“Just What is it That Makes today’s Homes So Different, So Appealing?” (Che cos'è che rende le case di oggi così diverse, così attraenti?) Richard Hamilton, 1956
Questo è il celebre
collage di Richard Hamilton che fu uno dei manifesti della mostra This Is Tomorrow , organizzata dall’Indipendent
Group nel 1956 alla Whitechapel Gallery di Londra, esercitava la sua corrosiva
ironia sui motivi della casa e della domesticità.E su molteplici livelli. Il disegno
dell’interior, nel collage, è realizzato a split level ( piani sfalsati), come
si imparò a dire anche da noi in quegli anni, e ha un’impronta volutamente
moderna. I piani di calpestio, sfalsati tra loro, sono raccordati da pochi
gradini coperti da una pretenziosa quanto anonima guida, e tutto l’ambiente è
marcato come <<accogliente>> da un soffitto rivestito con carta da
parati a effetto cielo, da un divano-letto, da un tappeto maculato a effetto
pelle di leopardo, da una lampada orientabile in stile razionalista. Mancano invece
specchi, o comunque superfici riflettenti. Si tratta di una living room, o più
probabilmente di una bed sitting room, cioè di una camera ammobiliata occupata
da un solo inquilino. Il quale sarà forse proprio il Mr.Muscolo che si vede
avanzare con slip al centro dell’ambiente, in scala superiore a quella degli
oggetti che lo circondano e quasi lo assediano e tra questi una donna nuda che
offre il suo seno ma che è un oggetto tra gli oggetti; leggermente fuori proporzione
cioè, quasi a sottolineare ulteriormente il carattere costrittivo di questo
spazio, pienamente accreditato come living space, ma anche fastidiosamente e claustrofobicamente
ingombro.I bicipito forzuti bene in vista, ma il piede e la gamba piegati in un
molle incedere di danza, questo Robinson in versione pop che Hamilton ci
regala, ha radunato nella propria tana tutti gli indispensabili e rassicuranti
amuleti, sicchè avanza soddisfatto in un movimento un po’ effeminato, a
contrasto con il poderoso impianto della sua figura, quasi a insinuare un’ostentazione
di omosessualità, timida però e sorpresa di se stessa, come denotano gli occhi
sfacciatamente e interrogativamente puntati sullo spettatore esterno alla scena
( cioè noi n.d.r.). Ma il tratto di
maggior provocazione sessuale della composizione è dato dal gigantesco lecca lecca
(<<lollipop>>), ancora nella sua confezione che il giovane impugna
saldamente nella mano destra, mantenendolo all’altezza dei genitali che ne
risultano perciò coperti. La scritta POP in chiaro sul fondo rosso della carta,
risalta così proprio al centro della composizione, suggerendo la possibilità di
una improvvisa erezione, che di certo, si fa capire, sarebbe abbastanza poderosa
da far scattare in avanti e in alto – “pop up” – quella specie di racchetta da
tennis, e contemporaneamente indicando a chiare lettere il titolo e tema del
collage nel suo insieme, che è appunto il POP inteso come stile di vita,
iscritto anzi applicato sull’immagine, come un’ulteriore sua etichetta, che ne
ripeta e concentri il significato, raddoppiandolo sin sul piano delle valenze
grafiche e alfabetiche.
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