mercoledì 22 aprile 2015

La rancorosa antipolitica: un mio commento ad Ernesto Paolozzi




Un commento mio  ad un post di Ernesto Paolozzi, studioso di Benedetto Croce e docente storia della filosofia contemporanea  presso il  Suor Orsola Benincasa di Napoli che riporto integralmente. “La questione morale si è lentamente degradata, prima in cupo moralismo, poi in perbenismo piccolo borghese,quindi si è trasformata in rancorosa e invidiosa antipolitica. Oggi sta diventando un gioco di società sostitutivo del burraco.Speriamo che la moda passi. Al grido di viva Sandra Mondaini, che barba, che noia”.  
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Si parla spesso di antipolitica, ma mi chiedo: e la politica? Qual' è quella "cosa" alla quale oggi si può attribuire il sostantivo di Politica, così come l'ho studiato per anni sui testi di Storia delle Dottrine Politiche, o nelle letture di Gramsci, di Omodeo, di Croce, Habermas? Quello che c'è oggi in giro, quello che il marketing e il mercato ci offrono oggi col termine di politica, a mia modestissima opinione, è solo comunicazione mutagena, ovvero un linguaggio che serve a controllare e a nascondere la realtà di ciò che attiene alla sfera dell'opinione pubblica – oeffentlichkeit-  per dirla con Jurgen Habermas. A conti fatti oggi, quella  politica non esiste più , perché sostituita da  una tecnica amministrativa finalizzata alla conservazione e al mantenimento  di potentati economico/ finanziarii.  Questo  linguaggio della comunicazione utilizza un formulario concettuale e simbolico che ha estromesso definitivamente le categorie valoriali dei diritti e del sociale, mentre l’idea stessa di cittadinanza sparisce per fare posto a quella di utenza.  Ergo sostengo, in opposizione a ciò che afferma Ernesto Paolozzi, che: come non esiste più la politica così non esiste nemmeno il suo contrario ovvero l'antipolitica e Sandra Mondaini forse era più avanti solo perché oltre a far parte dell’universo spettacolo dei media poteva ancora annoiarsi. Vorrei ricordare ad Ernesto che  prima di scagliarmi contro l'antipolitica inviterei a riflettere su cosa e su chi fa politica oggi. Posso fare dei nomi a ... caso, eccoli: quella di Renzi è politica? Matteo Renzi è un politico? Berlusconi ha fatto politica ? Maria Elena Boschi è una politica? Lo è Daniela Santanchè ? Voglio spiegarmi meglio: non entro nel merito delle persone in quanto tali e delle cose che hanno fatto e stanno facendo, che sono un prodotto di questa mutazione ,entro invece nei modi di presentarsi in qualità di personaggi completamente avulsi da nozioni storiche e politiche, nel senso antico e per loro desueto del termine . Entro nei linguaggi usati, ma soprattutto sulla acultura che ostentano. Mi scuserete se uso dei paradossi, ma lo faccio solo per dimostrare che oggi la politica è sparita e al suo posto c'è solo una tecnica amministrativa con i suoi esecutori al servizio del primato dell'economico. Allora ecco che pongo un esempio.  Ravvisate differenze - ovviamente oltre quelle epocali - tra Walter Rathenau, Winston Churchill, François Mitterrand e Angela Merkel, François Hollande Matteo Renzi? La mia opinione è che la prima triade aveva una storia della cultura politica che era composta di una grande considerazione verso la Humanitas, di un grande rispetto verso i principi della Morale pubblica e privata per i ruoli istituzionali ricoperti e di un'alta considerazione del senso dello Stato. In altri termini questi uomini erano degli autentici politici il cui fine era quello di tenere alti i valori del primato della Humanitas contro lo scadimento della vita verso la barbarie, si inserivano cioè in quella formazione storico culturale che da Hobbes, passa per Locke e poi per Rousseau, e poi per Kant e per Voltaire fino ad arrivare alle basi dei dettati costituzionali. La seconda triade invece si occupa di far quadrare i conti di un sistema economico l’unico che si fa passare per essere il migliore dei mondi possibili ( quello capitalista/finanziario) e di curarne gli interessi a discapito della Humanitas che per essi rappresenta un intoppo, un incidente di percorso. Per la seconda triade lo scadimento della vita è un dato necessario anzi quasi naturale: si ritorna cioè a considerazioni ante Adam Smith, ovvero che l’essere poveri è una colpa e chi lo è lo è solo per colpa sua, questa triade continua a conservare modelli rappresentativi del secolo scorso: parlamenti, democrazia parlamentare, elezioni, ma di fatto li esautora e li modifica fino a renderli completamente finalizzati alla  sola conservazione di questo stesso sistema economico. Rifkin e ultimamente Piketty, da punti di vista differenti, hanno sottolineato l'estrema pericolosità della deriva o, se volete, del primato dell’ economico rispetto al primato del politico, come lo si intendeva un tempo, ovvero al primato delle vite umane che compongo il sociale. Questo stato di cose potrebbe portare a gravissimi conflitti su scala planetaria, alla scomparsa dei diritti alla fine delle autonomie governative: poche nazioni amministrate da “facenti funzioni” della finanza internazionale. Questa tecnica di far quadrare i conti è supportata da un linguaggio asettico molto povero con scarsissimi concetti, nel quale prevalgono acronimi e sigle, lingua inglese o un inglese mondializzato molto usato sia dai media che dagli attori amministrativi che lo pongono in essere: i primi ministri e i ministri stessi . Tutto questoallora non ha più niente da spartire con quello che una volta si definiva politica e dunque tutto questo, per ritornare al tuo post iniziale caro Ernesto, è per me la vera antipolitica.

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