"Fuitevenne ,
Fuitevenne........se volete vivere Fuitevenne a Napule”. Per molto tempo,
soprattutto quando ero più giovane, ho pensato che quella di Eduardo De
Filippo, fosse una esagerazione snobistica, oggi, dopo la distruzione di Città
della Scienza, dopo il mercimonio dei libri della Biblioteca dei Girolamini,
dopo l’inscatolamento della biblioteca dell’Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici in un capannone a Casoria, penso che mai esortazione sia stata più
premonitrice e più vera di quella. Città della Scienza era una delle
pochissime eccellenze europee di questa città: un polo museale che interagiva
con la città e i suoi abitanti, in un’area a forte degrado sociale e eco
ambientale come lo è tutta l’area di Bagnoli. Chi aveva intenzione di bloccare
questo processo di civilizzazione di questa zona? Perché? Le ipotesi si
accavallano: le imprese appaltatrici che non ricevevano soldi, il gesto
inconsulto ed esagerato di qualche dipendente, poiché anche questi non stavano
percependo lo stipendio, sono ipotesi, poco plausibili, esagerate appunto. Quali interessi gravitano sull’area?
I clan che tengono in scacco città ed istituzioni evidentemente hanno altri
progetti, nuovi appalti in scadenza, nuove opere da realizzare. Ho letto da
qualche parte che sono già stati chiesti venti milioni di euro all’Unione
Europea per una possibile ricostruzione: Sono drastico: niente soldi a Napoli!
Se arrivano soldi si fa un piacere ai clan che gestiscono le ricostruzioni. Non
convincono più queste operazioni, e non convincono proprio perché questa città
non ha substrato civile. Sono pochi i cittadini realmente indignati, e si
possono contare a occhio, il resto della città o è complice o è connivente e tace. Ora
dopo la distruzione i soliti refrain, le solite dichiarazioni del politico di turno come la insopportabile retorica istituzionale: Angela Cortese, consigliere regionale: «Ho appena inviato
al ministro Profumo una lettera nella quale chiedo di mettere un salvadanaio in
tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado. Città della Scienza è un
patrimonio non di Napoli e della Campania, ma del Paese intero. Un faro che va
riacceso al più presto nel già sofferente panorama scientifico e culturale
d'Italia. Per questo - osserva Cortese, componente della Commissione regionale
Cultura - sarebbe simbolicamente e concretamente importante che una parte di
quella ricostruzione che tutti già da oggi dobbiamo mettere in cantiere venisse
dagli studenti. Sarebbe bello che i maggiori frequentatori di quel luogo
incantato di sapere diventassero i primi artefici della sua rinascita». Un
faro, per riprendere la Cortese, al quale però non si davano soldi per una dignitosa conduzione, come
purtroppo avviene per tutti gli istituti di cultura di questa città e
nazionali, come giustamente rilevava il professore Salvatore Settis. Ci si
accora sempre dopo la catastrofe, mai prima, fa parte delle regole del
malaffare e del gioco politico, molto simili in questo e soprattutto i
colpevoli rimangono sempre non identificati. Allora basta! Napoli è destinata a morire e, purtroppo anche
noi che ci viviamo con essa. Chi ha forza, coraggio e fortuna, emigra,
abbandona la città., fugge appunto Dal treno, mentre arrivo, come tutte le
mattine, in città, osservo la periferia est di Napoli: costruzioni brutte,
sciatte, campi inquinati che sono piccole discariche, tralicci mostruosi,
rigagnoli mefitici che drenano putridume a cielo aperto, disordine, abbandono,
chi ha ridotto questo posto così, ma soprattutto quale cultura può esprimere
tutto questo?. Un tempo queste aree erano distese ubertose e ricche, com’ è
stato possibile che avvenisse tutto questo? Chi lo ha permesso? Lo abbiamo
permesso tutti o, per lo più, la maggior parte di chi ha abitato e abita questi
posti: la latitanza della legalità, la latitanza della legge, il proliferare
del malaffare non sono categorie linguistiche, sono fatti prodotti dagli uomini,
da quel tipo di uomini che vivono in questa città. Allora basta con le
elargizioni di fondi per qualsiasi ricostruzione, perché ricostruire significa
dare ossigeno a tutto questo putridume, significa rinsaldare relazioni
cancrenose tra malavita e politica Questa
distruzione è un gesto gravissimo! E' l'apoteosi dell'involuzione e della
barbarie, non vedo né segni, né simboli di riscatto civile e culturale per
questa città, ma solo complicità e silenzi .
Franco Cuomo
chapeau ! Magistrale .
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