domenica 10 marzo 2013

C’era una volta una signora che si chiedeva: Specchio specchio delle mie brame, chi è la più impegnata del reame?


C’era una volta, ma c’è ancora, una signora in questo paese, molto impegnata in politica. Questa signora, nota per le sue impennate con frequenti piccoli scatti del capo dice di aver raggiunto grandi scopi nella sua vita sempre specchiata e autoriflessa: sempre allo specchio come una moderna Crimilde a chiedersi: specchio specchio delle mie brame chi è la più impegnata del reame? E lo specchio a lei: tu, tu tu, sei la piu impegnata del reame unica tra le uniche visto che il posto pure offre una discreta varietà. Ha modificando spesso le sue coordinate concettuali, di modo che, molto astruso e poco chiaro appare essere oggi la sua collocazione e soprattutto il suo pensiero. Una volta questo modo di fare si sarebbe detto opportunismo, oggi semplicemente non si dice più perché tutti fanno così. La signora è molto elegante sempre, a modo suo per la verità, con uno stile un po’ agé, come si conviene ad una vera signora, conserva sempre un a plomb  impeccabile anche se questa cosa la appesantisce non poco. Ultimamente, va in giro a dire che insieme alla parte politica nella quale si muove ha raggiunto in importante obiettivo che perseguiva da anni. La signora ha anche un eloquio forbito – anche se spesso intercalato dal dialetto locale – e spesso è incline alla chiacchiera: si ferma con chiunque, saluta deferente, si fa salutare ossequiosamente, si impenna, si guarda intorno furtiva, ti parla senza guardarti negli occhi, mentre ti racconta l’ennesimo pettegolezzo che lei, sempre con signorilità, contribuisce a diffondere, e lo fa con discrezione, guardandosi intorno come se ti stesse raccontando un segreto che lei ha rivelato solo a te: è unica in questo, sembra sempre che stia sventando un complotto. Poi furtiva si allontana e dopo un po’ la ritrovi ad un altro angolo con un altro a raccontare lo stesso segreto “tagliando e cucendo” magari contro di te . E’ maestra nell’arte della dissimulazione, ma soprattutto del dir bene e poi razzolar male. Per questo importante obiettivo raggiunto ultimamente non ha esitato incontri al vertice o alla base con quelli che lei dice esser suoi nemici giurati, fino  a figurar in coppia con un personaggio dalla dubbia condotta pubblica, ma si sa, e lei lo sa meglio degli altri: il fine giustifica il mezzo e lo stesso fine giustifica anche la sua capacità di lasciare mele avvelenate in giro, tra l’adulazione di giornaluncoli e giornaletti, locali, alla signora però forse bisognerebbe umilmente consigliare che con questo modo di fare,  a furia di lasciarne troppe in giro, potrebbe finire, per errore, di addentarne una anche lei.

3 commenti:

  1. caro Franco,
    hai descritto in maniera Magistrale la Signora, si è capito benissimo di chi stai parlando e l'accostamento con la regina Crimilde è veramente ben scelto.
    speriamo che la smetta di lasciare in giro mele avvelenate e falsità di bugie sulla SS. Trinità.

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  2. Io invece sinceramente non ho capito a chi ti riferisci; potresti essere più chiaro ?

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  3. più chiaro di così non posso essere, in fondo è un apologo, un racconto breve e solitamente di carattere allegorico che normalmente si prefigge un fine pedagogico, morale o filosofeggiante.
    In esso protagonisti sono gli animali ma più spesso gli uomini.
    L'apologo, che come genere letterario è simile all'exemplum, è stato utilizzato nell'età del medioevo soprattutto nelle opere a carattere religioso ed ebbe fortuna in seguito nella letteratura moraleggiante del Seicento di cui si ricordano gli apologhi dialogati del letterato Francisco Manuel de Melo scritti tra gli anni che vanno dal 1654 al 1657 e disquisiscono sulla morte, la vecchiaia, il modo di vivere del tempo.

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