giovedì 16 febbraio 2012

Le nuove enclaves del potere: Italia -Grecia



Questo è il nostro mondo, qui le cose funzionano così. Twitteriamo, postiamo su FB, manifestiamo intenzioni, emozioni, antipatie o simpatie, gusti musicali e gastronomici, esterniamo su blog personali, prendiamo posizioni politiche, condanniamo ingiustizie, ma le cose funzionano solo così. I social netwok sono l’epitome della nostra società permissiva, la nostra società amplia il raggio di ciò che abbiamo il permesso di fare, senza darci nessun potere aggiuntivo. E’ il modo in cui il capitalismo contemporaneo ha economicizzato le spinte libertarie del ’68: l’illusione di avere tutte le libertà che si chiedevano allora solo che ce le hanno confezionate sotto forma di permessi. Chi detiene il potere sa molto bene la differenza che passa tra un diritto e un permesso. Il diritto ci da accesso all’esercizio di un potere a spese di un altro potere, mentre il permesso non diminuisce il potere di colui che lo dà e non aumenta il potere di chi lo riceve. Un esempio fra tanti: i gay non hanno il diritto di sposarsi, ma il permesso per poterlo fare e in italia neanche quello, e così è stato con l’aborto, il divorzio, tutti permessi mascherati da diritti..Questo in pratica è come funzionano le cose da noi, abbiamo l’illusione di grande libertà, ma siamo annicchiliti dal nulla e dalla immobilità fisica: non succede nulla. Chi non riesce ad usufruire di questi permessi, non sa che farsene delle nostre libertà e dunque esplode, incendia sfascia io dico giustamente, perché sperimenta su di sè l’inganno: lo hanno fatto nelle banlieu di Parigi o nelle periferie urbane di qualsiasi metropoli ora lo stanno facendo in Grecia, perché non hanno più nulla e non sanno che farsene della democrazia che l’Europa vuole imporgli attraverso una economia capestro, come non sanno cosa farsene gli esclusi delle metropoli o i dannati della terra. Noi tutto quello che riusciamo a fare è esercitare una libertà fittizia esternando il nostro dissenso, perché questo è solo quello che ci è permesso di fare, ma soprattutto perché il potere reale che ci da i permessi per fare un sacco di cose, ci impone poi dicktat ai quali dobbiamo sottostare, perché oltre questo non abbiamo niente altro: persino il voto è ridicolo in queste condizioni, perché non abbiamo autentiche rappresentanze. Le nuove tecnologie cambiano le nostre vite quotidianamente, costringendoci a vivere come se fossimo liberi: ci mettono davanti a questioni che toccano in modo fondamentale le nostre vite, ma non ci danno più nessuna possibilità di una autentica azione reale. Credo che qualcuno abbia parlato di Internet come di un surrogato delle droghe classiche: ti da l’illusione di onnipotenza, allargandoti la coscienza come un qualsiasi allucinogeno,ma ti lascia seduto dietro una tastiera a digitare un pensiero che serve solo all’esercizio di un ennesimo controllo.

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