sabato 9 marzo 2013

Un discorso sul potere, un discorso sulla capacità di annientare che ha il potere.





Un discorso sul potere, un discorso sulla capacità di annientare che ha il potere. Oggi, chi volesse apprendere una qualche verità sulla vita immediata del potere e sulla sua violenza distruttiva, può scrutare la potenza oggettiva dei suoi apparati. Non più un discorso astratto come avveniva negli anni ’60 e ’70, prima con i pensatori della Scuola di Francoforte ( Horckeimer, Adorno, Marcuse )  e poi  con Michel Foucault, ma la contingente presenza degli apparati mediatici e la potenza pervasiva con la quale distruggono chi osa metterne in discussione la sua natura. In Italia quello che sta avvenendo contro il Movimento 5 Stelle e il suo leader Beppe Grillo è quasi parossistico, solo che a parte i diretti interessati, tutti gli altri non sembrano accorgersene. Per chiarezza ribadisco ancora una volta che io non ho votato il Movimento 5 Stelle e che non sono andato proprio a votare. Dunque, ciò a cui io assisto ogni volta che guardo la televisione è un discorso denigratorio, ridicoleggiante, sprezzante, distruttivo, indagatorio contro una forza che – pur con tutte le sue contraddizioni, e ne ha – sta facendo crescere una vera e propria rivoluzione sociale in un paese che non aveva più ( no ha? ) né nerbo politico, né nerbo morale, con risultati quasi incredibili, uno tra tanti la sparizione di vecchi dinosauri come Casini e l’UDC e Fini, ma anche il declino del PdL e lo scacco al PD, in più, quello che io ritengo destabilizzante per questa classe politica, ma assolutamente pensabile per me: l’assenza di una prospettiva che si concretizzi in una proposta di governo: Quando Grillo dice di non volere il 30, 50, il 70 per cento, ma il cento per cento e poi dissolvere il movimento, dice qualcosa di assolutamente incomprensibile ai più, ma assolutamente creativo sul piano del discorso politico, sul piano dell’utopia, la quale, coltivata, serve sempre. Ebbene, contro tutto questo si sta muovendo una stritolante macchina di un potere talmente forte che fa presagire inquietanti risvolti di controllo totale. Il dominio delega la violenza fisica su cui si regge ai suoi rappresentanti apparentemente “corretti” e garanti dei diritti di tutti e della democrazia, i quali attraverso questi discorsi, diventano i sacerdoti solo di un esercizio di stile da esportare. E’ molto simile l’operazione a quella  che mettono in atto gli Stati Uniti quanto dicono di voler esportare la democrazia nei paesi che non l’hanno per preservarci dal terrorismo e lo fanno con le bombe. Solitamente, questi discorsi sono sostenuti dai “ giornalisti”, unici depositari del linguaggio del potere, nel nostro caso il range è molto ampio: da Vespa, a Fede, da Gruber, a Lerner, da Formigli a Santoro a Severgnini, i quali hanno la soddisfazione di poter sfogare la loro servile acquiescenza, il loro dovuto a chi li paga, sostenendo discorsi deviati e distorti, sostenuti dal conformismo legale dell’apparato istituzionale che ci viene sempre imposto come unico, col l’approvazione della morale collettiva, abituano tutti, nello stesso tempo a perpetrare ciò che tutti noi non dobbiamo mai sapere, ovvero che un altro mondo potrebbe essere possibile al di là dell’universo di discorso politico al quale da tempo ci hanno ammansito i loro discorsi passano per essere discorsi responsabili. C'è un'arroganza di fondo che prendendo vari spezzoni della realtà li unisce insieme in modo tale da creare sempre la stessa plausibile versione da imporre agli altri. Sembra quasi vogliano dire: vedete il mondo è come lo descriviamo noi, al di fuori di questo c’è solo lo sfascio, l’anarchia, il disordine, l’insicurezza. Naturalmente tutto questo veicola ancora una volta l’idea di fondo che si oppone alla prospettiva di accettazione di una violenza rivoluzionaria la quale si formalizza nella condanna dell’eccessiva sofferenza che essa veicolerebbe. Così il M5S viene descritto come foriero di disordine e anarchia, mentre i suoi rappresentanti vengono sbeffeggiati e ridicolizzati da raffinati, quanto perversi, guru dell’infortaititement al soldo degli apparati di controllo. Immagino già la critica che mi verrà mossa da chi mi leggerà: si, ma c’è il tasso di disoccupazione più alto degli ultimi 60 anni! I consumi sono in caduta libera, cosa opponi a tutto questo? Cosa propongono i 5 Stella? Ecco, siamo a questo punto alla manipolazione totale del reale: la domanda che ogni persona sana di mente dovrebbe invece farsi è : cosa propone il potere attraverso i discorsi dei suoi guru? E qui tutta una serie di formule che da tempo stanno segnando le nostre vite :  abbassamento dello spread, difesa ad oltranza del sistema bancario, programmi per far ripartire l’economia e i consumi, e infine, la parola magica: governi stabili o stabilizzati: da chi? Non c’è nessuno tranne 5Stella, nel panorama "politico " odierno per esempio, che faccia un discorso serio sull’agricoltura, sulla salvaguardia ambientale, sulla felicità delle persone svincolata dalla quantità di danaro che si ha. Insomma un lessico assolutamente improbabile e improponibile da parte del potere, di questo potere di chi rappresenta questo potere. Intanto la gente si suicida per speculazioni coperte da banche senza scrupoli con i risparmi della gente, sembra che questo sia lo stile che va per la maggiore: il suicidio per nascondere segreti. Con lo sviluppo della rete la tv avrebbe dovuto mostrare maturità rispondendo nei fatti alle critiche mentre l'unica cosa che ha saputo fare è stata mettersi sullo stesso piano di un utente qualsiasi che posta in un blog o carica video su you tube diventandone il fac simile. Chiunque provi ad abbandonare questa realtà viene emarginato, chiunque – come ha fatto Beppe Grillo, ha fatto a meno della televisione e si rifiuta ai suoi guru italiani, viene fatto a pezzi . Posso pure pensare e lo penso che il M5S, ha in qualche modo incanalato una protesta che sarebbe finita nelle piazze in maniera eversiva, posso pure pensare che mi sarebbe piaciuto che il movimento restasse extraparlamentare, ma l'aggressione che oggi gli viene fatta è assolutamente non accettabile. Lungi dal voler imporre questo orizzonte totalitario, la situazione paradossale chi si è determinata oggi in Italia dopo questo voto, ci dimostra appunto la struttura ultima della democrazia. Essa è basata su un corto circuito tra la maggioranza e “Tutti”: il vincitore porta a casa tutto e la maggioranza conta come Tutto, ottenendo tutto il potere, anche nel caso in cui tale maggioranza si riduca ad un centinaio di voti su milioni di elettori. Per questo io credo che la democrazia, oggi, non è più il potere della gente. Al giorno d’oggi la democrazia riguarda soprattutto un legalismo formale, l’adesione incondizionata ad un insieme di regole formali che assicurano che gli antagonismi sociali vengano assorbiti completamente nell’arena politica e controllati dai suoi rappresentanti attraverso gli apparati mediatici che ne costituiscono la rappresentatività. Questa “democrazia” implica che, a prescindere da tutto quello che può succedere in una tornata elettorale, tutte le forze politiche ufficiali, rispettino il risultato elettorale: Quanto Grillo dice che vuole raggiungere il cento per cento per poi dissolvere il Movimento 5Stelle, non fa altro che ribadire i limiti di questa democrazia liberal- capitalistica, opponendogli quello che dovrebbe essere realmente una democrazia vera e radicale. Tutto questo suona alle orecchie dei più come una follia incomprensibile, che invece, tanto incomprensibile non è. Tutto ciò che si oppone a questa “follia” è il potere. Naturalmente io diffido sempre del popolo, ma messo di fronte alla scelta, quella  delle due concezioni di democrazia, con l’esperienza di ciò che è diventata quella ufficiale, anche con deprecabili e aberranti leggi elettorali, preferisco coltivare il sogno di una democrazia vera e radicale, soprattutto se essa mina le basi di un potere che dietro il volto di garanzie di diritti nasconde la maschera orrenda dello sfruttamento senza limiti del reale. Oggi le prospettive forse sono poco incoraggianti, ma se si comincia a parlare con un lessico diverso, forse qualcosa può ancora cambiare.
Franco Cuomo    

5 commenti:

  1. Caro Franco, sono abbastanza in linea col fatto che sia cominciata la solita strada del linciaggio, ma perdonami
    Ho come l'impressione che il movimento 5 stelle abbia un solo grande merito, che fu a suo tempo quello di Berlusconi, e quindi già visto. L'aver trasferito in un discorso di massa, apparentemente organico, quelle che sono le chiacchiere da bar degli italiani. Tutti i suoi argomenti, compresi quello sull'agrigoltura e sulla felicità, li abbiamo fatti infinite volte davanti a un aperitvo... non mi sembra portatore di vera innovazione, di un cambio di tendenza, di una democrazia al di fuori della "maggioranza". Non a caso gli ispiratori massimi sono tipi come Casaleggio, grande esperto di comunicazione e non filosofi o illuminati intellettuali. Anche Dario Fo, fan dell'ultim'ora, si è avvicinato più per stanchezza della solita solfa che per teorizzare di società nuove. Metti una concentrazione di televisioni, oppure un blog megafono costruito solo sulla parola (anzi malaparola) e sullo sberleffo e il gioco è fatto. Milioni di persone ti seguono. Non dimenticare che in questi ultimi 10 anni il web è diventato alla portata di tutti, mentre la televisione ha subito un calo di credibilità grazie proprio al suo guro del tempo. E grillo si è trovato al momento giusto col mezzo giusto. Non riduco il voto a lui a sola protesta e favore dei tempi, naturalmente, ma come sono d'accordo che non si possa destrutturare il suo movimento attraverso la solita macchina del fango, sia altrettanto fuori luogo costruire su m5s teorie sociologiche di qualsivoglia natura.

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  2. Non ho costruito una teoria sociologica sul M5S, credo o mi auguro di aver detto qualcosa di più circa la democrazia,e circa il potere e ancora circa il conformismo del lessico politico, sui suicidi che coprono illecite attività bancarie. Sul movimento credo di aver scritto, che forse lo avrei preferito extraparlamentare, che ha molte contraddizioni al suo interno, che in qualche modo ha incanalato una protesta che a me sarebbe piaciuta fosse esplosa nelle piazze. Mentre quelle che tu definisci chiacchiere da bar: un parlare seriamente di agricoltura, una riflessione sulla felicità delle persone svincolata dal profitto, sono argomenti molto, ma molto seri per me, mentre capisco che per il tuo partito sono piccoli optional da utilizzare solo quando servonoper fare una bella figura alternativa.

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  3. il mio partito è scarsissimo in quanto a comunicazione. Basta pensare che a vico è stato espulso dal consiglio comunale un consigliere perchè condannato a una penna superiore a sei mesi, certo Giovanni Starace di Montechiaro, mi pare. Questa legge servirà a ripulire da qualche personaggio un po' strano senza aspettare i canonici gradi del giudizio. Ma nessuno ha pubblicizzato questa sia pur minima conquista del governo precedente, segno che dire le cose, soprattutto attraverso l'urlo, non è cosa del cs... la legge non è sufficiente. Per esempio Matteo de Simone, condannato a sei mesi per un reato piuttosto grave, non viene espulso, anzi va a fare il consigliere nel cda della ss trinità, ma la strada intrapresa poteva diventare quella maestra e finire l'opera iniziata. Solo che non lo ha urlato nessuno... e vuoi mettere?
    Noi quando parliamo di quelle cose davanti all'aperitivo siamo serissimi, non era questo che mettevo in dubbio.Dicevo che Grillo lo ha "canalizzato" attraverso il web dandogli la veste di "verbo" di massa, ma è indubbio che l"andate a casaaaaaaaaaaa", "fuori tuttiiiiiiiiiiii" "vaffanculooooooo" siano frutto della più classica chiacchierata qualunquista al bar... La genialità sta nell'averla collettivizzata. Almeno io la penso così.
    Quanto alla tua analisi la trovo bella ma fuori dalla logica delle cose. Non vedo in questa nuova formazione politica, come ti dicevo, nessuna tendenza ad uscire dal solito clichè, e cioè: mi creo uno spazio politico e poi vediamo. E cerco di crearlo più grande che posso in modo da far ballare un po' di gente intorno a me, poi vediamo. Anche il fatto che aspiri al 100% non vuol dire che cmq vuole far parte di una maggioranza? Schiacciante per giunta... Ma a che fine? Perchè? solo per essere iscritto nel libro già martoriato e sconclusionato della storia della Repubblica?
    In conclusione penso che tu abbia fatto uno sforzo che non vale il gioco. Non sto vedendo nessun'alba radiosa all'orizzonte, ne l'inizio di nuove ere. Solo, come al solito, il prevalere di chi sa urlare di più in un mondo che non ascolta più nessuno nè va da nessuna parte se non vede il casino

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  4. "fuori dalla logica delle cose" ... questo è il punto...

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  5. Matteo De Simone, per giusta informazione, è stato condannato a sei mesi di reclusione con la condizionale per un reato che non rientra nell'elenco del decreto Monti. Perciò non è stato raggiunto dagli effetti della legge. A suo tempo elaborò qualcosa che andava contro la pubblica amministrazione, della quale tra l'altro faceva già parte. Non ricordo bene tutti i termini della questione, ma approfondirò nuovamente. Diciamo che Monti poteva fare di più, e anche il mio partito, di questo sono consapevole

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