domenica 24 maggio 2020

SOLO LORO. Sono consentite, nel rigoroso rispetto del Protocollo di sicurezza anti-diffusione SARSCoV-2 allegato sub 1 all’Ordinanza del Presidente della Regione Campania, le attività degli stabilimenti balneari

Calcare ieri 23 maggio 2020



Per domenica 24 Maggio 2020 è interdetto l’accesso a tutte le spiagge ricadenti nel litorale del territorio comunale. Dal 25 Maggio e fino al 29 Maggio 2020: L’accesso alle spiagge libere del territorio è consentito esclusivamente dalle ore 06.00 alle ore 08.30 per l’attività del nuoto, e dalle ore 15.00 alle ore 21.00 per l’attività motoria (passeggiata), al fine di consentire agli affidatari delle spiagge libere le lavorazioni in sicurezza necessarie per la riattivazione.
Sono consentite, nel rigoroso rispetto del Protocollo di sicurezza anti-diffusione SARSCoV-2 allegato sub 1 all’Ordinanza del Presidente della Regione Campania, le attività degli stabilimenti balneari.”
Ecco fatto! Dopo quello che è successo ieri, a Vico, assolutamente voluto e previsto sono stati presi dei seri provvedimenti  relativi  all’accesso delle spiagge libere del litorale comunale. Succede a Vico Equense dove anarchia e confusione sembrano regnare sovrane: chi si fosse trovato ieri nella città, dalle 15 in poi, avrebbe avuto la sensazione di trovarsi in un sabato di maggio pre- covid 19: le spiagge prese d’assalto, ma dignitosamente, rispettando le distanze, al Pezzolo  c’era una situazione gradevolmente ordinata e rilassata,  ma anche alla Calcare  le persone sulla spiaggia rispettavano le distanze e quelle che non trovavano posto se ne andavano, nessuna lite, nessuna prevaricazione, l 'ultima spiaggetta delle Calcare(quella libera/attrezzata sugli scogli in fondo, per intenderci) aveva l’accesso chiuso da un grandissimo telone che, evidentemente,  voleva occultare   lavori che si stanno facendo....da ciò che ho potuto vedere    qualcuno che ha già avuto e preso molto, in quella zona,  si sta  prendendo ancora un  altro pezzo di spiaggia pubblica . L’ultimo decreto regionale, latitante sulla situazione fino a giugno lasciava intendere che il bagno di mare si poteva finalmente fare e si poteva anche sostare sulla spiaggia, rispettando il distanziamento sociale.  Quindi ieri il mare è stato l’oggetto del desiderio, mentre in paese, i bar della piazza erano modicamente affollati e una nota gelateria faceva il pienone. Alla spiaggia nessun controllo, a Sant’Antonio nella piazzetta non si poteva fare manovra, anche in giro,in paese,  i vigili che fino all’altro ieri ti fermavano per dirti di non fare assembramento  se superavi  le tre persone, o ti riprendevano se avevi la mascherina sotto il naso per non asfissiare per ipossia, erano completamente scomparsi, cioè c’erano, ma sembravano più distratti. Insomma sembrava un sabato di maggio pre covid . Mi sono sentito più  rilassato, mentre molte altre persone erano intimorite da tanta confusione e i soliti ansiogeni  manifestavano preoccupazioni. Non si sentiva, anzi non si sente più, con mia somma gioia, la voce lugubre e da malaugurio del sindaco che scandiva la giornata con “ Restate in casa, non è un gioco, non è una vacanza, per me, per te, pa figlia do re, restate a casa”. Per un attimo ho pensato: vuoi vedere che stanno facendo questo per poi imporre una retromarcia specialmente per quanto riguarda le spiagge? Affidare il controllo di tutte, anche quelle poche ancora senza concessioni a gestori per ordinarne il flusso, d’altra parte il Decreto De Luca più o meno va in questa direzione, ma in più prevedo una levitazione dei prezzi stratosferica, d’altra parte, meno l’offerta  è ampia e più domanda c’è i prezzia quest’anno saranno alle stelle. E così stamattina, quasi a voler confermare le mie supposizioni, è apparso di nuovo il divieto di accesso al mare: gente che, arrivata a marina d’Aequa, è dovuta tornare indietro aspettando i tempi in cui tutte la spiagge saranno regimentate e controllate. Allora... Se volete andare al mare sulle spiagge libere, secondo le regole partorite, potete attraversare l'arenile per arrivare all'acqua, ma non potete sdraiarvi a prendere il sole, nemmeno distanziati. Quindi, fatto il bagno, via tutti fradici in auto e a casa. magari in un bella fila al supermercato, dove tutto è permesso e sicuro. Sono queste assurdità che rendono intollerabili ogni misura presa, anche quelle buone e giuste Sciattezza, confusione, malafede, sono i tratti di questa amministrazione comunale e stamattina alcuni consiglieri facevano tour per le strade cittadine e le spiagge per “controllare” la situazione. Penosa e contraddittoria la reazione dei cittadini: hanno ancora paura del virus e chiedono ordine e disciplina, e questo per me è il lato più triste di tutta la vicenda, perché chi ha paura non ha la lucidità per pensare bene. Stamattina torme di motociclisti che arrivavano da fuori erano tutti senza mascherina , che secondo me in moto è il minimo che uno possa fare anche perché ha già il  casco con visiera in plexiglass, e molta gente che invocava l’intervento dei vigili perché a loro dire non avevano la mascherina. Questo è quanto da questa città amministrata- si fa per dire- da improvvisati che, come banderuole, vanno avanti e indietro come gira il vento, anche per agevolare chi sta pensando di lucrare su questa situazione di precarietà  esistenziale. Se fossimo tutti più tranquilli e responsabili, e meno impauriti, le cose potrebbero andare diversamente meglio per noi, ma purtroppo le persone, questo vogliono.


Circolo " Giovanni Esposito"- Vico Equense

mercoledì 20 maggio 2020

Vico Town Meeting: VICO EQUENSE – LO SPIRITO DEL TEMPO. Tavolo-Ambiente




A Vico Equense come un po' dappertutto ormai si fanno incontri virtuali, ovvero on line, sono  i  Vico Town Meeting, organizzati da due consiglieri comunali: la dr.ssa Rossella Staiano e il dr. Ciro Maffucci e si apre una pagina FB che si chiama “VICO EQUENSE – LO SPIRITO DEL TEMPO. In filosofia i tedeschi lo chiamano Zeitgeist ovvero un'espressione adottata nella storiografia filosofica otto-novecentesca, per indicare la tendenza culturale predominante in una determinata epoca, forse la tendenza è questa visto che fare meeting in cui ci si incontra dal vivo ormai sembra non più possibile. L’incontro di Venerdi prossimo alle 19 dovrebbe essere un Tavolo-Ambiente, ovvero un tavolo dove i partecipanti discuteranno di ambiente o si presume dovrebbero discutere di ambiente e i punti sui quali si dovrebbe discutere sembrano essere stati fissati in quattro idee guide che riporto integralmente.

 1) turismo legato all'agricoltura. Fare in modo di tutelare i nostri presidi ed in questo gli agriturismo, potrebbero essere i punti fondamentali di una nuova stagione, in cui i nostri prodotti possano assumere un ruolo centrale, nell'offerta enogastronomica del territorio
2)Produzione e Trasformazione del prodotto agricolo devono rimanere sul territorio per garantire un margine superiore ale aziende ed un prodotto piu' tutelato ai consumatori. Si puo' parlare di laboratori Agrituristici.
3) istituzioni di piu' denominazioni comunali d'origine
4) creazione di mercati dove poter vendere il prodotto locale, sviluppando il concetto di sano e vicino a noi”.

Allora voglio subito fare una domanda  agli organizzatori:  queste sarebbero le idee per rispettare l’ambiente e   i beni naturali del nostro territorio o quelle per   favorire l’economia di chi già la fa o la faceva prima, considerata la fase di recessione legata al covid 19? Perché credo che forse bisognerebbe  essere più attenti i e guardare onestamente all’ambiente, con altri occhi:  perché preservare  l’ambiente significa rispettarne e attuarne  la sua tutela. Quella del verde e dei parchi come quello del Faito, la conservazione e la tutela floro faunistica di un territorio, il controllo del consumo di suolo, la tutela delle acque e del mare e dell’aria che respiriamo, la protezione delle coste dall’abuso privatistico . Non i quattro punti elencati da voi,   scusatemi la franchezza.  
Questi mi sembrano essere il solito discorso di un incremento  del settore enogastronomico e basta. Intanto si dovrebbe chiarire e, senza ipocrisie, di   smetterla di chiamare tutti i ristoranti collinari , nati come i funghi, agriturismi, poiché l’agriturismo serio, ha regole nazionali serie e precise. Intanto dovrebbe vedere impegnata seriamente una ripresa  dell’agricoltura  locale attraverso  la coltivazione di orti e giardini e dell’allevamento di  bestiame anche di pochi capi in stalle o pollai attrezzati secondo le tecniche più innovative,   e poi,  l’ utilizzo reale dei prodotti a km zero, cioè prodotti da questa attività e non come succede in tutti quelli che ci sono sulla nostra zona ovvero : ristoranti, aperti spesso devastando aree protette come uliveti per la maggior parte , con strutture invasive, dove due caprette e due galline creano l’effetto bucolico  e poi si costruiscono strade che prima magari erano sentieri del CAI, eppoi si fanno sbancamenti di interi ettari di uliveti o vigneti o altro genere di vegetazione, per creare parcheggi auto, mentre la carne magari la si acquista a San Giuseppe Vesuviano o a Ottaviano e la frutta e la verdura  la si va a comprare al mattino al mercato generale come fanno i fruttivendoli.
Questo non è fare agriturismo. Giustissima l’idea di sviluppare  mercati per poter vendere il prodotto locale, ma questo prodotto deve essere prima prodotto in loco innanzitutto, giustissimo un marchio per la produzione locale che è prevalentemente casearia, anche se in giro non si vedono mucche al pascolo, né pascoli e bisogna andare sulla vicina   Agerola per vedere qualcosa di simile, non certo sulla collina equense, dove pure il latte per fare i nostri rinomati formaggi, viene acquistato fuori. Ma cosa c’entra tutto questo con  l’ambiente? Me lo chiedo come operatore di una associazione ambientale nazionale.
Quella che proponete mi sembra  sempre la stessa musica, che avvantaggia sempre gli i soliti operatori commerciali della ristorazione, che è verissimo che hanno avuto un danno con questa chiusura-e non sono i soli insieme agli operatori del turismo- ma questo, consentitemelo, non è parlare di ambiente e che parteciperanno a questo tavolo.
Ben altra cosa sarebbe stata se ai vostri punti tematici ne aveste aggiunto altri come:  quella di parlare di incentivi alle politiche agricole, di incentivi economici e sostegni ai giovani che volessero coltivare la terra, e quindi  di bonifiche di intere aree una volta ubertose e oggi abbandonate , ben altra  cosa sarebbe quella di fare un censimento del suolo e predisporre vincoli reali contro il suo consumo indiscriminato, visto che il PUT ormai è una fortezza più volte violata e scassinata .
La piana del rivo d’Arco in una foto di sessanta anni fa, che uno degli organizzatori di questa iniziativa, ha postato qualche settimana fa, evidenzia drammaticamente ciò che essa è diventata, e si attesta ad essere oggi, l’emblema del degrado ambientale di Vico Equense! Ne vogliamo parlare? Il monte Faito è un altro territorio equense sottoposto ai più incredibili abusi: dal taglio indiscriminato di alberi secolari, all’incuria del suo sottobosco, alle discariche abusive! Ne vogliamo parlare? La costa completamente cementificata in buona parte dei suoi punti soprattutto a Marina d’Aequa! Ne vogliamo parlare? Ecco, questo vorrebbe dire parlare di ambiente, temi trattati ampiamente nel mio ultimo libro “Lo spirito di natura in costiera sorrentina, molto diverso dallo “Spirito del tempo” che mi sembra voi rincorriate e invochiate, e nel quale faccio una denuncia senza possibilità di appello delle inesistenti politiche ambientali delle amministrazioni locali della costiera sorrentina, e l’ultimo scempio nella Valle dei Mulini di Sorrento, mi sembra che vada nella stessa direzione che è quella degli attori che prenderanno parte a questo tavolo: il solito incentivare il commercio enogastronomico e turistico stravisando il territorio con opere brutte e con cemento anche in luoghi che ne rappresentavano la sua storia ed erano diventati tópos della memoria ancestrale di quei posti. Ecco ! Voi direte; “ma potresti sempre partecipare al tavolo e fare le tue proposte”si, potrei ma credo che mi troverei fuori contesto, per gli argomenti di cui si discuterebbe.

                                Circolo " GIOVANNI ESPOSITO" - Vico Equense- NA

mercoledì 13 maggio 2020

La vicenda del riscatto e l'aggressione ormai insopportabile dei social media.

donne kenyote



silvia romano


"La  libertà dei moderni" era un vecchio libro di Umberto Cerroni nel quale il giurista analizzava il concetto di libertà così come esso si è sviluppato in Occidente, fu una dei testi di un mio esame di Storia delle dottrine politiche, di una vita fa, me lo ricordo ancora come l'avessi letto ieri. Chissà, lo dovrebbero leggere un bel po' di persone perché potrebbe insegnare loro ancora qualcosa, soprattutto ai nostri garantisti nostrani.

  A voi tutti realisti più realisti del re, di un democratico Occidente ormai declinato al tramonto, altrimenti che Occidente sarebbe: l’Occaso degli antichi, l’abedland heideggeriano, quello per il quale voi realisti più realisti del re, vi strappate vesti e capelli. Voi, si, proprio voi, quelli  con i quali ormai è impossibile qualsiasi riflessione pacata se solo si pongono domande, se solo si evidenziano le contraddizioni dei  sacri dogmi della nostra “super civile civiltà” vorrei provare a dire qualcosa, ben sapendo che i miei possono solo essere solo “contriti contorcimenti”,di un docente che vuole ancora insegnare a chi invece non vuol sapere più nulla di nulla che non sia legittimato dai racconti unidimensionali dei nostri media, ecco vorrei provare ,  ma solo provare però, per carità, non oso contraddire voi garantisti dei diritti erga omnes,   dove l’ omnes vale sì, ma solo in occidente però, perché secondo me delle altre parti del mondo non vi importa poi molto, e anche perché, le altri parti del mondo non sarebbero super civili come noi, o super liberi come noi che rappresentiamo il faro per ogni vera democrazia, ma solo la schifezza delle società.
E sono veramente schifose e indegne di qualsiasi contesto umano, le becere, rozze e razziste posizioni di tutta quella paccottiglia ignorante, leghista, alto italiana, basso padana e basso meridionale e persino sorrentina, proferite sui gusti sessuali, religiosi estetici di questa ragazza .
Premetto che sono felice per questa ragazza e per il suo rientro e il suo essere tornata in Italia, convertita all'Islam, e forse questo, dovrebbe far capire  veramente a molti di voi che cosa siamo diventati noi occidentali, travolti da un nichilismo praticato giornalmente con cinismo spietato e da un'ipocrisia religiosa cattolica che sicuramente non ha niente a che fare con l'Islam, quello autentico, non quello jidaista e genericamente definito terrorista da noi “democratici occidentali” . E dovrebbe far pensare anche di questo - ma nessuno  parla del  perché molti giovani europei sempre più spesso se ne vanno a sostenere i vari fronti di liberazione in quei paese.
Hanno notato che è  tornata pulita, cosi hanno notato i nostri occidentali, dimentichi o ignorando che quei popoli tengono molto più alla pulizia e all'igiene del corpo di quanto non ci teniamo noi o di quanto non ci tengano chessò sicuramente gli inglesi o i tedeschi o i francesi che, notoriamente non si lavano il culo.
E' tornata perché è stato pagato un riscatto, e mi faceva notare giustamente mia nipote Alessia, che a noi italiani singolarmente sarebbe costato circa 40 centesimi a testa forse anche meno, quindi tutta questa veemenza, questa caciara alla quale ho ascoltato in silenzio,  è stato proprio l'ennesimo spettacolino indegno dei media main stream ma anche di questi social media di m.... che diventano ogni giorno meno frequentabili e dove ormai  il conformismo e la ristrettezza mentale e discorsiva diventano ogni giorno più totalizzanti.
Quello che però mi ha veramente infastidito e rattristato è stato leggere  come voi tutti garantisti dei valori occidentali di libertà e tolleranza, in questi vostri commenti abbiate attaccato e etichettato e deriso una persona che invece è sempre attenta e scrupolosa nelle cose che scrive e che pensa, ma soprattutto sempre informata con intelligenza e con accuratezza, da docente direi uno studente modello che studia criticamente e si pone domande, e che non era assolutamente assimilabile alla gentaglia destroide leghista, alto italiana, e basso meridionale che invece si è scagliata contro questa giovane volontaria, come invece avete fatto spocchiosamente voi garantisti ottimisti di sinistra, come la famosa puttana di Dalla. E lo avete fatto in maniera ideologica come sempre, seguendo gli entusiasmi e gli argomenti dei diktat televisivi, se poi di La7, ancora meglio, solo perché questa persona poneva  un problema che non metteva in discussione il ritorno e la liberazione di questa giovane, ma il fatto che quei 40 milioni avrebbero foraggiato le frange violente e radicali dell'islam jidaista che opprimono migliaia di donne islamiche i cui diritti sembra non interessino nessuno in occidente, e avrebbero foraggiato l'acquisto di armi che noi occidentali gli vendiamo, per distruggere, uccidere mutilare, migliaia di persone in un'Africa della quale noi occidentali non frega un cazzo.
Ecco, lui è stato messo sotto accusa e deriso e anche offeso secondo me,  per aver scritto questo, e contro di lui si è scatenata la fanfara nazionalista democratica, di siamo tutti buoni e solidali. Forse sarebbe più giusto  chiedersi perché si continua ad autorizzare giovani volontari inesperti ad andare in zone di guerra ad alto rischio e quindi considerare anche il rischio di possibili rapimenti.
Ecco, avete gioito tutti nello stesso modo e con le stesse motivazioni che si vedevano in televisione, non riuscite più a fare ragionamenti che vadano al di là del tricolore italiano e dell'inno di Mameli: Io non conosco la storia di questa ragazza, non so quello che ha detto o non detto, non ho seguito niente di tutta la vicenda, ho letto su internet articoli che la mostravano felice di abbracciare i suoi cari e sorrideva, che era felice di essersi convertita all'islam, probabilmente sa e racconterà con calma cose che noi non sappiamo, sulla vita di quelle genti e di quelle popolazioni, e forse chi lo sa, se ne ritornerà li da dove noi l'abbiamo "liberata" vedendo in quei paesi una vita più autentica della nostra . Ma qualcuno, qui da noi però dovrebbe avere lo spirito e il coraggio di andare a chiedere alle donne kenyote  cosa pensano di noi, del riscatto pagato e della nostra idea di libertà.

domenica 10 maggio 2020

I NUOVI INQUISITORI, SONO COME LUI, COME BERNARDO GUY DI IL NOME DELLA ROSA: I RESTACASISTI CHE VOGLIONO CHIUDERE IL MONDO E IMMUNIZZARLO TUTTO !




Questa nuova figura è aggressiva e violenta e tira fuori il peggio di sé, proprio come Bernardo Guy di "Il nome della Rosa" che è nella foto. Ti scaraventa subito addosso, a te che non sei come lui, l'indifferenza verso chi soffre o verso chi lavora duramente con attacchi generici nei quali domina solo una cosa: la paura di morire tutti, lui dice, ma in realtà è la paura che ha di morire lui solo e qui l'ipocrisia diventa quella dei sepolcri imbiancati . Gente al quale non è importato mai niente di tutto il mondo  improvvisamente diventano i paladini degli altri e allora dagli a fotografare, colpevolizzare, deridere, oltraggiare, il sottoscritto ci è passato personalmente e ci sta passando ancora, così, quando ho letto questo post, oltre che ad aggiungere un"mi piace" ho chiesto a chi lo aveva postato  se potevo condividerlo e  l'ho voluto anche riportare nel mio blog. Eccolo.
"Il virus ha prodotto una nuova figura in Italia: il nuovo inquisitore volgarmente chiamato “restocasista martire”.
Si tratta di persone che, animate dal sacro furore di essere nel giusto, predicano il rispetto in modo ossessivo delle regole anti-contagio. Perseguono questo fine e perseguitano chi secondo loro non lo fa.
Come i bigotti del tempo passato, anche questi italiani zelanti si ritengono moralmente superiori.
È fondamentale, per il bigotto, tracciare una linea invalicabile tra lui e il resto degli Italiani, sempre descritti con disprezzo e indignazione. Lui o lei, moltissime lei, ovviamente, ha una sensibilità, una comprensione degli avvenimenti, un rispetto per chi soffre, una volontà a sacrificarsi, che gli altri non hanno. È sfortunato, poverino, deve vivere in un mondo di persone chiaramente non alla sua altezza, deve coabitare con il resto del paese!

Il nuovo bigottismo, molto più contagioso del Corona virus, si è diffuso a macchia d’olio in tutti gli strati della popolazione, anche se ha infettato soprattutto i più fortunati che possono lavorare a casa e che temono meno i rovesci economici dei provvedimenti. Ma ci sono state eccezioni, quindi non si può essere sicuri.
Il nuovo bigotto non apre bocca per criticare le regole, quali esse siano, per essere propositivo o speranzoso, lui parla solo per giudicare negativamente le altre persone che non si adattano alle restrizioni, e anche coloro che le rispettano, ma le soffrono, o che le mettono in discussione e quindi oltraggiarle e offenderle . E infatti fa sentire la sua voce, a volte dai balconi con grida indignate, a volte con cartelli ammonitori posti sui balconi, più spesso sui social network.
Trova intollerabile che qualcuno metta in discussione il suo credo. Come il bigotto antico giudica severamente il peccato, ma ancora più duramente chi lo difende con argomentazioni pretestuose! Il bigotto, infatti, si fida soltanto di fonti, che lui seleziona in base alla conformità con il suo credo.

All’inizio il bigottismo, come tutte le malattie si manifesta con la paura, la frustrazione, l’invidia. All’inizio, il nuovo bigotto è un fobico che vive le notizie sul virus con particolare apprensione. La paura lo spinge ad adottare scrupolosamente ogni regola preventiva.

Dopo qualche giorno di prigionia domestica, il bigotto non soffre più per i limiti alla propria libertà, ma comincia a provare un sottile piacere: finalmente si sente nella condizione di poter dimostrare la sua superiorità morale agli altri. Questo è il primo sintomo inequivocabile che la patologia è iniziata. Laddove gli altri si lamentano, lui sopporta con pazienza e diligenza. Laddove gli altri protestano, indubbiamente per motivi poco edificanti, lui tace e obbedisce.

A questo punto si manifestano l’invidia e la frustrazione. Il bigottismo, come quello tradizionale, si nutre dell’invidia che chi segue le regole prova per chi non le segue o le segue ma le contesta.
Dalla sua finestra chiusa, il restacasista martire trova sfogo soltanto nel formulare minacce apocalittiche: vedrete che cosa succederà, ci faranno tornare tutti in casa per sempre, la quarantena diventerà permanente.

Il bigotto loda pratiche purificatrici anche se igienicamente inutili, come la sanificazione delle strade; condanna comportamenti innocui, come le escursioni o i giochi dei bambini. Non ragiona, giudica. Non pensa, crede. Non vuole, obbedire, e si comporta come i flagellanti del medioevo.
A nulla valgono gli appelli alla ragione di amici e conoscenti, inutile citare percentuali e buon senso. Il restacasista martire vuole dimostrare che il proprio sacrificio è l’unica via alla salvezza o, come seconda opzione, che l’immoralità e sconsideratezza altrui porteranno al disastro. 
Lo abbiamo visto nei giorni della riapertura di Maggio, quando i restocasisti, si stracciavano le vesti predicendo che il paese sarebbe finito preda della irresponsabilità di tutti. E invece non è successo niente. Lo vediamo ogni giorno quando il minimo segno di gioia – come quei ragazzi che ballavano in strada (con mascherina e distanza sociale) – suscita sulle labbra dei benpensanti dichiarazioni di sdegno, richieste di repressione, giudizi morali, annunci della imminente apocalisse e, persino, invocazione a un asteroide risolutore. Nella maggior parte dei soggetti colpiti in età adulta, il bigottismo rimarrà a vita in forma cronica e si manifesterà ogni qual volta qualcuno vedrà gioia e libertà".
(da una pubblicazione di Riccardo Manzotti)



* RICCARDO MANZOTTI 
Dopo aver essersi laureato prima in Ingegneria Elettronica e poi in Filosofia a Genova (DIST), ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Robotica (Premio Patron 2002) sulla possibilità di implementare architetture artificiali dotate di intenzionalità. Si è sempre occupato di tematiche legate alla natura della mente cosciente. Ha dedicato gran parte della sua attività di ricerca allo sviluppo di strumenti per la comprensione e misurazione della mente fenomenica, della percezione, della intenzionalità, della psicologia dell'esperienza e della produzione artistica.