Stamattina a caratteri cubitali
su Metropolis si leggeva.” Ecomostro
DEMOLIZIONE IMMINENTE: il Comune di Vico Equense annuncia<<Trovato il
modo per abbatterlo subito>>. Domani conferenza stampa nella quale il
neo assessore di Piano di Sorrento, ing.
Antonio Elefante, svelerà, come un disvelamento heideggeriano, il suo
dossier di circa quaranta pagine e allora sapremo la verità. Credo di aver già
dichiarato come VAS, che la demolizione ci sta bene a patto che, essa non sia
un affare ai danni dell’ambiente, ovvero non riproponga mutatis mutandis le
condizioni che ormai sanno tutti ovvero: una
ricostruzione dei volumi dislocati in altra zona e la riproposta sul sito di un
qualsiasi altro complesso, e questo non perché i VAS siano contro gli affari e
le economie, ma perché i VAS, insieme ad altri prima di loro ( Autorità di
Bacino del Sarno) ritengono essere quella zona una delle più pericolose per gli
sfaldamenti delle falesie calcaree con conseguenti crolli, quindi zona
estremamente pericolosa per l’incolumità di chiunque. Questa premessa
al fine che non si dica che gli ambientalisti sono sempre contro. Su tutta la
faccenda ho anche espresso la mia opinione e aspetto la fine della conferenza
stampa anche se, su tutta l’operazione e su tutte le dicerie che si sono
sentite ho molti dubbi, molte perplessità ma soprattutto – e lo dico fuori da
ogni riserva – mi appare poco credibile l’edificante ambientalismo di un
costruttore molto attivo in boxlandia, chiamato ad hoc da un sindaco che ha contribuito e ancora contribuisce a
devastare ciò che ancora rimane di territorio incontaminato a Vico Equense. Staremo a vedere
anche se già intuisco ciò che succederà. Posso
provare ad immaginare e allora ci provo. Si è scoperto – guarda caso- che l’immobile è abusivo e
quindi con una delibera da farsi o già fatta lo si acquisirà al patrimonio
comunale, poi, successivamente, se ne chiederà la demolizione in danno, alla
famiglia Normale (imparentata Cozzolino, già assessore regionale ora deputato
europeo PD). Le mie domande sono: ma non si sapeva già che l’immobile era
abusivo? La licenza rilasciata a metà anni ’60 non fu contestata dal parere
della Soprintendenza di allora? La famiglia impugnò quel parere ma sapeva bene
di acquistare un bene sul quale erano venute fuori pesanti illegittimità dovute
al luogo sul quale era stato edificato? Ora la famiglia ne eseguirebbe la
demolizione in danno? E cosa riceverebbe in cambio? Potrebbe fare un ricorso e andare avanti per chissà quanti anni ancora? O forse essere più duttili e gestire diversamente la cosa?Poi magari si deciderà di
fare un progetto di finanza per realizzare su quello stesso posto ( ovvero una
zona ad alto rischio) una <<maxi
opera>> di pubblica utilità chi gestirebbe il Project financing? O
meglio: chi avrebbe interesse a gestirlo? O meglio ancora a chi verrebbe
affidato?
Ripeto: l’interesse dei VAS è quello di vigilare affinché da un abuso non
ne vengano altri , mentre tutto questo rumore potrebbe servire all’amministrazione Cinque a
distogliere l’opinione pubblica da altre possibili operazioni. Un ritorno
d’immagine nazionale e una grande risonanza per l’abbattimento dell’ecomostro
come accadde per il FUENTI e poi?
Franco Cuomo -VAS- Verdi Ambiente e Società
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