venerdì 22 marzo 2019

SCOGLIO DELLA CHIANA: riportate tutto allo stato dei luoghi! Una barbara aggressione all'unico posto non deturpato della costa equense!

la ridicola cartografia degli anni dove qualcuno ha aggiunto pallini a gogò 80
la bugia millantata per prova
L'intervento che si sta eseguendo non ancora finito
Vico Equense- Lo scoglio della Chiana fino a qualche giorno fa
Un paese che degrada amministrato da gente rozza e ignorante. Stamattina mi sono arrivate altre segnalazioni su quell’opera indecente e inutile che stanno facendo giù al Pezzolo sullo scoglio della  Chiana. Nell’uscire da casa di mia madre incontro il sindaco, Andrea Buonocore in persona, lo fermo e gli racconto quello che sta accadendo. Il sindaco sembra cadere dalle nuvole, dice di non sapere niente, allora lo prego di venire con me al belvedere della chiesa dell’Annunziata, lui docilmente mi segue. Ci affacciamo e un enorme chiatta con tanto di gru continua a scaricare scogli in quello che fino all’altro ieri era forse l’angolo più bello della costa, l’unico a non essere stato stravisato da interventi avventati e invasivi e distruttivi eseguiti su tutta la linea costiera. Mi guarda stralunato e continua a ripetere di non sapere niente e che in ogni caso il comune non è il responsabile della zona, bensi il demanio e la capitaneria di porto. Gli faccio notare che su tutta la costa le concessionii per l’occupazione degli arenili vengono rilasciate dal comune, lui glissa, poi decide di chiamare – su mia insistenza- l’ufficio preposto, ovvero Territorio, Urbanistica – Ecologia,  Demanio Marittimo – Sismico, ovvero il vecchio ufficio tecnico di una volta, il cui papufficio e l'architetto Catello Arpino. Risponde l’ingegnere Salvatore di Iorio, il sindaco chiede spiegazioni,  perché continua a dire di non sapere niente, io ascolto perché in viva voce; l’ingegnere glie le fornisce e dice che si sta ricostruendo una “antica scogliera” per la difesa della spiaggia del Pezzolo dall’erosione. Io a sentire “antica scogliera” insorgo e decido di andare di persona dall’ingegnere. 

L’ingegnere mi riceve e mi dice, contraddicendo il sindaco, che i lavori sono stati chiesti dal comune di Vico Equense, perché- tra l’altro- su tutta l’area del Pezzolo il demanio non avrebbe controllo, ma ce l’avrebbe il comune direttamente e che questi lavori servirebbero a ricostruire una antica scogliera che ora non c’è più e che per questo motivo il Pezzolo sta sparendo mangiato dall’erosione marina. Gli faccio notare subito che a mia memoria 68 anni, ma anche a memoria di persone ultra ottantenni disposte a testimoniare, li non c’è mai stata una scogliera, lui dice, negli anni cinquanta c’era, io gli rispondo che anch’io c’ero negli anni cinquanta e la scogliera non c’era ne allora né prima e che se il Pezzolo sta sparendo è perché la costruzione di un’altra scogliera- questa soffolta- davanti allo Sporting  ha fatto aumentare la spiaggia dello Sporting a discapito dell’unico pezzo di spiaggia libera dei cittadini di Vico, ovvero il Pezzolo. 

Lui mi mostra delle foto, nelle quali si fanno passare le piane scogliose di sotto il vescovado, per intenderci gli scogli che separano lo Sporting dal Pezzolo, per questa antica scogliera, scogli che sono molto più lontani dalla Chiana, inoltre mi mostra una cartografia, ma chiamarla cosi è nobilitarla, degli anni ottanta fatta dall’allora geometra Ercolano, nella quale alcuni cerchietti posti tra la Chiana e la spiaggia sono fatti passare per “Antica scogliera”. Ragion per cui il Comune, nella figura del capufficio Catello Arpino, chiede alla Città metropolitana che non voleva eseguire i lavori, la immediata posa in opera degli scogli prima della apertura della stagione balneare. 

Le domande che VAS si pone sono queste: 

se l’area è sotto la giurisdizione comunale chi ha fatto gli studi di fattibilità dichiarando il falso, perché in quel posto non è mai esistita una scogliera e le foto esibite, pessime per altro, appiattendo la prospettiva fanno vedere scogli che stanno molto più indietro facendoli passare per un’opera che non c’è mai stata? 

La Soprintendenza non avrebbe dovuto rilasciare pareri e se li ha rilasciati perché, visto che quel luogo è un toponimo storico della costa? 

E, la domanda più importante: dove sono se ci sono e chi le ha fatte le valutazioni ambientali marine quando si costruisce una scogliera? Le scogliere frangiflutti “tradizionali”, secondo molti, sono un sistema anti erosione ormai superato e persino controproducente, per alcuni aspetti.
Inoltre  esiste una valutazione di VIA, cioè di impatto ambientale? Se c'è dov'è e chi l'ha redatta?
 E' stato fatto un piano particolareggiato della spiaggia e uno studio degli effetti delle correnti?

Per ammissione stessa dell’ingegnere Di Iorio, la scogliera soffolta davanti allo Sporting sarebbe stata   progettata male, ma lo è stata per mero errore? 

Avrebbe dovuto difendere lo spuntone di roccia sul quale è costruita la nostra Cattedrale, ma alla fine ha fatto crescere solo una spiaggia una volta pubblica e ora di proprietà di un albergatore, è un caso? 

E come mai il sindaco non sapeva niente?  

Ora buona parte del Pezzolo è stato dato in concessione ad un altro”imprenditore” locale e allora VAS, che pensa male, ma si sa che a pensar male ci si azzecca sempre, si chiede: ma non è che gli scogli posti davanti alla vecchia Chiana e che hanno cancellato il suo “tappeto”, servano a far aumentare lo spazio per  le attività chiamiamole turistiche? 

VAS  allora denuncia un uso improprio e una violenta aggressione al “genius loci” della spiaggia del Pezzolo, un luogo dove era ancora possibile ritrovare lo Spirito di Natura di una piccola spiaggia sorrentina, dove per altro sono le vestigia di un – questo si antico- insediamento romano. Perché continuare a deturpare angoli di questa città?  VAS chiederà un accesso agli atti su tutta la vicenda sia al Comune che alla Città metropolitana e chiede al comune di ristabilire lo stato dei luoghi. 

Franco Cuomo VAS- VERDE AMBIENTE E SOCIETA'



sabato 2 marzo 2019

Devastazioni su una Montagna che rappresenta la quintessenza di quanto sta accadendo in Costiera Sorrentina.







Altra devastante mattanza di alberi a Faito sulla Cresta tra la piazza della funivia e la Pensione dei Fiori di proprietà credo della famiglia Somma, ma va accertato: un centinaio di alberi tagliati a un metro da terra e altri ancora, segnati, pronti per essere segati per poter svolgere attività di parapendio mentre un grosso fusto sarebbe stato tagliato perché avrebbe impedito la ricezione ad un'antenna di Canale 5: Appare chiaro ormai a tutti che l'Ente Parco è un ente fittizio e che la sua funzione è solo quella di far vedere che si vuole in qualche modo tutelare tutta l'area della montagna, ma che poi vengono rilasciate autorizzazione e concessioni, anche se non dall'ente in questione direttamente, per attività lucrative , che vanno nella direzione opposta.  Insomma le tre scimmiette io non vedo, io non sento, io non parlo. Lo ripeterò fino alla noia: se Faito è un Parco naturale e una zona protetta , non si possono consentire questi atti arbitrari e selvaggi che collidono con l'ipotetica ( perché non c'è mai stata) gestione degli ecosistemi. Attività lucrative legate al turismo non viaggiano insieme alla tutela del territorio. 

Chi sono i mandanti di questa altra operazione? Il Comune ha rilasciato autorizzazioni? Chi sono questi imprenditori? Alcuni residenti avevano già segnalato la vicenda. La pista affari/camorra/ turismo, soprattutto a monte Faito potrebbe configurarsi sempre più evidente, ma i molti preferiscono tacere, basterebbe fare uno screening dei cosiddetti imprenditori, basterebbe valutare le modalità con le quali questi soggetti pongono in essere queste  operazioni e come poi vengono portate a termine. Eppoi: ma i Comuni che ruolo hanno in tutto questo? E perché i carabinieri intervengono sempre dopo? E tuttele associazioni che dicono di amare il Faito? La Pro Faito, la Pro Natura,l'AVF? Com'è che si svegliano sempre dopo dalla loro letargia? E gli incontri che  dicunt, si farebbero  col nostro  onnipresente assessore ? Ecco tutti questi interrogativi avrebbero bisogno di risposte.  

Ma vi pare che se si segano cento e più alberi sul Monte Faito dove se fai uno starnuto si sente a un chilometro, vuoi che non si sentivano le motoseghe e i camion per portare via la legna?   Sono saliti camion e motoseghe ma nessuno ha visto e sentito niente? I carabinieri forestali neanche s parlarne  E non giriamoci intorno: abbiamo il coraggio di scrivere e di dire che questi Enti Parco in Italia servono a coprire ben altro che non a tutelare e proteggere l’ambiente. 

Appare sempre più chiaro a chi scrive- e non smetterò ma di denunciarlo- che difesa dell’ambiente e attività lucrative turistiche, sono cose molto diverse. Che se una zona è definita parco naturale, verso di essa e su di essa gravano vincoli molto stretti, non vi si potrebbe gettare neanche una cicca e in alcune zone non vi si potrebbe neanche passeggiare. 

Ma, se come si capisce da quello che sta succedendo su questa montagna, la tutela dell’ambiente sembra essere l’ultima cosa, per come l’ambiente stesso è abbandonato all’incuria  , si capisce bene anche  che un organismo come l’Ente Parco  è un carrozzone che serve a giustificare e sostenere altre operazioni. La difesa dell’ambiente oggi qui, non è una romantica scelta sentimentale verso la natura, ma un dovere morale e civile e si configura sempre di più come una battaglia per il rispetto della legalità e una lotta alle attività poco   chiare. VAS produrrà l'ennesima segnalazione al ministro dell'Ambiente e si impegna a fare informazione sul territorio laddove i mezzi di informazione tacciono su quanto sta accadendo.

Franco Cuomo VAS- VERDE AMBIENTE E SOCIETA'