lunedì 12 dicembre 2011

Considerazioni ad un'intervista a Marco Rossi Doria



Dopo la lettura dell’intervista fatta da Ottavio Ragone, di la Repubblica Napoli a Marco Rossi Doria, venerdì 9/12/11 ho considerato tra me: come è triste la scrittura che racconta la retorica. Qui sembrerebbe che si siano veramente imbesuiti tutti! Posso comprendere la rigidità espressiva condizionata dal ruolo chiamato a ricoprire, ma lo stucchevole e melenso sentimentalismo no, questo non lo capisco né in chi ha scritto l'articolo, né nelle cose dette dall'intervistato. Mi convingo sempre di più che occorrerebbe - come sostiene Zizek - una seduta di Thamzing, che è una parola tibetana del periodo della Rivoluzione Culturale con inquietanti riverberi per i liberali. Significa  <<sessione di lotta>>: in pratica è un'audizione e una critica collettiva pubblica di un individuo che viene interrogato aggressivamente, in modo da giungere ad una sua rieducazione politica attraverso la confessione dei suoi errori e una rigida autocritica. Tutto il centrosinistra italiano forse oggi avrebbe bisogno di una lunga sessione di Thamzing come pure l'intervistatore e l'intervistato di questo articolo. Insomma, per dirla in termini marxisti ormai fuori moda, quello che ci sta propinando l'ideologia dominante attraverso figure scelte ad hoc, ammantate di rigorismo ed efficientismo e perbenismo tradizionalista (Rossi Doria è una di queste), è l'immagine di una crisi generale e di un collasso non determinati dal sistema capitalistico in quanto tale (che per questa ideologia e per questi esecutori è sempre il migliore dei mondi possibili), ma dalle negligenze e dalla corruzione dei suoi apparati. Rossi Doria si è definito, in continuità col padre, un liberale di formazione cosmopolita, io credo di ricordare che il padre invece fosse un socialista di tradizione marxista. Purtroppo ormai, ciò che conta oggi rendere visibile in questa crisi, è l'ottuso tecnicismo riparatore ed efficientista che si vuole antiideologico ma che invece è la rappresentazione dell'ideologia nella sua fase più aggressiva. Raramente ho visto - ed ho 60anni e non quasi 60 come dice di avere Rossi Doria con la compassatezza di chi ne ha ottanta - l'ideologia dominante capitalistico/finanziaria attivarsi in modo così spregiudicato ed aggressivo, contro ogni critica seria, tanto da far passare questa sua difesa quasi come una necessità diretta dalla natura umana. Dopo questa intervista rilasciata dal sottosegretario sono ancora più consapevole che la sua scelta sia perfettamante in sintonia con le scelte dell'attuale governo Monti, con le sue linee guida, con i suoi ministri, ma soprattutto con la sua ideologia di una pesantissima ristrutturazione capitalistica. Caro sottosegretario ! Hisaih Berlin – di cui ti so attento lettore – cosa direbbe di fronte alla crisi della democrazia liberale parlamentare contemporanea ? E cosa direbbe di fronte alla sospensione dei poteri dei parlamenti controllati dai dicktat delle lobbies del capitalismo finanziario? 

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