Vico Equense, ovvero un paese in cui se non hai un’attività
commerciale o imprenditoriale, non hai diritto a poter godere del territorio.
Succede che a chi gestisce un’attività commerciale è consentito praticamente di
tutto, senza controlli o limiti: impadronirsi dei marciapiedi pubblici, occupare
spazi adibiti al parcheggio auto per carico e scarico merci, riempire ampi
slarghi per tavoli e tavolini, recintare tratti di arenili per impadronirsi di
spiaggia o tratti di costa per proprie attività. Tutto questo avviene nella più
totale assenza di controlli da parte dell’amministrazione. Pare che questa sia
la filosofia dominante del Sindaco e degli assessori. A tal proposito pubblico
una lettera che una cittadina di Vico ha inviato al primo cittadino, ai suoi
assessori e a tutti i consiglieri comunali
Al Signor
Sindaco del Comune di Vico Equense
Ai
Signori Assessori
"
" "
Ai
Signori Consiglieri
Comunali "
"
Lunedì pomeriggio in compagnia della mia nipotina, alle
14,30 circa, mi sono recata alla spiaggia di marina d'Equa, con la speranza di
poter passeggiare un po’. L'assurda e inimmaginabile situazione di
confusione che ho trovato (macchine sopra i marciapiedi e in doppia fila, la
piazzetta assolutamente impraticabile per la sosta selvaggia e la presenza di
tavolini con relativi consumatori) non mi ha permesso neanche di sostare tanto
da dover tornare indietro. Comprendo bene che la festività di S. Giuseppe,
combinata con una temperatura primaverile, ha favorito l'uscita da casa delle
famiglie ed ha consentito alle attività di bar e ristoranti di poter lavorare, però
penso, tutto questo non può e né deve creare caos, disordine e soprattutto
penalizzare chi vuole solo fare una passeggiata. Ormai, gli operatori che a
vario titolo operano in queste aree si comportano come padroni assoluti e
grazie a discutibili concessioni e nessun controllo da parte delle autorità
preposte, spesso violano le regole mentre le poche aree pubbliche e
gli arenili vengono considerati come di loro proprietà. Allora ecco
che i marciapiedi davanti ai ristoranti diventano parcheggi, la piazza diventa
ristorante e la gente non può più neanche solamente passeggiare. L'attuale
momento di crisi investe un numero sempre maggiore di famiglie che sanno bene
di non poter andare a ristorante perchè sono
più povere o che non possono organizzare vacanze perché non hanno i soldi,
ma tutti però hanno il diritto di fare un bagno su una spiaggia libera o
passeggiare tranquillamente in riva al mare (penso che su questo siamo
d'accordo). La Pubblica Amministrazione e le istituzioni preposte hanno, a mio modesto
parere, il dovere di attivare da subito tutte le procedure a garanzia per
proteggere gli interessi delle fasce più deboli e di chi non è un commerciante,
affinché fare il bagno su una spiaggia libera o passeggiare sul litorale
non diventa un privilegio per i pochi dal portafoglio pieno. In attesa di
un fattivo riscontro ringrazio anticipatamente quanti si faranno portatori di
questa istanza.
VICO EQUENSE 23 marzo 2012
Distinti saluti
Elisabetta Di Martino
e bravo a Pasquale Cardone
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