martedì 18 settembre 2012

Dal Corrire del Mezzogiorno on line del 18.9.2012


COSTIERA SORRENTINA

Scavi archeologici, processi in corso, ordinanze
di demolizione e un territorio sempre meno verde

NAPOLI - Escavatrice all’opera, nella piana di Seiano, nel Comune di Vico Equense. Sono infatti in corso sondaggi per verificare se ci siano ulteriori testimonianze di epoca romana, dopo quelle già rinvenute nel 2004. “All’epoca”, ricorda Tommasina Budetta, funzionaria di zona della Soprintendenza per i beni archeologici, “emersero i resti di un acquedotto che arrivava fino al Rivo d’Arco. Del resto, tutta la zona è di interesse dal punto di vista archeologico”. Sulla spiaggia del Pezzolo, in particolare, sono ancora visibili, sebbene in condizioni di vergognoso degrado, i resti di una villa marittima di epoca classica. Si scava, dunque. Il terreno dove si svolgono i sondaggi è proprietà di Flora Beneduce, esponente del Pdl campano, e di suo marito Armando De Rosa, l’ex assessore regionale della dc che fu.
SCHELETRO RISTORANTE - L’operazione si svolge sotto la regia della funzionaria di zona della soprintendenza, Tommasina Budetta. Richiedente è proprio De Rosa. L’impresa che sta lavorando è la Edil Santa Croce. Dirige l’architetto Laura Mastursi, incaricata dal committente privato. “Saggi archeologici preventivi”, recita il foglio affisso all’esterno dell’area, sulla quale da tempo sono accesi i fari dell’opinione pubblica e dei Verdi ambiente e società. A pochi passi di distanza, infatti, c’è lo scheletro di un ristorante abusivo, realizzato dai contadini che coltivavano l’area nel 1983 e in gran parte distrutto nel 1984. Su quel che resta di quell’immobile, sottoposto in anni recenti ad ulteriori interventi, è da tempo in corso una battaglia giudiziaria: Beneduce ha presentato alcuni anni fa richiesta di condono edilizio. Ha intenzione mettere in piedi un complesso turistico ed in quest’ottica ha varato una società, Il sireneo d’Aequa, con la quale ha presentato pure domanda, senza successo, per accedere ai contributi pubblici stanziati per questo genere di attività. Intende dunque recuperare anche le volumetrie dell’ex ristorante. Occorrono, però, i pareri favorevoli della commissione edilizia integrata del comune di Vico, alla cui attenzione è stata sottoposta la pratica, e della Soprintendenza.
PROCESSO - In quest’ottica potrebbero essere interpretati i sondaggi archeologici finanziati da Armando De Rosa. Il quale, peraltro, insieme alla moglie ha presentato pure una richiesta di conformità urbanistica ex articolo 36 (un permesso in sanatoria, in sostanza) relativa ad opere realizzate durante la ristrutturazione della casa colonica che insiste sul medesimo fondo agricolo, a pochi metri dall’ex ristorante. Secondo una sentenza del Tar Campania dello scorso inverno, la copertura della coorte interna alla casa, in particolare, è illegittima. I magistrati hanno stabilito che debba essere demolita. Per i presunti abusi commessi durante i lavori alla casa colonica, De Rosa, sua figlia Rossella e la moglie Beneduce sono a giudizio davanti al tribunale di Torre Annunziata, sezione distaccata di Sorrento. Dopo vari rinvii, la prossima udienza si celebrerà a gennaio 2013. Il pm contesta agli imputati – sarà ovviamente il giudice a valutare la fondatezza di tali accuse - di avere iniziato, continuato ed eseguito, nonostante l’ordine di sospensione dei lavori, opere in assenza di permesso a costruire, in zona sottoposta a vincolo. Avrebbero dunque – è la tesi del pm Mariangela Magariello che ha svolto le indagini - “distrutto od alterato le bellezze naturali dei luoghi, soggetti alla speciale protezione dell’autorità in base al decreto legislativo 42 del 2004”.
'O SARACINO - Sempre a Seiano, fa discutere anche il caso del ristorante O’ Saracino, tra i più noti e frequentati della costiera sorrentina, di proprietà della famiglia Aiello. Una struttura abusiva, realizzata praticamente sulla spiaggia, a partire dalla preesistente terrazza di uno stabilimento balneare che era lì dal 1966, e da una buvette scoperta. Una sentenza del Consiglio di Stato di febbraio 2011 sancisce che debba essere demolita. C’è una ordinanza di demolizione emessa dal comune di Vico nella tarda primavera. I proprietari – difesi dall’avvocato Palma - hanno inoltrato ricorso al Tar per ottenere almeno una sospensiva. Si attende il pronunciamento tra qualche settimana. Poco lontano, ecco il ponte che sovrasta il Rivo d’Arco: è stato ampliato abusivamente alcuni anni fa e da allora è rimasto tale, nonostante un provvedimento dell’amministrazione preveda che sia ripristinato lo stato dei luoghi. Lo stesso rivo, cementificato fin nell’alveo, offre uno spettacolo pietoso e, se piove, riversa a mare acque luride, evidentemente frutto di immissioni abusive di reflui lungo il suo corso. Risalendo via Murrano, che immette sulla statale sorrentina, spunta sulla sinistra l’incredibile viadotto ecomostro concepito dai progettisti come “strada al servizio del depuratore di Punta Gradelle”. Uno scempio inutile. Soldi dilapidati, paesaggio oltraggiato. L’impianto di depurazione, intanto, non si sa se e quando sarà completato.
LA PIANA SFREGIATA - Tra abusi edilizi, fondi agricoli trasformati in aree di sosta, progetti pubblici sballati, dunque, la piana di Seiano muore ogni giorno. Nell’indifferenza dei più, nella latitanza di chi dovrebbe tutelarla – sovrintendenza ed amministrazione comunale in primis – nella rabbia dei pochi che non si rassegnano.
Fabrizio Geremicca18 settembre 2012

Nessun commento:

Posta un commento