lunedì 22 aprile 2013

Dall'età dell'Illuminismo alla barbarie odierna.Sotto il segno dell'emulazione




"... L’iniziazione alla vita di mondo della ragazza giunta dalla provincia si era compiuta in casa dell’amorale, corrotta marchesa du Deffant, teatro di una sociabilité degradata, dove l’allegria innocente e la delicata raillerie avevano veduto il posto alla denigrazione e alla cattiveria:<< Madame du Deffand, divenuta cieca, fece venire, più di vent’anni fa, Mademoiselle de Lespinasse per aiutarla a mantenere in auge il suo salotto e la sua celebrità. La cerchia degli ospiti di Madame du Deffant comprendeva, a quell’epoca, quanto di più brillante c’era alla corte e a  Parigi, tra cui molti stranieri di spicco: tutte queste persone non amavano e non stimavano Madame du Deffand, né si amavano e stimavano tra loro. Ma si divertivano a prendersi in giro a vicenda con finezza e con spirito, e con una sorta di prudenza. D’Alembert andava spesso da Madame du Deffand e, poiché è portato per carattere a prendersi gioco del prossimo, quella compagnia  gli piaceva molto.[…]All’inizio del secolo l’ésprit aveva cambiato la vita e il modo di fare , cinquant’anni dopo trasformatosi in religione di culto la rallerié improntava di sé la conversazione dei salotti di Parigi. Compenetrata della sacralità del suo ruolo di femme d’ésprit, Julie de Lespinasse sembrava annunciare una convinzione destinata a mettere radici nella cultura moderna: che l’<<intellettuale>> sia un individuo con uno statuto speciale, quello di illuminare la società. Di conseguenza, pubblico o privato, il mecenatismo era un atto dovuto, e un titolo di merito per chi lo esercitava. Cour, ville, bonne compagnie, Grand Monde: sono queste parole chiave della civiltà mondana a guidare d’ora in avanti la nuova esistenza. […] Fin dai tempi della Camera Azzurra, l’ideale mondano si era affermato come un altrove felice, governato dalla bienséances, dal buon gusto, dal tatto e dal desiderio della seduzione reciproca: centocinquant’ anni dopo al centro del suo cercle Madame de Laspinasse sembrava ancora obbedire allo stesso modello estetico: finezza della conversazione, ricercata presa in giro del prossimo, curiosità intellettuale oltre ogni limite, eccellenza del tono, eleganza formale, sicurezza del gusto e amore per ogni forma di arte, scienza o filosofia. Mademoiselle de Scudery ebbe a dirle: “ Madame, voi piacete oltre ogni riguardo per tutte le molte vostre qualità”.

Tratto da, Benedetta Craveri, La civiltà della conversazione, pp.419-25,Gli Adelphi, 2008;

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