Non sono stato e non ero un “dylaniato”, da giovane, tra il ‘65 e il ‘66 oltre che ascoltare i Beatles e i Rolling Stones come tutti gli adolescenti di allora, mi piacevano le bands che l’impresario folk nel film chiama “cagate” ovvero i Kinks che nel sottofondo suonavano “You really got me” , gli Animals di Eric Burton, i Moody Blues, gli Yardbirds e altri gruppi, prevalentemente inglesi. Poi tra il ‘68 e il ’69, sull’onda del movimento dei diritti civili e pacifista esploso negli USA, arrivarono in Europa “Mr Tamburine man”, Blowing in the wind”, “ The time are chanching” , “like a rolling stone” così conobbi Bob Dylan. Naturalmente conoscevo Woody Goothrie e Peeter Seeger, dei quali scriveva una rivistina giovanile che si chiamava Big e che leggevo allora, ma il folk non mi è mai piaciuto, l’inglese non lo capivo e la forma musicale della ballad non mi interessava proprio. Fatta questa premessa il film mi è sembrato un buon film per la prova attoriale di Timothée Chalamet, che a me non piace come attore: è stato bravo a interpretare le introversioni nevrotiche e atipatiche di Dylan, e anche come cantante non se la cava male, considerato che doveva riproporre una voce, quella nasale di Dylan che è stata la colonna sonora del “movimento” degli anni ’60; ma per tutto il resto il film diventa mieloso soprattutto quando descrive la conflittualità sentimentale tra Joan Baez e Suze Rotolo, considerando chi era Joan Baez già affermata folk singer impegnata politicamente, che nel film viene trattata alla stregua di una ragazzina innamorata. A me Bob Dylan è piaciuto – ma mai eccessivamente- solo quando si è elettrificato, quando cioè attua quello che nel film è raccontato come un tradimento consumato al Newport folk festival del 1965 , pezzi come “Hurricane”, che nel film non è stato suonato neanche una volta perché era già del 1975 o “Just like a woman” dedicata a Edie Sedwick, la musa di Warhol . Per me il film èun po’ troppo convenzionale per raccontare uno dei più anticonvenzionale dei grandi singer del rock, ripeto del rock e non del folk, perché è con il rock che diventa famoso. Poi per tutto il resto, il film mi ha sollecitato riflessioni anche politiche: il ruolo che la cultura americana ha giocato sulla mia generazione, quando questa invadeva il mondo ( la citazione alla crisi missilistica di Cuba) e le coscienze con l’american dream ( grande fregatura per tutto il mondo) .
Era questo il Dylan che mi piaceva.
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