sabato 4 febbraio 2023

DA CIBELE A MONTEVERGINE STORIA DI UN MITO. CULTI ANATOLICI E LEGGENDE.

 





E' una statua di Cibele di 2.100 anni fa è stata ritrovata nel sito del castello di Kurul, nella provincia turca settentrionale di Ordu.
Cybele, è la dea madre anatolica, . La conservazione della forma originale della statua della dea madre fino ad oggi, altezza 110 centimetri, peso 200 kg è realizzata in marmo.
Il castello di Kurul di 2.300 anni risale all'età di Re Mitridate VI. Governò sul Pontus e sull'Armenia Minore nell'Anatolia settentrionale dal 120 a.C. circa al 63 a.C. È ricordato come uno dei più formidabili avversari della Repubblica romana, che costrinse a ben tre guerre, impegnando tre dei più grandi generali romani: Silla, Lucullo e Pompeo Magno. Si dice anche che fosse il sedicesimo discendente di Dario il Grande di Persia e l'ottavo da quando Mitridate I aveva abbandonato la Macedonia e aveva fondato il regno del Ponto. E' certo che genti anatoliche raggiunsero l'Italia in età pre romana, d'altra parte il mito di Enea e della fondazione di Roma, attesta proprio questo, e il culto di Cibele la grande madre era presso gli Etruschi e presso gli Osci e le popolazioni presannitiche. Fu sicuramente importato da i Lidi, partiti dalla Lidia, regione anatolica per sfuggire alla penetrazioni di popolazioni indoeuropee, Hurriti e Hyksos, e avrebbero portato nella nostra penisola alcuni aspetti culturali pre-indeuropei, quali: la lingua, l’importanza della donna nel nucleo familiare e sociale,
la superiorità delle divinità femminili sugli dèi maschi. Tutta la ritualità anatolica è presente nel culto di Cibele: la liturgia orgiastica, la celebrazione da parte di sacerdoti eunuchi, il culto della trance e della possessione. tra il 313 e il 476 dopo Cristo, cioè dopo l'editto di Costantino che stigmatizzava il cristianesimo religione dell'impero e la cadura dell'impero d'occidente con la deposizione del figlio di Oreste, Romolo Augustolo, i culti pagani cambiarono nome, ma rimasero fondamentalmente gli stessi. Cibele divenne la vergine Maria, ma il culto anatolico di Cibele era diverso dal culto di Iside, che pure divenne rappresentazione della vergine madre, poiché Cibele era spesso rappresentata col viso color terra, poiché essa era la madre terra. Si diffuse così in occidente di immagini il culto di madonne nere molto antico ed è sicuramente di provenienza orientale, antichissimo. Secondo la leggenda il presule sardo sant'Eusebio di Vercelli, primo vescovo del Piemonte, esiliato in Cappadocia per le persecuzioni ariane, avrebbe portato in Italia (345) una statua di una madonna nera, ma già in altri luoghi si veneravano madonne nere e sul Partenio ( Montevergine) il culto era già presente, anche se fu solo 80 anni dopo l'anno mille che si diffuse così come lo conosciamo. Il culto delle Vergini nere rappresenta l’immagine concreta del principio femminile universale, in quanto la sostanza nera rappresenta il principio della Materia prima, che si trova nelle viscere della Terra. In tal senso il richiamo va oltre che alla stessa Cibele, anche all’Iside egiziana, che come “Virgo paritura”( vergine partoriente), riportato come iscrizione spesso sul suo basamento, rappresentava appunto quella Materia prima, di colore nero, allo stato di minerale, come e quando viene estratta dai filoni metalliferi, che aspetta di essere fecondata dai raggi del sole. E la Vergine (Materia prima/ Madre per eccellenza) incarna l’Archetipo della fondazione dell’Esistere.Intorno alla Madonna di Montevergine ruotano molte tradizioni, una tra tutte, quella riportata dal maestro Roberto De Simone nella sua raccolta "Rituali e canti della tradizione in Campania" che celebra la Madonna nera con queste parole: "Esse sono tutte belle, tranne una che è brutta e perciò fugge su di un alto monte, Montevergine". Perchè secondo la tradizione, le Madonne sorelle erano 6 bianche ed una nera, la Madonna di Montevergine, che per il colore della sua pelle era considerata la più "brutta" delle "7 sorelle" . Da qui l'appellativo "Schiavona", cioè straniera. Così la Madonna, offesa, si rifugiò sul monte Partenio, giustificando la sua "fuga" così:
"…si jo song brutta allora loro hanna venì fino è cà 'n gopp a truvà! (se io sono brutta, allora loro dovranno venire fino a quassù per farmi visita!)". La storia poi si ribalta, la Mamma Schiavona diventa la più bella delle sorelle, tanto da essere festeggiata due volte, a febbraio e a settembre. Ma il culto di Cibele madre/ madonna di Montevergine e la tradizione della Juta ( dell' andata dei femminielli ), oltre al mito dei Coribanti trova una ulteriore origine: in una storia che si fa risalire al 1256, quando due giovani omosessuali furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Uno scandalo per l’intera comunità dell'epoca che reagì denudando e cacciando dal paese i due innamorati che furono legati ad un albero sul Monte Partenio, in modo che morissero di fame o fossero sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò dalle catene e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che che accettare l’accaduto. Da allora la Madonna "nera", stupenda, è celebrata per il suo manto protettivo sugli ultimi, sui deboli, sui poveri, sugli emarginati.


domenica 18 dicembre 2022

FRIDA KAHLO: Perché in maniera sciatta si presenta sciattamente la cultura e la vita e l'opera di un'artista.

 


Ieri sera, vagando un po' per la città, ho deciso di visitare "Frida ( virtual reality images) Khalo", realtà virtuale più immagini, Vico Equense, Atrio Palazzo Comunale, Corso Filangieri,98, dal 3 dicembre 22 al 6 gennaio 23. Ingresso sei euro o cinque, non ricordo, tre per i residenti; 7 minuti di esperienza nella realtà immersiva assolutamente inutili, della grande Khalo assolutamente niente, qualche foto fuori e una spiegazione frettolosa stampata su un manifesto in ingresso. Della  sofferenza, del suo amore tormentato per Diego Rivera - artista di Stato messicano, grande muralista che la tradiva continuamente, della sua tragedia che la menomò per sempre, delle sue frequentazioni con il fiore dell'intellettualità europea degli anni dieci e venti del secolo scorso, assolutamente nulla. Del come divenne famosa  e nota al grande pubblico agli inizi degli anni 80, grazie a Warhol , Madonna e al gotha  del rock star system che cominciarono ad acquistare sue opere, niente di niente. All'ingresso due giovani volenterosi, messi li a staccare i biglietti. Sono uscito con un senso di frustrazione, anche se sapevo già cosa avrei visto, chiedendomi a chi servono queste cose, e soprattutto perché si tenta di spacciare   l'arte e la cultura in genere, con queste miserabili messe in scena ( idem la mostra di gadget di Dalì, paccottiglia spacciata per arte). Queste cose non servono a nessuno, queste cose sono altresì dannose, queste cose sminuiscono il valaore e l'opera di un grande artista e dunque perché proporre queste operazioni in questo modo, perché non affidarsi ad un esperto serio: bastava per esempio proiettare il bellissimo film di Julie Taymor, "Frida", la vera storia di Frida Khalo e del marito Diego Rivera, i pittori con una personalità leggendaria che divennero i più acclamati artisti della storia del Messico. Chi si avvicina a questa stupidaggine venduta al paese per grande evento artistico, se avesse guardato questo film , avrebbe potuto realmente sapere chi era veramente l'artista, e soprattutto la sua ricerca artistica. Parole al vento. Queste riflessioni uno le fa, le comunica pure a chi di dovere, ai gestori del Cinema AEQUA appena aperto: loro ti dicono si, ma poi continuano a muoversi nella direzione di sempre. Mentre montavano il cartellone che vedete nella foto, c'era anche l'assessore preposto, uno degli addetti mi chiese: " Prof  la conosci questa artista?" e io: "certo che si, e non da ora ma fatela conoscere veramente anche a  tutti gli altri è così che si educa all'arte". Invece, c'è solo quello che vedete in questo manifesto: sette minuti di niente e la gente comune penserà che questa è arte, questo è il danno maggiore che si fa, propagandando queste cose. Con queste cose non cresce nessuno.

sabato 17 aprile 2021

VAS . VERDE AMBIENTE E SOCIETA ' : Sul FAITO è meglio raccontare la verità invece di scrivere le solite letterine.


 




Ho appena letto il plauso che Tristano Dello Joio Ravallese, Presidente dell’Ente Parco Monti lattari ha appena rivolto alle tre associazioni ambientaliste e ai loro presidenti WWF, Italia Nostra e Lega Ambiente, Claudio D’Esposito, Massimo Maresca e Ignazio Esposito: VAS non figura perché il responsabile del Circolo Territoriale, ovvero il sottoscritto, non è aduso a salamelecchi ed è abituato a chiamare le cose col proprio nome, ma soprattutto non scrive letterine che trovano il tempo che trovano e che non fanno i nomi e cognomi nella vicenda del Monte Faito.

E allora siccome ho un caratteraccio è meglio non farmi figurare in intestazioni.

Ricordo, solo per la cronaca al mondo, e a chi legge, che anche VAS, Verdi Ambiente e Società, è una associazione ambientalista nazionale regolarmente riconosciuta.

Il Presidente dell’Ente Parco Tristano dello Joio Ravallese sta scalpitando come un giovane puledro sostenendo la causa che Faito debba rimanere proprietà pubblica, cioè sta sostenendo l’acqua calda, sta sostenendo quello che dovrebbe essere lapalissiano per un Parco naturale, ma dimentica che egli stesso è stato collocato nel ruolo di Presidente dell’Ente, proprio da chi invece starebbe perorando l’operazione e che darebbe la stura alla lottizzazione selvaggia della montagna.

Questo, naturalmente, non lo dice lui, che continua a scalpitare come un puledrino indomito, e “dimenticano” di dirlo anche le tre associazioni che si sono rizelate a dichiarare subito che l’ambiente del Faito debba essere salvaguardato da operazioni del genere!

Che grande presa di posizione per tre associazioni ambientaliste non c’è che dire: difendiamo volpi e barbaggiani, ma non facciamo nomi altrimenti non ci pubblicano sul giornaletto locale e ci facciamo poi dei nemici.

Eh! no, signori cari, le cose non si fanno in questo modo!

La vicenda è ormai nota: il comune di Vico Equense avrebbe stipulato o starebbe per farlo un accordo con la Città Metropolitana per avere la proprietà del 50% della montagna, in cambio di un edificio scolastico piccolo e fatiscente che dovrebbe trovarsi in località Fornacelle, come a dire: io ti dò una Cinquecento sgangherata e tu mi dai una Ferrari, d’epoca, ma pur sempre una Ferrari.

La proposta potrebbe essere stata partorita e credo sia caldeggiata dall’ex sindaco di Vico Equense, nonché ex assessore ai lavori pubblici Gennaro Cinque, oggi Consigliere regionale che abbandonato il gruppo in cui era stato eletto, l’UDC, è trasmigrato nel Gruppo Misto, vicino al Presidente De Luca, e, dopo questa “volata”, è stato subito insignito della carica di segretario della IV Commissione Regionale Speciale “Innovazione e Sostenibilità per la competitività e il rilancio delle imprese“.  

Dopo di ciò sarebbe  e  arrivata la proposta: sarebbe da ipocriti non dire, che il Consigliere regionale Cinque da sempre si senta il legittimo proprietario del Monte Faito, e in questo, devo dire la verità, riconosciuto come tale da tutti i residenti del monte e da tutti quelli che hanno una qualche attività economica.

Grande successo a Vico della proposta: si sa, la gloria del proprio campanile deve sempre essere portata avanti.

Ma, qualcosa non è andato come si doveva e Castellammare si è subito indispettita tanto da far intervenire contro questa “presunta appropriazione indebita” il sindaco della città Gaetano Cimmino che ha addirittura segnalato “questo strano accordo”, cioè il cambio Scuole di Fornacelle per mezzo monte Faito, ovvero la Cinquecento con la Ferrari, alla Procura di Torre Annunziata e alla Commissione Antimafia, e a mio personale avviso bene ha fatto.

Questo tanto per far capire che se le cose bisogna dirle, non bisogna nascondersi dietro il dito e scrivere elzeviri.

Ora, invece di complimentarsi con le tre associazioni il Presidente Dello Joio dovrebbe attaccare apertamente il Consigliere Cinque e il Presidente De Luca; perché dire che il Faito debba essere di proprietà regionale non significa proprio niente, quando i presupposti per gli accordi di questo cambio sarebbero stati fatti proprio in ambito regionale.

E allora smettiamola di fare i paladini dell’aria fritta!

Il monte Faito, chiunque lo avrà in gestione dovrebbe presentare un piano organico di sviluppo che ne definisca il destino: se ne vuole fare una Disneyland affidandola a privati, con piste di sci   e neve finta, con campetti da golf  e stazioni per la pratica del deltaplano, e ristoranti e bar e negozietti di souvenir, basta dirlo e soprattutto dire chi saranno i soggetti che metteranno i soldi per tutto questo, che credo poi sia il progetto o l’idea “Cinque”.

Ma se il Faito invece dovrebbe essere quello per il quale l’istituzione Ente parco è stata creata, ovvero un parco naturale, con una sua flora e fauna e ecosistemi da difendere, un polmone di verde e di benessere per tutti, un luogo di incomparabile bellezza e bio diversità unico nel suo genere, e allora questo deve venir fuori anche qui con un progetto serio, con finanziamenti pubblici trasparenti che tengano conto della viabilità e della pulizia della montagna,e soprattutto con uomini interessati veramente al bene di questo grande parco e non a marionette che si fregiano di indignazione a comando solo per mostrare poi qualche medaglia placcata d’oro per una causa irrimediabilmente persa.

Ecco VAS Verdi  Ambiente e Società la pensa in questo modo.

 


venerdì 5 marzo 2021

UNO DEI TANTI REGALI DELL'ANAS: LA PORTA DELL'INFERNO.

 

Sfiatatoio fumi tossici della galleria ANAS- Santa Maria di Pozzano

Stamattina, smanettando per il web ho letto questa notizia: Vincenzo De Luca Presidente della Regione Campania , avrebbe incontrato l’Amministratore Delegato di ANAS, per stabilire le opere di mobilità necessarie, a suo giudizio, (cioè a quelle dell’Amministratore Delegato), alla Regione Campania, tra cui quelle della costiera sorrentina e amalfitana. Mi sono chiesto per un momento cosa dovremmo più concedere all’ANAS che non abbia già avuto, ma soprattutto quello che l’ANAS ha lasciato in regalo sul territorio della città di Vico Equense? Roberto Saviano, nel libro che lo rese famoso disse che i camorristi, non parlavano mai di camorra quando bisognava far riferimento ai loro affari, bensì di “sistema”. Ebbene io credo che per quanto concerne tutti i lavori pubblici, si potrebbe- fatti i debiti distingui- parlare di “sistema dei lavori pubblici”. Un gigantesco giro di soldi prevalentemente pubblici, così gigantesco, che alla fine si perdono di vista gli obiettivi per i quali li si è messi in moto. Tra i tanti regali dell’ANAS, quello che vedete nella foto - e che a me è parso come la porta dell’Inferno, è lo sfiatatoio dei gas e dei fumi tossici che fuoriescono dalla galleria Santa Maria di Pozzano collocata su una vecchia cava, che ne accentua l’immagine inquietante e terribile. Una impattante costruzione collocata in una zona bellissima di Vico, vicinissima a ristoranti come l’Oasi e a mega strutture ricettive balneari e tra poco pure alberghiere che sono il complesso dei Bikini. Nel 2016, l’allora sindaco Benedetto Migliaccio, inviò una lettera all’ANAS,nella quale diffidava la società ad astenersi immediatamente dalle attività di immissione in atmosfera presuntivamente pericolose e inquinanti, riscontrate in sito: alberi anneriti e la terra pure tutt’intorno, distruzione della flora e moria della fauna. La diffida faceva riferimento anche alle pesanti ripercussioni ambientali che dopo la costruzione del tunnel si ebbero ( questo l’altro regalo ANAS) per la città: al traffico pesante non era consentito il passaggio in galleria che quindi doveva attraversare la città: 75 milioni di euro per scoprire che Tir, camion e autobus turistici, non potevano attraversarla e dunque dovevano passare per la città con l’inevitabile inquinamento dell’aria e del inevitabile caos veicolare. Un altro cittadino illustre, il sig. Gennaro Cinque, che allora era assessore se non ricordo male, e oggi è consigliere regionale, disse che lui si era addirittura incatenato per imporre all’ANAS di cambiare posizione, peccato però che l’avesse fatto dopo, se mai lo fece, e non prima che l’opera fosse portata a compimento. Allora l’ANAS, con accordi farlocchi e promesse da marinaio, si impegnò a realizzare un apposito impianto di “lavaggio dei fumi”, già sperimentato in gallerie del nord Italia, che avrebbe dovuto in un certo qual modo filtrare i gas tossici. Da allora nessuno ne ha più parlato, tutto è rimasto tale e quale, tranne una staccionata per evitare che occhi “indiscreti” come i miei per esempio o di altri “curiosi”, andassero a fotografare. Tutto questo per ricordare cosa può celarsi dietro la voce lavori pubblici: il “sistema lavori pubblici”. Così De Luca affida ancora una volta all’ANAS il compito di dire l’ultima parola sul territorio e sull’ambiente delle due costiere, come se non bastassero tutti i danni che essa ha già compiuto, ma soprattutto, bypssando le amministrazioni locali che devono silenziosamente ratificare le scelte fatte. La porta dell’inferno è ancora li e i suoi miasmi venefici, dalle oscure viscere si depositano tutt’intorno avvelenando piante, uccidendo fauna e depositandosi nel terreno da dove arriva alle falde acquifere. Questa solo la prima puntata, alla prossima vi dirò di altre cifre mirabolanti relative a lavori pubblici, altrimenti divento troppo Lungo.


giovedì 7 gennaio 2021

SIAMO STUFI DEL SILENZIO DI AMMINISTRATORI INETTI: CI PAGHIAMO NOI UN GEOLOGO PER ACCERTARE LE CAUSE DEL CROLLO AL LARGO DEI TIGLI A VICO EQUENSE.

 






Ieri sera, 6 gennaio, sono stato il primo a scoprire lo smottamento a Largo dei Tigli, ero con due miei amici e ci stavamo accingendo a prendere la mia auto erano le 18.50 circa, minuto più minuto meno, era molto buio, forse perché uno dei lampioni è crollato travolto dalla frana. Siamo rimasti scioccati: la mia auto era sul ciglio della frana affiancata da un’altra. Su quello spazio ci sono le strisce blu assegnate ai residenti che pagano 40 euro mensili al Comune . Rischiando il peggio, il mio amico è salito in macchina e con una rischiosissima retromarcia è riuscito a spostare l’auto: davanti c’era lo strapiombo. Non c’era nessuno oltre noi, mi sono recato allora dai gestori del bar li accanto  e, messili al corrente, sono subito corsi fuori e hanno detto che  una mezzora prima, quindi intorno alle 18.20 circa hanno avvertito un tonfo sordo, ma usciti siccome era buoi e le macchine erano parcheggiate non si sono accorti di nulla. Io credo che solo il caso e le condizioni avverse del tempo abbiano  evitato una tragedia. Spesso sul quel posto ci sono coppiette che amoreggiano e in quell’area vanno a giocare bambini, oltre ad essere lo spazio antistante alle scuole pubbliche. Abbiamo immediatamente chiamato i vigili urbani che pattugliavano in piazza, i quali sono accorsi subito e, successivamente con l’intervento del carro attrezzi, sono state spostate le altre auto  e recintata la zona. Stamattina il crollo era evidentissimo in tutta la sua drammatica pericolosità. Ora tutti stanno a discettare di geologi, di infiltrazioni di acque meteoriche, di alberi tagliati ( laggiù gli alberi sono spariti da tempo), come se fosse normale che appena piove un poco di più debba per forza crollare qualcosa.  Io voglio ricordare che il centro storico versa in condizioni vergognose per il dissesto stradale, e penosamente, un cartello vi è stato apposto giusto stamattina. Lavori fatti, fatti male e mai finiti sono sotto gli occhi di tutti. Voglio ricordare che proprio dove si è verificato il crollo, meno di un anno fa sono state fatte trivellazioni e perforazioni per la posa in opera di cavidotti  e che subito dopo quei  lavori si è verificato un avallamento del piano stradale, ma della cosa non se ne era dato peso nessuno, tranne chi scrive che segnalò lo stato di degrado del centro antico. Allora come cittadino che è stufo dei silenzi di questa amministrazione di incapaci e di inetti , oltre che di arroganti assessori “capi masti” , insieme ad altri cittadini  – abbiamo deciso  di chiamare  e pagare un geologo per fargli fare una perizia geologica accurata di tutta la zona al fine di accertare le cause del crollo. Questa amministrazione non ci da nessuna sicurezza, e allora se le risposte non ce le da chi dovrebbe amministrare ce le cerchiamo da soli. Il degrado del centro storico e di tutto il territorio è ormai cosi plateale che non si può più far finta di non vederlo.  


  

lunedì 14 dicembre 2020

LA DIALETTICA DELL'ILLUMINISMO OU SA TRAGEDIE.



I media ufficiali- cominciamola a fare questa differenza- stanno osannando Angela Merkel, naturalmente lo fanno insieme al PD e compagnia: i tedeschi sono bravissimi e rispettosi e responsabili, invece noi no siamo confusionari, caciaroni, irresponsabili ecc. ecc. Ma, da altre fonti che arrivano dalla Germania: Monaco, Dusserdolf, Francoforte, Berlino, i tedeschi sembra siano in rivolta nelle piazze, anche se a noi non ce le fanno vedere; e la Merkel cosa fa? Decide il lockdown totale: li chiude per impedire che continuino. Non si sottomettono al potere? E...allora si commuove in diretta. Noi seguiremo a stretto giro.Il vaccino arriverà a suon di botti di capodanno, botti che comunque saranno esplosi, e sarà il grande ed unico protagonista del 2021. Intanto crollano le percentuali di chi lo farà. In tutto questo splendido quadro, l'Italiano medio non sta' capendo un tubo ma si batte il petto, addossandosi la colpa, anzi, tutte le colpe, sembra simile ai battenti di Guardia Sanframondi che si flagellano e sanguinano per espiare. Perché è giusto che espiamo le nostre colpe? Chi governa si gode lo spettacolo. Ci sbraneremo tra noi, ci accuseremo e loro ci lasceranno fare. Quale arma migliore potevano trovare per controllare e gestire la caduta a picco di un paese? Intanto i cattolici pregano con i democratici e le destre populiste e fasciste che vogliono fare solo i loro interessi di bottega ringhiano digrignando i denti come cani rabbiosi. Tout se tient.

venerdì 11 dicembre 2020

INTERVENTI DI ALLACCIO FOGNARIO SU VIA DEI MULINI. SARA’ UN’ALTRA COLATA DI CALCESTRUZZO COME E’ GIA ACCADUTO PER ALTRE STRADINE ANTICHE DEL NOSTRO COMUNE ?

LA via vecchia Mulini che da Santa Maria del Torosi riallaccia a via San Francesco

 


 

Era un tratto dell’antica Via Minerva, che collegava la piana vesuviana al promontorio dedicato alla dea dei naviganti, fino alla Punta della Campanella ,“Tra Castell’a Mare ed Equa si segue il detto Monte Lattario, che termina all’Ateneo, o Capo di Minerva, che prende il nome dal latte delle vacche, del quale parlano Procopio e Cassiodoro”. Questo tratto era l’unico e ancora molto trafficato, prima che i Borboni costruissero la strada costiera, sin dall’ età imperiale, e nel tratto di Vico Equense arrivava fino a dove poi è sorta la chiesa di S.Maria del Toro, oggi quel tratto si chiama via dei Mulini, cosiddetta perché in passato si trovavano dei mulini ad acqua, i cui resti una volta visibili oggi sono quasi scomparsi del tutto. La strada si ricongiunge a via S.Francesco proseguendo quindi per l’antica via della Sperlonca e continuava fino a Pozzano e da li nell’agro sarnese: la frana del 1966, ne trascinò a valle un tratto, mentre quello che la congiungeva a Pozzano è crollata a seguito di altri episodi franosi. Ho fatto questa premessa, perché su via San Francesco e su via Mulini l’ex assessore ai lavori pubblici nonché all’ambiente(sic!) ,che ora è consigliere regionale, ma ancora fac totum del comune di Vico equense, nonché monarca assoluto dello stesso,Gennaro Cinque, sta “incontrando” tutti i proprietari per “proporre” i lavori interrati di allaccio fognario, più Enel e fibra e forse gas. 

                           Sono certamente lavori necessari e utili, ma ormai tutti sanno, come lavora l’assessore, la sua manona pesante, e quali sono le “sue”maestranze" alle quali si rivolge per eseguire i lavori, e che, con quella manona l’assessore ha la ha cementificato il territorio; dai sentieri alle spiagge, e così, stradine che avevano una loro connotazione e caratteristica storica, costruite cioè con materiali quali basolati lavici o pietra arenaria, sono state coperte con una pesante e anonima malta cementizia rosa: così è sparita via Noce con i suoi gradini di pietra, così è stato distrutto il vicolo Castello, e grossi interrogativi permangono circa il restiling di via Monsignor Natale, Via Giusso, via XIV Febbraio, Via Vescovado, ovvero tutto il centro antico della città. Ora il tratto di Via Mulini che da Santa Maria del Toro arriva fino all’incrocio con una strada privata, che unisce via dei Mulini con via San Francesco, è già tutto cementificato, ma da quel punto fino a via San Francesco, un punto bellissimo che si inerpica tra vedute mozzafiato tra ulivi lussureggianti, insiste un fondo stradale, sul quale in maniera provvisoria e raffazzonata sono stati più volte fatti rattoppi con catrame e pietrisco che hanno coperto, laddove non sono state asportate e sparite, le lastre di arenaria che in alcuni tratti sono ancora visibili. So che su quella stradina si affacciano le ville di facoltosi intellettuali e uomini di cultura, docenti universitari e professionisti affermati napoletani e io, nella qualità di responsabile di un circolo VAS locale, è a loro che mi rivolgo e mi appello: vigilate affinché una della stradine più suggestive del territorio, nonché, una strada romana, l’antica via Minerva, non venga stravolta da interventi che ne distruggerebbero la bellezza e cosa più importante la memoria storica dei luoghi. Non si pretende di ricostruire l’antica strada, ma di tener conto dei materiali che potrebbero fuoriuscire al momento degli scavi e ad una scelta di interventi consoni e appropriati al contesto ambientale circostante. Solo voi proprietari potete farlo in virtù dello Ius proprietario, l’unico che potrebbe farsi valere contro gli interventi di un assessore che ha già dato prova tangibile di non avere né la cultura, né la sensibilità, né interesse alcuno a salvare e tutelate il bello che ancora resiste, nonostante la sua presenza e attività, sul nostro territorio, neanche le presumibili opposizioni, al momento sembrano interessate alla vicenda.