Ci sarebbe da ridere,
anzi da sorridere, se non ci fosse invece da piangere, a proposito
dell’incontro promosso dall’Ordine degli Architetti di Napoli e provincia
tenutosi venerdì 22 marzo alle ore 17 ( iniziato con un’ora di ritardo alle 18)
nella sala della SS. Trinità e Paradiso di Vico Equense, da sorridere, perché
quando si sentono parlare tanti architetti tutti insieme, non può non venire in
mente l’ acuta e brillante parodia che ne fa Crozza/Massimiliano Fuffas. Tra i
temi trattati: Piano casa e vincoli
ambientali in penisola sorrentina ma anche gestione delle emergenze
territoriali, nuove opportunità di sviluppo dei territori e delle aree urbane, potenzialità
naturalistiche, ambientali e storico-artistiche di una delle aree di maggiore
impatto sull'economia turistica della regione, ma anche di comunicazione e di
cambio di immagine dell’Ordine. Sembra che la comunicazione non sia mai stata
così importante come in questo periodo e giù a trovare o incaricare
responsabili o conoscenze di fama, buone per tutte le occasioni, come il mass
mediologo professore Derrick de Kerckhove spesso in costiera. Molto forte la
presenza femminile molto attiva nell’architettura. Tra gli intervenuti si
notavano: la responsabile di zona della Sovrintendenza arch. Ricciardelli, il
professor arch. Vincenzo Meo, urbanista, il Presidente dell’ordine
professionale architetto Gennaro Polichetti.
Grande Crozza! Grande perché con quella
parodia di Massimiliano Fuksas ha riassunto la quintessenza dell’aria fritta
dell’”architetturese”, ovvero quel linguaggio usato spessissimo dagli
architetti che, riesce a mescolare con grande disinvoltura e molta leggerezza:
semiologia, sociologia, filosofia, arte, comunicazione appunto, rimanendo sempre
sul molto vago e sul molto generico, mentre tutt’ intorno, l’ambiente degrada
sotto il pesante e massiccio peso di deprecabili operazioni, firmate con buona
pace dell’anima, dell’estetica e dei vincoli, sempre da solerti professionisti
locali e non con operazioni al soldo di privati o di amministrazioni comunali.
Mi sto ancora chiedendo
a chi può servire un incontro del genere ma soprattutto a cosa, soprattutto
quando, il cosa, è il territorio della
costiera, orrendamente devastato da interventi che molto poco hanno a che fare
con l’architettura che questi professionisti,continuano a considerare una
disciplina autonoma, nella quale essi stessi continuano a considerarsi
autonomi.
Interventi che sono
stati fatti in dispregio di qualsiasi vincolo e di qualsiasi rispetto
ambientale. Da Vico Equense a Massalubrense è un continuum di scempi ambientali
senza pari che hanno ormai reso irriconoscibile moltissime zone collinare e
costiere della Penisola sorrentina. La zona alta di Vico Equense per esempio è
disseminata di pessime costruzioni, tutte abusive, fatte malissimo, con pessimi
materiali costruite su strade anch’esse improvvisate, magari su sentieri o
mulattiere preesistenti che sicuramente sostenevano altri carichi, senza
allacci fognari, alla faccia di qualsiasi programmazione urbanistica: un
“architettura” ed un’”urbanistica” “fai da te” che ormai è diffusissima. Allora
mi chiedo: ma di che cosa stanno parlando questi professionisti? Di quale
universo onirico si nutre il loro mondo? Stupisce che questi professionisti, come se
abitassero su un altro pianeta si riuniscono, anche con l’imprimatur dell’amministrazione
di Vico Equense a discutere di: a) Legge
per l’ architettura: Governo del territorio che deve coinvolgere gli urbanisti,
gli architetti e i costruttori; b) Introduzione dei concorsi di architettura in
due fasi per tutti i progetti di trasformazione urbana; c) Azione tendente ad
uniformare e semplificare tutte le procedure di carattere amministrativo che
riguardano l’attività professionale: chiarezza, trasparenza e solidarietà; d)
Il ruolo dell’ architetto nelle istituzioni; e) Rilettura e sensibilizzazione
delle norme di deontologia professionale; f) Formazione continua e azioni
concrete per iniziare i giovani architetti all’ attività professionale; g)
Azioni volte a coinvolgere capitali privati nel processo di trasformazione e
conservazione del costruito.
Le traduzioni dall’”architetturese” che vorrei
fossero fatte sono:Governo del territorio! Da parte di chi? Chiarezza,
trasparenza e solidarietà tra chi, con chi? Il ruolo dell’architetto nelle
istituzioni per fare cosa? Azioni volte
a coinvolgere capitali privati
nel processo di trasformazione del costruito, cosa significa? Se non me
lo traduce nessuno allora interpreterò secondo la vulgata di Maurizio Crozza,
che al momento mi sembra la più attendibile.
Capisco che i
professionisti giovani e meno giovani debbano lavorare, ma forse bisognerebbe
mettere bene in chiaro una volta e per tutte la valenza politica di interventi
e scelte, soprattutto quando l’ambiente e il territorio, in Costiera
Sorrentina, sono diventati un’emergenza. L’Ordine degli Architetti, come pure la Soprintendenza , non
può sedersi a tavoli concertati con le amministrazioni, tra inchini e piroette
e ignorare tutto quello che queste ignorano in materia di Piano Regolatore o
Piano Urbanistico Territoriale! Occorrerebbero scelte politiche forti o una
critica serrata, che non si è notata in questo incontro, come non si notano in
altri incontri simili. L’Ordine vuole rinnovare la comunicazione e l’immagine e
forse sarebbe il caso di farlo al più presto, ma allora rinnovo la domanda alla
quale vorrei una risposta non in “architetturese”: quale è stato il senso ultimo
di questo incontro e quale quello di incontri precedenti simili a questo
sponsorizzati in pompa magna dall’amministrazione del sindaco Gennaro Cinque?
Franco Cuomo – Coordinatore V.A.S.
Circolo di Vico Equense
Nessun commento:
Posta un commento