venerdì 26 ottobre 2012

Quando gli editori sapevano fare il loro mestiere






Una casa editrice prestigiosa allora, amministrata da un grande editore. Oggi conserva solo il nome ma la politica editoriale non è più la stessa soprattutto da quando la casa editrice è stata assorbita dal gruppo editoriale di Silvio Berlusconi. Due collane che hanno pubblicato il meglio della cultura contemporanea: il Nuovo Politecnico e Gli Struzzi. Questi tre titoli rappresentano un campione di ciò che rischiosamente un editore pubblicava allora (1977) : Max Horkheimer , la sua prima opera originale, che anticipa alcuni tratti essenziali dell'opera matura, primo tra tutti l'intreccio profondo di motivi schopenhaueriani e marxiani . Crepuscolo è una raffinata raccolta di scritti non destinati alla pubblicazione che il già noto autore della Dialettica Dell' Illuminismo scritta col sodale Th. Adorno, pubblicò a sue spese a Zurigo nel 1934.
Michel Foucault , che in quegli anni si affermava come maître a penseur, con questo discorso/lezione letto al College de France nel 1970, che con questo scritto si prefiggeva di analizzare le varie forme in cui in ogni società la produzione del discorso è al tempo stesso controllata e selezionata in modo da scongiurarne il potere e i pericoli, in una parola, di padroneggiarla. Un libretto profetico se si pensa alla fine che abbiamo fatto tutti oggi.
 È infine Roland Barthes: una raffinatissima nota sulla fotografia, riflessioni e appunti , considerazioni e digressioni, scritta pochi mesi prima della sua morte. Uno scavo autobiografico obiettivo che evidenzia un percorso proustiano nel quale la fotografia è linguaggio critico e linguaggio espressivo. Oggi questi libri forse si trovano ancora nelle due collane ma come è diverso il clima che permetteva ad un editore di pubblicare tre testi difficili come questi . Se osservo il panorama editoriale nazionale contemporaneo non posso non notare la scomparsa dell'editore quale produttore di cultura.

mercoledì 24 ottobre 2012

“Just What is it That Makes today’s Homes So Different, So Appealing?” (Che cos'è che rende le case di oggi così diverse, così attraenti?) Richard Hamilton, 1956


“Just What is it That Makes today’s Homes So Different, So Appealing?” (Che cos'è che rende le case di oggi così diverse, così attraenti?) Richard Hamilton, 1956

Questo è il celebre collage di Richard Hamilton che fu uno dei manifesti della mostra This Is Tomorrow , organizzata dall’Indipendent Group nel 1956 alla Whitechapel Gallery di Londra, esercitava la sua corrosiva ironia sui motivi della casa e della domesticità.E su molteplici livelli. Il disegno dell’interior, nel collage, è realizzato a split level ( piani sfalsati), come si imparò a dire anche da noi in quegli anni, e ha un’impronta volutamente moderna. I piani di calpestio, sfalsati tra loro, sono raccordati da pochi gradini coperti da una pretenziosa quanto anonima guida, e tutto l’ambiente è marcato come <<accogliente>> da un soffitto rivestito con carta da parati a effetto cielo, da un divano-letto, da un tappeto maculato a effetto pelle di leopardo, da una lampada orientabile in stile razionalista. Mancano invece specchi, o comunque superfici riflettenti. Si tratta di una living room, o più probabilmente di una bed sitting room, cioè di una camera ammobiliata occupata da un solo inquilino. Il quale sarà forse proprio il Mr.Muscolo che si vede avanzare con slip al centro dell’ambiente, in scala superiore a quella degli oggetti che lo circondano e quasi lo assediano e tra questi una donna nuda che offre il suo seno ma che è un oggetto tra gli oggetti; leggermente fuori proporzione cioè, quasi a sottolineare ulteriormente il carattere costrittivo di questo spazio, pienamente accreditato come living space, ma anche fastidiosamente e claustrofobicamente ingombro.I bicipito forzuti bene in vista, ma il piede e la gamba piegati in un molle incedere di danza, questo Robinson in versione pop che Hamilton ci regala, ha radunato nella propria tana tutti gli indispensabili e rassicuranti amuleti, sicchè avanza soddisfatto in un movimento un po’ effeminato, a contrasto con il poderoso impianto della sua figura, quasi a insinuare un’ostentazione di omosessualità, timida però e sorpresa di se stessa, come denotano gli occhi sfacciatamente e interrogativamente puntati sullo spettatore esterno alla scena ( cioè noi n.d.r.). Ma il tratto di maggior provocazione sessuale della composizione è dato dal gigantesco lecca lecca (<<lollipop>>), ancora nella sua confezione che il giovane impugna saldamente nella mano destra, mantenendolo all’altezza dei genitali che ne risultano perciò coperti. La scritta POP in chiaro sul fondo rosso della carta, risalta così proprio al centro della composizione, suggerendo la possibilità di una improvvisa erezione, che di certo, si fa capire, sarebbe abbastanza poderosa da far scattare in avanti e in alto – “pop up” – quella specie di racchetta da tennis, e contemporaneamente indicando a chiare lettere il titolo e tema del collage nel suo insieme, che è appunto il POP inteso come stile di vita, iscritto anzi applicato sull’immagine, come un’ulteriore sua etichetta, che ne ripeta e concentri il significato, raddoppiandolo sin sul piano delle valenze grafiche e alfabetiche.

lunedì 22 ottobre 2012

THE GLAMOUR OF 60'S: ovvero la "verità" nella mia pittura.


Marisa  Berenson  acrilico su tela 60x100
Una rivisitazione dei volti che segnarono il glamour tra la fine dei '60 e l'inizio dei settanta. Il progetto di un un pannello di otto tele 160x 240, ma le tele possono anche essere disposte singolarmente. Acrilici e inchiostro tipografico.
“ La pittura deve strappare la figura al figurativo”[1], la pittura antica secondo Deleuze che a sua volta cita  Francis Bacon, non avrebbe con la figurazione o l’illustrazione lo stesso rapporto della pittura moderna. Ma l’illustrazione o la fotografia che rapporto hanno oggi con la pittura? E con la mia pittura? Il confronto più immediato è certamente con la poetica di Warhol, in essa la riproduzione meccanica dell’opera  è puro pretesto perché, su ogni tela c’è un intervento manuale che nonostante le molte copie, rende unica ogni tela. I miei lavori partono da lì, per anni sono stato ossessionato dalla pittura di Warhol e dalle sue campiture dense. Mi dicevano : “ Ma che fai? Già l’ha fatto Warhol!” e io rispondevo “ magari i miei lavori fossero come i suoi. Non c’è niente di più banale e falso che immaginare che la pittura di Warhol sia facilmente imitabile: perché il rapporto che esiste tra le riproduzioni di immagini dei suoli lavori che si vedono dovunque e la sua pittura è esattamente quello che diceva Deleuze all’inizio citando Bacon: la pittura strappa la figura al figurativo. Così ma i miei lavori, nel tempo hanno cercato un’autonomia e questa autonomia l’anno trovata  nell’enfasi, ovvero, nello spazio di una rappresentazione esagerata, enfatizzata appunto, o nella esagerazione cromatica o nella dimensione, cercando di allontanarsi dalla fotografia da cui di solito originariamente parto. Attraverso le molte app messe a disposizione oggi dalla rete tutti credono in un certo modo di rifare il verso a Warhol, ma appunto, rifanno solo il verso: nessuna app ci darà mai una tela e nessuna app permettera l’unicità di un’immagine come prodotto unico anche se partita da un oggetto seriale . Una inedita zona di reattività si evidenzia attraverso una serie di passaggi a catena: l’oggetto diventa immagine, ma l’immagine a sua volta è guardata come oggetto. Bisognerebbe forse smetterla di accostarsi alla pittura contemporanea come ad  un meta discorso che deve sempre rimandare  a qualcosa d’altro. Relativamente a queste ultime otto tele ho voluto ripercorrere l’allure di un’epoca: diciamo che non mi interessa l’attualità, ma la contemporaneità come spazio concettuale collocato dopo il moderno. Otto modelle che hanno segnato un ‘epoca densa e magmatica . Così ho voluto rifare il volto di Twiggy, la modella ideale, l’epitome del look anni ’60 fotografata da Barry Lategan, con il taglio di capelli creato per lei da Vidal Sasson e poi Jean Shrimpton, mitica gamberetto e Donayle Luna e Benedetta Barzini e Penelope Three finendo con la eterea Marisa Berenson dei primi anni ‘70. La solidità delle foto, tutte di fotografi importantissimi, mi permette di poterle trattare, rimaneggiare, ritoccarne il colore, l’esposizione e l’intensità cromatica successivamente riporto su tela di grande formato e poi le campiture con pennellate grezze che spesso debordano dall’area che ho voluto colorare come omaggio/citazione a Warhol, ma anche alla pittura pittura. Oggetto reale della mia pittura: campiture ampie, la figura, ciò che essa evoca o vuole evocare , colori primari, il contorno delle figure che è come una membrana attraversata da un doppio scambio. Qualcosa passa, sia in un senso che nell’altro. Se la mia pittura non vuole avere nulla da narrare, nessuna storia da raccontare, propone comunque qualcosa che ne definisce il funzionamento: questo qualcosa è la seduzione che le immagini iconiche enfatizzate vogliono esercitare sul soggetto che guarda.
Franco Cuomo, ottobre 2012




[1] Gilles Deleuze, Francis Bacon, Logica della sensazione, Quodlibt, 2004,p.29 

domenica 21 ottobre 2012

L'ambientalismo in costiera sorrentina e in Italia ovvero: la testimonianza di una sconfitta. Io sono un sopravvissuto.



L’interessantissimo post dell’ex consigliere comunale Pasquale Cardone: BOXLANDIA, ha fatto un quadro abbastanza lucido della situazione parcheggi interrati in costiera sorrentina.  Non mi sento di aggiungere nulla, tranne pochissime note e tutte molto amare circa la situazione politica che stiamo vivendo: una situazione che ci ha ridotti ad essere uno degli ultimi paesi europei per quanto riguarda politiche sociali ed ambientali. Monti – un uomo che ha detto che  “ non ha permesso che l’Italia venisse colonizzata dall’Europa”. L’ha però completamente asservita alle classi dominanti di questa, penalizzando e brutalizzando le classi più povere di questo paese  con un sadismo e un’indifferenza verso l’ex ceto medio, che ora è ceto povero, che non ha avuto pari nella storia di questi ultimi 20 anni. I  cosiddetti “Professori”, completamente dissociati dal reale e indifferenti alle sorti delle persone vere, non hanno fatto altro che continuare la stessa politica liberistica selvaggia voluta dal governo precedente, solo che a differenza di quello, con meno escort in evidenza ma con le stesse ruberie: le Regioni fanno ingrassare squali politici da sempre. E’ proprio il suo governo che ha penalizzato ferocemente pensionati e lavoratori dipendenti e quei pochi operai rimasti in Italia, è proprio il suo governo che ha distrutto la sanità e la scuola pubblica, ma è stato il pure suo governo che ha  permesso che fossero innalzati i parametri di valutazione dei campi elettromagnetici per esempio, con il decreto sviluppo, un decreto aberrante per le sorti ambientali, che permetterà le potentissime società di telefonia di sistemare i loro ripetitori un centri abitati, in aree prossime a parchi gioco e scuole e ospedali. E’proprio il suo governo che permetterà di praticare il silenzio assenzo in urbanistica, anche in aree sottoposte a vincoli e a tutela. Il governo Monti che, per salvare gli interessi della sua classe “ la classe agiata”, si abbatte come una pesante scure sui servizi sociali per i cittadini e sull’ambiente. Rispetto a queste scelte siamo considerati dal resto dell’Europa un paese da quarto mondo e veniamo anche multati, ma questo Monti, che ha detto di non pentirsi di quello che ha fatto fino ad ora, non lo dice e neanche i TG lo dicono. Ho voluto fare questa premessa necessaria, perché sento come ambientalista tutto il peso della sconfitta e trovo anche poco incisive la manifestazione di “opposizione” che si organizzano in risposta a queste misure. A Sorrento– la notizia è di ieri – il TAR Campania( sic!) ha dato torto al comune di Sorrento che si era opposto all’antenna di telefonia selvaggia e si era costituito contro la potente società Ericsson .Il TAR, adeguandosi alle normative governative, ha considerato invece le antenne opere di urbanizzazione primaria, come le fogne e le strade con la differenza che, per le prime, magari si può pure chiudere un occhio se scaricano a mare i loro liquami e le seconde possono essere dissestate e piene di buche.  A Sant’Agnello la  notizia di un nuovo parcheggio di circa 4000 mq, nonostante le proteste e le levate di scudi da più parti sull'abuso che si è fatto dei parcheggi interrati in costiera sorrentina. Ebbene tutto questo è possibile perché il governo centrale del paese è quello che ho appena descritto, mentre le potentissime lobby di avvocati e imprenditori anche malavitosi, supportate da amministratori locali continuano a saccheggiare il territorio. Ho fidato fino a ieri, nell’intervento della Procura,  circa il controllo e la verifica di tutti i parcheggi interrati “irregolari” presenti  nei comuni della penisola sorrentina, cioè quasi tutti, ma oggi  il mio pessimismo mi prende di più perché, dopo la richiesta della Procura fatta ai comuni di preparare tutte le autorizzazioni e i permessi a costruire, quegli atti, preparati dagli stessi comuni per forza, giacciono ancora presso i palazzi municipali. Dunque, prendo atto di una sconfitta storica dell’ambientalismo in Italia e i costiera sorrentina: non ci sopporta più nessuno e la gente ne vuole sempre di più, perché è la gente comune che da forza a questi amministratori. Questo è il risultato di politiche che hanno fiaccato e smemorizzato i cittadini sul loro ruolo e sulle loro capacità di incidere sulle cose e sulla realtà. Guardavo qualche settimana fa una trasmissione televisiva che illustrava le pratiche di buona amministrazione della municipalità di Amsterdam circa i servizi sociali predisposti a giovani, a disabili ad anziani, e al recupero e alla tutela dell’ambiente nell’area immediatamente urbanizzata della città e confrontavo quelle notizie con quello che abbiamo noi. Ho riflettuto sull’eleganza e la delicatezza di quegli amministratori in camicia sbracciata, senza arroganza, educati e disponibili e la sensibilità della gente intervistata per la quale quelle pratiche non rappresentavano  lo straordinario, ma l’ordinario di ogni buona amministrazione. Ecco! Io riconosco che l’ambientalismo in Italia è stato sconfitto pesantemente per mancanza di cultura e sensibilità , che invece hanno quelle persone, nonostante ci fregiamo di avere professori universitari al governo, e che pena pure l’Università: non credo più da tempo nei cosiddetti partiti di centro sinistra e a loro attribuisco le responsabilità più gravi circa la perdita di memoria di un intero paese. Come V.A.S. in costiera sorrentina denuncio la grave situazione circa la colata di cemento, l’inquinamento elettromagnetico, il mare inquinato, la scomparsa del  del verde agricolo che un tempo faceva ricca la costa, e la carenza di servizi pubblici siano essi sanitari, scolastici, e di trasporto le infiltrazioni camorristiche. Non ho più fiducia nelle istituzioni e diffido da quelle manifestazioni organizzate da queste amministrazioni  che hanno come oggetto l’ambiente: c’è sempre chi cercherà di fare l’affare . Questo è “un paese senza” come scrisse Alberto Arbasino nel 1980 nel quale criminalità organizzata e politica hanno coinciso spesso e ancora coincidono e si autocelebrano attraverso una politica spettacolo, che passa attraverso la televisione. Chi non accetta tutto questo non ha nessuna possibilità di esistere, infatti gli ambientalisti oggi in Italia  sono dei sopravvissuti. Non ho speranza alcuna di cambiamento e dunque sono il testimone di una sconfitta.

Franco Cuomo VAS –Vico Equense 

giovedì 18 ottobre 2012

La risposta dell'avvocato Giuseppe Dilengite


A seguito di una mia domanda sul perché nessuno ha mai tenuto conto di un Regolamento sulla installazione delle antenne di radio base di telefonia mobile esistente dal 1999 con delibera di Consiglio Comunale n.46 del 1999 che istituiva un preciso controllo dei campi elettromagnetici e con l’ art. 7 vietava la sistemazione delle stesse nelle aree densamente popolate e sportive e scolastiche , mi ha risposto solo il Consigliere Comunale avvocato Giuseppe Dilengite. Lo ringrazio formalmente e pubblicamente a nome  dell’Associazione, per aver risposto e , in questo modo, fornito anche un parere tecnico sull’argomento, che i VAS sostengono da sempre, ovvero: la validità di quel Regolamento e l’illegittimità della sua mancata applicazione. Riporto qui di seguito la risposta dell’avvocato Dilengite pubblicata anche su FB: “Franco !,Ti confermo la mia opinione , secondo me hai ragione! Ogni atto amministrativo prima di essere disatteso deve essere motivatamente revocato , annullato o modificato . Anche il sopravvenire di una normativa diversa rispetto a quella del tempo in cui fu approvata la delibera in questione non giustifica , sic et simpliciter , la disapplicazione dell'atto amministrativo senza una specifica motivazione sul punto.
Tutti quelli che non hanno risposto e preferiscono tacere sull’argomento, lo sottolineo, si stanno prestando alle “interpretazioni”  del Sindaco Gennaro Cinque, dei suoi funzionari e della sua Giunta e ne stanno avallando la politica del “prender tempo” o di “ menar il can per l’aia”, mentre le stazioni di radio base di telefonia mobile si trovano già nei posti che Lui e gli enti gestori hanno ritenuto conveniente sistemare. Ringrazio ancora una volta l’avvocato Giuseppe Dilengite, per la schiettezza e la chiarezza.

Franco Cuomo – Coordinatore del Circolo V.A.S. AEQUA
Vico Equense



venerdì 5 ottobre 2012

Sulle antenne e sul Regolamento una domanda alla quale nessuno ancora ha dato una risposta









V.A.S. chiedono:
 al Sindaco Gennaro Cinque, ai Funzionari Comunali, ai Consiglieri Comunali della maggioranza, ai Consiglieri Comunali della minoranza di rispondere a questa semplice ma fondamentale domanda.
Questa Delibera n. 46 del 30 giugno 1999, della quale qui si mostrano alcune parti in foto, e che mostra che il Comune di Vico Equense, anticipando di molto i tempi, si era già dotato di un Regolamento per il controllo dei CEM ( campi elettromagnetici) prodotti da antenne di telefonia mobile, non è stata mai, per quanto a nostra conoscenza, né modificata, né annullata , ma soprattutto non è stata mai rispettata, specialmente per quanto concerne un articolo molto rilevante per tutte le questioni sollevate dai cittadini, dalle Associazioni, e dai Comitati organizzati, l’articolo 7 che riportiamo testualmente: “ Art.7. E’ vietata l’installazione di impianti di cui all’art.1 del presente regolamento su edifici adibiti ad ospedali, scuole, asili nido, case di cura e di riposo e all’interno di parchi gioco e di aree destinate ad attività sportive, nonché, nelle loro prossimità, a distanze inferiori a m.50 calcolati tra il perimetro esterno di tali strutture e la base del manufatto che supporta l’impianto.”
Ci sarà qualcuno in grado di risponderci o di fornirci spiegazioni circa il fatto che essa non è mai stata né citata, né mai  menzionata in tutte le autorizzazioni rilasciate dai funzionari preposti e firmate dal Sindaco Gennaro Cinque? E’ una domanda che lo scrivente gli ha rivolto direttamente in pieno Consiglio Comunale ma alla quale né lui, né altri hanno risposto.
Franco Cuomo – V.A.S. Vico Equense

CONSIGLIO COMUNALE DEL 3.10.2012 A VICO EQUENSE: MENZOGNE PLATEALI DEL SINDACO CINQUE E OPPOSIZIONE INESISTENTE.




Consiglio Comunale sulle antenne di telefonia mobile. Bugie pesanti e falsità in pubblico da parte della maggioranza. E' il pubblico a condurre l'opposizione dura mentre la minoranza si barcamena tra cavilli, citazioni latine e imbarazzanti contraddizioni. dal canto suo  un sindaco insofferente, Gennaro Cinque, che non spiega
 - o lo fa a modo suo- perché ha sistemato le antenne in centri abitati( Vico) o nel bel mezzo di un capo sportivo, a Massaquano. Il Consigliere Aiello, della maggioranza, chiede alla minoranza il perché In Movimento per Vico nella delibera 71 votò per l'installazione a Massaquano ( richiesta legittimissima, me lo chiedo pure io) e perché, con una pausa del Consiglio e con un accordo tra capigruppo, si sono perse 2 ore per accontentare ( lui dice tutti, in realtà solo maggioranza e minoranza ) la popolazione, che rimane ancora pesantemente esposta ai campi elettromagnetici soprattutto i bambini. Insomma un Consiglio Comunale deja vu con una vivace opposizione tra il pubblico: art. 32, comitato di Massaquano , VAS, un pubblico più volte zittito dal Presidente del consiglio, mentre la minoranza arrancava tra silenzi e ammissioni di errori. Le antenne resteranno ancora dove sono ma la maggioranza e il sindaco vogliono la complicità di tutto il consiglio ( maggioranza e minoranza) per trovare soluzioni che di fatto sono state prese prima con l'abuso e l'arroganza facendo solo gli interessi degli enti gestori. I comitati organizzati e le associazioni daranno battaglia .



Franco Cuomo