sabato 24 marzo 2012

Un paese dove solo chi ha un’attività commerciale ha diritti e privilegi.




Vico Equense, ovvero un paese in cui se non hai un’attività commerciale o imprenditoriale, non hai diritto a poter godere del territorio. Succede che a chi gestisce un’attività commerciale è consentito praticamente di tutto, senza controlli o limiti: impadronirsi dei marciapiedi pubblici, occupare spazi adibiti al parcheggio auto per carico e scarico merci, riempire ampi slarghi per tavoli e tavolini, recintare tratti di arenili per impadronirsi di spiaggia o tratti di costa per proprie attività. Tutto questo avviene nella più totale assenza di controlli da parte dell’amministrazione. Pare che questa sia la filosofia dominante del Sindaco e degli assessori. A tal proposito pubblico una lettera che una cittadina di Vico ha inviato al primo cittadino, ai suoi assessori e a tutti i consiglieri comunali


  


Al Signor Sindaco del Comune di Vico Equense
Ai Signori Assessori        "               "       "
Ai Signori Consiglieri Comunali      "       "


Lunedì pomeriggio in compagnia della mia nipotina, alle 14,30 circa, mi sono recata alla spiaggia di marina d'Equa, con la speranza di poter passeggiare un po’. L'assurda e inimmaginabile situazione di confusione che ho trovato (macchine sopra i marciapiedi e in doppia fila, la piazzetta assolutamente impraticabile per la sosta selvaggia e la presenza di tavolini con relativi consumatori) non mi ha permesso neanche di sostare tanto da dover tornare indietro. Comprendo bene che la festività di S. Giuseppe, combinata con una temperatura primaverile, ha favorito l'uscita da casa delle famiglie ed ha consentito alle attività di bar e ristoranti di poter lavorare, però penso, tutto questo non può  e né deve creare caos, disordine e soprattutto penalizzare chi vuole solo fare una passeggiata. Ormai, gli operatori che a vario titolo operano in queste aree si comportano come padroni assoluti e grazie a discutibili concessioni e nessun controllo da parte delle autorità preposte, spesso violano le regole mentre le poche aree pubbliche e gli arenili vengono considerati come di loro proprietà. Allora ecco che i marciapiedi davanti ai ristoranti diventano parcheggi, la piazza diventa ristorante e la gente non può più neanche solamente passeggiare. L'attuale momento di crisi investe un numero sempre maggiore di famiglie che sanno bene di non poter andare a ristorante perchè  sono più povere o che non possono organizzare vacanze perché non hanno i soldi, ma tutti però hanno il diritto di fare un bagno su una spiaggia libera o passeggiare tranquillamente in riva al mare (penso che su questo siamo d'accordo). La Pubblica Amministrazione  e le istituzioni preposte hanno, a mio modesto parere, il dovere di attivare da subito tutte le procedure a garanzia per proteggere gli interessi delle fasce più deboli e di chi non è un commerciante, affinché fare il bagno su una spiaggia libera o passeggiare sul litorale non diventa un privilegio per i pochi dal portafoglio pieno. In attesa di un fattivo riscontro ringrazio anticipatamente quanti si faranno portatori di questa istanza.


     VICO EQUENSE 23 marzo 2012 

                                  
                                                                                                              Distinti saluti
                                                                                                                                 
                                                                                                        Elisabetta Di Martino

1 commento: