lunedì 30 gennaio 2012

Il rischio che si corre se si critica il governo Monti



Bisogna stare attenti oggi  ad esprimere giudizi o critiche su questo governo, perché si può passare per quello che non si è e si può essere accomunati al populismo dilagante, vera piaga di questo paese. I media, da tempo ormai responsabili della disinformazione di massa, non fanno altro che diffondere una percezione assolutamente inautentica della realtà. La reazione del PdL e quella della Lega per esempio sono di per sé i segni più vistosi di questo populismo, praticato anche dal precedente governo e che fa comodo a tutti. L’aspetto più pericoloso però della situazione italiana è che a questo populismo oggi  si tende ad accomunare anche la reazione di chi con queste due forze politiche non ha assolutamente niente in comune. Io non riesco più a  leggere La Repubblica, per esempio, o Curzio Maltese, non riesco più a sopportare lo scudo di intoccabilità che, editoriali come quello di Eugenio Scalfari di domenica scorsa, ergono a difesa di qualsiasi cosa faccia questo governo. Io vorrei ricordare solo le Indimenticabili lacrime di coccodrillo della ministra Fornero quando annunciava l’infame blocco dell’adeguamento delle misere pensioni (adeguamento già più che dimezzato, rispetto alla reale dinamica del caro vita) mentre il suo governo non ha toccato la Casta, né i grandi sprechi e gli stipendi parassitari, né gli enti inutili, né le venticinquemila poltrone superflue in quelli partecipati, né i privilegi fiscali delle proprietà ed attività commerciali degli enti “religiosi. Come pure le misure per lo sviluppo sono semplicemente derisorie e vergognose. Così, mentre si tralscia una riforma fiscale che favorisca la produzione, i tagli alle pensioni e l’aumento dell’Iva colpiscono la domanda interna e impoveriscono ancora di più ceti che già erano alle soglie della povertà, assieme al nuovo redditometro che disincentiva gli acquisti di molti beni quotidiani e non di lusso e di servizi come l’istruzione, questo governo dei banchieri non tocca i grandi patrimoni mobiliari e speculativi. Trovo altresì indecente e pericolosa la deriva economicistica di questo governo, lo spingere al massimo la libertà d’ impresa ai danni di un ambiente – unico e autentico patrimonio di questo paese-  già distrutto da un ventennio di “agevolazioni” speculative  del precedente goveno Berlusconi. Trovo indecente che si dimentichi il recitato dell’art. 41 della Costituzione, che Berlusconi voleva modificare , ma che questo governo sembra sospendere con la “giustificazione” di uno stato di emergenza: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. La dignità umana, ecco il punto! Chi è incaricato  di difendere la dignità umana nel governo Monti? Dire queste cose, oggi significa essere segnato come populista, mentre la democrazia, svuotata del suo ruolo è stata sostituita dalla necessità economica di far quadrare i conti di una crisi prodotta da un sistema finanziario in cui pochissimi sono diventati i padroni del mondo e tutti gli altri sono stati ridotti alla fame. Il paese risente della mancanza di una forza politica schierata in maniera autenticamente dalla parte dei ceti più deboli, mentre le pantomime  ipocrite del Partito Democratico di Bersani, perfettamente schierato col Presidente della Repubblica verso la difesa dello status quo capitalista, non fanno altro che confermare l’origine di un disegno cominciato a metà degli anni ’80 all’interno del PCI, da parte di un gruppo definito Migliorista, di cui l’attuale Presidente era una figura di spicco: annichilire le classi subalterne e  contrastare da subito la linea politica di Enrico Berlinguer soprattutto la sua dura posizione nei confronti della linea politica di certa classe dirigente che sfociò con la campagna sulla Questione morale, incentrata sulla moralità in politica e contraria specialmente al Psi e a Bettino Craxi. Sembrerebbe una storia vecchia, ma non lo è. Così  si spiega la posizione così “misurata” del Capo dello Stato così è cominciata la distruzione della democrazia in questo paese. Oggi lo scotto pesante che i più poveri stanno pagando è dovuto anche alla complicità istituzionale di chi dovrebbe difenderli e invece si è schierato dalla parte dei poteri forti dell’economia e della finanza. Ecco! Dire tutto questo oggi significa essere tacciati di populismo.

Franco Cuomo

   

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