Talking Heads erano un band newyorkese con sperimentazioni
funk, post-punk, punk rock e world music che si formò 1974 e si sciolse 1991.
La formazione
era composta da 4 persone, David Byrne , scozzese "leader indiscusso
della band" (voce e chitarra), Chris Frantz (batteria e percussioni),
Jerry Harrison (tastiere, chitarra e coro) e Tina Weymouth (basso e coro),
moglie di Chris Frantz. Si conobbero tutti e quattro nel 1974 alla Rhode Island School of Design , e la band rimase invariata fino a quando il
gruppo si sciolse nel 1991. La musica dei Talking Heads al suo primo apparire
mi apparve strepitosa; acquistai il loro primo album nel 1977, appunto, Talking Heads 1977, con la copertina tutta rossa, un
album lirico e ironico, critico verso ogni aspetto della società moderna. Il
pezzo rappresentativo di quell'album è Psycho
Killer. In Italia c’era il movimento degli Indiani Metropolitani, gli
autonomi, il collettivo di via del Volsci con Daniele Pifano e Felix Guattari e
Gilles Deleuze al raduno di Bologna che fecero conoscere a noi italiani giovani
di allora il loro saggio su capitalismo e schizofrenia leggendo passi dell’Anti
Edipo con la loro musica come colonna sonora. Memorabile il refrain del pezzo: Qu'est-ce que c'est/ fa fa fa fa fa fa fa fa
fa far better/ Run run run run run run run away . Credo che in quegli anni
la band rappresentò lo spostamento dell’interesse artistico musicale di nuovo
sulla scena newyorkese dopo anni di predominio british fatto di rock sinfonico e glitter.La musica ritornava alla sperimentazione, ma
soprattutto la scena culturale ritornò
dall’altra parte dell’oceano con una nuova onda di artisti, di quel periodo; è
anche il caso di ricordare Radio
Ethiopia di Patti Smith . Avevo 26 anni e mi sentivo onnipotente, mi
chiudevo nella mia unica stanza di allora e con lo stereo a palla ho fatto i
miei primi quadri e mi sparavo viaggi immaginari con uno sforzo analitico
capace di andare dritto al cuore del mio contemporaneo di allora. Oggi non lo
saprei più fare: potenza strabiliante degli ormoni che, insieme alla musica dei
Talking Heads, produceva su di me uno
strano mix di erotismo e teoria critica della società. Bisognerebbe iniettarsi
sempre testosterone e sentire sempre quello strano formicolio proprio lì,come
succedeva allora, che poi col tempo si affievolisce e scompare e continuare
all’infinito a fibrillare tra arte, musica e letteratura. Vedevo il mondo solo
con gli occhi dell’arte e della musica. Warhol disse che gli anni ’80 gli
ricordavano per certi versi l’esplosiva creatività dei ’60: era verissimo! Sul
finire degli anni ’70 il punk e la new wave rappresentarono un potente
deterrente innovativo sulla scena culturale e isolarono concetti indispensabili
per comprendere la realtà del mondo dopo la fine del Ventesimo secolo.
Parole-chiave come "rizoma", capace di descrivere l'orqanizzazione reticolare
e la relazione comunitaria attraverso la quale veniva prodotta la conoscenza
insieme a interpretazioni illuminanti sulla deriva tecnologica con la
conseguente possibilità di parlare di un "corpo post-organico";
l'identificazione di un apparato repressivo visto come "macchina da
guerra" inglobata nel cuore delle società avanzate. Ascoltando i loro
brani mi si aprono le visioni di quegli anni, un rimembrare platonico
consegnato ad un’altra dimensione. La
completezza stilistica secondo me la raggiunsero e non l’hanno più superata nel
1980 con l'album Remain in Light insiema
a Brian Eno, un
album che, a mio avviso, può entrare senza
tema di smentite tra gli album più innovativi del XX secolo. Un’autentica
meraviglia di musica contemporanea fuori dai paludati ambiti dell’avanguardia. Posso
dire che avere avuto sedici anni negli anni ’60 e ventisei nei ’70 mi hanno
cambiato la vita: non mi sono mai più ripreso e infatti si vede come sono ridotto. Era
il ritmo che scandiva le mie esistenze di allora: prima un beat elettrico e poi un
funky molto ritmato, dove le percussioni erano ossessive e il ritmo
velocissimo. I Talking Heads fusero
insieme sonorità dalle influenze afro
mixate a quelle elettroniche e pezzi indimenticabili sono "Crosseyed in Painless", "Once in a Lifetime" e "Houses in Motion. In questa mia rimemoration ripropongo a tutti di riascoltarli
anche se non posso più far formicolare gli stessi ormoni di allora.
Fonti
http://it.wikipedia.org/wiki/Talking_Heads
http://en.wikipedia.org/wiki/Talking_Heads
http://www.talking-heads.nl
http://www.ondarock.it/rockedintorni/talkingheads.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Talking_Heads
http://www.talking-heads.nl
http://www.ondarock.it/rockedintorni/talkingheads.htm
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