venerdì 9 marzo 2012

INTRODUZIONE DEL PRINCIPIO DEL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA CARTA COSTITUZIONALE


Antonio D'Acunto - Presidente VAS Campania


Carissime tutte/i, 
con riferimento alla comunicazione di ieri sul ddl costituzionale sul pareggio di bilancio nella Costituzione,  Vi rimetto la importantissima comunicazione di Paola Ghini che non solo conferma le drammatiche preoccupazioni da me espresse sul nefasto effetto sullo Stato Sociale nella sua complessiva identità nel totale interesse dei grandi capitali privati, ma ne espone un percorso ancora più  tragico nel contesto europeo. Ritengo importante sottolineare ulteriormente che  per tempi indefinitamente lunghi  non sarà possibile modificare la modifica perché anche se, come è speranza di tanti di noi,   dovessero vincere le elezioni forze alternative che vedono nel Pubblico il cuore di ogni scelta del Paese, estremamente difficile sarebbe avere maggioranze qualificate idonee a fare modifiche costituzionali, come quelle che oggi si sono unificate attorno al governo Monti. Non so come e non ho gli strumenti, nè purtroppo li ha l'Associazione Ambientalista, i VAS, cui aderisco, ma occorre, unitamente alla urgente adesione a quanto ci propone Paola Ghini ed alla massima estensione della sua comunicazione,  l'attivazione di un urgentissimo strumento di pressione verso alcune forze politiche al Senato (è solo ciò che ormai resta!) per impedire l'approvazione del ddl.  Credo che tantissime Persone e gruppi Sociali, Sindacati non abbiano la consapevolezza di quello che si sta decidendo al Parlamento Italiano e in Europa.

Con affetto, Antonio D 'Acunto Presidente VAS- Campania
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Buonasera a tutti voi
e grazie a Katia per questa segnalazione.
Nel deserto di informazione su quanto sta accadendo è un piacere trovare qualcuno che è sconvolto
da quanto sta accadendo.

Sono Paola. Sono la prima firmataria di una Campagna che forse vi può interessare.
Si ispira al titolo di un libro di John Maynard Keynes: "L'inutilità dei sacrifici".
Egli negli anni '30 dimostrò che uno stato sovrano, cioè padrone dei suoi mezzi, dei suoi strumenti,
delle sue politiche e della sua moneta, quando spende a deficit (cioè più di quanto ritira con le tasse),
ha il potere di elevare in positivo il bilancio di aziende e famiglie.

Se uno stato ha moneta sovrana e può crearne nelle quantità necessarie (non di più, non di meno) alla congiuntura economica, e poi metterne in circolo con deficit positivo (cioè spendendo miratamente per lo sviluppo di attività lavorative e per la piena occupazione) esso genera (per le famiglie e le aziende, per il territorio, per l'agricoltura) una ricchezza quantificabile. Al contrario, quando lo stato rifiuta di spendere a deficit, cioè va verso il pareggio di bilancio, i cittadini vengono impoveriti e le aziende crollano, la disoccupazione poi innesca inabissamenti a catena.

Oggi questa teoria viene ripresa dagli economisti circuitisti (Randall Wray, Stephanie Kelton, Michael Hudson, Marshall Auerbach, John Minsky, ...) che sono i consulenti dell'Argentina.

Questa teoria economica ispira la nostra Campagna "Lettera No al Patto dell'Euro, per un'Europa dei Beni Comuni.
Abbiamo partecipato per questo al Convegno di 2 gg a Rimini "Summit MMT Italia", dal 25 al 26 febbraio, per ascoltare le lezioni di economia di questi economisti. Essi hanno provato matematicamente, con i bilanci settoriali, che ciò è quanto avvenuto puntualmente nei paesi Europei, negli stati uniti, nel Giappone.

Noi riteniamo, pur mantenendo un'ottica di ricerca e di miglioramento, che questa teoria economica sia ora strategicamente quella che può dimostrare la non tecnicità di queste scelte, ma la loro aderenza ad un piano di distruzione dello stato sociale, ma anche delle basi industriali dei paesi del sud Europa, e poi a scalare anche del nord Europa.

Cosa stiamo facendo?
Abbiamo inviato una mailbombing che poi allego.
Ma la cosa più importante sia tentare di coinvolgere le associazioni tutte e informare di questa alternativa.
Abbiamo una lettera a cui aderire e un gruppo di lavoro (ancora molto esiguo). Allego tutto il materiale utile.
In particolare abbiamo fatto analisi dei Trattati europei appena firmati.

E' con grande dolore che vi devo informare che il Pareggio di Bilancio è solo l'antipasto.
Il Trattato di Stabilità (conosciuto come Fiscal Compact) prevede entro il 2013 (entro, perciò io credo che se ne darà attuazione durante l'estate 2012) il surplus di Bilancio gestito direttamente dalla Commissione Europea per gli stati di Euro-zona. Il surplus di bilancio è il ritiro con tasse di più denaro di quanto si immetta. Ciò si innesta sul trattato MES che è talmente spaventoso, che lascio alla vostra scelta la lettura. Allego anche quello trovate tutto sul sito.
                                                                                                                              Paola Ghini


TESTO INVII PARLAMENTARI

NON APPROVATE IL TRATTATO EUROPEO FISCAL COMPACT

Gentile Parlamentare,

A causa del recente Trattato europeo Fiscal Compact, firmato per l'Italia da Monti, e che approderà presto in Parlamento Italiano per la ratifica, con la modifica dell’art.81 della Costituzione, si istituirà l’obbligo a un saldo in bilancio pubblico tra il pareggio e il surplus. Quali le conseguenze?

Il trattato “Fiscal Compact stabilisce due punti preoccupanti: 

·     Impone agli stati euro-zona l’obbligo in Costituzione a un range di bilancio tra il pareggio e il surplus di bilancio. 
Surplus di bilancio significa che lo stato, che  immette in circolazione una già molto ridotta quantità di denaro (per la sanità, le pensioni, la disoccupazione, il sostegno alle imprese etc..), ne ritira poi una quantità maggiore attraverso le tasse. Poiché il parametro del pareggio/surplus, se ratificato dal nostro Parlamento, entrerà in Costituzione, questa scelta
diventa permanente e obbligatoria anche per il futuro. Ciò si traduce, per una semplice legge contabile, nella riduzione di denaro in possesso della gente comune. La popolazione verrà in questo modo impoverita progressivamente e inevitabilmente;
·     Le scelte relative al bilancio degli stati sono delegate totalmente alla Commissione Europea, in modo permanente. La Commissione Europea, 27 persone non elette, ma nominate dai Capi di Governo, avrà il potere di decidere quanto gli stati di Euro-zona possono spendere. Gli stati ribelli vengono privati del diritto di voto in Commissione Europea. A questo secondo punto si legano i contenuti del Trattato MES, il quale destituisce gli stati delle competenze sulle vendite dei titoli di stato per gli stati di Euro-zona e le attribuisce a un istituto finanziario privato, il MES appunto. Il MES avrà competenze per stabilire tutti i dettagli macroeconomici in Euro-zona (si consiglia di leggere anche il nostro commento sul MES). Quindi il nostro Governo, con due firme, ha rinunciato alle sue competenze  in materia economica e a risponderne agli elettori. 
Questo provvedimento viene descritto come “tecnico” cioè neutrale, ma ciò è falso. Il pareggio/surplus di bilancio è un parametro totalmente neoliberista. 
Esso infatti immobilizza la voce del bilancio pubblico su una spesa bassa e, come qualunque economista sa, è un provvedimento recessivo, che acutizza la crisi e provoca il deficit dei bilanci per aziende e famiglie.

Vi chiediamo quindi di riflettere attentamente sulle conseguenze disastrose che l’approvazione in Parlamento del vergognoso trattato Fiscal Compact  imporrebbe agli uomini e alle donne del nostro paese. Il Trattato non deve essere ratificato, ma al contrario si deve lavorare per l'adozione di una moneta sovrana, che gli stati possano creare per il fabbisogno dei cittadini e delle imprese italiane.
NON APPROVATE IL TRATTATO EUROPEO FISCAL COMPACT

Gentile Parlamentare,

A causa del recente Trattato europeo Fiscal Compact, firmato per l'Italia da Monti, e che approderà presto in Parlamento Italiano per la ratifica, con la modifica dell’art.81 della Costituzione, si istituirà l’obbligo a un saldo in bilancio pubblico tra il pareggio e il surplus. Quali le conseguenze?

Il trattato “Fiscal Compact stabilisce due punti preoccupanti: 

·     Impone agli stati euro-zona l’obbligo in Costituzione a un range di bilancio tra il pareggio e il surplus di bilancio. 
Surplus di bilancio significa che lo stato, che  immette in circolazione una già molto ridotta quantità di denaro (per la sanità, le pensioni, la disoccupazione, il sostegno alle imprese etc..), ne ritira poi una quantità maggiore attraverso le tasse. Poiché il parametro del pareggio/surplus, se ratificato dal nostro Parlamento, entrerà in Costituzione, questa scelta
diventa permanente e obbligatoria anche per il futuro. Ciò si traduce, per una semplice legge contabile, nella riduzione di denaro in possesso della gente comune. La popolazione verrà in questo modo impoverita progressivamente e inevitabilmente;
·     Le scelte relative al bilancio degli stati sono delegate totalmente alla Commissione Europea, in modo permanente. La Commissione Europea, 27 persone non elette, ma nominate dai Capi di Governo, avrà il potere di decidere quanto gli stati di Euro-zona possono spendere. Gli stati ribelli vengono privati del diritto di voto in Commissione Europea. A questo secondo punto si legano i contenuti del Trattato MES, il quale destituisce gli stati delle competenze sulle vendite dei titoli di stato per gli stati di Euro-zona e le attribuisce a un istituto finanziario privato, il MES appunto. Il MES avrà competenze per stabilire tutti i dettagli macroeconomici in Euro-zona (si consiglia di leggere anche il nostro commento sul MES). Quindi il nostro Governo, con due firme, ha rinunciato alle sue competenze  in materia economica e a risponderne agli elettori. 
Questo provvedimento viene descritto come “tecnico” cioè neutrale, ma ciò è falso. Il pareggio/surplus di bilancio è un parametro totalmente neoliberista. 
Esso infatti immobilizza la voce del bilancio pubblico su una spesa bassa e, come qualunque economista sa, è un provvedimento recessivo, che acutizza la crisi e provoca il deficit dei bilanci per aziende e famiglie.

Vi chiediamo quindi di riflettere attentamente sulle conseguenze disastrose che l’approvazione in Parlamento del vergognoso trattato Fiscal Compact  imporrebbe agli uomini e alle donne del nostro paese. Il Trattato non deve essere ratificato, ma al contrario si deve lavorare per l'adozione di una moneta sovrana, che gli stati possano creare per il fabbisogno dei cittadini e delle imprese italiane.
Campagna "Lettera No al Patto dell'Euro, per un'Europa dei Beni Comuni"
Commenti ai trattati Fiscal Compact e MES


La questione è di una gravità inaudita, al di là di ogni altra malefatta di questo governo,  perché è l'attacco finale allo stato sociale, e cioè alla Scuola Pubblica,  alla Università Pubblica, alla Sanità Pubblica, alla Solidarietà verso i più deboli, alla Cultura, alla Tutela della Biodiversità e del Patrimonio Ambientale, Storico, Culturale, alla diffusione dell'Energia del Sole, al Riciclo della Materia, al Lavoro quale costruzione di ricchezza vera per l'oggi e per il futuro per l'Uomo e per il Pianeta.
E' incredibile che un governo cosiddetto tecnico possa permettersi un'azione tanto violenta e  reazionaria nell'interesse esclusivo del privato; è una vergogna che partiti come IdV e PD votino a favore di questa modifica costituzionale ed è incomprensibile  che lo stesso Capo dello Stato consenta ad un governo tecnico, non eletto dal popolo e non rappresentativo di alcuna volontà popolare, tale atto.  Noi come VAS abbiamo fatto l'appello che è rintracciabile sul sito nazionale VAS e che comunque Vi allego unitamente ad un mio contributo sulla questione, nella triste consapevolezza che  non vi è purtroppo nulla da fare, quando destra e cosiddetta sinistra stanno uniti a servizio dei grandi capitali finanziari ed economici. Naturalmente tentare fino all'ultimo non è male e perciò potrebbe essere utili cercare di attivare iniziativa politica verso, verso chi?? fateci sapere con urgenza. 

Antonio D'Acunto   




1 commento:

  1. Gentile Dott. D'Acunto, grazie per avere proposto all'attenzione del pubblico la nostra Lettera ai Parlamentari. Invitiamo tutti coloro che ci leggono ad approfondire i contenuti disastrosi dei Trattati MES e FISCAL COMPACT del 31 gennaio e 2 febbraio 2012 (un mese fa).
    Vorrei precisare che non c possiamo stupire della condotta del Capo di Stato. Egli come chiunque altro non fece parola di quanto stava accadendo e ne era a conoscenza. Come? Per capirlo dobbiamo fare un salto indietro di un anno, esattamente al 25 marzo 2011. Infatti, la madre di questi due nuovi trattati e di tutti i provvedimenti economici che stanno passando è la Decisione del Consiglio Europeo 25 marzo 2011, firmata da SIlvio Berlusconi per lo stato Italiano. In quel provvedimento, si faceva OBBLIGO ai Capi di stato dell'EURO-zona a garantire che nei singoli parlamenti nazionali fossero introdotte le modifiche costituzionali oggi al voto, insieme alle riduzioni pensionistiche e all'incenerimento dei contratti nazionali dei lavoratori, insieme alle privatizzazioni, insieme all'ingresso del FMI a governo dell'Euro-zona, insieme al pareggio di bilancio e successivi. La nostra campagna iniziò un anno fa e nessun politico nè sindacato, pur informato. I sindacati ne sono informati, almeno i più rappresentativi, in quanto la Confederazione dei Sindacati Europei (che vengono "ascoltati" in Commissione Europea) condannarono pubblicamente alcuni aspetti di questi provvedimenti. Altri non li nominarono. Ma una discussione interna deve esserci stata.

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