Gli scalini a via Bonea-S.Andrea,
eliminati senza autorizzazione, non sono stati ancora ripristinati! La Scuola
Pascoli di via Sconduci, nonostante finanziamenti già nella disponibilità
comunale destinati ad ampliarla e a renderla più vivibile, rimane piccola e
angusta, mentre intorno ad essa si costruiscono e si costruiranno i soliti
parcheggi interrati! Le sberle in pieno viso nella faccenda delle antenne di
telefonia mobile sulla Casa Comunale sono all’ordine del giorno! E potrei
continuare per molto e con molto altro ancora! Tutti però stanno a guardare perché
la pratica della denuncia agli Organi Competenti non viene perseguita perché ritenuta
in molti ambienti oscena, inutile e poco educata! Noi V.A.S. non staremo più a
guardare, anche se, per molte vicende siamo già intervenuti. Ma leggete di
seguito il testo integrale dell’articolo apparso sul quotidiano Metropolis circa lo sviluppo della lotta contro Boxlandia
in corso a Sorrento! Che ve ne pare? L’azione di WWF, degli ambientalisti, dell’Italia
dei Valori è da definirsi – per i risultati ottenuti- indelicata, inutile e/o
poco civile?
Sorrento, inchiesta sulla realizzazione di 256 box interrati: 4 imputati
eccellenti, nei guai l'assessore alla provincia di Salerno Adriano
Bellacosa
Saranno processati l'amministratore della Edilgreen, il proprietario del
terreno e l'assessore all'ambiente
Quattro rinvii a giudizio per il maxi-parcheggio di Vico Rota a Sorrento.
Saranno processati dal tribunale di Torre Annunziata, l’amministratore della
Edilgreen, Giuseppe Langellotto, il proprietario del terreno, Adriano
Bellacosa, assessore all’Ambiente della Provincia di Salerno, in forza al Pdl e
già candidato sindaco a Nocera Inferiore, e i due commissari ad acta (nominati
dalla Provincia di Napoli) Dario Perasole e Lucio Grande, che accordarono
l’autorizzazione. Sono accusati di abuso d’ufficio e di opere in difformità
dello strumento urbanistico.
E in precedenzaun’altra stangata: la
Corte di Cassazione ha confermato il sequestro del maxi-parcheggio di vico Rota.
Un’area in cui sarebbero dovuti sorgere 256 box interrati su tre livelli. I
magistrati hanno respinto il ricorso dell’Edigreen srl che, nel dicembre del
2010, fece avviare i lavori nel fondo di proprietà di Adriano Bellacosa,
assessore all’Ambiente della Provincia di Salerno, in forza al Pdl e già
candidato sindaco a Nocera Inferiore. No, dunque, all’ipotesi di riaprire i
cantieri. L’area resta sigillata nonostante sia stata già sventrata, con decine
d’alberi da frutto tagliati ed oltre 30mila metri cubi di terreno portati
via.
C’è di più. Confermando il sequestro sancito dal Gip titolare
dell’inchiesta aperta all’epoca dalla Procura, nel dispositivo della terza
sezione penale della Cassazione, i magistrati dicono “no” all’intenzione di
costruire il parcheggio in zona 6 del Piano urbanistico territoriale,
allacciandosi al decreto del giudice per le indagini preliminari. Parcheggio
fuorilegge “perché – evidenzia la sentenza - in contrasto con la normativa
urbanistica la quale in quell’area non prevedeva nuove costruzioni fatta
eccezione per le attrezzature pubbliche e per gli interventi di restauro,
risanamento conservativo, manutenzione ordinaria e straordinaria e
ristrutturazione edilizia”.
Neppure il tempo di aprire i cantieri
che, nel dicembre del 2010, partirono segnalazioni all’autorità giudiziaria.
Contro quel parcheggio, autori di più denunce, il coordinatore dell’Italia dei
Valori di Sorrento Giovanni Antonetti, il responsabile del Wwf penisola
sorrentina Claudio d’Esposito e Rosario Fiorentino, consigliere comunale
d’opposizione del gruppo Insieme per Sorrento. La Procura della Repubblica di
Torre Annunziata aprì un fascicolo e due mesi dopo l’avvio dei lavori, nel
febbraio 2011, il Gip fece sequestrare l’area. Una decisione contestata
dall’impresa incaricata del progetto, la Edilgreen srl dell’amministratore unico
Giuseppe Langellotto, che ha impugnato il provvedimento prima al Tribunale della
Libertà e poi in Cassazione.Ma senza risultati.
Quel parcheggio è sempre stato al centro di veleni. E già per l’iter che ha
portato all’ok per l’inizio dei lavori. Anni fa la commissione edilizia comunale
s’oppose al progetto. Quindi, per ottenere il rilascio del permesso, l’Edilgreen
si rivolse alla Provincia di Napoli. Che con decreto del presidente Luigi Cesaro
nominò due commissari ad acta, Dario Perasole e Lucio Grande. I tecnici
valutarono gli incartamenti e accordarono l’autorizzazione. A quel punto
l’Edilgreen, avuto il sì per i box, commissionò i lavori ad un’altra società, la
Sias srl, con progettista l’ingegnere Graziano Maresca, ex vicesindaco di Meta e
capo dell’ufficio tecnico in carica del Comune di Piano di
Sorrento.
Fu caos. Anche perché emersero legami con la politica. Il
sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, ammise di essere socio dell’amministratore
dell’Edilgreen, Langellotto, ma nella Nizza srl. Una società quindi differente
da quella protagonista dello scempio di vico Rota. Un legame nato prima delle
elezioni amministrative del 2010 in cui Cuomo venne eletto. Nata per costruire
parcheggi la Nizza srl cessò la sua attività sul territorio appena Cuomo divenne
sindaco. Scoppiò un putiferio perché il leader dell’amministrazione comunale era
in affari con un imprenditore intenzionato a realizzare un intervento su cui
proprio il Comune guidato dal sindaco avrebbe dovuto effettuare
controlli.
Ecco perché la giunta, tramite l’allora assessore
all’ambiente Mariano Pontecorvo (si è dimesso tre mesi fa), stabilì d’incaricare
un legale del compito di passare in rassegna tutta la documentazione per il
parcheggio di vico Rota, in particolare sul permesso dell’Edilgreen. Il Comune
scelse l’avvocato Aldo Starace, attualmente consigliere comunale di minoranza a
Vico Equense in forza al gruppo consiliare “In movimento per Vico” che di
recente organizzò un convegno sui nuovi scenari per i parcheggi pertinenziali.
Il legale produsse una relazione sul parere, non intaccato, dei commissari ad
acta della Provincia che dissero sì all’Edilgreen. Ma ora la Cassazione dà
ragione a Wwf, Idv e Insieme per Sorrento.
La sentenza per il caso
vico Rota è stata pubblicata il 19 gennaio scorso. Otto giorni dopo, il 27
gennaio, la Regione Campania ha modificato la legge 19 del 2001 con cui c’è
l’obbligo di reimpiantare alberature sulle coperture dei box interrati a lavori
conclusi. Variato l’articolo 9 della normativa che adesso prevede che le
disposizioni della legge, qualora ci fosse contrasto, prevalgono sul Put. Una
realtà sconfessata dalla Cassazione.
14/04/2012 SALVATORE
DARE