"In un passaggio enigmatico della
Seconda lettera ai Tessalonicesi (2, 6-7), San Paolo parla di qualcosa o qualcuno che «contiene», «trattiene»,
«frena» – in greco: to katechon – l’arrivo del vento dell’empietà. Scrive
infatti San Paolo: «il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario sia
tolto di mezzo chi finora lo trattiene». Questa categoria del "potere che
frena" è da tempo in crisi. La crisi del katechon, ossia del potere che
frena, trattiene e contiene ci è apparsa chiara nel Novecento, attraverso la
crisi dello Stato. Questa crisi fa tutt'uno con la crisi del Politico, del
katechon politico, del potere che frena, dell’empia gestio ne di una casta
corrotta" ( M. Cacciari, Il Potere che frena, Adelphi).
Cosa sta
succedendo nella sfera del politico nostrano? Se quello che stiamo vedendo non
ci fornisce ancora una interpretazione plausibile, allora significa che non
vogliamo capire e non c’è peggior sordo di quello che non vuole sentire. Il M5 Stelle
mette sul web un codice di comportamento per i 163 parlamentari che sono stati
eletti il 24 e 25 febbraio, e rifiuta qualsiasi forma di politichese che possa
configurarsi in un qualsiasi accordo, in pratica la vecchia politica, sta
utilizzando una sintassi nuova a cui i politici dovranno abituarsi. Tra le
varie voci una a caso . Trattamento economico: “L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi
mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato ( non al Partito) insieme all’assegno di solidarietà (detto
anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra
voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma,
rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di
trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e
trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo”. Così,
mentre l’apparato simbolico della teologia politica per eccellenza è scosso da
una dimissione esemplare, quella dell’ex Papa Benedetto XVI, fatto di per sé
che induce a riflettere seriamente sulla delegittimazione dei poteri, i gattopardi mummificati nei
palazzi della politica e nei loro cloni imbalsamati nelle redazioni dei
giornali seguitano a muoversi come se nulla fosse cambiato e nulla dovesse
cambiare. Loro a dimettersi non ci pensano proprio e continuano a muoversi
e a parlare come se nulla fosse successo. Il fatto è invece che qui, piaccia o meno
è accaduta una rivoluzione, Dario Fo, ha elencato dieci punti che il PD
potrebbe condividere nel programma M5S,
impegni che Bersani dovrebbe assumere senza chiedere contropartite e senza
mediazioni . Un esempio potrebbe essere quello riportato da Paolo Flores D’Arcais
su Il Fatto Quotidiano di oggi. “ Si pensi solo a cosa succederebbe se Bersani
dicesse << la TAV non si fa più, perché in effetti non serve a nulla,lo
hanno spiegato i migliori tecnici disinteressati, scusateci se abbiamo fin qui
insistito, ma il bene di cittadini vieni prima di qualche interessi di un
costruttore>>. O se annunciasse che verrà rispettata la legge 361 del
1957 secondo la quale Berlusconi è ineleggibile ( e perciò dovrà affrontare
senza immunità la sentenza Ruby e le inchieste sui tre milioni versati a de
Gregorio per fargli cambiare casacca – comprare un parlamentare non è solo
corruzione, ma è roba da attentato alle istituzioni). Berlusconi in questo caso
sarebbe finito davvero, ma sarebbe finito solo se Bersani dicesse questo e non lo
salvasse per l’ennesima volta, ovvero solo se accettasse di usare una sintassi
discorsiva che necessariamente dovrebbe fare a meno dei doppismi del
politichese e dei suoi inciuci. Una cosa che D’Alema aborrirebbe o che farebbe
fare una smorfia di supponenza alla Finocchiaro o un mugugno di indifferenza a
Fassino. Insomma io credo che qualcosa sia successo e stia succedendo. I giornali
di regime e tutte le televisioni voglio farci credere nel peggio, ma quello che
c’è in ballo è il ribaltamento radicale di un atteggiamento verso la politica
che potrebbe coinvolgere veramente anche altri paesi al di fuori dell’Italia.
Quello che sta accadendo in Italia è solo l’inizio di un cambiamento molto più
radicale che potrebbe toccare tutte le democrazie, soprattutto quelle messe in
scacco dai diktat dell’austerità tedesca, insomma una rivoluzione verso una
decrescita felice programmata ed attuata questa volta nei parlamenti. E’ un
programma forte e c’è anche molta provocazione da parte dei leader del M5S, ma
di certo non si può negare che ha messo in crisi l’insopportabile linguaggio di
presunzione del PD e dei suoi cacicchi e la mefitica arroganza flatulente di
Berlusconi e dei suoi nani e ballerine. Io non so se il M5S attuerà tutto
quello che sta dicendo di voler fare e anche quello di non voler fare, non so
se i suoi 163 parlamentari saranno sedotti dalle sirene romane di Montecitorio
e non li schioderà più di lì neanche lo Spirito Santo come ha profetizzato Massimo
Cacciari. So solo che sono state messe in scacco le regole che fino ad ora ci
facevano passare per normali “inciuci “ e “ accordi” improponibili per amore di
“equilibri” per amore di interessi finalizzati solo alla sopravvivenza di un
potere lontanissimo dai reali bisogni della gente. Quando Beppe Grillo si recò
dall’operaio sardo che si era rinchiuso in un tubo, gli si avvicinò e gli disse
che non sapeva cosa poteva fare per lui e la sua fabbrica chiusa, ma che forse
era meglio se uscisse da lì dentro,l’operaio uscì e scaraventò la bandiera
della FIOM giù dal traliccio. Nessuno prima di Grillo si era preoccupato di andare da
quell’uomo, nessuno che aveva accolto la sua disperazione. Questo è un fatto. Viviamo
in un mondo dove nulla più è a misura dell'uomo, in una società che è stata
trasformata in una macchina possente, nella quale i partiti tradizionali hanno
cessato da tempo di rappresentare le istanze dei cittadini, nella quale
l'individuo avverte di essere solo un ingranaggio e che arriva a comprimere il
cuore e a fabbricare l'incoscienza e la distanza dalla politica. Complessità
sociale, gruppi sociali sempre più chiusi, sistemi informativi sempre più
sofisticati e onnicomprensivi, minare le regole di questa macchina è già
significativo di qualcosa che cambia. Disabituarsi all’accettazione supina del “
deve farsi per forza così” altrimenti non c’è via d’uscita. C’è sempre una via
d’uscita, tutto sta ad accettarla anche se non la si conosce ancora.
Questa è l'UNICA occasione che ha la sinistra italiana(e non il centro-sinistra) per farsi capofila della sinistra europea e forse mondiale. Il modello di alcuni paesi sud-americani è infatti marginale e poco conosciuto per affermarsi come alternativa al capitalismo.
RispondiEliminaE' un' occasione unica per demolire il potere finanziario a favore dell'uomo e dell'economia reale. Ma in realtà i politici italiani(PD in primis) si preoccupano dei MERCATI, come se fossero un fattore imprescindibile per il benessere dei cittadini e le normali relazioni economiche. "sai lo spred...?" "..la stabilità del governo è indispensabile per tranquillizzare i mercati..." senza mai dire che i mercati sono in mano allo 0,5-1% della popolazione mondiale, ovvero quella categoria di persone che, non per questioni idiologiche legate alla ricchezza ma per questioni etiche,andrebbe combattuta strenuamete.
Oltre la riqualificazione della classe politica è in gioco tutto il modello economico attuale, quale occasione migliore?
Marco Cuomo