Ho letto qualche mese fa l’articolo di Gian
Antonio Stella apparso sul Corriere della Sera sulla cronistoria dell’ECOMOSTRO di
Alimuri e su un suo possibile abbattimento. Ho letto qualche giorno fa pure
l’articolo di Giuseppe Guida apparso su La Repubblica Napoli ,
nel quale si scrive esplicitamente che oggi esisterebbe addirittura “ un accordo, la cui bozza dovrebbe essere già
pronta (e che discende dal famigerato Protocollo d’Intesa proposto dall’allora
governo Rutelli), prevede: approvazione di una variante urbanistica (con
l’oramai ovvio beneplacito della Sovrintendenza e con il Tar pronto a dare man
forte), demolizione del manufatto attuale, “riqualificazione” dell’area e
concessione al medesimo proprietario attuale per realizzare uno stabilimento
balneare a cinque stelle (in zona 1A del Piano Urbanistico Territoriale, di
inedificabilità assoluta, quindi); delocalizzazione della volumetria demolita
(una finta volumetria, visto che trattasi di un mero scheletro in cemento
armato) per costruire un nuovo albergo vista Vesuvio sulla Marina di Seiano,
proprio nei pressi dell’inutile viadotto a dieci campate, cancellando
definitivamente l’intero vallone, compresi gli scorci panoramici pubblici, le
visuali, ettari di uliveti e la sentieristica che attraversa il Rivo d’Arco.
Vorrei
sottolineare che quel protocollo d’intesa, che da quanto si legge
nell’articolo, si tenderebbe di riproporre nella sua integrità, oltre ad essere stato già allora
oggetto di attenzione da parte della Procura della Repubblica ebbe anche un
diniego dalla allora Autorità di Bacino del Sarno e dalla Soprintendenza.
Allora furono i VAS, anche con un ricorso al Presidente
della Repubblica e il sottoscritto, nella qualità di coordinatore
del circolo di Vico Equense a denunciare alla stampa l’accordo scellerato che
si stringeva tra la Sa.An, la Regione Campania, il Comune di Vico Equense ( con l'attuale sindaco Gennaro Cinque) e il Ministero dei beni Ambientali e culturali. Oggi l’ECOMOSTRO dell’Alimuri torna a far parlare di
sé: Fabrizio Geremicca mi chiamò qualche tempo fa perché
voleva sapere da me cosa ne pensassi di tutta la faccenda e se ero d’accordo
per l’abbattimento. Oggi, dopo quello
che sta accadendo da qualche mese, dopo la nomina nella Giunta di Gennaro Cinque
di un assessore non di Vico, Antonio Elefante, ingegnere e imprenditore,
già capo dell’Ufficio tecnico a Piano di Sorrento, noto per aver molto
edificato e costruito, che sembra che tra i suoi obiettivi primari abbia
l’abbattimento di ALIMURI e la sua “ridefinizione”, tutta la faccenda richiederebbe IMMEDIATAMENTE,
soprattutto tutti quelli che hanno a cuore le sorti del territorio di Vico
Equense, di aprire gli occhi, perché è chiaro che si sta tentando di far
entrare dalla finestra ciò che allora fu cacciato dalla porta. E’ opinione di chi scrive, che
l’accordo – che si voleva ormai decaduto – potrebbe ripresentarsi in altre
forme, mentre certamente sembrerebbe
già pronta l’approvazione di una variante urbanistica. Ci sarebbero altre
domande inevase da fare, Di fatto, il
Comune di Vico Equense non ha mai predisposto un’ordinanza di
demolizione, e se anche la facesse chi pagherebbe e con quali soldi costi per
l’abbattimento e per la bonifica del costone? Né risulta sia mai stata fatta
un’ingiunzione in danno alla famiglia Normale per abbattere l’ECOMOSTRO e in ogni
caso se accadesse una cosa del genere la famiglia Normale sicuramente farebbe ricorso per
essere risarcita in qualche modo. Ecco che torniamo al punto di partenza: oggi si riparla
dell’abbattimento di quel rudere che sta lì da cinquant'anni perché ? E' mia
opinione che su quello scheletro c’è chi vuole fare ancora l’affare! Lega ambiente ne richiede l’abbattimento
e le “anime belle” impegnate in "denunce floreali", nel senso
che se le appuntano sul bavero, dovrebbero essere più serie nell’affrontare la
problematica. Il sottoscritto non ha agganci tali da invitare giornalisti e poi
ospitarli a Vico Equense come ce li hanno altri, e se ne sbatte del politically correct e dunque per quanto mi riguarda, da
ambientalista di frontiera e senza referenze, dico
che per conto mio quello che ho sempre sostenuto: quello scheletro potrebbe
rimanere lì per altri cinquant’anni esposto alla consunzione naturale degli
agenti atmosferici e che ben altri mostri oggi deturpano Vico Equense e molto
più recenti come il viadotto di Seiano . Se quella struttura deve essere
abbattuta lo deve essere solo per liberare un tratto di costa da un rudere
ingombrante e impattante e chiunque ne decida l’abbattimento non deve farlo
diventare un affare! Ovvero non deve richiederne la realizzazione di una pari volumetria
nella piana di Seiano I proprietari parlano di volumi e non di suoli, come se
questi fossero fatti di aria. Oggi questo non mi sembra venga detto da nessuno
dei solerti demolitori. L’abbattimento se fosse realizzato, certamente attiverebbe
un ricorso dei proprietari che, anche qui nessuno lo dice mai, quando
acquistarono il complesso sapevano di acquistare un abuso edilizio e sapevano
di poter lucrare sull’acquisto. Allora? Allora se lo si vuole demolire lo si
demolisca, ma questo non dovrà consentire nuove operazioni pericolose e al dire
altrui scadute, ma che di fatto sono ancora lì con tutto il loro carico di
ambiguità . La richiesta della famiglia Normale di una struttura di pari
volumetria in una zona del Comune di Vico Equense ecco, questo pericolo per il
sottoscritto incombe ancora in tutta la sua integrità e potrebbe ripresentarsi
sotto altre forme a seguito dell’abbattimento. Propongo
immediatamente un’Assise permanente di tutte le associazioni presenti sul
territorio insieme ai quei cittadini sensibili agli intellettuali agli
operatori culturali al fine di contrastare questo progetto che sarebbe un
ulteriore sfregio ad un territorio già seriamente compromesso.
Franco
Cuomo VAS –Vico Equense
Ecooonda c'è
RispondiEliminaMarco Cuomo