martedì 13 marzo 2012

Quando si cammina sul lato selvaggio della strada: iracondia tra anime belle fraintendimenti e reprobi.




II nostro è il paese della doppia morale da sempre. Il paese delle anime belle, di quelli che pubblicamente dicono di fare delle  cose e poi privatamente o coperti dalle loro attività professionali fanno tutto il contrario di quello che dicono di fare pubblicamente. Il si predica bene e si razzola male, io non mi sono mai voluto piegare a questo modo di pensare. Avrei potuto farlo convenientemente come tanti, avrei potuto fare il buon pater familias, avere una moglie come tanti e poi i figli e poi fare i comodi miei come fanno tanti. In Italia da sempre si fa così, oggi più che mai: un way of life diffuso in egual misura a destra come a sinistra. Per me ho deciso diversamente. Spesso risulto irritante, antipatico, perché mi capita di frequente di dire in maniera brusca e diretta  sempre ciò che penso. Gli stupidi dicono che lo faccio per provocare ma io – contrariamente a quello che si pensa – non amo le provocazioni, anzi ne faccio volentieri a meno, perché forse la mia maggiore provocazione è la vita che ho scelto, anche ora a quasi 61 anni compiuti. Quello che gli sciocchi chiamano provocazioni ben riuscite o mal riuscite, sono solo mie prese di posizioni rispetto ai fatti. Mi interessa mettere in luce, le faglie, le discrepanze, le contraddizioni, i luoghi comuni, le banalità del linguaggio che appaiono in un qualsiasi discorso. Di solito, tutte queste figure del discorso, soprattutto del discorso politico, sono solo ciò che appaiono: fraintendimenti, non sense, boutade, altre volte invece possono essere collegate a fatti, altre volte ancora essere manifesta mala fede, altre vote ancora solo la sempre pratica della doppia morale. Nella pratica dello smascheramento o in una semplice  riflessione su contraddizioni di un discorso politico ambiguo o poco chiaro, ci sono poi tutta una serie di distingui da fare: se si ha la certezza della malafede si fa una denuncia precisa ricorrendo agli organi preposti, se invece si notano contraddizioni, le si espongono con i condizionali, con i: sembrerebbe, parrebbe, potrebbe trattarsi ecc.ecc.. Una cosa è certa : si corrono sempre dei rischi quando si decide di dare un nome a  questi territori border line. Il grande Lou Reed cantava: walk on a wilde side in una ballata diventata leggenda. Camminare sul lato selvaggio della strada è sempre pericoloso e ci si fa molti nemici, ma anche questa è stata una mia scelta. Le anime belle, tutti quelli cioè che frequentano territori discorsivi non chiari, ambigui  border line, ma che invece sono convinti di frequentare solo la verità,  sono sempre molto aggressivi e sulla difensiva se qualcuno mette in luce queste discrepanze. Il sistema politico italiano sguazza in questi territori, non esiste più un discorso politico chiaro nel quale è possibile ravvisare una consecutio tra ciò che si dice di voler fare e quello che poi effettivamente si fa: il discorso è diventato un metadiscorso. I sistemi di norme per esempio, sono il luogo per antonomasia dove si esercita spesso un uso strumentale del discorso politico e della doppia morale: si predispongono una serie di disegni di legge e di atti amministrativi che dicono di voler difendere il territorio e invece si fa l’esatto contrario di quanto si dice di voler fare: l’ultimo atto amministrativo della regione Campania in materia di tutela del paesaggio è l’esempio più vistoso di metadiscorso . Michel Foucault, in L'Ordine del discorso,  ha scritto molto su questo argomento, intendo il metadiscorso, non il piano della Regione Campania che invece in mano di incompententi:"Un principio di rovesciamento innanzitutto: là dove, secondo la tradizione, si crede di riconoscere la scaturigine dei discorsi, il principio del loro proliferare e della loro continuità, nelle figure che sembrano svolgere un ruolo positivo, come quella dell’autore, della disciplina, della volontà di verità, bisogna piuttosto riconoscere il gioco negativo d’un ritaglio e d’una rarefazione del discorso". Lo so che la pochezza culturale del contesto, non consente di credere, che io mi riferisco anche nelle più pratiche discussioni o analisi ad autori che frequento e che mi sono spesso d'aiuto per non imbarbarire completamente, ma è così. L'uso delle leggi e dei codici per estendere le maglie del potere e del controllo e per produrre effetti spesso disastrosi per l’ambiente, ma molti avvocati e giudici spesso ignorano questa genealogia della formazione discorsiva giuridica, la filosofia, spesso non è ancella di nessuna altra disciplina ed è poco conosciuta da questi valenti professionisti. Sono questi quelli che si indignano subito, e molte volte la loro indignazione è spropositata, e finiscono con l’ignorare che la messa a nudo delle faglie e delle contraddizioni evidenziate con i condizionali, serve solo a far pensare in senso critico perché, se si avesse la certezza invece della malafede  della loro azione si parlerebbe  al presente e si colpirebbe diversamente. Ma tant’é! Chi pratica la doppia morale ci va giù con la mano pesante e tenta di farti male: l’esposizione al pubblico ludibrio, la denuncia e l’isolamento del “reprobo”, l’intimidazione manifesta, l’esibizione del potere che praticano, le loro professioni. Per quel che mi riguarda nessuno, ha il diritto di agire in questo modo, ha certo il diritto di difendersi, ma dovrebbe farlo in maniera argomentativa e poi, quello che vale in pubblico, dovrebbe valere sempre pure in privato! Chi si mostra per quello che è in pubblico dovrebbe farlo anche  autenticamente in privato! Ho improntato la mia vita in questo modo, lo pretendo anche dagli altri. Ma il “sistema” italiano ha sempre disatteso questo principio e ormai questo è un costume diffuso: lo era nel fascismo, e nell’italietta democristiana, lo è stato nel berlusconismo  Fondamentalmente risulto essere antipatico e “personaggio” irritante solo perché provo ad esercitare  la pratica del pensiero critico contro ogni convenzione, e lo smascheramento del potere che si cela dietro l’uso delle leggi e lo faccio sempre, ora particolarmente  per difendere l’ambiente, nel mio paese devastato dall'abusivismo edilizio e dal proliferare dei parcheggi interrati, che per me è un valore fondamentale: io non ci guadagno proprio niente da tutto questo espormi, se non fastidi. Le mie non sono sono provocazioni: che ottusa banalità nell’affermare questo! Cosa ci sarebbe da provocare poi? E non è un pensiero diffamatorio fare delle affermazioni, ma l’attività genealogica ( Foucault) di evidenziare contraddizioni, coincidenze, anche nessi casuali , o semplicemente la prevalenza del cretino tra discorsi e fatti, tra ciò che si creda sia essere una cosa e ciò che poi di fatto  essa potrebbe essere.
Franco Cuomo

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