Un discorso sul potere, un discorso sulla capacità di
annientare che ha il potere. Oggi, chi volesse apprendere una qualche verità
sulla vita immediata del potere e sulla sua violenza distruttiva, può scrutare
la potenza oggettiva dei suoi apparati. Non più un discorso astratto come
avveniva negli anni ’60 e ’70, prima con i pensatori della Scuola di
Francoforte ( Horckeimer, Adorno, Marcuse )
e poi con Michel Foucault, ma la
contingente presenza degli apparati mediatici e la potenza pervasiva con la
quale distruggono chi osa metterne in discussione la sua natura. In Italia
quello che sta avvenendo contro il Movimento 5 Stelle e il suo leader Beppe Grillo
è quasi parossistico, solo che a parte i diretti interessati, tutti gli altri
non sembrano accorgersene. Per chiarezza ribadisco ancora una volta che io non
ho votato il Movimento 5 Stelle e che non sono andato proprio a votare. Dunque,
ciò a cui io assisto ogni volta che guardo la televisione è un discorso
denigratorio, ridicoleggiante, sprezzante, distruttivo, indagatorio contro una
forza che – pur con tutte le sue contraddizioni, e ne ha – sta facendo crescere
una vera e propria rivoluzione sociale in un paese che non aveva più ( no ha? )
né nerbo politico, né nerbo morale, con risultati quasi incredibili, uno tra
tanti la sparizione di vecchi dinosauri come Casini e l’UDC e Fini, ma anche il
declino del PdL e lo scacco al PD, in più, quello che io ritengo
destabilizzante per questa classe politica, ma assolutamente pensabile per me:
l’assenza di una prospettiva che si concretizzi in una proposta di governo:
Quando Grillo dice di non volere il 30, 50, il 70 per cento, ma il cento per
cento e poi dissolvere il movimento, dice qualcosa di assolutamente
incomprensibile ai più, ma assolutamente creativo sul piano del discorso
politico, sul piano dell’utopia, la quale, coltivata, serve sempre. Ebbene, contro
tutto questo si sta muovendo una stritolante macchina di un potere talmente
forte che fa presagire inquietanti risvolti di controllo totale. Il dominio
delega la violenza fisica su cui si regge ai suoi rappresentanti apparentemente
“corretti” e garanti dei diritti di tutti e della democrazia, i quali
attraverso questi discorsi, diventano i sacerdoti solo di un esercizio di stile
da esportare. E’ molto simile l’operazione a quella che mettono in atto gli Stati Uniti quanto dicono
di voler esportare la democrazia nei paesi che non l’hanno per preservarci dal
terrorismo e lo fanno con le bombe. Solitamente, questi discorsi sono sostenuti
dai “ giornalisti”, unici depositari del linguaggio del potere, nel nostro caso
il range è molto ampio: da Vespa, a Fede, da Gruber, a Lerner, da Formigli a
Santoro a Severgnini, i quali hanno la soddisfazione di poter sfogare la loro servile
acquiescenza, il loro dovuto a chi li paga, sostenendo discorsi deviati e
distorti, sostenuti dal conformismo legale dell’apparato istituzionale che ci viene
sempre imposto come unico, col l’approvazione della morale collettiva, abituano
tutti, nello stesso tempo a perpetrare ciò che tutti noi non dobbiamo mai
sapere, ovvero che un altro mondo potrebbe essere possibile al di là
dell’universo di discorso politico al quale da tempo ci hanno ammansito i loro
discorsi passano per essere discorsi responsabili. C'è un'arroganza di fondo
che prendendo vari spezzoni della realtà li unisce insieme in modo tale da
creare sempre la stessa plausibile versione da imporre agli altri. Sembra quasi
vogliano dire: vedete il mondo è come lo descriviamo noi, al di fuori di questo
c’è solo lo sfascio, l’anarchia, il disordine, l’insicurezza. Naturalmente
tutto questo veicola ancora una volta l’idea di fondo che si oppone alla
prospettiva di accettazione di una violenza rivoluzionaria la quale si
formalizza nella condanna dell’eccessiva sofferenza che essa veicolerebbe. Così
il M5S viene descritto come foriero di disordine e anarchia, mentre i suoi
rappresentanti vengono sbeffeggiati e ridicolizzati da raffinati, quanto
perversi, guru dell’infortaititement al soldo degli apparati di controllo.
Immagino già la critica che mi verrà mossa da chi mi leggerà: si, ma c’è il
tasso di disoccupazione più alto degli ultimi 60 anni! I consumi sono in caduta
libera, cosa opponi a tutto questo? Cosa propongono i 5 Stella? Ecco, siamo a
questo punto alla manipolazione totale del reale: la domanda che ogni persona
sana di mente dovrebbe invece farsi è : cosa propone il potere attraverso i
discorsi dei suoi guru? E qui tutta una serie di formule che da tempo stanno
segnando le nostre vite : abbassamento dello
spread, difesa ad oltranza del sistema bancario, programmi per far ripartire l’economia
e i consumi, e infine, la parola magica: governi stabili o stabilizzati: da chi?
Non c’è nessuno tranne 5Stella, nel panorama "politico " odierno per esempio, che faccia un discorso serio sull’agricoltura,
sulla salvaguardia ambientale, sulla felicità delle persone svincolata dalla
quantità di danaro che si ha. Insomma un lessico assolutamente improbabile e
improponibile da parte del potere, di questo potere di chi rappresenta questo potere. Intanto la gente si suicida per speculazioni coperte da banche senza scrupoli con i risparmi della gente, sembra che questo sia lo stile che va per la maggiore: il suicidio per nascondere segreti. Con lo sviluppo della rete
la tv avrebbe dovuto mostrare maturità rispondendo nei fatti alle critiche
mentre l'unica cosa che ha saputo fare è stata mettersi sullo stesso piano di
un utente qualsiasi che posta in un blog o carica video su you tube
diventandone il fac simile. Chiunque provi ad abbandonare questa realtà viene
emarginato, chiunque – come ha fatto Beppe Grillo, ha fatto a meno della
televisione e si rifiuta ai suoi guru italiani, viene fatto a pezzi . Posso pure pensare e lo penso che il M5S, ha in qualche modo incanalato una protesta che sarebbe finita nelle piazze in maniera eversiva, posso pure pensare che mi sarebbe piaciuto che il movimento restasse extraparlamentare, ma l'aggressione che oggi gli viene fatta è assolutamente non accettabile. Lungi dal
voler imporre questo orizzonte totalitario, la situazione paradossale chi si è
determinata oggi in Italia dopo questo voto, ci dimostra appunto la struttura
ultima della democrazia. Essa è basata su un corto circuito tra la maggioranza
e “Tutti”: il vincitore porta a casa tutto e la maggioranza conta come Tutto,
ottenendo tutto il potere, anche nel caso in cui tale maggioranza si riduca ad
un centinaio di voti su milioni di elettori. Per questo io credo che la
democrazia, oggi, non è più il potere della gente. Al giorno d’oggi la
democrazia riguarda soprattutto un legalismo formale, l’adesione incondizionata
ad un insieme di regole formali che assicurano che gli antagonismi sociali
vengano assorbiti completamente nell’arena politica e controllati dai suoi
rappresentanti attraverso gli apparati mediatici che ne costituiscono la
rappresentatività. Questa “democrazia” implica che, a prescindere da tutto
quello che può succedere in una tornata elettorale, tutte le forze politiche
ufficiali, rispettino il risultato elettorale: Quanto Grillo dice che vuole
raggiungere il cento per cento per poi dissolvere il Movimento 5Stelle, non fa
altro che ribadire i limiti di questa democrazia liberal- capitalistica,
opponendogli quello che dovrebbe essere realmente una democrazia vera e radicale.
Tutto questo suona alle orecchie dei più come una follia incomprensibile, che
invece, tanto incomprensibile non è. Tutto ciò che si oppone a questa “follia”
è il potere. Naturalmente io diffido sempre del popolo, ma messo di fronte alla
scelta, quella delle due concezioni di
democrazia, con l’esperienza di ciò che è diventata quella ufficiale, anche con
deprecabili e aberranti leggi elettorali, preferisco coltivare il sogno di una
democrazia vera e radicale, soprattutto se essa mina le basi di un potere che
dietro il volto di garanzie di diritti nasconde la maschera orrenda dello
sfruttamento senza limiti del reale. Oggi le prospettive forse sono poco
incoraggianti, ma se si comincia a parlare con un lessico diverso, forse qualcosa
può ancora cambiare.
Franco Cuomo
Caro Franco, sono abbastanza in linea col fatto che sia cominciata la solita strada del linciaggio, ma perdonami
RispondiEliminaHo come l'impressione che il movimento 5 stelle abbia un solo grande merito, che fu a suo tempo quello di Berlusconi, e quindi già visto. L'aver trasferito in un discorso di massa, apparentemente organico, quelle che sono le chiacchiere da bar degli italiani. Tutti i suoi argomenti, compresi quello sull'agrigoltura e sulla felicità, li abbiamo fatti infinite volte davanti a un aperitvo... non mi sembra portatore di vera innovazione, di un cambio di tendenza, di una democrazia al di fuori della "maggioranza". Non a caso gli ispiratori massimi sono tipi come Casaleggio, grande esperto di comunicazione e non filosofi o illuminati intellettuali. Anche Dario Fo, fan dell'ultim'ora, si è avvicinato più per stanchezza della solita solfa che per teorizzare di società nuove. Metti una concentrazione di televisioni, oppure un blog megafono costruito solo sulla parola (anzi malaparola) e sullo sberleffo e il gioco è fatto. Milioni di persone ti seguono. Non dimenticare che in questi ultimi 10 anni il web è diventato alla portata di tutti, mentre la televisione ha subito un calo di credibilità grazie proprio al suo guro del tempo. E grillo si è trovato al momento giusto col mezzo giusto. Non riduco il voto a lui a sola protesta e favore dei tempi, naturalmente, ma come sono d'accordo che non si possa destrutturare il suo movimento attraverso la solita macchina del fango, sia altrettanto fuori luogo costruire su m5s teorie sociologiche di qualsivoglia natura.
Non ho costruito una teoria sociologica sul M5S, credo o mi auguro di aver detto qualcosa di più circa la democrazia,e circa il potere e ancora circa il conformismo del lessico politico, sui suicidi che coprono illecite attività bancarie. Sul movimento credo di aver scritto, che forse lo avrei preferito extraparlamentare, che ha molte contraddizioni al suo interno, che in qualche modo ha incanalato una protesta che a me sarebbe piaciuta fosse esplosa nelle piazze. Mentre quelle che tu definisci chiacchiere da bar: un parlare seriamente di agricoltura, una riflessione sulla felicità delle persone svincolata dal profitto, sono argomenti molto, ma molto seri per me, mentre capisco che per il tuo partito sono piccoli optional da utilizzare solo quando servonoper fare una bella figura alternativa.
RispondiEliminail mio partito è scarsissimo in quanto a comunicazione. Basta pensare che a vico è stato espulso dal consiglio comunale un consigliere perchè condannato a una penna superiore a sei mesi, certo Giovanni Starace di Montechiaro, mi pare. Questa legge servirà a ripulire da qualche personaggio un po' strano senza aspettare i canonici gradi del giudizio. Ma nessuno ha pubblicizzato questa sia pur minima conquista del governo precedente, segno che dire le cose, soprattutto attraverso l'urlo, non è cosa del cs... la legge non è sufficiente. Per esempio Matteo de Simone, condannato a sei mesi per un reato piuttosto grave, non viene espulso, anzi va a fare il consigliere nel cda della ss trinità, ma la strada intrapresa poteva diventare quella maestra e finire l'opera iniziata. Solo che non lo ha urlato nessuno... e vuoi mettere?
RispondiEliminaNoi quando parliamo di quelle cose davanti all'aperitivo siamo serissimi, non era questo che mettevo in dubbio.Dicevo che Grillo lo ha "canalizzato" attraverso il web dandogli la veste di "verbo" di massa, ma è indubbio che l"andate a casaaaaaaaaaaa", "fuori tuttiiiiiiiiiiii" "vaffanculooooooo" siano frutto della più classica chiacchierata qualunquista al bar... La genialità sta nell'averla collettivizzata. Almeno io la penso così.
Quanto alla tua analisi la trovo bella ma fuori dalla logica delle cose. Non vedo in questa nuova formazione politica, come ti dicevo, nessuna tendenza ad uscire dal solito clichè, e cioè: mi creo uno spazio politico e poi vediamo. E cerco di crearlo più grande che posso in modo da far ballare un po' di gente intorno a me, poi vediamo. Anche il fatto che aspiri al 100% non vuol dire che cmq vuole far parte di una maggioranza? Schiacciante per giunta... Ma a che fine? Perchè? solo per essere iscritto nel libro già martoriato e sconclusionato della storia della Repubblica?
In conclusione penso che tu abbia fatto uno sforzo che non vale il gioco. Non sto vedendo nessun'alba radiosa all'orizzonte, ne l'inizio di nuove ere. Solo, come al solito, il prevalere di chi sa urlare di più in un mondo che non ascolta più nessuno nè va da nessuna parte se non vede il casino
"fuori dalla logica delle cose" ... questo è il punto...
RispondiEliminaMatteo De Simone, per giusta informazione, è stato condannato a sei mesi di reclusione con la condizionale per un reato che non rientra nell'elenco del decreto Monti. Perciò non è stato raggiunto dagli effetti della legge. A suo tempo elaborò qualcosa che andava contro la pubblica amministrazione, della quale tra l'altro faceva già parte. Non ricordo bene tutti i termini della questione, ma approfondirò nuovamente. Diciamo che Monti poteva fare di più, e anche il mio partito, di questo sono consapevole
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