Qualche considerazione su ciò che
definiamo libertà nella rete. Ho ripreso a studiare come non mai e sto
approfondendo argomenti che avevo da un
po’ di tempo abbandonato, diciamo dal
2005, da quando scrissi il mio ultimo saggio pubblicato per i tipi di Franco Di
Mauro Editore, sto parlando di Etica e
Globalizzazione. A rileggere oggi alcune parti di quel libro, non mi sembrano
trascorsi sette anni, ma settanta. Forse questo mio studiare mi porterà a scrivere
un altro saggio o forse, proprio perché i contenuti della scrittura diventano così presto obsoleti non
lo scriverò. In ogni caso, la crisi devastante del capitalismo ma è più giusto
dire:il capitalismo tout court, mi ha
portato a rileggere pagine di economia,
ma anche di filosofia politica e sociologia critica: Stiglitz e Roubini, ma
anche Zizeck e Badiou e proprio da queste lettura traggo alcune riflessioni o
appunto brani che poi rimedito o riutilizzo – citati- in altri miei scritti. Uno
di questi brani, che completa questo post, riguarda la libertà online, attraverso nuovi processi di
acquisizioni tecnologiche, una di queste è il cloud computing. Il concetto di cloud
computing è più semplice di una sua ipotetica traduzione a parte che cloud significa nuvola e mi rimanda ad un saggio di Jean Francois Lyotard del 1989 in cui il filosofo parlava di sistemi di nuvola, non immaginando il cloud computing . Fino ad oggi
siamo abituati ad accendere un computer e ad avviare un programma (software)
che permette la creazione e modifica di documenti, la riproduzione di musica e
video, l'invio di una mail o il ritocco di una fotografia. C'è tuttavia ancora un
grande spartiacque che tutti possono capire chiaramente: alcune attività si
possono svolgere offline e altre
necessitano di una connessione a Internet. Posso avviare Word e scrivere una
lettera, senza dover accedere a Internet, ma se voglio inviare una mail, è
necessaria una connessione al Web. Il cloud computing mette in discussione
questo semplice concetto, e sposta online tutte, o quasi, queste attività.
Questo significa che se volete scrivere una lettera, probabilmente non
avvierete più Word, ma aprirete il browser e digiterete un determinato
indirizzo WWW. Il cloud computing si basa sul concetto di "Web Application",
vale a dire applicazione su web. Il computer, quindi, dovrà avere solo la
potenza necessaria ad eseguire Internet Explorer (o Firefox, Chrome, Safari,
etc). Quando Eric Schimdt – senior manager
di Google- ha detto "il browser è il computer", si riferiva
esattamente a questo. Su questo argomento, Slavoj Zizeck, pur considerando la
portata innovativa e personalizzata dell’utente che utilizza internet, non può
fare a meno di riflettere, che questa esperienza, apparentemente non alienata,
deve essere regolata e controllata da un remote
control , da un sistema remoto che ne decide i contenuti e le tendenze i
gusti. Ovvero, tutto diventa immediatamente accessibile attraverso gli I Pad,
gli I Phone, gli smartphone, ma lo diventa solo in quanto mediato attraverso un’azienda
che possiede tutto il software e l’hardware in tutte le sue forme ( audio, video
ecc.),ovvero, contenuto e computer. L’esempio lo riporto integralmente da Zizeck: “ Apple non solo vende I Phone e I pad, ma è
anche proprietaria di I Tunes. Recentemente ha anche siglato un accordo con
Rupert Murdoch, per cui le notizie disponibili sul cloud di Apple saranno
fornite dall’impero mediatico di Murdoch. Per dirla in parole povere, Steve
Jobbs non era migliore di Bill Gates: che sia Apple o Microsoft, l’accesso
globale è sempre più basato sulla privatizzazione virtualmente monopolistica
del cloud che fornisce l’accesso. Quanto più al singolo utente è dato accesso
allo spazio pubblico universale, tanto più questo spazio è privatizzato e totalmente controllato”
(1). Il Paradosso di Zizeck va nella direzione di mettere a nudo il grande
inganno della libertà online: i
sostenitori dell’apertura innovativa, in genere intellettuali radicali,
criticano lo Stato cinese, perché tenta di controllare l’accesso a Internet, e pure io sono andato in questa direzione, ma alla fine, e non posso che convenire con lui, non stiamo forse diventando tutti parte di
qualcosa di simile, nella misura in cui il cloud
computing funziona in modo non dissimile dallo Stato cinese? Dunque questo concetto
di libertà, sostenuto in questa maniera finisce per trasformarsi nell’esatto
opposto.
(1) Slavoj
Zizeck, Benvenuti in tempi interessanti,
Ponte alle Grazie, 2012
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