Foto di Alessandro Savarese
Una mostra su Franco Autiero drammaturgo e
scenografo, una mostra fortemente voluta dalla figlia, Valentina, architetto,
che ne ha curato la progettazione materiale, la costruzione e l’allestimento;
una mostra che – già nella sua struttura, nel materiale fondamentale – il
cartone – vuole testimoniare oltre che le scelte eco friendly ( il cartone è prodotto dal
riciclo degli stabilimenti Sabox di Aldo Savarese) una filosofia di vita che, in
qualche modo è il tratto determinante di questo autore eclettico ed oscuro che
detestava il consumismo e le pacchiane esibizioni di una finta
modernità.
Bisognerebbe far conoscere
a tutti, soprattutto al mondo del teatro napoletano, la figura di questo
drammaturgo e scenografo e storico dell’arte, schivo e riservato che rifuggiva
dalle facili autocelebrazioni. Consiglierei a tutti gli attori, i gestori di
sale e cooperative teatrali, i drammaturghi suoi pari che lo hanno conosciuto in
vita e si palesavano come suoi amici, di visitare questa splendida mostra, unica
nel suo allestimento, che dal 21 al 31 luglio dalle ore 19 alle ore 22,30 è
visitabile presso il magnifico complesso seicentesco della SS. Trinità e
Paradiso di Vico Equense.
Napoli è una ben strana città,
dove ognuno sembra coltivare asfitticamente il suo orticello una città che forse
ritiene qualcosa che non sia stata partorita dal suo ventre provinciale o non
degno di rilievo. Ebbene voglio ricordare a questi napoletani del teatro che la
pensano in questo modo : Viviani, Ruccello, Servillo e last but not least
-ultimo ma non meno importante- Franco Autiero.
La mostra segue un percorso
preciso, un viaggio attraverso disegni, schizzi, bozzetti di scenografie
teatrali, accurati plastici nati tra la fine degli anni ‘70 e i primo ‘80 dal
connubiocon Annibale Ruccello. Si possono ammirare i disegni a penna e
acquerello dei costumi di L’Ereditiera, molti dei
quali ingranditi e stampati sulle pareti di cartone della mostra, e le stanze
tematiche, dedicate ad importanti lavori teatrali del nostro: La stanza
Ferdinando, con le foto, la scenografia disegnata da lui medesimo, ingrandita e
stampata sulle pareti, la stufa di finta ceramica, la coperta di “ Donna
Clotilde”. Poi la stanza “Ambo” e quella Matamoro”, lavori teatrali
rappresentati e scritti da Franco Autiero nei primi anni 90, Ambo, anche
pubblicato per i tipi di Longobardi editore.
Il percorso si snoda tra
citazioni del drammaturgo, fino ad attraversare i territori dell’Autiero storico
dell’arte, con i suoi articoli sui portali catalani in costiera sorrentina e uno
studio su La cappella di Santa Lucia a Massaquano, sempre Longobardi Editore,
scritto a quattro mani con Ida Maglietta. Una mostra ben congegnata che si deve
alle capacità creative e progettuali della figlia Valentina Autiero le cui
finalità sono rintracciabili nella volontà di far conoscere un teatro e una
scrittura teatrale molto colti, molto raffinati, che mal si coniugano con la
rozza superficialità dei nostri tempi.
Una mostra dunque che tutti
dovrebbero visitare, soprattutto tutti quelli che si definiscono a torto o a
ragione addetti ai lavori. La mostra è stata inaugurata con la
piéces Espiantati
dello stesso Autiero, con Sandra Borgia e Fulvio Calise, suggestivamente
rappresentata nel chiostro del complesso monumentale e si chiuderà con una
lettura di brani tratti da Matamoro fatta da Ernesto Lama e
Elisabetta D’Acunzo che ne sono stati più volte gli interpreti, che si terrà
nella sala conferenze della SS. Trinità e Paradiso il 31 luglio alle
21.
Franco
Cuomo
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