mercoledì 24 ottobre 2012

“Just What is it That Makes today’s Homes So Different, So Appealing?” (Che cos'è che rende le case di oggi così diverse, così attraenti?) Richard Hamilton, 1956


“Just What is it That Makes today’s Homes So Different, So Appealing?” (Che cos'è che rende le case di oggi così diverse, così attraenti?) Richard Hamilton, 1956

Questo è il celebre collage di Richard Hamilton che fu uno dei manifesti della mostra This Is Tomorrow , organizzata dall’Indipendent Group nel 1956 alla Whitechapel Gallery di Londra, esercitava la sua corrosiva ironia sui motivi della casa e della domesticità.E su molteplici livelli. Il disegno dell’interior, nel collage, è realizzato a split level ( piani sfalsati), come si imparò a dire anche da noi in quegli anni, e ha un’impronta volutamente moderna. I piani di calpestio, sfalsati tra loro, sono raccordati da pochi gradini coperti da una pretenziosa quanto anonima guida, e tutto l’ambiente è marcato come <<accogliente>> da un soffitto rivestito con carta da parati a effetto cielo, da un divano-letto, da un tappeto maculato a effetto pelle di leopardo, da una lampada orientabile in stile razionalista. Mancano invece specchi, o comunque superfici riflettenti. Si tratta di una living room, o più probabilmente di una bed sitting room, cioè di una camera ammobiliata occupata da un solo inquilino. Il quale sarà forse proprio il Mr.Muscolo che si vede avanzare con slip al centro dell’ambiente, in scala superiore a quella degli oggetti che lo circondano e quasi lo assediano e tra questi una donna nuda che offre il suo seno ma che è un oggetto tra gli oggetti; leggermente fuori proporzione cioè, quasi a sottolineare ulteriormente il carattere costrittivo di questo spazio, pienamente accreditato come living space, ma anche fastidiosamente e claustrofobicamente ingombro.I bicipito forzuti bene in vista, ma il piede e la gamba piegati in un molle incedere di danza, questo Robinson in versione pop che Hamilton ci regala, ha radunato nella propria tana tutti gli indispensabili e rassicuranti amuleti, sicchè avanza soddisfatto in un movimento un po’ effeminato, a contrasto con il poderoso impianto della sua figura, quasi a insinuare un’ostentazione di omosessualità, timida però e sorpresa di se stessa, come denotano gli occhi sfacciatamente e interrogativamente puntati sullo spettatore esterno alla scena ( cioè noi n.d.r.). Ma il tratto di maggior provocazione sessuale della composizione è dato dal gigantesco lecca lecca (<<lollipop>>), ancora nella sua confezione che il giovane impugna saldamente nella mano destra, mantenendolo all’altezza dei genitali che ne risultano perciò coperti. La scritta POP in chiaro sul fondo rosso della carta, risalta così proprio al centro della composizione, suggerendo la possibilità di una improvvisa erezione, che di certo, si fa capire, sarebbe abbastanza poderosa da far scattare in avanti e in alto – “pop up” – quella specie di racchetta da tennis, e contemporaneamente indicando a chiare lettere il titolo e tema del collage nel suo insieme, che è appunto il POP inteso come stile di vita, iscritto anzi applicato sull’immagine, come un’ulteriore sua etichetta, che ne ripeta e concentri il significato, raddoppiandolo sin sul piano delle valenze grafiche e alfabetiche.

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