Vorrei poter avere il potere che
hanno i direttori dei giornali di pubblicare quello che ritengono opportuno e non pubblicare quello che
non ritengono opportuno e vorrei avere, per un attimo solo, le possibilità che
hanno giornalisti come la signora Gruber o il dr. Mentana o la signora Bignardi, per leggere una lettera
aperta alla Sottosegretario di Stato con delega alla Pubblica amministrazione e
la semplificazione, nel Governo Letta, e che per solo 24 ore è anche stata Sottosegretario alle
pari Opportunità, poi rimossa per manifestate dichiarazioni di impari
inopportunità verso la comunità gay sto parlando della signora Michela Biancofiore. Vorrei
dire alla signora alcune cose, senza ormai meravigliarmi che si possa
trasmigrare da un sottosegretariato ad un altro, come a dire: oggi mi occupo di
fagioli e domani della tutela dei quadri di Vermeer, ma evidentemente, nel
nuovo governissimo tutti sono esperti di ogni cosa e allora è comprensibile il
passaggio. Vorrei permettermi di consigliare, dalla mia infima posizione di
cittadino qualsiasi, al Sottosegretario, di addolcire i suoi toni e di
dismettere quella maschera come quella di una vecchia pubblicità della Coop,
che le fa ostentare sempre quell’espressione disgustata come se avesse mangiato
“culi di cetrioli amari”, come si dice dalle nostre parti, perché questo non si
addice ad una vera signora. La signora è sempre sull’attacco, aggredisce e
inveisce e storce naso e bocca quando qualcuno le ricorda che forse esiste
anche un’opinione diversa dalla sua. Lei “amazzone berlusconiana” – come ama
definirsi- forse dovrebbe frequentare signore di classe, stile e cultura un
tantino più elevate per capire quale eleganza dovrebbe avere una persona
pubblica. Capisco anche che una imprenditrice di wellness – come lei stessa si
definisce- possa avere modi bruschi o forse semplicemente... dinamici, ma forse
sarebbero più opportuni in una palestra che con in un salotto televisivo,
benché molto degradati anche questi ultimi. La prima volta che vidi la signora
Biancofiore fu credo su La 7, qualche anno fa , e pensai: che tutto sommato era
una donna non male ma ciò che colpiva allora e colpisce ancora oggi è il suo essere assolutamente chip: dal biondo dei capelli troppo ossigenato tendente al
giallo, al rosa troppo carico del rossetto, ai vestiti che indossa o agli accessori spesso assolutamente stonati che porta. Poi appena apre la bocca raggiunge vertici di sublime ignoranza
quando disserta di “gay come casta” di "spirito del popolo" o di
"carisma del capo" e, con malcelata modestia, va ripetendo che anche il Papa la pensa
come lei, agitandosi scomposta e impedendo a chiunque di parlare perché è sua
abitudine parlare mentre parlano gli altri, facendo smorfie di disprezzo e di
disapprovazione. Si intuisce allora che forse che il diploma magistrale, che la
nostra Sottosegretario possiede non può da solo farLe comprendere che la cultura e le buone maniere sono un’altra
cosa. Ricordo che, sempre in quella trasmissione c’erano il raffinato Arturo
Shwartz e il colto Aldo Schiavone che la guardavano stupefatti ( era una delle
prime apparizioni della signora): si provarono anche a dire qualcosa ma poi ben
compresero che forse non era il caso di continuare, visti i limiti e si
limitarono solo ad inorridire per quelle definizioni grossolane gettate lì,
senza cognizione storica, senza cultura politica, come avrebbe fatto uno
qualsiasi al bar dello sport.. Oggi a ritrovarla nel posto che occupa, insieme
a tanti altri che si pensava non dovessero mai
più tornare e invece stanno tutti saldamente ai posti di comando,
capisco da dove proviene quella sua mediocre sciattezza estetica un po' volgarotta, quella sua rabbiosa
aggressività, quella sua arroganza di pensare di dire tutto perché si è se
stessi, senza pensare che, qualche volta sarebbe meglio fingere di non esserlo,
soprattutto quando si hanno grossi limiti culturali ed estetici come li ha la
signora in questione. E’ la mancanza di
cosmopolitismo di questa classe politica, è la mancanza di curiosità
intellettuale, ma soprattutto mancanza di una autentica cultura alta coniugata
all’umiltà e alla discrezione che ogni persona veramente colta dovrebbe possedere come un
dono naturale. Tutto queste cose mancano alla signora Miche Biancofiore. Spesso, ogni volta che la vedo in televisione
penso che se al suo posto ci fosse stata chessò Marisa Berenson, o Lulu de la Falaise le modelle
preferite di Saint Laurent, le avrei votate o anche Christine Lagarde, anche se avessero fatto parte dello
stesso partito della Biancofiore. Poi però mi dico che non è un caso che quel
partito, ma anche altri ormai molto simili, esprimano una come quella e non le
tre signore che ho appena citato. Ecco, vorrei poter dire tutto questo alla
signora Miche Biancofiore con la stessa libertà che ha lei di dire frasi
assolutamente inopportune ed offensive verso i gay ma anche verso chiunque semplicemente prova a controbattere
inoppugnabili verità sulla mediocre consistenza politica e culturale di questa
classe politica ritornata – ma mai andata via – dal governo del paese, ma
purtroppo posso consegnare questa mia esternazione solo al mio blog o a FB o a
Twitter perché i giornali o le televisioni si guarderanno bene dal palesare
l’opinione di un cittadino qualsiasi come chi scrive. E’ il potere dei vecchi
media: vecchi media contro nuovi media: al momento visto il governissimo che
abbiamo direi che i vecchi media hanno vinto sui nuovi media e che mentre i
vecchi media li guardano e li ascoltano e li leggono ancora tutti i nuovi media
sono ancora utilizzati da pochi.
Franco Cuomo
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