se avessero avuto la fortuna di trovarsi in Germania o in Danimarca o in Olanda, non sarebbero stati neppure calpestati o, se lo fossero stati, lo si sarebbe potuto fare a giorni alterni o rispettando rigidissimi controlli. Allora capirete tutte le mie diffidenze, quando sento parlare di ambiente e politica per migliorare questa città. Un discorso serissimo dovrebbe immediatamente controllare, se non addirittura fermare  l’intervento umano che dovrebbe essere limitato entro le capacità di carico dei sistemi naturali conservandone la loro vitalità e la loro resilienza;un discorso del genere dovrebbe necessariamente a spezzare il connubio deleterio usato da molti tra tutela ambientale e turismo. La vergognosa aggressione e distruzione della piana di Seiano è sotto gli occhi di tutti, come sono sotto gli occhi di tutti o facilmente documentabili, uno stradone in cemento armato inutile per il progetto per cui era stato pensato e inutile ora, o le farneticanti proposte di ascensori doppi a Villetta Paradiso per accontentare proprietari facoltosi che hanno costruito abusi edilizi in uno spazio dove un tempo c’erano rigogliosi vigneti prospicienti ad una costa oggi anch’essa devastata da ogni sorta di abuso. Va bene il progresso tecnologico, ma esso dovrebbe essere utilizzato per la produzione di beni e servizi indirizzati all’incremento del verde esistente e alla sua ristrutturazione e/o incremento piuttosto che all’esclusivo incremento del flusso di danaro e di consumo del territorio come invece accade e sempre per interessi privatistici. I famigerati fondi europei potrebbero esser chiesti per progetti di riqualificazione ambientale autenticamente tali e non per operazioni speculative come sempre accade. E così pure al controllo dell’’emissione di scarti e rifiuti (solidi, liquidi e gassosi) dovuti al metabolismo dei sistemi sociali non ecceda la capacità di assimilazione dei sistemi naturali, come invece ormai è una triste routine delle nostre zone, asfissiate da un traffico urbano mal controllato e abusato, o da un mare distrutto dai molti scarichi abusivi che dai rivi e dagli alberghi vengono sversati in esso e dalla monnezza che spesso tracima dovunque gestita spessissimo da enti in odore di camorra.Un mio possibile progetto per Vico Equense, seguendo queste linee guida se fossi un amministratore di questa città, credo di averlo già scritto da qualche parte una volta. Allora:
Revocherei tutte le concessioni date sugli arenili e sulle zone una volta demaniali per un più ampio progetto di recupero e ristrutturazione delle coste, comprensivo di demolizioni di abusi e superfetazioni. Un progetto curato da professionalità specifiche atte al recupero dei litorali e del mare. Quello che si vede oggi a marina d’equa è semplicemente indecente.
Attiverei controlli per gli sversamenti di siero nei rivi  nella zona alta per tutte le attività casearie e attiverei controlli serissimi per ogni tipo di sversamento in mare.
Metterei in funzione i vari depuratori presenti sulla zona.
Abolirei totalmente il traffico automobilistico privato dal centro urbano e o ridurrei drasticamente con divieto di transito sulla Raffaele Bosco per la quale, invece di interventi clientelari a macchia di leopardo come sono stati fatti fino ad ora dall’ex sindaco Gennaro Cinque, oggi assessore ai lavori pubblici, sarebbe pensabile un progetto generale, nel quale, la mobilità pubblica su gomma dovrebbe essere predominante rispetto a quella privata.
Attiverei progetti di recupero agricolo e di ripiantumazione con finalità agricole per le colture locali, anche questi, finanziabili con fondi europei. Insomma riuscirei a cogliere un’autentica svolta di paradigma solo se sentissi attor sociali e politici fare proposte simili. Pretendo, per chi dice di occuparsi di ambiente un’analisi critica  dell’economia occidentale oggi fatalmente destinata al collasso, articolando un’inversione di paradigma culturale e di  prospettiva economica alternativa che, proprio per l’inversione di tendenza che propone la smetta di parlare sempre di sviluppo, crescita economica, prodotto interno lordo ecc. ecc. Ecco proponetemi questa ristrutturazione della società e della città  e un’adeguata ridistribuzione delle ricchezze territoriali  e delle possibilità di incremento delle risorse della natura e forse sarò convinto della bontà e dell’originalità di un progetto di qualità ambientale e della vita. Uno degli strumenti strategici su cui potrebbe vertere questa trasformazione è la rilocalizzazione delle attività produttive e questa potrebbe rendere possibile una “riterritorializzazione” dei luoghi e un più diretto contatto con i prodotti e i mercati vicini. Tutto il resto sono solo un trito e ritrito bla bla di politicume berlusconian/renziano al quale dico no grazie.
Franco Cuomo, VAS –Verde Ambiente e Società,
Circolo “Giovanni Esposito” Vico Equense

   

venerdì 20 novembre 2015

Una breve lettera a Cambiare Fa Bene, Organizzazione politica




Cambiare fa bene ? Si forse, dipende, cambiare cosa per cos'altro? Intanto bisognerebbe cambiare le forme del nostro linguaggio, bisognerebbe, per esempio, decidere di veicolare un’idea senza coniare uno slogan pubblicitario, perché così facendo si dimostrerebbe la volontà autentica che non si sta vendendo un prodotto, ma che invece si vuole veramente attivare un processo. Sono due cose ben diverse, ma oggi nessuno lo sa più. Oggi non lo fa più nessuno. Siamo abituati a partire da una frase che dovrebbe sembrare una frase ad effetto, poi si raccoglie un po’ di nomi intorno ad essa e il gioco è fatto. Ma questo, ed è una mia opinione, significa già partire con il piede sbagliato. Per carità, forse non è neanche sbagliato, ma sicuramente non è la forma migliore per affrontare le problematiche proposte poi nel cerchio nero che racchiude il disegno del manifesto, ovvero:qualità dell’aria, delle acque,rifiuti, mobilità, e vivibilità urbana. Queste problematiche non sono prodotti o generi sui quali attivare delle forme di marketing, ma reali processi socio economici sui quali e attraverso i quali si esercitano poteri e interessi che spesso cozzano tra loro. Un esempio? Un completo risanamento della qualità dell’aria nel centro urbano dovrebbe comportare scelte coraggiosissime nel vietare o spostare tutto il traffico automobilistico dal centro della città, incentivando tutta un’altra serie di soluzioni di mobilità urbana, ma come ci si colloca di fronte a opere nefaste e purtroppo realizzate come il mega tunnel e il proliferare di opere simili che ancora si propongono come soluzioni possibili? Chi si oppone e come  ai dictat di un ente come l’ANAS che fa ancora il bello e il cattivo tempo? Oppure la qualità delle acque, che, da noi dovrebbe significare principalmente, ma non esclusivamente, la depurazione del mare e poi, all’interno delle buone politiche di gestione e tutela ambientale, arrivano proposte di far conciliare le politiche dello sviluppo turistico e la salubrità dei nostri litorali devastati da un abusivismo selvaggio incontrollato? Senza parlare poi dell’abuso e della pratica di gestione dei rifiuti urbani, vero cancro di pericolose commistioni tra pubbliche amministrazioni e società in odore di gestione camorristica. Io non riesco più a credere alle frasi di effetto, mentre mi lasciano perplessi i progetti dei cosiddetti ecosistemi urbani basati su un termine che personalmente ritengo devastante per l’ambiente ovvero quello di: sostenibilità. Da qualche anno a questa parte, attraverso questa parola, si fanno passare le cose peggiori per l’ambiente e il territorio, specialmente nelle nostre zone. Dunque: cambiare fa bene, ma per cosa e come? E poi la forma per dirle le cose: usciamo dal marketing e entriamo tutti nella buona pratica delle riflessioni critiche, analizzando gli attori, ciò che propongono e come lo propongono, solo allora potrei pensare di farmi un’opinione seria su un argomento e solo allora potrei pensare di attivare autentici processi di cambiamento, specialmente se questi hanno l’ambiente e la sua salvaguardia come punto focale.
Franco Cuomo
Coordinatore del Circolo VAS Verde Ambiente e Società, “ Giovanni Esposito”

Vico Equense           

sabato 7 novembre 2015

Punta Campanella: ecco cosa resta dell'antico percorso che portava al tempio di Minerva


Oggi WWF , VAS, ITALIA NOSTRA , LEGA AMBIENTE, Centro Studi MARYON CRAWFORD, insieme a Luigi Gallo del M5Stelle ci siamo recati a via Punta Campanella.Era presente la dr.ssa Tommasina Budetta della Soprintendenza ai beni archeologici , un assessore e la stampa: Corriere del mezzogiorno, Il Mattino, Il fatto Quotidiano, Positano News. Io sono arrivato a metà percorso,per un dolore al ginocchio, ma quello che ho visto mi è bastato: al posto di un sentiero c'è una strada, l'assessore motiva con la solita canzoncina della messa in sicurezza dei luoghi e con il garantismo che i disabili debbano poter raggiungere ogni luogo. In più, la ditta dovrebbe terminare i lavori entro il 31 dicembre pena la perdita dei finanziamenti europei. Grande attivismo dunque di ruspe e di gettate di cemento. Ora, con il massimo rispetto per i disabili e per le orchidee rare, mi chiedo: ma questa non era una zona con vincoli ambientali rigidissimi? Il PUT non prevedeva in essa alcun intervento come è stato possibile eseguire questi sconci? E l'altra Soprintendenza, quella per i beni ambientali e architettonici? Dov'era? Questa discesa mi è sembrata inutile ormai, tranne che a far conoscere al resto del mondo lo scempio avvenuto. i VAS denunciano l'uso improprio del consumo di paesaggio e chiede maggiori controlli sui progetti con fondi europei che spesso sono vere e proprie macchine di distruzione ambientali. Un particolare: la ditta che esegue i lavori è la ditta PASSARELLI.

venerdì 6 novembre 2015

Punta Campanella una strada carrozzabile al posto del vecchio sentiero


Domani pomeriggio, VAS,WWF, LegaAmbiente, Italia Nostra, Centro Studi e Ricerche Marion Crawford, insieme a rappresentanti del Movimento 5 Stelle si incontreranno sul cantiere di un progetto delirante: una strada carrozzabile che arriva fino a Punta Campanella. Là dove, esiste una mulattiera, un tracciato romano antico che arriva fino all'area archeologica con i fondi europei è stato versato una base di cemento coperta con lastroni di pietra e innalzato un muro di contenimento con lo stesso procedimento in sostituzione del muretto a secco ricco di vegetazione rara, l’operazione si sta eseguendo per consentire ai disabili la fruizione del sito .I VAS pensano che progetti simili insistano tutti su un'idea falsa e pericolosa del consumo di paesaggio e mettano seriamente in pericolo l'identità dei luoghi e il sistema floro/faunistico del sito. Qualcuno dovrebbe argomentare su cosa significa abuso del paesaggio o anche abuso delle aree archeologiche, un garantismo peloso che nascondendosi dietro la fruibiltà per i disabili, fa passare vere e proprie devastazioni e brutture su aree protette. E' già successo sopra Monte Comune a Vico Equense, orribilmente devastato e snaturato, è già successo a via Antignano sempre in zona alta di Vico Equense. Per questo progetto i VAS mettono sotto accusa i Fondi Europei che quasi sempre vengono calati a pioggia, senza controllo alcuno, su progettualità spesso discutibili, un vero e proprio alibi per operazioni che sicuramente non sarebbero consentite in altri paesi dell'Unione, penso alla Germania o all'Olanda dove la tutela e la conservazione delle aree ambientali protette è rigorosissima.