Ci risiamo, ritornano sempre,
arroganti e baldanzosi, senza “scuorno”, come si dice dalle nostre parti. Dopo
aver causato un disastro di proporzioni bibliche alla Regione Campania nel
sistema trasporti e in quello dei rifiuti e dopo essere stato sindaco di Napoli
dal 1993 al 2007e Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino invece di sparire dalle scene e rimanere in
silenzio per sempre, si sta facendo
notare per le sue esternazioni e per le sue apparizioni come quella fatta
appunto a Palazzo Partanna presso l’evento organizzato da un suo fedelissimo. Sto
parlando di due fatti che rappresentano la faccia di una stessa medaglia:
l’inaugurazione della galleria in palazzo Partanna di Eduardo Cicelyn e le dichiarazioni rilasciate da Antonio
Bassolino al Corriere del mezzogiorno di venerdì 28 giugno 2013. Non entro nel
merito delle dichiarazioni, né tanto meno
nella descrizione dell’evento mondano, che non oso chiamare culturale,
ma a limite paratattico, ovvero un modo di
costruire un periodo caratterizzato dall'accostamento di frasi dello stesso
ordine, ossia coordinate tra loro. In questo caso la proposizione
principale è il ritorno di Bassolino mentre la coordinata dello stesso ordine,
è la riapparizione di Cicelyn-gallerista, finalizzato a tutt’altri obiettivi
che non quelli cari all’arte contemporanea. Non entro nel merito perché lo
hanno fatto già egregiamente i giornalisti, ma voglio soffermarmi sul valore
simbolico di simili fatti per una città come Napoli. Ebbene, il ritorno di
questi personaggi sulla scena dei media e dell’informazione rappresenta nella
maniera più macroscopica il destino atavico di miseria civile per una città che
non riesce più ad elaborare un suo progetto di autentica crescita socio
culturale. Il fallimento di una crescita democratica e culturale che vede sparire
dalla scena della città forze vive e autenticamente innovative, che, o si sono
ritirate per salvare la propria dignità
personale dalla contaminazione del malaffare e della malavita frammista alla
politica, o che sono emigrate altrove per poter meglio portare a compimento i
loro progetti ( quest’ultimo dato lo riferisco proprio al mondo dei galleristi
e dell’arte contemporanea). “Quando gli angeli scappano via” ritornano i
demoni, e qui stanno ritornando alla grande ad impadronirsi di un territorio
che culturalmente, e socialmente è una ormai una landa devastata. Sono
pretestuose e al limite dell’oltraggioso le critiche che Bassolino rivolge al
sindaco De Magistris e bene fa quest’ultimo a passar oltre. Un gattopardo che
tra mille mascheramenti a anche aiuti economici prontamente sollecitati dal PD
alla sua fondazione utile solo alla sua personale sopravvivenza clientelare e
feudale, come tutte le fondazioni gestite da politici in disarmo, è stato il
soggetto principale in quel processo di amministrazione distruttiva che ha
prodotto lo sfacelo che tutti i cittadini della città e della regione ancora
vivono sulla loro pelle: leggi urbanistiche che hanno distrutto interi
territori tutelati e protetti come la costiera sorrentina, sistema dei
trasporti collassato e sanità pubblica diventato quel coacervo di sperperi di
soldi pubblici, per non parlare dei rifiuti. Cosa altro potremmo elencare
ancora? Ce ne vuole di coraggio per riapparire in pubblico! Ma purtroppo questa
è Napoli, questa è la città che permette e consente queste cose. Il valore simbolico
di questo ritorno è fortemente carico di segni negativi, al peggio non c’è mai
limite. Se la città dovesse contribuire a un suo ritorno sarebbe la riprova che
la lazzaronia del cardinale Ruffo scorre nel dna dei cittadini di Napoli e le
persone per bene contro questo possono oppore solo la loro dignità da salvare e
da difendere da questo universo orrendo in cui i cacicchi e i loro maggiordomi
non riescono a morire.
Franco Cuomo- Coordinatore VAS-
Vico Equense
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