giovedì 7 febbraio 2013

hi serva Italia, incolore ostello


hi serva Italia, incolore ostello

pubblicata da Marco Palasciano il giorno Giovedì 7 febbraio 2013 alle ore 12.27 ·

La Arendt parlò di banalità del male, qui invece si tratta del male della banalità: quella intellettuale e morale dell’Italia contemporanea, che ben è dipinta nei due interventi critici che mi fa piacere riporre in questa nota, letti in facebook poc'anzi (mattino del 7 febbraio 2013).

Borghesia italiana esemplata in un fotogramma da «Salò» di Pier Paolo Pasolini, 1975.

ANDY VIOLET: Il nostro presidente del consiglio dice che il paese «non è pronto per le unioni omosessuali». Ci spieghi, Presidente, cosa fare per preparaci: organizzare corsi di affettività applicata? Esami di Iconografia carraica? La sua affermazione, buttata lì per agganciarsi ad un presunto senso comune e sfilarsi da un serio confronto sul tema, è infondata, ma soprattutto perniciosa: lei rimette il riconoscimento di un diritto della persona all’assenso preventivo di una fumosa opinione collettiva, per altro non fornendo alcun dato in proposito. Dobbiamo dunque fidarci della sua personale analisi statistica su una popolazione di 60 milioni di persone.
Il punto, tuttavia, non è la sua presunta conoscenza telepatica delle idee di ogni singolo cittadino italiano in materia di diritti civili, quanto il suo ragionamento secondo cui l’ignoranza giustifica la negazione di un diritto. Lo sa che questa è la base dei fanatismi? Seguendo la sua impostazione non esisterebbero oggi i diritti delle donne, per farle un esempio semplice semplice, o in generale i diritti di qualsiasi minoranza.
Lei non si fa scrupolo a mettere mano ai diritti dei lavoratori, eppure il sentire comune dei lavoratori li reputa ormai inviolabili: quindi il criterio dell’opinione pubblica vale solo in certi campi e altri no? Lo Stato può legiferare in certi ambiti in contrasto con la società civile, ma in altri le è suddito? Ci spieghi, Presidente, così magari ci prepariamo e saremo finalmente pronti al cambiamento.

FRANCO CUOMO: Caro Andy, il nostro presidente del consiglio dice che il paese «non è pronto per le unioni omosessuali», e il tuo ragionamento non fa una grinza, anche se non lo avrei sprecato per una frase banale come questa. Sí, caro Andy banale, perché una frase del genere buttata lì, come se si stesse dicendo una cosa di estrema responsabilità, è banale ma è banale anche tutto il contesto del paese così culturalmente arretrato rispetto al resto dell’Europa, come è banale il sig. Monti con tutto il suo ostentato falso understatement, mentre i media ce lo fanno passare come il meglio che l’Italia abbia mai avuto. Ci troviamo di fronte all’esempio più scontato di arretratezza culturale universitaria italiana.
Perché non facciamo un’indagine e vediamo veramente come sono i docenti universitari di altri paesi, come si presentano, come parlano? Intanto scopriremmo che sono giovani, poi scopriremmo che hanno sense of humour e poi magari che sono anche culturalmente curiosi e non mummificati in ruoli vetusti, come quelli che abbiamo e che possono mietere consensi solo in un paese arretrato come il nostro. Il sig. Monti è un provinciale nei suoi modi sussiegosi, nel suo non rispondere mai ai giornalisti facendo finta di non capire, nel suo non essere mai disponibile.
Se azzardo qualche ricordo, posso assicurarti che la società italiana di quando avevo 25 anni (gli anni ’70) era sicuramente molto più avanti di quella di oggi. Allora forse bisognerebbe intanto chiedersi perché la borghesia italiana – quella di oggi – è o volgare come quella rappresentata da Berlusconi e le sue donne o supponente e tetra come quella rappresentata dai Monti e le sue donne. La verità è che la storia ci ha offerto altri borghesi: pensa ai conservatori inglesi – per esempio – di fronte ai quali questi che abbiamo sono solo delle cameriere del Vaticano.
E qui arriviamo al punto: fin quando la mediocre borghesia di questo paese – che purtroppo ne esprime pure i politici con una legge porcella – asseconderà i voleri di un principato assolutista, quale quello Vaticano, come tu giustamente lo hai definito in un tuo post precedente, frasi come quelle proferite dal sig. Monti rappresenteranno la quintessenza del “buon senso”, per una società che in trent’anni ha avuto un arretramento culturale spaventoso. Ecco che allora frasi come quella riportata da te si presentano per quelle che sono: frasi da confessionale, frasi da sagrestia, frasi fatte e, dunque, frasi banali e scontate come banale e scontato è il sig. Monti e il suo entourage: i Passera, le Fornero, ovvero perbenismo, provincialismo e spocchioso sussiego di una borghesia mediocre.
Per questa gente il paese non sarà mai pronto, non solo per le unioni omosessuali, ma per l’arte, la cultura (quella autentica, non quella accademica italiana), la ricerca scientifica, per tutto ciò che rappresenta laicismo, libertà, diritti civili.

ANDY VIOLET: Ovviamente, Franco, concordo, ma mi ostino a sfatare luoghi comuni di una comunicazione politica asfissiante nella sua incapacità di rispondere concretamente, o almeno con chiarezza.

Nessun commento:

Posta un commento