lunedì 29 luglio 2013

SULLA QUESTIONE TRASPORTI IN ZONA COLLINARE INTERVENGA IL PREFETTO, VISTO CHE QUESTO SINDACO E QUESTA GIUNTA SONO LATITANTI!



Deprime doverlo dire e scrivere, ma la situazione viabilità e trasporti a Vico Equense è talmente indecente che qualcuno dovrebbe intervenire e pure subito! Il Sindaco Gennaro Cinque è latitante ormai su moltissimi problemi, anzi sembrerebbe che la sua sottrazione di immagine ( non lo vede più nessuno), dovrebbe essere funzionale ad un suo possibile rilancio, magari come assessore all’urbanistica nelle prossime elezioni. Vorrei tralasciare commenti e considerazioni sull’abuso che gestori di stabilimenti balneari e concessioni  per fazzoletti di spiaggia, commettono ogni giorno ai danni dei cittadini. La rapina estiva del territorio da parte di pochissimi, in tutta la costiera sorrentina viene fatta passare per turismo da gente che non ha mai alzato il deretano dal posto dove sta per rendersi conto che il turismo è un’altra cosa. Come vorrei non fare commenti sulla politica di spettacoli e divertimenti organizzata da questa amministrazione per l’estate vicana: ci sarebbe da piangere calde lacrime di disperazione: Gomorroide è la chicca più vistosa  di questa geniale scelta culturale dell’amministrazione. Della serie: pigliamola  a ridere su tutto, mentre sulla crescita civile del paese è meglio tacere. Dunque ritorno al punto di partenza: l’EAV nella sua agonia fallimentare che si manifesta nella sparizione dei mezzi pubblici dalla zona collinare vicana ha praticamente  lasciato a piedi migliaia di cittadini nella canicola asfissiante di questo mese di luglio creando disagi a tutti, anche a quelli che in maniera sostitutiva utilizzano l’auto privata, su una Raffaele Bosco  con decine di cantieri aperti. Che cosa sta facendo il sindaco Gennaro Cinque e la sua poderosa amministrazione per alleviare il disagio soprattutto per i cittadini della zona alta che lo hanno – tra l’altro-  votato plebiscitariamente? I VAS e chi scrive se lo chIedono e lo chiedono a chi dovrebbe assicurare servizi a tutta la popolazione. Se il Sindaco, da come si può verificare, non sta facendo niente, i VAS chiedono che intervenga il Prefetto in una faccenda dai risvolti oscuri e poco chiari che sta mettendo in ginocchio un territorio molto vasto come è quello del comune di Vico Equense! Ma i VAS si chiedono anche, perché la cittadinanza che sta subendo questo disagio non sia ancora scesa a manifestare per far valere i propri diritti per servizi minimi di civiltà che dovrebbero essere garantiti sul territorio? Perché la cittadinanza in maniera omertosa subisce un danno simile e non occupa la casa comunale o blocca il traffico con una manifestazione? E’ sempre la storia vecchia di questo posto, la latitanza della coscienza civile, che insieme alla latitanza delle istituzioni sono la più chiara espressione di quello che è Vico Equense! I VAS chiedono al Prefetto di intervenire anche solo, per garantire servizi minimi cosa  che avrebbe dovuto fare questa amministrazione.

Franco Cuomo VAS Vico Equense 



lunedì 15 luglio 2013

Come Truman Capote


"Poiché ogni racconto presenta i propri problemi tecnici, ovviamente non si possono generalizzare le regole fornendo un'equazione del tipo due per due uguale quattro. Trovare la forma giusta per un racconto vuol dire semplicemente scoprire la forma più naturale per scriverlo. La prova per capire se uno scrittore ha sublimato la forma naturale del suo racconto è questa: dopo averlo letto, bisogna capire se lo si può immaginare diversamente, o se l'immaginazione ne esce ammutolita e sembra definitivo e completo. Proprio come è completa un'arancia, che la natura ha fatto proprio nel modo giusto. - Lavorare è l'unico trucco che conosco. La scrittura ha leggi di prospettiva, di luci e di ombre, proprio come la pittura o la musica. Se si conoscono dalla nascita, bene. Altrimenti bisogna impararle. Poi si possono anche sistemare a seconda dei propri gusti. Perfino Joyce, il nostro discolo più estremo, era un grande artigiano; ha potuto scrivere l'Ulisse perché era stato capace di scrivere Gente di Dublino. Troppi scrittori sembrano considerare lo scrivere racconti come un esercizio per sgranchirsi le dita. In questo caso stanno usando sicuramente solo le dita."

                                                                               Truman Capote 


[Brano tratto dall'intervista realizzata da Pati Hill nel 1957 per il numero 16 della Paris Review. Info su Truman Capote le trovate qui. L'intervista integrale è contenuta nel libro The Paris Review. Interviste vol. 1, Fandango Libri] - 

venerdì 12 luglio 2013

Antonio Breglia “ Ho ancora sogni da sognare”









Un disco di velata malinconia ma anche di spensierata ironia , con una bella chitarra acustica l’ultimo lavoro di Antonio Breglia “ Ho ancora sogni da sognare. Accordi melodici con una ritmica mediterranea da cantautore italiano consumato. “Voglio” ti fa dondolare sulle gambe mentre  ne segui l’andamento, ma “ Sud” è quella che mi ha spinto sulle nostre spiagge, o su quelle della Sicilia a volo d’uccello, suoni magrebini e ritmica sostenuta. Tutto l’album alterna momenti intimistici , “ Indipendente” e “Per sempre” riflessioni su stati d’animo mai banale, mai scontato, ben strutturato, Antonio Breglia segue il suo percorso creativo già iniziato con "Uno strano uomo ”. Ha un sua scelta stilistica precisa , bello “ Ho ancora sogni da sognare” che da il titolo a tutto l’album, una riflessione ingenua ma intensa sul non sentirsi più a suo agio in un mondo che non da soddisfazione a chi ha ancora sogni da sognare. Bravo Antonio Breglia, con lui questa città esprime tutta una serie di musicisti che spaziano dal rock progressivo, al blues, al jazz alla canzone d’autore come appunto quest’album delicato e ben fatto che si conclude con un pezzo sul mare che è il mare delle civiltà antiche: “Mediterraneo” , un  brano tutto musicale , quasi a voler dire torniamo a radici antiche che questo mare ci ha trasmesso nel tempo e nutriamo più rispetto per tutta la natura  che poi è il leit motiv che attraversa  tutta questa bella esperienza musicale. La città e gli amministratori di questa città soprattutto dovrebbero  avere più attenzione verso questi artisti o pensare spazi nei quali potrebbero progettare e creare musica e arte e cinema o qualsiasi altra esperienza di comunicazione: un paese cresce anche con la produzione di manufatti artistici e culturali e non solo con panini e pizze, ci pensassero tutti, soprattutto quando la città esprime giovani talenti

Franco Cuomo. 

giovedì 11 luglio 2013

Omertà e silenzi e il concorso va avanti per la sua strada




Io vorrei ritornare su un argomento che, benché chiacchierato, è risultato essere imbarazzante per tutti. Sto parlando del concorso farsa sul quale, nonostante le molte "segnalazioni"- purtroppo anonime com'è nello stile omertoso della città e dei dipendenti comunali che le hanno prodotte - nonostante le implicazioni di un membro della commissione in fatti poco chiari e da accertare fino a prova contraria, tale signora Fevola, sono stati comunque mantenuti e ancora continuano a mantenersi molti omissis e moltissimi silenzi. In Movimento per Vico, dopo una prima interrogazione su problematiche procedurali , circa tre mesi fa, non ha aggiunto più nulla fino a qualche giorno fa con un'altra interrogazione e una segnalazione alla Procura della Repubblica che riportava né più né meno l'articolo de Il Mattino sulle  "strane" vicende della signora Fevola. Forse con tutti questi pesanti sospetti di brogli, sarebbe stato il caso di chiedere la sospensione di questo concorso sul quale pendono ancora molti non detti e due esposti anonimi fatti persino verbalizzare in Consiglio Comunale dal consigliere Dilengite; ma di fatto nessuno l’ ha chiesta e mi domando il perché. Non l’ ha chiesta Dilengite, non l’ ha chiesta In Movimento per Vico. Certo i primi in graduatoria ne avrebbero ricevuto un danno. Ci sono persone che hanno investito molto su questo concorso e che devono lavorare e poi qualcuno dei partecipanti avrebbe fatto anche ricorso contro il Comune per pendenze amministrative precedenti difesi da professionisti locali e si sa come vanno le cose, ognuno fa il suo mestiere e  forse ognuno aveva interesse a che le cose in fondo rimanessero come di fatto sono rimaste. E allora si sono fatte timide sortite di legalismo di maniera tre mesi fa, però nessuno che si sia preso la briga di andare fino in fondo alla cosa e qualche settimana fa, dopo l’articolo de Il Mattino sulla Fevola, altre esternazioni roboanti  che però non hanno minimamente messo in discussione il concorso. Forse è meglio il silenzio, o forse ancora meglio “Much Ado About Nothing” molto rumore per nulla o meglio ancora la celebre frase del principe di Salina “ tutto cambia affinché nulla cambi”. Senza scomodare Shakespeare e Tomasi di Lampedusa è opinione di chi scrive che  l’Italia resta il paese in cui il conflitto di interesse e la quintessenza stessa dell’etica pubblica e chi se ne meraviglia ancora- come il sottoscritto- fa la figura del meschinello che non ha capito come vanno le cose in politica. Sta di fatto che nubi pesanti gravano ancora su questo concorso, che sta andando ancora avanti confermando tutti i pronostici fatti da quegli inutili esposti anonimi. Omertà, silenzio e ancora omertà, ma sempre per fare qualche citazione solo per volare un po’ più alto di fronte a tanta miseria aggiungo il motto dell’ordine della Giarrettiera: “Honi soit qui mal y pense” ovvero, “Sia vituperato chi ne pensa male”

Franco Cuomo VAS- Vico Equense


lunedì 8 luglio 2013

Margaritas ante porcos. Niente più perle ai porci!



I V.A.S, per un decennio quasi hanno cercato di fare quello che secondo loro sarebbe stato giusto fare, ovvero un controllo sul territorio per difenderne la bellezza dall’aggressione massiccia del brutto, del volgare, della ingiustizia, ma tutto questo a quanto pare non è servito a nulla visti gli effetti e i risultati prodotti sulla popolazione, sul territorio,  e i commenti e i post riportati sui social network. Forse siamo stati troppo elitari a fronte del populismo dilagante, un elitarismo che però rivendichiamo con orgoglio perché non abbiamo mai inseguito né inseguiamo consensi elettorali. Per dieci anni i V.A.S. sono stati l’unica opposizione all’amministrazione Cinque o quasi. Oggi, ho letto da qualche parte che qualcuno si è rammaricato perché il sottoscritto parla di silenzi rumorosi come quelli di una banda musicale di fronte al dilagare del malcostume e di pratiche poco chiare relative ad attività pubbliche. A questi che si rammaricano dico: è lo stile che è diverso! Fra poco poi- è una mia opinione- si assisterà a rimpasti nel PD locale, al confluirvi di formazioni ora esterne, ci saranno operazioni di “pulizia politica” , per così dire, per rendere l’opposizione più funzionale all’amministrazione Cinque, spalmarla sui desiderata di governo che alcuni consiglieri stanno già praticando, d’altra parte perché meravigliarsi, succede ai livelli alti nella nazione, può succedere anche qui a Vico. Su tutto questo, su quello che accade a Vico Equense relativo all’amministrazione pubblica della città, sul Sindaco che lavora sbracciato e sudato alle 6 del mattino con gli operai per tappar buche a Moiano o Santa Maria del castello e, a detta del suo più acceso fan sfegatato, potrebbe anche essere fatto santo subito, sull’opposizione silente che fa le interrogazioni al santo subito pur di far vedere che ha fatto qualcosa ,sull’amore per il passato panoramico e paesistico di Vico Equense da parte dei suoi cittadini, ma sull’indifferenza degli stessi per la catastrofe ambientale urbanistica ed edilizia di attuale, sul paraculismo di chi inneggia alla modernità del turismo tutto panini e birre a gogò, sullo schifo che sono diventata le nostre coste e il nostro mare, sulla tristezza per come la giustizia amministra il suo mandato, sul declino culturale di un intero paese ( negli anni 70 c’erano meno bar ma due gallerie d’arte attivissime e un cinema, oggi solo bar e molte feste patronali)  ecco, rispetto a tutto questo mi sento di far valere un motto evangelico per mera sopravvivenza personale in un posto che ormai può collocarsi tra la paccottiglia cafonal, e la pratica della torva aggressione verso chi la pensa diversamente da questi modi di rappresentarsi: "Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos, ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos", ossia: "Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino". Ecco, oggi, l’unica preoccupazione per chi la pensa diversamente in un posto dominato dal pensiero cafonal è quello di evitare di essere sbranati, quindi: niente più perle ai porci.

Franco Cuomo V.A.S. Vico Equense

mercoledì 3 luglio 2013

Il concorso pubblico a Vico Equense: perché si continua a tacere?



Mi è arrivata, anonima su questo mio blog, ieri, la segnalazione di un link di un giornale di Benevento dove si dice che una certa signora  Cristiana Fevola 48 anni, consulente della Team Consulting srl, che era in commissione per il concorso comunale tenutosi  a Vico Equense si è trovata coinvolta a Benevento per un concorso comunale, con la stessa società, la team Consulting srl, che avrebbe organizzato pure il concorso a Vico Equense , in un episodio di corruzione ed e sarebbe stata sottoposta ad indagini da parte delle autorità giudiziare. Sempre stamattina Salvatore Dare di Metropolis e Michele Cinque di Positano News, riportano la notizia che a me è arrivata anonima sul blog. Anche loro  fanno il nome della signora ( anche nel mio link era riportato) e parlano di una interrogazione di In Movimento per Vico circa il tanto chiacchierato concorso. In tempi assolutamente non sospetti circolarono copie di due esposti  denuncia, molto circostanziati che addirittura riportavano  già i nominativi dei possibili vincitori, cosa che, tre mesi dopo sembrerebbe essersi avverata. In questo baillame di voci, fughe di notizie, decine di commenti su Positano news di gente super incavolata che avrebbe preso parte al concorso e ne hanno denunciato on line eclatanti manifestazioni di possibili comportamenti impugnabili, mi colpisce il silenzio dei consiglieri comunali di minoranza (tutti), che fino ad ora non hanno detto una sola parola, né tanto meno svolto un’azione pubblica per chiedere chiarimenti al di fuori di una interrogazione di In Movimento per Vico su presunte irregolarità procedurali che risale a qualche mese fa e di una presa d’atto in consiglio comunale da parte del consigliere Dilengite anche questa dell’epoca in cui apparvero i misteriosi ricorsi, circa  l’esistenza di questi due esposti anonimi. Non sarebbe il caso dopo questa “strana” coincidenza (quella della signora indagata presente anche nella commissione di Vico Equense e della stessa società) di uscire da questo imbarazzante silenzio e chiedere l’intervento delle autorità competenti in materia? Perché ancora questo silenzio rumoroso come quella di una banda musicale?
Franco Cuomo VAS –Vico Equense   

martedì 2 luglio 2013

Pompei, i crolli e gli intellettuali postmoderni





Argomenti apparentemente disgiunti ma che sollecitano riflessioni che hanno invece moltissimi punti in comune: la cosiddetta crisi degli scavi di Pompei e l’esortazione di un italianista che insegna a Cambridge agli intellettuali italiani a dimenticare Pasolini. Su Pompei si sta facendo un gran parlare e mi chiedo perché non su Ercolano o Oplonti. Perché Pompei? Non passa giorno che non ci sia una foto su un piccolo crollo, su cantieri aperti. In fondo è una città che ha più di duemila anni riportata alla luce da circa trecento anni, a Napoli cadono le case fatte vent’anni fa, perché non dovrebbe crollare un muro di contenimento di duemila cinquecento anni fa? Perché non dovrebbe consumarsi una città che ha un flusso di cittadini in cammino di milioni e milioni all’anno? Perché non ci dovrebbero essere infiltrazioni in pareti che sono esposte alle intemperie. Io credo che sicuramente la povertà delle politiche culturali sia un dato inequivocabile, ma credo anche in una forma di sciacallaggio mediatico che vorrebbe consegnare il sito in mano a gestioni private. Ha ragioni da vendere il professore Settis quando scrive che il governo annunciò, col decreto-legge 112 (luglio 2008), un taglio ai Beni Culturali per oltre un miliardo e 200 milioni di euro nel triennio, allora furono in pochi a denunciare l´enormità dello scippo a un bilancio già drammaticamente inferiore alle necessità di un patrimonio enorme come il nostro. Ma allora nessuno volle capire che a un taglio di tale portata non potevano che seguire disfunzioni e problemi d´ogni sorta; anzi, a ogni nuovo disastro non manca chi cade dalle nuvole e si chiede "come mai?", senza collegare gli effetti con le cause. L´irresponsabile taglio dei finanziamenti è dunque una causa primaria di questi e altri crolli, chi non dice queste cose, insieme a quelle che ho scritto in premessa, è in malafede. L’Italia è un paese che potrebbe risolvere i problemi della disoccupazione giovanile con la sola gestione di tutti i musei e di tutti beni disseminati sul territorio. Se intellettuali seri si trovassero nelle istituzioni ai posti giusti, ma soprattutto se pensassero in termini culturali e non alle baggianate dysneiane che qualcuno vorrebbe proporre, le cose andrebbero diversamente. Quindi su Pompei la si smettesse di apparire dovunque esibendo competenze non documentabili e misurare col metro ogni caduta di intonaco o dire ad ogni piè sospinto che la città sta crollando: Pompei è una città che è già crollata, Pompei è già il rudere di ciò che un tempo è stata una città. Si affrontasse invece il discorso politico: se poi la si vuole affidare ai privati, ognuno si accollasse le propri responsabilità: fra poco potremmo venderci Capri, e poi pezzi del Cilento e così via. Gli intellettuali che dovrebbero dimenticare Pasolini o che l’anno già dimenticato o che forse non lo hanno mai conosciuto sono purtroppo gli stessi che inneggiano alla modernizzazione. Sono quegli stessi che per essere troppo antiideologici sono diventati totalmente post moderni, e anche qui, l’abuso delle terminologie si spreca, inneggiando spesso a sproposito la nuova connotazione di una figura di intellettuale policentrica e sopravvalutata che si formerebbe all’interno dei social network. Così si legge di figure che, a mio parere sono funzionali solo al sistema dei media ma che non hanno ruoli critici come invece aveva  la figura di Pasolini o di un Baudrillard, da cui l’italianista che ha scritto il saggio ha mutuato il titolo del suo libro. Saviano, come Pasolini? Ma siamo su altri pianeti e poi Sorrentino e Matteo Garrone o Antonio Pascale quali possibili confronti? No, Anche qui come per Pompei prevale la chiacchiera e la povertà culturale e l’approssimazione e la fama mediatica. Io credo che in Italia bisognerebbe essere tutti più seri con la storia, e riprendere tutti a studiare e a studiarla seriamente. Riprendere a studiare cominciando da Antonio Gramsci per esempio, ( un autore di punta studiato e conosciuto in tutte le università statunitensi che contano e sconosciuto da noi) e rileggersi se si vuole parlare di intellettuali due saggi fondamentali:  “Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura” e “ Letteratura e vita nazionale”, che invece Pasolini conosceva benissimo. Sicuramente il libro di Pierpaolo Antonello, che leggerò, avrà ottimi argomenti, ma quello che succede purtroppo in Italia mi suggerirebbe di consigliargli di ricordarlo Pasolini, non dimenticarlo, perché da questo punto di vista credo che non bisognerà fare grandi sforzi.

Franco Cuomo