lunedì 9 aprile 2012

Tra scandali italiani e decadenza dell’occidente bisogna sempre dire ad un asino che è un asino!




Ho appena finito di leggere l'articolo di Francesco Merlo “ Le lauree in canottiera” : un mio carissimo amico ci  trovato dell'ottimismo, perché lui è un ottimista nato ed è una cosa buona per lui che è imprenditore, Io no, non lo sono e non sono riuscito a trovare una speranza, nelle lucide ed impietose parole di Merlo e non credo ce ne fossero. Merlo è molto preoccupato dello “sputo” che la Lega ha inflitto - con complicità di organi di Stato, quando erano in carica
( Gelmini ) - alla cultura ed al sapere, diventati ormai arredo a metraggio nelle librerie di Aiazzone. Acquisti che si fanno in posti dove il titolo di studio non essendo un titolo legale, si vende e dove è possibile acquistare lauree e dove cialtroni di tutto il mondo, ma soprattutto italiani ne acquistano: me ne compro tre, due a seconda della carriera che voglio fare . “ Come si vede, dunque, la degradazione del titolo di studio in patacca da rigattiere nella zona più ricca d’Italia non è il dettaglio pittoresco di una ben più seria sconfitta politica. Al contrario, nel Trota che manda in pensione l’asino e, dopo tre bocciature, il partito gli compra l’agognato e immeritato diploma al mercato nero di chissà, c’è già la secessione in atto” . Quello che è diventato questo paese, lo si vede nella facce dei corrotti: rozze, spietate inumane, mentre i danè  sono diventati l’unico scopo della vita di tutti, ed irridono lauree e diplomi, ormai declinanti anche questi, in università decerebrate e mediocri . C’è chi si indigna contro questa decadenza sociale, istituzionale e politica, ma io mi chiedo: in quanti sarebbero disposti a praticare un nuovo stile di vita improntato a sobrietà e discrezione. In quanti sarebbero disposti a rinunciare all’idea di status e di potere? Auto costose e super accessoriate, appartamenti sontuosi, vite artificiali da nababbi, modelli che ormai suonano anche stonati per i tempi reali di un occidente che non è più il faro di civiltà, non più modello e baricentro del mondo, ma declina di nuovo verso il “ tramonto dell’essere” di heideggeriana memoria. Sapevamo tutti da tempo che la cultura occidentale sarebbe entrata in una recessione paurosa. Stiamo assistendo ad una decrescita dell’occidente e dell’ idea di progresso senza sviluppo: dell’Europa in primis. Sarebbe tempo di pensare ad uno sviluppo delle coscienze e della conoscenza, rifondare una diversa idea di ricchezza basata sulla difesa dell’ambiente e  sullo sviluppo interiore della persona. Ogni cosa ha un suo ciclo vitale, anche le civiltà. Oggi per noi l’unica soluzione praticabile sarebbe quella di inventare o reinventare – se vi piace di più – nuovi modelli, una temporanea o duratura  positiva decrescita, una strada per recuperare cultura e sapere e ridare il giusto valore e l'importanza che si dovrebbe a chi possiede queste ricchezze e non invece a chi ha solo un Suv o una Giaguar o una villa al mare. Bisognerebbe reimpostare tutto dalle fondamenta, con valori radicalmente diversi da quelli praticati fino ad ora e propagandati da “gente bassa” che con ingordigia ha fatto del denaro accumulato disonestamente e delle merci da ostentare l’unico scopo da seguire delle loro e purtroppo delle nostre vite. Ora la posta in gioco è alta: qui bisognerebbe poter reinventare i valori di una prossima civiltà occidentale, che dovrebbe poggiare su una sorta di “povertà”, un sorta di neo monachesimo laico, perché la verità è che siamo diventati tutti più poveri e lo diventeremo ancora di più e dunque, non possiamo più seguire modelli che si sono spostati altrove, forse provocando in quei posti gli stessi disastri che hanno provocato da noi.  Per Francesco Merlo la risalita è lunga e difficile, come lo è pure per me. Oggi la realtà nuda e cruda è che stiamo  diventando tutti più poveri. C'é chi ha ancora  i soldi e il malaffare ( i peggiori) e chi senza soldi ( i migliori relativamente). Mediocrità corrotte da stili di vita pacchiani e volgari. Rifondare il sapere, in queste condizioni è un ' opera ardua. Bisognerebbe non essere neanche più borghesi ( come il signor Monti) ma aristocratici, non di sangue perché non ce ne sono più, ma dello spirito ed affinare le proprie tecniche per affinare le proprie interiorità ed essere sprezzanti e trancianti con chi fa della sua volgarità e ignoranza un vanto. Bisognerebbe potersi avvicinare ai fasti di un’aristocrazia dell’anima, quella in cui i pochi vogliono ancora e solo riconoscersi, un dandysmo della rappresentazione di una nuova concezione della persona, della natura, della vita. In pratica bisognerebbe ridare valore ad atteggiamenti  e modi fino ad ora irrisi e soffocati dai miasmi della rozzezza politica e della corruzione, ma  ancora oggi, se uno praticase quello che vorrei che accadesse, sarebbe considerato un fallito dai più. Dovrebbe essere un lavoro su se stessi lungo, difficile e faticoso, soprattutto quando le istituzioni preposte alla formazione culturale delle coscienze non esistono più, ingoiate anch ’ esse in una voragine di abiezione e povertà morale. Oggi, in questa crisi epocale c’è ancora chi pensa di salvarsi comprando ogni cosa, anche il sapere, che invece è un percorso lungo e faticoso e lo si compra per ostentarlo come una Jacuzzi o una Maserati, ma gli asini restano sempre e solamente asini, bisognerebbe avere però il coraggio di dire loro che sono tali e che dunque non possono occupare posti ed incarichi di responsabilità se sono asini e che, se loro pensano che la società è fatta in questo modo, che si stanno sbagliando, soprattutto, quando comprano tutto ciò che vogliono con denaro rubato ad altri, ma più di ogni altra cosa, che questi modelli sono finiti, che i Don Verzè, i Formigoni, i Bossi,i Lusi, i Belsito, le Rosy Mauro, i Trota devono essere considerati per quelli che sono: poveri mentecatti corrotti, stupidi e infelici e non modelli da seguire. Quando questa rivoluzione della percezione si farà strada in ognuno di noi, allora forse, staremo percorrendo una nuova strada verso orizzonti più spaziosi e più autentici. Al  momento, nonostante questi terremoti politici, la situazione la vedo ancora difficile. Una volta a scuola agli asini si metteva il coppolone in testa con le orecchie e li si piazzava dietro la lavagna. Ecco! Bisognerebbe cominciare da qui. Dire sempre ad un asino che è un asino.
Franco Cuomo

1 commento:

  1. Un blog eccellente, sotto tutti i profili. Basti vedere/ leggere quanto disse PP. Pasolini su "medium di massa" e "consumismo".

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