martedì 22 ottobre 2013

AUREA MEDIOCRITAS: L'eterno ritorno del sempre uguale.


Vorrei iniziare così, con un periodo oscuro e chiaro al tempo stesso. Arriva l’età nella quale ci si crede abbastanza vecchi per pensare a che cosa si vuole fare nel futuro. Allora ogni cosa ti sembra possa esser detta e fatta. E allora chi dovrebbe tacere anche per una certa dignità parla e scrive perché crede di esser diventato vecchio e crede di riabilitarsi agli occhi del mondo. Non per me. Non so ancora se sono vecchio, vecchia è mia madre e le mie zie: le grandi vecchie, loro potrebbero scrivere la verità e se non la scrivono, la parlano come sibille invasate. Io non lo so, perché so solo di non essere più giovane, né di sentire come o cosa sente un ventenne per esempio, mentre ho dimenticato come e cosa sentivo alla stessa età: succede. E allora contro chi presuntuosamente credendosi vecchio, scrive di letteratura, per riabilitarsi al teatrino della politca mediocre di questa Italia arretrata, analfabeta, televisivamente omologata, culturalmente impoverita, va tutta la mia più profonda e totale avversità e risentimento. Questi presunti vecchi che si credono saggi, riappaiono su sciatti palcoscenici alla ricerca di consenso: poveri di mente e di spirito. Il solo consenso di cui dovremmo preoccuparci oggi, dovrebbe essere quello di incoraggiare ad una eterogeneità di dissensi, in un contesto giornalistico e pseudo letterario fatto di mediocrità comodatemente accreditate da salottini televisivi. Così inizio con un periodo per me chiaro ed oscuro al tempo stesso, perché in esso mi ritrovo e ritrovo l’onestà di una schizofrenia che mette in scena in prima persona il soggetto che scrive. Forse gli scrittori veri, quelli che non scrivono per riabilitarsi agli occhi del mondo, come i nostri politici corrotti, quelli che non trovano case editrici compiacenti, sanno che questa è la strada da percorrere. Il lavoro di scrittura entra nel bel mezzo del linguaggio per istruirvi l’idioma che gli occorre. Scrivere è soltanto un intransitivo percorrere, la trama è lo stile della scrittura e i pensieri non sono frutti della terra, sistemati in un grande magazzino. Essi sono come nubi e una nube di pensieri non ha mai confini fissi, ma sempre mobili caratterizzata da una linea frattale come quella di Mandelbrot[1] e allora è per questo che “Son diventato impercettibile a me stesso e clandestino in un viaggio che non va da nessuna parte. Nulla può più accadere o essere accaduto . Nessuno può fare qualcosa per me o contro di me. I miei territori sono disinseriti, e non perché sono immaginari, al contrario, perché li sto rintracciando. Finite le grandi o le piccole guerre. Finiti i viaggi alla ricerca di qualcosa.  Non ho alcun segreto, tanto da aver perso la faccia, la forma e la materia. Non sono altro che una linea. Sono diventato capace di amare, ma non un amore universale astratto, bensì quello che sceglierò e lo sceglierò io, alla cieca, o il mio doppio, che sa molto più di me che me. Ci si salva dall'amore e per l'amore, lasciando sia l'amore sia me. Niente di più che una linea astratta, come una freccia che attraversa il vuoto. Deterritorializzazione assoluta. Sono diventato come tutti gli altri, ma nel modo in cui nessuno può essere come tutti gli altri. Ho dipinto il mondo ma non me stesso nel mondo.[2]
Ecco, bisognerebbe porsi in queste condizioni per scrivere il non detto o lasciare che il non detto si auto racconti, invece la parata degli apparati ritrova i grandi spazi di rappresentanza del potere: il foyer di un grande teatro lirico, i guitti al soldo che si atteggiano a giornalisti “contro”, i più pericolosi e subdoli, caricature di se stessi che recitano copioni ormai noti e che trovano grande audience nel grande Moloch televisivo. Tranches lette dal’ attrice nota di turno in una deflagrante indifferenza dove, chi è lì, lo è per farsi vedere mentre la grande assente sembra essere proprio la letteratura e la grande presenza invece sembra essere proprio la corruzione nella forma degli apparati e nell’evento. Ciò che è mortificato è lo spazio della scrittura: questa scrittura finalizzata ad una riabilitazione è essa stessa corruzione: in Italia sono molti i politici decaduti che hanno scritto romanzi. Agiografie che nascondono ciò per le quali sono state scritte e che si muovono tra soffocanti silenzi e vistose omissioni : L’immaginazione latita e non arriva a sintetizzare una forma e a presentarla come intuizione, perché questa forma se esistesse, eccederebbe la misura della sua comprensione istantanea: figure retoriche deboli restituiscono una brutta scrittura. Questo è il fallimento di tutta questa operazione e altresì il fallimento ideologico di una nazione. Nella città culla della filosofia storicistica, l’unica certezza storica attuale sembra rintracciarsi nell ‘AUREA MEDIOCRITAS.

Franco Cuomo




[1] J.F. Lyotard, Peregrinations. Law, form, Event. New York, Coluambia, University Press, 1988, tra. It. Il Mulino, Bologna, 1992,p.25;
[2] Gilles Deleuze et Félix Guattari , Capitalisme et schizophrénie 2, Les éditions de Minuit (coll. « Critique »), Paris, 1980, tr.it. Einaudi, Torino,1981;

venerdì 18 ottobre 2013

AI CITTADINI IL SINDACO DEVE SPIEGARE LA BRUTTA FIGURA DEL BASOLATO A CORSO FILANGIERI E MOLTE ALTRE COSE! ASPETTIAMO



Ma cosa sta succedendo in questo paese? Un incredibile delirio costruttivo sembra attanagliare la volontà di questo nostro sindaco capo mastro, solo che questo nostro sindaco capo mastro sembra fare delle brutte figure, nonostante la sua vigile attenzione su tutti i cantieri. Perché il basolato sistemato davanti al nuovo Municipio è stato una grande fregatura, nonostante la sua vigile attenzione! Sindaco!!! Ci dice per piacere quante volte i cittadini di Vico hanno pagato quel basolato e quei lavori? Ed è vero che la rimozione del basolato è dovuta alla ricerca e alla risoluzione delle infiltrazione d’acqua nel parcheggio sottostante? E a proposito del parcheggio sottostante perché il sindaco non ci dice chi ha veramente fatto l’affare: l’impresa o i cittadini che hanno acquistato quei box pagandoli oltre il doppio del prezzi inizialmente richiamati in convenzione ? Perché questa levitazione, come mai? Non sarebbe il caso che lei ci desse risposte certe non perché ci elargisce  un piacere MA PERCHE’ CE LE DEVE!!!! I VAS dicono che semplicemente indecente questa storia e lo dicono con una indignazione che si trasforma in risentimento, e lei certamente conoscerà la differenza, e sa perché si trasforma in risentimento? Perché a rimetterci in termini economici siamo noi cittadini!!! ALLORA  E' GIUSTO CHE LEI CE LE DIA AL PIU’ PRESTO QUESTE RISPOSTE E’ UN SUO DOVERE CHE NON SI LIMITA SOLO A SBRACCIARSI SU UN CANTIERE PER POI OTTENERE QUESTI RISULTATI!!!!! LEI SINDACO! CON QUESTA RIMOZIONE HA FATTO UNA PESSIMA FIGURA E L’HA FATTA PROPRIO COME UNO CHE SI FREGIA DI STARE SEMPRE SUI CANTIERI. COME RIPARA A QUESTA BRUTTA FIGURA? COSA RISPONDERA A QUEI CITTADINI CHE COME I VAS CHIEDONO SPIEGAZIONI? NOI ASPETTIAMO ! Pare poi che tutta la pavimentazione rimossa verrebbe sistemata davanti al parcheggio De Rosa, in via vecchia Canale? E’ vera questa notizia? E pare pure che la Napoletana gas avrebbe eseguito a proprie spese anche la sistemazione del marciapiede davanti alla stazione? Già, la Napoletana gas! Quella stessa che ci ha regalato una bella statua di bronzo pare alta due metri. Sindaco  Ma perché tutte queste attenzioni? E’ UNA MERA PUBBLICITA'? I VAS NON ABBASSERANNO LA GUARDIA! ATTENDONO RISPOSTE E SOPRATTUTTO FARANNO TUTTO QUELLO CHE E’ NELLE LORO POSSIBILITA’ AFFINCHE' LA  VILLETTA PARADISO NON SI TOCCHI!!!!

FRANCO CUOMO –VAS- VICO EQUENSE




  

mercoledì 16 ottobre 2013

Tra speculazione e speculazioni: URBANISTICA la crisi di una disciplina

Cor van Eesteren e Theodor Karel van Lohuizen, Piano generale di espansione di Amsterdam 1935


Segni parlanti: le dodici case di Arntz
“ I pittogrammi di Neurath e Arntz hanno agito non solo nelle discipline del progetto di città, ma anche nell’immaginario collettivo e il loro linguaggio innovatore, concettualmente sofisticato[…] è ancora patrimonio comune[…] così come non è difficile cogliere nelle immaginifiche rappresentazioni di alcuni dei più noti architetti contemporanei, il richiamo diretto alle rappresentazioni che Neurath elaborò negli anni tra le due guerre, da collocare certamente tra i simboli del moderno
Pag.29, da Punto, linea, citta, G.Guida, CLEAN

Al solito, gli architetti prendono a piene mani dai filosofi, Otto Neurath, marxista eterodosso vicino al Circolo di Vienna, dal quale si allontanò per sopraggiunte differenze di opinione circa il concetto di scienza.   Nel 1925 fonda e dirige il Museo Sociale ed Economico di Vienna la cui funzione era quella di diffondere la conoscenza dei dati statistici tra i cittadini, così da comprendere meglio la realtà del proprio paese. Ebbe molta influenza su Adolf Loos, Hans Kampffmeyer e molti altri che professavano un’idea comunista dell’organizzazione degli spazi costruttivi, per uno sviluppo democratico della città. Oggi trovo Neurath molto citato in questo libro che ho letto, insieme a Eco e Wittgenstein. E’ nobile questo intento, quello  degli architetti contemporanei, se  questo producesse poi effetti degni di nota,come quelli che produssero questi pensatori e architetti  all’inizio del secolo scorso, ovvero ricadute visibili e progettualità che poi hanno influenzato e influenzano ancora la nostra esistenza contemporanea, i Pittogrammi di Arntz, ma proprio la caduta del segno iconico delle nostre città e il proliferare disordinato di scenari, brutti, informi e anomici, dimostra due cose: o il fallimento dell’Urbanistica come disciplina che possa organizzare lo spazio urbano o la sua trasformazione in “metafisica geometrico/descrittiva”. Ventisette anni di frequentazione di facoltà di architettura, mi hanno fatto comprendere che l’urbanistica oggi è tutte e due le cose insieme a meno di non ritornare sui propri passi, ovvero imporsi come “filosofia della prassi costruttiva” ( Neurath), delle costruzioni della città, che proponga e imponga scenari metropolitani completamente opposti a quelli che si sono sviluppati in questi anni. In più sostengo che il “progetto come persuasione” (pag.61) è una risposta “debole” , ma non nel senso di Vattimo, al proliferare del “progetto come imposizione”, dove spesso il progetto è sopraffatto dai soli interessi economici.

F.C. 

Lasciate stare la VILLETTA PARADISO!



Il livello di mediocre improvvisazione è ormai il segno distintivo di questo Comune e tocca livelli parossistici unici, che se non fosse che non si può fare più niente per arrestare il declino estetico e sociale, ci sarebbe veramente da insorgere ( con chi? ) per le azioni, decisamente grossolane, alle quali si assiste. Un certo modo di amministrare il paese sembra aver contagiato anche i funzionari i quali ormai, si arrogano il diritto di autorizzare l’installazione di una statua, bella o brutta che sia, senza confrontarsi PRIMA o ascoltare in proposito, le decisioni del Sindaco, della Giunta o del Consiglio Comunale, infatti la determina alla quale mi riferisco, viene semplicemente inviata al sindaco Gennaro Cinque “ per opportuna conoscenza”. Sto parlando della Determina dirigenziale n.827 del primo ottobre 2013 dal Servizio Lavori Pubblici, una Determina del responsabile dirigenziale ing. Paolo Guadagno avente come oggetto: “ COSTRUZIONE RETE DI DISTRIBUZIONE GAS METANO COMUNE DI VICO EQUENSE (NA). “INSTALLAZIONE PERMANENTE DI UNA SCULTURA IN BRONZO NELL’AREA DENOMINATA “VILLETTA PARADISO”. APPROVAZIONE PROGETTO”. 
Ebbene, nella determina si legge che la Napoletana gas ha presentato istanza di permesso a costruire “ per l’installazione permanente di una scultura in bronzo nell’area denominata “villetta paradiso” con progetto allegato. La Soprintendenza ha espresso parere favorevole senza minimamente chiedersi come sia possibile che un tecnico, che sarà sicuramente bravo per le sue competenze, possa autorizzare la posa in opera di una statua in bronzo in un’area considerata bene paesaggistico e sottoposta a vincoli

Nella determina non si fa cenno al tipo di scultura, né all’autore, né al posto, particolari che saranno sicuramente visibili nel progetto. Io mi chiedo: come è possibile che possano accadere queste cose? E mi chiedo quali siano le competenze storico culturali dell’ing. Paolo Guadagno per autorizzare l’installazione di un’opera in un area molto delicata che – già nel passato – è stata oggetto di tentativi di forzature “ artistiche” di dubbia levatura ( tutte), ma soprattutto non adatte a quel posto che dovrebbe rimanere così com’è. 

 VAS sostengono – come hanno sempre fatto - che La Villetta Paradiso non si tocca perché essa rappresenta uno degli scorci più suggestivi della Costiera Sorrentina e anche perché la villetta non è di proprietà del Comune, ma è in usufrutto, ed è di proprietà della SS. Trinità e Paradiso.

Franco Cuomo -VAS- Vico Equense


giovedì 10 ottobre 2013

De libris


Ci sono momenti, stamattina è uno di questi, che vorrei rifugiarmi  in qualche posto solitario solo in compagnia dei miei libri:le mie letture consolatorie, che, sono quasi sempre riletture. Un libro, di qualunque genere esso sia, non lo leggiamo mai con gli stessi occhi. E’ ovvio che in tempi diversi si provano cose diverse, ci sono contesti assai diversi in cui si intraprende una lettura. Ho finito da poco di rileggere Giuliano di Gore Vidal, che a trent’anni trovai noiosissimo e a sessantadue  ho trovato splendido: magari poi è solo un problema di linguaggio! Magari se certi contenuti fossero posti in un altro modo si potrebbero capire meglio a qualsiasi età, ma non importa, perché è così che il libro ti consola o ti tormenta. Io con i libri ci faccio  proprio l’amore come con la musica e con l’arte. Bisogna dedicare tanto tempo, senza guardare l’orologio. Il libro… deve diventare un compagno per ognuno di noi. Ci dev’essere un libro o più libri per ognuno di noi! Poi questa estate in Sicilia Le nozze di Cadmo e Armonia  di Roberto Calasso  e il Simposio di Platone  col mito dell’amore mentre da quelle spiagge d'oro col profumo del mirto e del basilico, mi abbandonavo al “piacere del testo” come ha scritto Roland Barthes. Più leggevo la narrazione di Apollodoro più mi  tornava in mente il vento caldo d'Africa dirimpettaia che seccava il sudore e mitigava il caldo. Intorno silenzio e vestigia greche immote, eterne. Un luogo dell'anima insieme ad amici leali , mentre il mare lambiva i nostri piedi. Intorno silenzi incantati e luce abbacinante . La Sicilia del sud mi ha preso l'anima e il corpo mentre mi tornavano in mente i libri dell'Odissea. Si, sempre i libri, la mia vita setacciata dagli autori, filosofi per lo più. La civiltà occidentale nasceva millenni fa su queste spiagge e mentre mi immergevo in quel Mediterraneo interculturale capivo il senso di appartenenza a quel mondo antico: agli arabi, ai normanni a Federico II che prima di me e sicuramente meglio di me apprezzavano i doni di quella terra ammaliatrice. Non voglio parlare dei morti ultimi in questo mare, non voglio parlare di queste risibili figure di un universo che si continua a definire politico, facendo un torto alla politica. Oggi sono particolarmente cupo, l’autunno più dell’inverno mi incupisce: Un inizio di giornata difficile con mia mamma che non sta bene,  che amo infinitamente, un viaggio in treno al limite del disgusto, ma, poi ho pensato alla possibilità di fuga che mi da un libro e a quella di ripresa. Ho infilato la mano nel mio zainetto, mentre la folla si accalcava e ne ho tratto un libro, ho inforcato gli occhiali ed ho cominciato a leggere, anzi, come ho scritto prima a rileggere: “alle scuole di filosofia, dove è di prammatica provare una volta per tutte ogni regola di condotta, ho sperimentato per breve tempo il regime vegetariano e, più tardi, in Asia, ho visto i ginnosofisti indiani, volgere il capo alla vista degli agnelli fumanti e dei quarti di gazzella serviti sotto la tenda di Osroe. Ma quest'astinenza, nella quale si compiace la tua austerità giovanile, esige attenzioni complicate, più della golosità: trattandosi di una funzione che si svolge quasi sempre in pubblico, il più delle volte sotto il segno della pompa o dell'amicizia, finirebbe per distinguerci troppo dagli altri. Preferisco nutrirmi tutta la vita di oche ingrassate e di galline faraone anziché farmi accusare dai commensali, a ogni pasto, di un'ostentazione di ascetismo.”. Il treno è sparito e la folla pure,  e  per l’effetto consolatorio ero nel Ninfeo della villa di Adriano a Tivoli : le pagine  hanno cominciato a dare i loro risultati, il mio compagno mi ha preso per meno e mi ha trascinato nel suo mondo: Non ci sono I Pad che tengono, io sono stato e resterò un feticista del libro scritto: Ah! Forse volete conoscere il testo?  E’ Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar , che Aldo Busi , che pure ho nello zainetto,ma che non ho voglia di leggere perché mi imprigionerebbe ulteriormente in quel treno, definisce una scrittrice di serie b: Punti di vista, naturalmente opinabili..


Franco Cuomo

giovedì 3 ottobre 2013

PARLIAMONE TUTTI..... SALUTE DEI CITTADINI E RESPONSABILITÁ DEL SINDACO IN CASO DI CONTAMINAZIONE ALIMENTARE....



PARLIAMONE TUTTI.....

SALUTE DEI CITTADINI E RESPONSABILITÁ DEL SINDACO
IN CASO DI CONTAMINAZIONE ALIMENTARE....

Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità. Allo stato attuale, per una modifica della legge 833/78 non sono più i sindaci a gestire il servizio sanitario anche se a essi sono affidati dal DLg 299/99 (decreto Bindi) poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle ASL. I compiti del sindaco sono quindi comunque ampi, soprattutto il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta....Quello che si sta vedendo per servizi televisivi sulla "terra dei fuochi ", agghiaccia e spaventa: I prodotti che arrivano da quella terra: verdure, ortaggi, vino, latticini acqua, sono tutti intossicati e ad alto rischio. I cittadini devono pretendere un controllo sulla provenienza, mentre è sconcertante che il GOVERNO NON ABBIA ANCORA DECRETATO UN EMBARGO su tutte le merci che si producono ed si smerciano ancora da quei territori. PARLIAMONE,PARLIAMONE,PARLIAMONE TUTTI. PARLIAMONE TUTTI E CHIEDIAMO AL SINDACO CINQUE DI CONVOCARE UN CONSIGLIO COMUNALE D'URGENZA SU QUESTO ARGOMENTO.

FRANCO CUOMO -VAS- VICO EQUENSE






mercoledì 2 ottobre 2013

Ancora sul Cinema Aequa di Vico Equense



Ci sono stati vari risentiti e risentimenti sul mio volantino che parlava del Cinema Aequa di Vico Equense: hanno detto che avrei scritto il falso, ora, se per falso si intende la mia opinione – che ripeto – e cioè, che secondo me il cinema non si farà più- chi dice che ho detto il falso, lede il mio diritto ad avere un’opinione e ad esprimerla. Poi ho espresso una valutazione tutta politica sulla relazione tra ciò che si percepisce esteticamente vedendo quel cantiere e il modo di fare politica a Vico Equense. Ora, risentiti e risentimenti a parte, ognuno è libero di comportarsi come crede. Colpisce che su questo cantiere nessuno dica più nulla e allora io ho pensato di sollecitare gli attori a fare qualcosa, qualunque cosa purché si porti a compimento un lavoro iniziato, che vede come unica realizzazione tuttora in funzione solo il parcheggio interrato e su questo, gradirei che qualcuno mi dicesse se esso è dotato di agibilità o meno visto che è già operante. A chi avrei calunniato o oltraggiato per aver espresso questa mia opinione che sostengo ancora e in cosa consisterebbe la calunnia, l'oltraggio o il falso?  Mi piacerebbe invece vedere gli attori di tutta questa vicenda mettere nero su bianco, con la bravura e la maestria che certamente li contraddistingue, sicuramente superiore alla mia modesta capacità di esprimermi,  scrivere che cosa intendono fare loro di questo cantiere, e mi piacerebbe essere contraddetto dai fatti e non dalle sole chiacchiere. Si, mi piacerebbe vedere scritto, perché scripta manent, da tutti gli attori della vicenda, che, in quel posto dove una volta sorgeva una bella sala cinematografica moderna (come architettura), se ne ricostruirà un’altra altrettanto bella, altrettanto larga, e in tempi brevissimi. Mi piacerebbe vederlo scritto magari su un bel manifesto come usano fare già in tanti. Allora e solo allora potrei mettere in discussione la mia opinione e potrei pure cambiarla, perché le opinioni si cambiano, se vedessi scritto da parte di ognuno precisi impegni e precise assunzioni di responsabilità e non solamente dichiarazioni di principio. Per il resto, sono a disposizione di chiunque.

Franco Cuomo- VAS- Vico Equense

Pasquale Cardone, al quale qualche "risentito" mi ha rinviato per aggiornamenti ha scritto questo commento che ritengo di condividere tutto e per questo lo ringrazio pubblicamente unica voce che al momento ha messo nero su bianco:
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Risale al 13 maggio 2003 (oltre 10 anni sono passati) l'autorizzazione edilizia n.35 con la quale si autorizzavano i lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione del Cinema Aequa e la realizzazione di un parcheggio interrato.In questi 10 anni sono stati rilasciate autorizzazioni,permessi a costruire, varianti ed emesse ordinanze.Già nel 2006 e poi nel 2008 si ordinava il " ripristino dello status quo ante del cinema Aequa mediante la fedele ricostruzione dell'immobile.Il Consiglio Comunale nel 2007 approvava lo schema di convenzione da sottoscrivere tra le parti. Nel 2011 la commissione comunale competente ha espresso parere favorevole alla richiesta di lavori in variante ai precedenti permessi a costruire e successivamente è stata anche firmata dai dirigenti responsabili l'autorizzazione paesaggistica.La variante approvata nel 2011 rispetto ai permessi precedenti si concretizza in "rimodulazione della sala cinematografica,realizzazione del varco di accesso alla sottostante autorimessa da via Filangieri e ricavo di spazi per locali commerciali con portici.Questi in sintesi alcuni fatti pertanto ritengo condivisibile la protesta di Franco Cuomo ed aggiungo che forse è arrivato il momento di portare una parola di chiarezza in tutta questa vicenda e ridare finalmente alla città di Vico Equense il "suo cinema".



martedì 1 ottobre 2013

riscoprire il disegno a mano libera

Dopo anni di pennellate forti e colori fluò mi abbandono al piacere del disegno a mano libera in bianco e nero con penna.


Un'altra antenna a Ticciano! Una Commissione funzionale al Sindaco, una Commissione che non serve i VAS ne chiedono scioglimento pubblico attraverso dimissioni subito!


Si legge stamani su Metropolis: “ Un’altra antenna telefonica a Vico Equense. Il Comune ha dato l’ok alla Vodafone, l’impianto sarà realizzato in località Ticciano”. Come al solito, la nuova antenna ha avuto il parere favorevole dalla Commissione Paesaggistica, ridicola, insignificante e soprattutto funzionale agli interessi più disparati tranne che alla tutela del paesaggio, dalla Sovrintendenza di Napoli ( stesso discorso della Commissione Paesaggistica) e dalla rinomata e scientificamente avanzata agenzia ARPAC della Provincia di Napoli. I VAS, su tutta questa faccenda da tempo stanno segnalando indifferenza e veri propri interventi autoritari e impositivi ai danni della salute dei cittadini di tutto il territorio di Vico Equense. I VAS, a tal proposito ritengono che la Commissione preposta al controllo delle emissioni elettromagnetiche debba pubblicamente dimettersi e debba farlo subito, poiché essa oggi più che mai non è altro che uno strumento nelle mani del sindaco Gennaro Cinque, un alibi giustificativo per dire:” vedete io ho fatto pure una commissione per tutelare la salute dei miei concittadini”, nel frattempo sta disseminando il territorio di antenne. Queste dimissioni necessarie, poiché non si capisce più cosa stia facendo questa fantomatica commissione, dovrebbero pure essere argomento della minoranza nel prossimo Consiglio Comunale. I VAS non sono convinti delle dichiarazioni di principio di bontà e di rischio minimo per la salute dei cittadini, che rilascia ogni ente gestore al momento della installazione delle antenne . La facilità con la quale il sindaco Gennaro Cinque ha fatto colonizzare il territorio dell’intero Comune degli enti gestori di telefonia mobile, la dice lunga sul giro d’affari che questi veicolano, ma alla salute dei cittadini un buon sindaco non antepone gli affari e dunque, per i VAS Gennaro Cinque non è un buon sindaco! I VAS si chiedono pure che fine hanno fatto quei cittadini della zona alta che con cartelli, in silenzio sono scesi in processione fino a Vico Equense, sorretti da un leader ispirato dal cielo, forse pensano che le preghiere fermeranno le emissioni elettromagnetiche? Dunque bando ad ogni indugio: si dimetta questa Commissione e si dimetta pubblicamente, spiegando anche il perché di un gesto simile, perché oggi è solo funzionale agli interessi delle finalità sindaco e delle società di telefonia, mentre è totalmente inutile per i cittadini!


Franco Cuomo –VAS- Vico Equense 

Inganni televisivi e trastole di potere

Ha distrutto tutto quello che c’era da distruggere. Ha fatto a pezzi la ragione, se l’è  messa sotto i piedi. Ha svenduto la libertà e la democrazia a una realpolitik cha ha schiacciato e impoverito la già povera gente, il tutto attraverso la fusione di due realtà politiche che hanno dato origine ad un partito artificiale e finto prono al solo mantenimento del potere: il PD che governa già da molti anni insieme alle forze anch’esse reazionarie non molto dissimili da loro quelle del PdL / Forza Italia: una classe politica cialtrona che ha messo in ginocchio un intero paese ormai decerebrato. L’ultima pagliacciata della telefonata patetica di un ignoto “cronista” con le rivelazioni delle insonnie del caimano gonfiata da tutte le televisioni stuoine di questo potere di corrotti. Televisione cocchiera, quella che si dice essere la tele critica (grande menzogna, come può essere critica una tele che ha il Tg diretto da Mentana) ma come è andata la faccenda non è dato sapere. Forse La7 – con un accordo PD (meno elle) e PdL, ha stabilito di mettere in circolazione questa “pagliacciata mediatica”, badate bene, all’inizio nessun giornalista dei Tg ha detto da dove arrivava questa intercettazione, l’hanno solo annunciata come uno scoop: un’ottima tecnica per vendere un prodotto, in questo caso una falsa notizia. La 7 avrebbe carpito la telefonata di Berlusconi con un anonimo "esponente del PDL non di spicco", o, ipotesi più veritiera, Berlusconi avrebbe servito a La7 il materiale su un piatto d’argento, per le ulteriori puntate de "Le avventure del caimano" . ma qualcuno dovrebbe pure chiedersi, se ci trovassimo in un paese reale e non decerebrato : come può succedere  che un anonimo "esponente del PDL", in presenza di un giornalista di una presunta o cosiddetta testata giornalistica avversa , mentre sta ricevendo la chiamata di Berlusconi, inserisca il viva voce. Ma è ancora più incredibile è che il super intercettato Berlusconi, dica cose riservate a telefono, se non con il solo preciso intento di farle conoscere a tutti ?? Questa operazione concertata a tavolino per pareggiare i conti di questo teatro dell’assurdo che è questo governo, dove ognuno si sta parando il fondo schiena serve alle trattative già in corso PD( meno elle)/PdL per riconfermare un Letta bis , allontanare lo spauracchio delle elezioni, che non vuole nessuno ( il PdL sta bleffando come un giocatore di pocker), tranne i 5 Stelle,  e così preparare il condono di un pregiudicato di lusso: “il grande Napolitano” fa già trapelare nei suoi proclami “ con viva e vibrante soddisfazione” ipotesi di amnistie o indulti. Nel frattempo, nessuno cambierà questa legge elettorale dal nome ridicolo per adottare quell’altra dal nome più ridicolo ancora, due leggi profondamente viziate di incostituzionalità. Questo è quello che si sta preparando.  Se dovesse succedere una cosa del genere, ha ragione Aldo Busi, bisognerà incitare alle rivolte nelle carceri e passare all’incendio di tutti gli istituti di detenzione e di pena d’Italia, perché allora significherà che in questo “non paese” la giustizia non esiste più.