giovedì 2 febbraio 2012

ENNESIMO CRIMINE CONTRO L'AMBIENTE IN COSTIERA SORRENTINO/AMALFITANA.ORMAI BISOGNEREBBE PERSEGUIRE PENALMENTE I REATI CONTRO L'AMBIENTE.


inchiesta il put e i garage interrati
Se la Regione Campania trasforma
la Costiera sorrentina in boxlandia
Due commi, qualche parolina cancellata e la finanziaria regionale rischia di favorire i signori del cemento
Ruspe al lavoro per costruire box interrati



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NAPOLI - Due commi, qualche parolina cancellata ed ecco che il piano urbanistico territoriale della penisola sorrentino-amalfitana rischia di essere definitivamente travolto da boxlandia, ovvero dalla forsennata corsa a costruire parcheggi interrati. Nell’indifferenza generale, nella confusione provocata da una pioggia di provvedimenti spesso tra loro incoerenti. Eppure, il risultato al quale puntano i sostenitori del partito del cemento è di quelli pesanti. Ovvero, la possibilità di realizzare in deroga al Put (piano urbanistico territoriale) i parcheggi interrati. Quelli che hanno già distrutto centinaia di ettari di agrumeti ed oliveti, da Vico Equense a Massalubrense ed oltre.
LEGGE REGIONALE DEL 2001 - È una vicenda complessa, che va raccontata dall’inizio. La legge regionale 19 del 2001 introduce la possibilità di costruire box e parcheggi interrati anche su aree sulle quali «alla data di inizio dei lavori risultino presenti alberi o arbusti decorativi o da frutto». Il tutto, aggiunge il provvedimento, “avviene in modo da garantire la conservazione al di sopra del solaio di copertura dei parcheggi di uno spessore di terreno sufficiente ad assicurare la sopravvivenza in loco degli alberi o arbusti secolari e di alto valore botanico, agricolo o paesistico. Per gli alberi ed arbusti senza tali caratteristiche deve essere assicurato il reimpianto in eguale numero, specie ed età”. Non è accaduto spesso, in realtà, e la storia dei 10 anni trascorsi da quel provvedimento ad oggi è ricca di scempi: alberi tagliati e mai più ripiantati, o ripiantati in numero inferiore, o di specie diversa. Ma torniamo alla legge 19 del 2001. Prevedeva che le sue norme prevalessero sulle disposizioni del put, in caso di contrasto con quest’ultimo. Una sorta di carta bianca per i costruttori. Ci furono polemiche, campagne di stampa, proteste che raggiunsero anche una vasta eco nazionale. Servirono, perché la legge 16 del 2004 modificò in senso garantista per il territorio la normativa del 2001. L’articolo 9 cambiò così: "Le disposizioni procedurali trovano applicazione anche nei territori sottoposti al Put, fatti salvi tutti i vincoli previsti dallo stesso”. Un baluardo contro il sacco del territorio.
LE PRONUNCE DEL TAR - «Numerose e più recenti decisioni del Tar e del Consiglio di Stato», ricorda l’avvocato Francesco Esposito, amministrativista ed ex componente del comitato tecnico regionale per l’urbanistica, «hanno poi confermato la possibilità di realizzare parcheggi interrati solo se compatibili con le disposizioni del Put». Un anno fa ecco un’altra modifica alla legge 19 del 2001, stavolta di segno opposto, attraverso il piano casa. Si elimina appunto l’inciso garantista dell’articolo 9 della legge del 2001. Quello che recitava “fatti salvi tutti i vincoli previsti dalla legge stessa”. Resta inalterata la dizione:”Le disposizioni procedurali della presente legge trovano applicazione anche nei territori sottoposti alla disciplina di cui alla legge regionale del 27 giugno 1987, numero 35 (il Put)”. L’ultimo atto con la finanziaria regionale approvata di recente e pubblicata sul penultimo burc. C’è un articolo, il numero 52, dedicato all’abrogazione ed alle modifiche di precedenti disposizioni legislative. Ebbene, al quinto comma cancella anche il termine “procedurali”.
PERICOLO SPECULAZIONE - Dunque, l’ultima versione dell’articolo 9 della legge 19 del 2001 diventa: «Le disposizioni della presente legge trovano applicazione anche nei territori sottoposti alla disciplina di cui alla legge regionale 27 giugno 1987, numero 35”. Un palese assalto al Put. “L’epilogo”, sottolinea Giuseppe Guida, architetto e docente di Urbanistica alla Federico II, “di un percorso avviato da tempo. Eppure la costiera è più che satura di parcheggi interrati. Opere che hanno distrutto il territorio senza per questo garantire meno traffico. Anzi, hanno finito proprio con l’incentivare l’uso dell’auto”. Aggiunge. "Bisogna essere chiari e dire con forza che la realizzazione dei box interrati in costiera è stata la strada per realizzare mire speculative, complici la connivenza e i facili permessi rilasciati dalla maggior parte delle amministrazioni locali».
CRITICO L'EX ASSESSORE DI LELLO - Marco Di Lello, che da assessore regionale fu uno dei promotori della modifica in senso garantista della legge 19 del 2001, introdotta nel 2004, non è meno critico nei confronti del novo provvedimento introdotto dalla finanziaria regionale:” “Pregiudica il futuro della costiera”. Secondo Antonio Amato, consigliere regionale del Pd, “siamo al cospetto di un maldestro tentativo, messo lì tra le righe, per provare a stravolgere i vincoli previsti dalla normativa vigente a tutela dell’area Sorrentino Amalfitana”.
Fabrizio Geremicca
01 febbraio 2012


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