lunedì 4 giugno 2012

Io sto dalla parte dei Pescatori Indiani uccisi.



 

Sotto ogni aspetto sono di una gravità estrema, ma sono soprattutto profondamente immorali le dichiarazioni ultime del Presidente del Consiglio Monti, dopo la scarcerazione dei due marò italiani accusati di avere ucciso due pescatori indiani;  "Esprimo la viva soddisfazione del governo e mia personale per la liberazione, avvenuta su cauzione, dei nostri marò, detenuti da oltre tre mesi nel Kerala (India) a seguito di un incidente avvenuto in acque internazionali" "ha dichiarato attraverso una nota Mario Monti". "Il premier ha spiegato di aver "posto telefonicamente i sentimenti di gioia del popolo italiano al maresciallo Latorre e al Secondo Capo Girone e ho potuto constatare la loro forza e fierezza, malgrado la dura esperienza di questi mesi". 

 Una immoralità oltre ogni limite  che trascende non solo nel non avere detto né in questa occasione né in altre una sola parola di solidarietà, di conforto o di scusa verso i pescatori uccisi , ma soprattutto nell'avere identificato la causa della loro morte " in un incidente avvenuto in acque internazionali".

Non sappiamo se ciò sia vero, ma dalla dichiarazione di Monti traspare quasi una responsabilità grave  dei due pescatori nell'essere andati a mettersi a rischio di un incidente nel pescare in acque internazionali rispetto alla "licenza di uccidere" dei guardiani internazionali provenienti dalla lontanissima Italia o da altri Paesi: come se nel mare come per i presidi militari vi fosse il filo spinato per off limits ed il cartello "Alt farsi riconoscere o spariamo" per cui superato il filo spinato delle acque internazionali vi fosse "diritto di uccidere.

Tale diritto, Monti e una gran parte del suo governo insieme ai poteri militari, lo fanno diventare  dovere così che, chi lo esercita, diventa eroe mentre e le dichiarazioni di Monti preludono ad una accoglienza trionfale e perché no, anche qualche medaglia al valore-  per i due marò al loro eventuale ritorno in Italia, che io come moltissimi italiani auspichiamo solo dopo averne però accertata la loro innocenza.
E' di una gravità inaudita, che non risponde certo alla cultura, alla storia, alla umanità ed alla solidarietà di gran parte del Popolo italiano- l'assenza di valore, l'insignificanza  della vita di persone come i due pescatori, rispetto al solo diritto di richiesta di giustizia verso due marinai italiani.
 Ed io -come sono certo gran parte del Popolo Italiano- sono  dalla parte dei due pescatori e se dovessero partire anche da giuristi italiani e da movimenti internazionali iniziative che andassero in questa direzione darei il mio piccolo contributo.

Il dovere del Governo italiano non può  essere quello della difesa aprioristica e della chiusura del caso, eventualmente comprando i bisogni delle famiglie dei due pescatori, ma quello della richiesta di ogni garanzia nell'accertamento  dei fatti, della garanzia totale dei diritti della difesa,  e del contributo vero perché emerga tutta la  verità - anche se essa dovesse  compromettere più alte sfere militari e politiche. Ed è in questa direzione che io penso che dal Paese tutto deve venire un nuovo forte messaggio, purtroppo finora troppo debole ed insignificante così da consentire al presidente Monti di fare le sciagurate  dichiarazioni che ha fatto.

Napoli, 4 giugno 2012

Antonio D'Acunto, presidente onorario VAS Campania
 Franco Cuomo - Coordinatore VAS Vico Equense

2 commenti:

  1. Le faccio notare, dal mio piccolo, che la questione verte sul fatto che la giustizia deve essere amministrata in Italia, per quanto riguarda questi militari, e non in India. Non dovevano essere incarcerati in India.
    P.S. VAS sta per Valutazione Ambientale Strategica?

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