sabato 31 gennaio 2015

La rivincita democristiana e la disfatta dei comunisti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella


I cattolici hanno stravinto in questo paese grazie al partito democratico. Un greve conformismo centrista che ha riabilitato in toto la Democrazia Cristiana di un tempo, la sua cultura, i suoi uomini. Sparisce, da un partito che si definisce di sinistra - ma che è invece strutturalmente di centro- ogni segno di cultura comunista e di tradizione marxista. Una strana metamorfosi che dal vecchio PCI ha veicolato la trasformazione, come un serpente che muta la sua pelle, nel PDS, poi nei DS, poi nel PD dove l'anima morotea democristiana è venuta fuori con tutto il suo manifesto moralismo e con il peggiore strumentalismo che qualsiasi politica possa mai aver messo in campo. Gioiscono e si commuovono tutti i vecchi democristiani, a partire dalla Bindi, ma anche Renzi e la sua corte che non è mai stata comunista e la Boschi che- pubblicamente- ha dichiarato di preferire Fanfani a Berlinguer anche se non ha mai conosciuto nessuno dei due.
L’ascesa di Sergio Mattarella al Quirinale ci ridarà un quaresimalista dello stampo di Oscar Luigi Scalfaro. Anche Mattarella è pio, schivo, poco incline al sorriso. Sul Colle lo vogliono i democristiani del Pd. In prima linea, Rosy Bindi che con lui, negli anni di Tangentopoli, liquidò con un amen una democrazia cristiana divenuta troppo ingombrante ma non cessando mai di esserlo.
Questa fragranza di candele accese da chiesa e di crisantemi inquadra perfettamente la tradizione culturale di Sergio Mattarella. L’origine è quella  dei «basisti», variante della Dc di sinistra (l’altra era morotea), nella mia città si chiamarono “fiorini” dal nome della lista Fiore dove confluirono in molti allora giovani democristiani. Il più noto “basista” del tempo è l’irpino, Ciriaco De Mita. L’anima della stirpe fu però lombarda. Capostipite era il sen. bresciano Salvi, ormai defunto. Costui indossava il cilicio, era cupo ed ebbe il soprannome di «2 novembre». Salvi clonò un gruppo di identici a lui: l’on. Padula, detto «bonjour tristesse», il sen. Martinazzoli noto come «cipresso», l’on. Gitti, soprannominato «cripta», nomi affibiati loro dagli stessi amici di partito. Di tutti si è persa la memoria. Tutto questo è nel DNA del 73enne Mattarella, reperto di un mondo scomparso e tutto questo ha preso il sopravvento in un partito che ha definitivamente disintegrato ogni minima tradizione comunista.
Va detto a “onore” di Mattarella di avere capito quasi per tempo che la politica del Duemila non era più per lui. Nel 2008 se ne andò dal Parlamento per usura, essendoci entrato nel 1983. Durante le sette legislature fu prima DC, poi Margherita, infine PD, che è la stessa cosa.
È stato più volte ministro – nei governi Goria, De Mita e Andreotti alla fine degli anni ’80 – e addirittura vicepresidente del Consiglio con il D’Alema I (1998-1999). Il suo maggiore exploit fu l’invenzione del Mattarellum, dal suo nome latinizzato per burla dall’indignato politologo Giovanni Sartori.
Lasciato il Parlamento, Mattarella dimostrò di non essere il tipo che resta appiedato senza una poltrona. Entrò subito nel CPGA, il Csm dei giudici amministrativi, incarico di nicchia, come si usa dire, ma discretamente remunerato. Poi, puntò direttamente alla Corte Costituzionale che è la più bella poltrona che ci sia. Dura nove anni, più di ogni alta carica; sei rispettato come un Dio, pagato come un principe, intoccabile come un re, in un vorticare di auto blu, autisti, segretari e privilegi vari.
Il volo di “Sergiuzzo” – come lo chiamano i palermitani che stanno festeggiando - cominciò il giorno in cui Piersanti, suo fratello maggiore e presidente della Regione Sicilia, fu brutalmente assassinato dalla mafia nel 1980. Sergio, che aveva assistito impietrito all’omicidio, soccorse il fratello che morì tra le sue braccia in ospedale, un episodio terribile che ne ha segnato la vita. In quell’istante decise di raccogliere il testimone e continuare la tradizione politica cominciata col padre Bernardo, moroteo, più volte ministro nel dopoguerra, gran notabile che però riusci a convivere senza urti con la mafia. Contrariamente ai suoi figli  Piersanti che, ne fu ucciso e di Sergiuzzo che dell’antimafiosità ha fatto il suo vessillo corredandola di altre virtù: moralità politica, trasparenza, severità dei costumi, salda osservanza alla Chiesa.
Nel 1983 divenne deputato e l’anno dopo fu per tre anni il plenipotenziario demitiano in Sicilia. In questa veste, inventò la figura di Leoluca Orlando facendolo sindaco di Palermo. Ce l’avrà per sempre sulla coscienza. Leoluca era ancora un placido dc ma la promozione gli dette al cervello. Divenne un compulsivo antimafioso e il prototipo di chi su questo imbastisce la carriera, finendo per accusare di connivenza perfino Giovanni Falcone.
Nel ’95 ruppe con Rocco Buttiglione che, da segretario, voleva portare il Ppi nell’orbita del centrodestra e lo irrise come «el general golpista Roquito Buttillone» una mossa politica non da poco anche per l’insipienza di Rocco Buttiglione. Negli anni in cui Berlusconi governò, definì «indecenti» le sue leggi affermando che i «ministri vanno in Parlamento solo quando c’è da votare leggi a favore del premier», aveva ragione. Ebbe poi un travaso di bile il giorno in cui FI entrò nel PPE, sembrandogli sacrilego che lui della Margherita dovesse stare sotto lo stesso tetto. «È un incubo irrazionale», affermò, come se ci fossero incubi razionali. Brigò al punto che la sinistra dc uscì dal PPE per non infettarsi. Inutile dire che tanto livore non è il migliore lasciapassare per il Quirinale.
Per concludere, Mattarella è un moralista. Come spesso accade con costoro, anche lui è inciampato. Negli anni ’90, fu rinviato a giudizio per finanziamento illecito, accusato da un imprenditore siciliano di avere intascato 50 milioni di lire, più buoni benzina. Sergiuzzo giurò: «Il contributo non è mai esistito». Era falso. Messo alle strette, ammise la benzina, non i soldi. Se la cavò per il rotto della cuffia: l’imprenditore non fu creduto e i buoni, per un valore di tre milioni, furono giudicati veniali. E’ stato Assolto. Ma la bugia resta e per il Colle pesa ( Marco Travaglio?).

Dei comunisti nel PD, per la verità spariti già da tempo, invece non resta più nulla e il Partito Democratico oggi altro non è che la vecchia Democrazia Cristiana che come araba fenice è risorta dalle sue ceneri. Morale della favola: in un paese corrotto dall’assenza di moralità, il moralismo perbenista cattolico stravince , mentre la cultura comunista si è spostata in un altrove di cui si fa fatica a ritrovarne le tracce.

lunedì 26 gennaio 2015

Ho chiamato mio figlio Ernesto, per ricordare il CHE e ne sono fiero


Così, ancora una volta esprimere la propria opinione sulla classe politica che ci governa, parlo di quella del Partito Democratico, ma ormai i distinguo potrebbero anche essere aboliti,   scatena reazioni non molto razionali o ragionevoli anche tra persone che si è abituati a conoscere. Tralascio, l’”incidente”, e un po’ me ne dispiaccio, ma di certo non cambio opinione su chi tra CATTIVA COSCIENZA, MALAFEDE, DISONESTÀ INTELLETTUALE, IPOCRISIA, AVIDITA', DEMAGOGIA, pessima  RETORICA, OTTUSA E ARROGANTE CONSERVAZIONE DI PRIVILEGI, PROTERVA CONSERVAZIONE DEL POTERE FINE A SE STESSO, INTERESSE PERSONALE E FAMILIARE, CLIENTELISMO E VOTO DI SCAMBIO, continua a mentire e continua a conservare un o status quo che violentemente estromette i cittadini dalla democrazia, e ne ignora i bisogni e le istanze di giustizia sociale, per rincorrere un decisionismo becero quanto totalitario fingendo di voler ammodernare, ma soprattutto includo tra questi anche chi con patetiche quanto  insulse prese di posizione sostiene di voler cambiare continuando a mantenere in vita una macchina mostruosamente fasulla. Il Partito Democratico infatti è un partito artificiale sostenuto dagli apparati di governo, un partito senza iscritti, dove gli iscritti si comprano a chilo tra extracomunitari  o tra chi è disposto a farsi comprare,con primarie vergognose , con faide interne  personalistiche ,policefalo come l’Idra di lerna. Ho gioito per la vittoria di Syriza in Grecia, quale che sarà il suo futuro, ho gioito perché ho visto un uomo col pugno chiuso, un uomo che ha chiamato suo figlio Ernesto in ricordo del Che, che lo dice senza vergognarsene, come invece si vergognano tutti i democratici del mio paese per essere stati in passato comunisti, che combatte per la giustizia sociale e per la dignità delle persone. Anche questa potrebbe essere cattiva retorica, ma questa però stavolta non  viene più usata per difendere interessi di capitali o interessi di poltrona. E’ un uomo giovane che adopera e dà vigore a   parole dimenticate da noi - non come le nostre mezze calze che si impegnano per il benessere della banche ,delle borse e dei mercati ovvero i cosiddetti democratici .Mi auguro che Podemos in Spagna lo segua a ruota per dire basta ai dictat capitalistici e finanziari della Germania , della Merkel e della BCE e di politici cointeressati a questa danza macabra che impoverisce il mondo nell’ideologia che solo le borse siano la salvezza. Si abbia il coraggio di riparlare di nuovo di welfare, di controllo dei mercati, basta con questa storia di dare sempre più soldi agli imprenditori, i soldi diamoli agli ospedali, alla ricerca, alla scuola, alla tutela dell’ambiente! Si indica una conferenza mondiale sul debito e smettiamola di affamare il mondo, di esportare e sostenere conflitti sanguinari nelle zone del pianeta più ricche di materie prime con la scusa di esportare la “democrazia” che poi viene platealmente disattesa nello stesso occidente con legislazioni e colpi di mano che cambiano le costituzioni e estromettono i cittadini dalla sfera delle decisioni. La divisione capitale- lavoro suscita tanti conflitti, proprio a causa dell’estrema concentrazione della proprietà del capitale. Di fatto,in tutti i paesi, la disuguaglianza dei patrimoni – e dei redditi da capitale che ne derivano- è sempre molto più accentuata della disuguaglianza dei salari e dei redditi prodotti dal lavoro. Parliamo di questo! Parliamo della concentrazione della ricchezza sempre più in mano di pochissimi e dell’aumento della povertà anche nelle nostre società un tempo ritenute del benessere: fino a quanto potrà durare questo andazzo? E perché questi sedicenti uomini politici nostrani non affrontano questo argomento, ma preferisco giocare a Monopoli difendendo interessi finanziari smaccatamente di parte? Quello che sta facendo il Partito Democratico in Italia si inserisce nella logica di un controllo totale della popolazione sia attraverso leggi elettorali liberticide, sia attraverso operazioni pericolose per manomettere la Costituzione, sia attraverso il controllo su tutta l’informazione. Oggi questo sistema ha creato una poderosa macchina che ha come motore non più la produzione di merci, come era stato nel passato, ma un sistema finanziario che sta velocemente depredando il pianeta da tutti i punti di vista: economico, ambientale, sociale! Il denaro, che si accumula sempre più nella mani  di pochissimi, viene impiegato, investito, fatto circolare sui mercati all’unico scopo di produrre immediatamente una maggiore quantità di denaro, in un crescendo patologico che appare essere sempre più fuori controllo e nelle mani di pochissimi attori. Tutto questo mette a repentaglio tutto: diritti, libertà, democrazie, ambiente e la stessa economia: ma di questo si preferisce non parlare. Oggi in Grecia un uomo Alexis Tsipras, un quarantenne, un giovane ingegnere mette sul piatto di contrattazione con l’Unione Europea tutto questo. Comincia a parlare e proporre termini discorsivi e un linguaggio diverso o forse, semplicemente dimenticato o fatto cadere nel dimenticatoio da chi, dopo la caduta del muro di Berlino, ritenne che parlare di tutto questo significava parlare di “ regime comunista” e che bisognasse cambiar pagina, buttando “il bambino insieme all’acqua sporca”. L’aumento delle disuguaglianze impone una riflessione a tutti: “ la svalorizzazione del mondo umano cresce in rapporto diretto alla valorizzazione del denaro” se ciò avviene – come di fatto sta avvenendo perché ormai tutti sembrano tesi alla difesa di questa macchina fatta da banche e mercati, avremo una fragorosa deflagrazione di masse umane sempre più affamate e degli ecosistemi. Non mi sembra – con tutto quello che sta accadendo nel mondo – una considerazione fuori corso o fuori moda, ma questo sicuramente non lo sanno e non interessa saperlo Renzi, De luca, Civati, Cuperlo, Moretti, Bersani, e tutti quelli che continuano a sostenere questo stato di cose credendo di essere moderni laddove sono solamente proni ad una ideologia di devastante pericolosità .  .

DELLA SERIE: ITALIA SFASCIATA . COLLUSI



COLLUSI CON: LA CATTIVA COSCIENZA, LA MALAFEDE, LA DISONESTÀ INTELLETTUALE, L'IPOCRISIA, L'AVIDITA', LA DEMAGOGIA, LA RETORICA, L'OTTUSA E ARROGANTE CONSERVAZIONE DI PRIVILEGI, LA PROTERVA CONSERVAZIONE DEL POTERE FINE A SE STESSO, L'INTERESSE PERSONALE E FAMILIARE, IL CLIENTELISMO E IL VOTO DI SCAMBIO.
UNA SOLA ESPRESSIONE: PD

NE POTEVO INSERIRE MOLTI ALTRI ANCORA, MA NON 
CI ANDAVANO TUTTI, COMPRESO CHI DA ANCORA 
CREDITO E CREDIBILITA' A QUESTA GENTE.



venerdì 23 gennaio 2015

La modernizzazione italiana



Varrebbe la pena di spendere qualche parola su quanto sta succedendo al senato sull’Italicum ma credo che sia più  giusto parlare  di ciò che per me sembra essere il dato più è visibile e tragico nel paese: l'arretramento e /o la sconfitta del linguaggio della cultura e la stravincita di un linguaggio rozzo, mediocre, incolto dal punto di vista concettuale e formale. Quest'ultimo è quello parlato da Matteo Renzi, da Boschi, Bonafè, e da tutti/e quei damerini e quelle damine televisivi/e che si affannano a celebrare i fasti del nuovo "ragazzo d'oro" che questo paese 
ormai inabissato ha partorito, ma  includo anche quelli che pateticamente e mediocremente dicono di volersi opporre al “ ragazzo d’oro”: Civati, Cuperlo,Fassina che rilascia dichiarazioni solo dopo che la democrazia è stata sabotata, ma anche Bindi, Bersani, insomma tutta quell’area che si definisce incongruamente ma anche per incomprensibilmente di sinistra. Già, la sinistra! Ma che cosa significa più questo termine e chi o cosa dovrebbe rappresentare. Landini ha sentenziato in qualche circo televisivo: la sinistra è tale quando è sociale. Non basta Landini, non basta! La sinistra in passato parlava anche un linguaggio di sinistra e proponeva una cultura di sinistra: Pardòn, ho usato un termine fuori moda, passato. Il fatto grave è che questi piccoli mostri di insipienza linguistica fatta di refrain pubblicitari ripetuti con arrogante disinvoltura, hanno smantellato la natura stessa delle leggi e fatto a pezzi la democrazia nel nome del nuovo che avanza e nella progressione ottusa di un futuro acefalo dove ognuno sarà libero di esprimersi per frasi fatte. Ci sono, per la verità anche mostruosità ultra sessantenni che si trovano sempre sul carro dei vincitori, qualunque essi siano: Ferrara è il più vistoso di questi casi ma non è l’unico, mentre se uno fa il punto visivo ( cioè solo guardarli) sui nostri rappresentanti parlamentari non si può non essere presi da un orrore e chiedersi:” Gesù! Ma tu li vedi a questi?” Eppure questi stanno lì a fare a pezzi la costituzione, a partorire una legge elettorale che li inchioderà per sempre a quegli scranni. Tutto questo oggi, in Italia passa sotto il nome di modernizzazione.
Mi ricorda tanto un ciclo di lezioni che tenevo negli anni '80 alla facoltà di architettura che si chiamava appunto: Modernità, Modernismo, Modernizzazione, nelle quali spiegavo le differenze e le varianti di quei concetti che già allora venivano spessissimo abusati e usati a sproposito. Oggi dunque, un certo tipo di pragmatismo è detto modernizzazione.  Non voglio parlare della “modernizzazione” della politica, voglio invece invitare a riflettere sulla disintegrazione della cultura. Ascoltare due signore molto in la con gli anni, ma lucide e attente come Lidia Menapace e Amalia Signorelli argomentare con molta semplicità  di concetti quali democrazia e volontà popolare, di diritti e confrontare quel loro argomentare alle frasi fatte della damine o dei damerini di cui sopra, può dare il senso della catastrofe avvenuta. Lady like/Moretti è oggi ciò che resta dell'intelligenza femminile  italiana da esportare all'estero, come già prima lo erano state la Micaela Biancofiore: il messaggio che passa è: le donne devono essere come queste donne,  mentre il pensiero critico di questo sesso non è più rintracciabile neanche tra le ricucite e rifatte anchorwomen televisive della super decerebrata e celebrata La7. Ciò che resta di quel pensiero oggi  lo si può trovare ancora tra quelle le ultra ottantenni che hanno ancora la voglia di parlare nel deserto o tra rarissimi esempi che occupano ruoli di rilievo -ma assolutamente risibili per queste nuove virago della scena hot politic nostrana-  un esempio tra tanti potrebbe essere la professoressa Fabiola Gianotti che dirige il CERN di Ginevra. Per l'intelligenza maschile della classe politica attuale non riesco a scrivere più niente.  Ora mi chiedo: come è potuta accadere questa sconfitta dell'intelligenza critica e questa vistosa vittoria dell'insipienza, della mediocrità e della volgarità ? Lo ammetto: oggi quelle signore ultra ottantenni dignitose e colte e eleganti sono spesso intervistate e invitate come reperti di un mondo finito ( mi includo nel mondo di quelle signore), così come pure le rarissime apparizioni della professoressa Gianotti, come a  voler dire: le vedete queste signore, le sentite come parlano, ecco, queste sono il passato, il vecchio, noi siamo e dobbiamo andare oltre tutto questo, noi dobbiamo essere moderni . Queste donne semplicemente non sono modelli da presentare,  mentre gli uomini sono ancora peggio: la doppiezza e il vuoto di un Orfini  che si presenta con modi e maniere parrocchiali lasciano esterrefatti per l'ostentata sfacciataggine dell'una e dell'altro. Un'apoteosi di un linguaggio soporifero che ha già da tempo trascinato il paese all'interno di un pensiero unico e unidimensionale. Questa è al momento lo scenario dei protagonisti della politica italiana. A pelle si avverte: un vuoto di legalità, una manovra totalitaria e soprattutto il senso di impotenza di qualsiasi cittadino che oggi è consapevole di non poter far più nulla per tentare di controllare la propria vita. 

giovedì 8 gennaio 2015

Loro lo hanno fatto, ma noi l'abbiamo voluto?


QUALCOSA CHE MOLTI IN EUROPA E IN UN NON BEN DEFINITO OCCIDENTE  NON VOGLIONO SENTIRE ERA STATO SCRITTO A PROPOSITO DEL TERRORISMO DA UN FILOSOFO E SOCIOLOGO FRANCESE: JEAN BAUDRILLARD IN " LE STRATEGIE FATALI" NEL 1986 E POI RIPRESO IN " LO SPIRITO DEL TERRORISMO"
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<<… Siamo or­mai molto al di là dell’ideologia e del po­litico. Dell’energia che alimenta il terrore, nessuna ideologia, nessuna causa, neppure quella islamica, può rendere conto. È una cosa che non mira neppure più a trasformare il mondo, che mira (come le eresie nei tempi antichi) a radi­calizzarlo attraverso il sacrificio, mentre il sistema mira a realizzarlo con la forza. Il terrorismo, come i virus, è dapper­tutto. C’è una perfusione mondiale del terrorismo, che è come l’ombra portata di ogni sistema di dominio, pronto dap­pertutto a uscire dal sonno, come un agente doppio. Non si ha più linea di de­marcazione che permetta di circoscri­verlo, il terrorismo è nel cuore stesso della cultura che lo combatte, e la frattu­ra visibile (e l’odio) che oppone sul piano mondiale gli sfruttati e i sottosvilup­pati al mondo occidentale si congiunge segretamente alla frattura interna al si­stema dominante…>> (pag. 14-15)

Ecco, basterebbe una riflessione molto seria su questo brano per andare immediatamente ad azzerare le idiozie che si stanno ascoltando da più parti su giornali e televisioni con linguaggi poveri e culturalmente inesistenti : “il terrorismo è nel cuore stesso della cultura che lo combatte, e la frattu­ra visibile (e l’odio) che oppone sul piano mondiale gli sfruttati e i sottosvilup­pati al mondo occidentale si congiunge segretamente alla frattura interna al si­stema dominante” . Dunque bisognerebbe seriamente pensare alla gigantesca operazione che il capitalismo sta ponendo in essere: una dittatura economica che sta letteralmente azzerando ogni forma di pensiero critico o antagonistico, sta azzerando addirittura la capacità di produzione simbolica di un mondo altro da esso, incanalando questa  assenza negli oscuri budelli del terrore e creando una società nella quale ognuno è un possibile ostaggio di qualcun altro. Quello che le ottuse reazioni invece stanno costruendo con complicità aguzzine è questo stupido e fantomatico scontro di civiltà, come se il terrorismo non mietesse vittime in Asia , in Medio Oriente o in Australia, ovvero in tutto il mondo. Questa dittatura economica del capitale ha fatto sparire dai costume e dalle coscienze  l’idea stessa di libertà, altro che libertà di pensiero e di espressione debolmente blaterata da Hollande. La mondializzazione liberistica dei mercati sta per realizzarsi in forme esattamente opposte al vecchio pensiero liberale, di cui spesso si invoca il fantasma: Ciò a cui assistiamo oggi nelle nostre società che hanno germinato e covato la risposta terroristica è una mondializzazione poliziesca di un controllo totale, una sorta di terrorismo di sicurezza che si opporrebbe al terrorismo radicale e le nostre società si trovano avviluppate in vincoli e restrizioni equivalenti a quelli di una società fondamentalista. Sentire omuncoli nostrani ignoranti elevati a rango di politici, mi riferisco a gente come Salvini, per altro ogni sera in televisione ringraziato da pennivendoli al soldo che si spacciano per giornalisti, discettare di islam, Allah e difesa dei valori dell’occidente, sinceramente fa venire il voltastomaco, ugualmente sentire la Le Pen, una sorta di terrorismo involontario dell’informazione che non aiuta a sviluppare nessuna capacità critica. Ascoltare preoccupati cronisti che rispolverano le teorie altrettanto aberranti di Oriana Fallaci sull’Islam rattrista e deprime le ormai pochissime persone che si sforzano ancora di pensare con la loro testa. E allora io vado a cercare riferimenti  scomodi ma che devono necessariamente obbligare ad una riflessione seria. E’ la struttura stessa del capitalismo mondiale a produrre il terrorismo, fino a quando nessuno si renderà conto di questa verità, saremmo avviluppati in una rate di ragno senza via d’uscita, una rete nella quale rimarranno intrappolati questi stessi barbari operatori di stragi . Certo questi prima di sparare hanno gridato :” Allah akbar ( Dio è grande)”, nel cuore di Parigi, ma gridano la stessa cosa in Siria, nelle Filippine o in India, cioé posti che notoriamente non sono annoverabili – secondo il pregiudizio degli ottusi informatori mass mediatici- nella super eccelsa “civiltà occidentale”; è il grido di chi non ha più niente da perdere: Oggi noi ci troviamo imprigionati nell’unica risposta possibile alla quale ci obbliga il terrorismo: l’atto repressivo. L’atto repressivo finisce col percorrere la stessa spirale imprevedibile del terrore e nessuno di noi sa dove si fermerà e i rivolgimenti che ne possono seguire.  Nello scrivere questo pezzo non sto assolutamente giustificando gli assassini, come sono fermamente convinto che un giornale di satira ( ma non solo di satira) debba poter scrivere e pubblicare tutto, nello scrivere questo pezzo ho solo voluto invitare a una riflessione seria sulle strategie di potere e sulle logiche del grande capitalismo globale che, al momento, in questa fase epocale delle nostre esistenze è l’unico ad uscirne vincitore.

lunedì 5 gennaio 2015

2015




Puniamo gli assenteisti! Licenziamo tutti gli impiegati pubblici e tutti gli insegnanti fannulloni! Se l’Italia è precipitata in quello schifo che è, la colpa è soltanto la  loro. E’ un refrain vecchio come il cucco, molto usato ai tempi di Berlusconi e rilucidato a nuovo ai tempi di Renzi. Fa parte dello “stile italiano” post rottamazione, fa parte delle idiozie verbali di un primo ministro pinocchietto- burrattino- cartone animato, spaventosamente supponente, molto ignorante, molto arruffone, insomma, molto italiano. In questi giorni di freddo, di raffreddore, di feste finalmente finite, tra rapporti tempestosi con badanti arroganti e con amici pure, mi sono rintanato in casa a rileggere: Leopardi, Montaigne e una monografia sui Toltechi e le civiltà mesoamericane per sentirmi meglio, cose insomma da intellettuale del c….o, antipatico, vecchio e scostante. Un paese che fa i conti con la perdita del sé e con la smemoratezza, un paese distrutto socialmente e culturalmente dalla paccottiglia televisiva e giornalistica servita come informazione. Un paese di coscienze a pezzi, indifferenti alle catastrofi ambientali e a quelle storiche, indifferenti ai massacri di popolazioni in medio oriente, fatte passare per esportazione della democrazia, insomma un  paese infelice che crede di essere felice. Al momento non vedo vie d’uscita. Forse dovremmo tutti cominciare a riflettere che siamo immanenti e trascendenti al tempo stesso: atman, come dicono gli induisti, alito vitale di una realtà che ci rende parte del tutto senza gli inganni della morte e resurrezione o senza l'apologia di un monoteismo che vuole che da una parte ci sia Dio e dall'altra noi è tutto il resto. Se capissimo questo forse le vite di tutti cambierebbero e anche  il Pianeta. Forse aveva ragione Nietzsche che individuò nella Persia di Zoroastro o Zarathustra l'origine di una separazione manichea tra dio ( bene) e uomo- natura - cosmo ( il male). Al momento questo è il mio comunismo mistico o se volete comunitarismo, per tutto il resto rimango un marxista. Ieri sera a Salerno mentre guardavo le luminarie , una giovane donna con un’amica , più o meno 25 enne, mentre ammirava l'allestimento di Luci che simulava il planetario in piazza Flavio Gioia, diceva convinta ad una sua amica: " allora quello è il sole, poi viene Marte , poi la terra, poi Venere e il resto non me li ricordo ". L' ho guardata e le ho detto : " guardi signorina, l'ordine dei Pianeti è questo: quello piccolo, più vicino è  Mercurio poi viene Venere, poi quello azzurro siamo noi, la Terra, poi quello rosso è Marte, il più grande è Giove , poi Saturno con gli anelli, poi lontano Urano, Nettuno e il gelido e oscuro Plutone tutte le altre luci dovrebbero rappresentare la via lattea, ovvero, la nostra galassia". Le due ragazze mi hanno guardato come un po’ sorprese poi, quella che non conosceva l'ordine mi ha detto:" al liceo mi hanno imparato ( proprio così, imparato n.d.r.) un'altra cosa e poi mica è importante sapere queste cose", ho glissato sull' imparato .Se ne sono andate convinte di essere nel giusto. Oggi questa è la realtà della nostra contemporaneità : una totale dissociazione dal tutto e la ferma convinzione che siamo risolti nella nostra rumorosa estraneità dal tutto. Quella ragazza non ha nessuna colpa perché essa rappresenta lo status del delirio di onnipotenza che giornalmente ci viene propinato dai media, da una scuola che non esiste più se non nelle declaratorie didattiche penosamente pseudo pragmatiche e da una religione mal vissuta che ci ha deprivato della consapevolezza che noi siamo immanenti e trascendenti nello stesso momento, ovvero siamo noi il mondo e l'anima del mondo. E allora capisci che l'instupidimento generale ci sta portando verso la totale indifferenza della vita - quella autentica - non quella che ci viene imposta come tale. Le abitudini cresciute per epoche intere, e le costruzioni a una violenta rottura dei rapporti complessi purtroppo non si dissolvono in una notte. Le culture in cui il sospetto e il risentimento sono al potere, prosperano dovunque in modo intensivo contro chi si presenta soltanto un poco diverso da tutti gli altri. Fino a quando ciò accadrà , tutto quello che è stato superato resterà ancora capace di trovare compagnia ancora più di quando non accada ora. Perciò i soggetti grezzi continuano a cercare di disporre materie grezze, anche se entrambi, soggetti e materie grezze, si possono solo dare ormai all'interno di posizioni reazionarie, ovvero, delle posizione che dominano ora, attraverso linguaggi sciatti e concetti inesistenti. Oggi la reazione è un potere mondiale. Per opporsi a tutto ciò occorrerebbe un guerra cognitiva fatta di piani seri, con combattenti preparati, ma tutto questo purtroppo scarseggia e la meglio la stanno avendo loro, ovvero i reazionari. Come si può formulare un nuovo patto per un riscatto globale? Riscatto
dall'ignoranza  globale  come quella della ragazza , che ormai è generalizzata e diffusa, riscatto dalla stupidità del linguaggio e dei concetti, riscatto dall'idea manichea che dobbiamo essere salvati? Salvati da chi? Ecco! In domande come queste si manifesta l'impotenza che abbiamo tutti nel non saper o voler riconoscere che la tecnica ci ha resi potenti ma ci ha anche ingannati e instupiditi.  La filosofia occidentale è invecchiata non bisogna più né frequentarla, né praticarla. Ma detto questo, siamo al punto di partenza e allora io mi attrezzo come meglio posso tra riletture antiche e prossime battaglie perse. Buon Anno.