domenica 8 luglio 2012

ALIMURI RITORNA L’INCUBO. Una breve cronistoria





Una famiglia di imprenditori, la famiglia Normale, Anna Normale, imprenditrice,sposata  con l’allora assessore regionale alle attività produttive Andrea Cozzolino e poi europarlamentare per il PD nel gruppo di Alleanza progressista di socialisti e democratici, acquista l’ecomostro di Alimuri,  costruito nel 1962 con una licenza folle rilasciata dal comune di Vico Equense e bloccata solo nel 1975 dalla Regione Campania. La famiglia, acquista per 2,7 miliardi di lire l’immobile ormai abusivo. il 19 luglio del 2007 a Roma si sottoscrive un accordo per l’abbattimento dell’edificio a condizioni di particolare favore per la società proprietaria dell’immobile. Un accordo firmato dall’allora ministro Rutelli, dall’allora Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, dall’allora Presidente della Provincia di Napoli Di Palma  e dal Comune di Vico Equense  col sindaco attuale Gennaro Cinque e dall’avvocato Gian Luca Lemmo, rappresentante legale della SaAn, ovvero la società che rappresenta la famiglia di imprenditoro . L’accordo  dispone l'abbattimento della struttura di 18.000 metri cubi ed il ripristino del fronte a mare e del costone alle spalle del manufatto. Fermo restando che gli interpellanti sono d'accordo che, dopo quarant'anni, si ponga fine e si abbatta quel manufatto, tuttavia vi sono diverse clausole all'interno di quell'accordo che appaiono fortemente discutibili, perché eccessivamente vantaggiose per la società proprietaria dell'immobile. In primo luogo, la società, la SaAn, ottenne che Stato e Regione finanziassero per oltre la metà - 600.000 euro su un 1.100.000 euro complessivi - le spese di demolizione e consolidamento del costone; un'altra clausola includeva e include tuttora la possibilità che un qualsiasi aumento dei costi durante le operazioni di abbattimento vada a carico degli enti pubblici firmatari dell'accordo. È plausibile che lo Stato e la Regione si facessero allora come oggi ( l'accordo non è stato mai   rivisto o ritoccato) carico di tali spese, tenuto conto che la lievitazione dei costi è una cosa molto probabile, considerato che siamo in una zona ad altissimo rischio idrogeologico ovvero la zona rossa della fascia costiera della Provincia di Napoli  e dunque questo rischio diventa una certezza. In secondo luogo, in base a quell'accordo la società, una volta demolito quel manufatto, avrebbe avuto diritto a una permuta in pari cubatura, ossia le veniva data la possibilità di costruire, negli ambiti 4 e 5 del piano regolatore del Comune di Vico Equense, un nuovo albergo con le stese cubature del manufatto illegale, ovvero 18 mila metri cubi. Ma perché, dopo anni di silenzio, tornò d’attualità la vicenda dell’ecomostro di Alimuri, edificato nella prima metà degli anni sessanta e acquistato dalla SaAn nel 1988? perché quello che si firmò quel 19 luglio 2007 è un ben  strano accordo, sul quale tutti sembrano essere d’accordo, soprattutto il centro sinistra di allora che, sventolando la bandiera dell’ambientalismo, partì con la crociata dell’abbattimento dell’ecomostro. La stranezza di questo accordo non convinse però i VAS del locale circolo di Vico Equense. Il merito, se di merito si può parlare, di aver fatto conoscere all’opinione pubblica la singolare intesa fu di Franco Cuomo  ( cioè chi scrive) coordinatore allora come oggi dei  VAS del Circolo Aequa di Vico Equense che repentinamente denunciò la cosa al  Corriere del Mezzogiorno, in particolare al direttore Marco Demarco e al cronista Fabrizio Geremicca. Il 24 luglio 2007 il Corriere del Mezzogiorno  apre la prima pagina con un titolo forte: “Ecomostro, ombre sul patto”, con occhiello “Gli ambientalisti: ‘In cambio dell’abbattimento un’altra struttura a Seiano’ “ e catenaccio “Tra i proprietari di Alimuri c’era la moglie dell’assessore Cozzolino”; a corredo una foto dello scheletro che deturpa gli scogli, a poche decine di metri dalla spiaggia di Meta.
Il Corriere del Mezziogiorno avvia una campagna martellante perché Demarco quando può mordere Bassolino non si tira mai indietro (Cozzolino veniva considerato l’assessore più vicino al capo ed è tra i favoriti per raccoglierne l’eredità) e Geremicca, con l’aiuto dei VAS, sforna notizie, documenti e interventi puntuali. Il terzo giorno, è il 26 luglio 2007: festa di Sant’Anna, in prima pagina sul Corriere del Mezzogiorno irrompe Anna Normale, moglie di Cozzolino e socia della SaAn. Il titolo che apre il giornale è “Alimuri, la proprietaria sono io”; l’occhiello: “Di Lello: ‘Perplesso per quell’accordo’. Sodano: ‘Inconcepibile l’offerta di un albergo in sostituzione’ “; il catenaccio: “La moglie dell’assessore Cozzolino: ma mio marito non c’entra “. Sotto un riquadro con una lunga lettera inviata da Anna Normale a Demarco, intitolata: “Sono soltanto un’imprenditrice che da anni lavora con passione”. È una difesa accorata della sua attività, della sua famiglia e del ruolo del marito, punteggiati da affermazioni che lasciarono molto perplessi: “Probabilmente se non fossi la moglie di Andrea Cozzolino sarei in lizza per un premio”. Il perché mai Anna Normale avrebbe dovuto ricevere un premio non si comprese mai. In questo baillame Rutelli e Bassolino rimasero in silenzio soprattutto sul nocciolo delle domande poste da Sodano di Rifondazione Comunista, contattato da chi scrive. Le ricordiamo per dovere di informazione. La prima: “Per quali motivi le autorità pubbliche, e segnatamente il Ministro in indirizzo e la Regione Campania, hanno deciso di cofinanziare l'abbattimento del manufatto in questione, tenuto conto della sua natura abusiva e per quale motivo le stesse autorità si sono fatte carico di provvedere a compensare eventuali aumenti dei costi di abbattimento?”. La seconda: “Quali considerazioni hanno spinto il Governo ad accettare di ristorare la società proprietaria del manufatto concedendole la possibilità di costruire un nuovo albergo, delle medesime dimensioni (18.000 metri cubi) del manufatto da abbattere, e una ulteriore struttura ricettiva, che andrebbe ad insistere sulla stessa area su cui sorge l'attuale immobile abusivo?” Ovvero uno stabilimento balneare.
Sull’ecomostro e su tutta la vicenda il Corriere del Mezzogiorno continuò  a picchiare per una quindicina di giorni e nelle settimane successive dette spazio agli aggiornamenti della vicenda. Attenzione invece zero o vicina allo zero da parte degli altri quotidiani La Repubblica Napoli in testa molto vicina al PD, Bassolino e Rutelli. Eppure la vicenda, per le sue caratteristiche e per la caratura dei personaggi istituzionali coinvolti, era certamente tra le più rilevanti di quella calda estate napoletana. Un silenzio non molto difficile da spiegare. Quale ragionamento fecero i responsabili degli altri giornali? Le risposte di comodo di allora furono:non corriamo dietro notizie della concorrenza; ma la verità era un’altra. Dal momento che in questa storia erano coinvolti i big della politica regionale e nazionale di allora, meglio occuparsi d’altro.
Sono passati 6 anni da quella vicenda, sei anni di silenzio in cui si sono succedute amministrazioni, tranne quella di Gennaro Cinque a Vico Equense che è sempre la stessa. Il centro sinistra è crollato sotto il peso di scandali come questi e il PD quasi spazzato via da lotte intestine. Il circolo VAS di Vico Equense, presentò allora un ricorso firmato dal sottoscritto al Capo dello Stato nel novembre del 2007 per impugnare quegli atti che avrebbero consentito un accordo devastante per l’ambiente costiero; nel maggio 2011, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha decretato che quel  ricorso straordinario è inammissibile e questo D.P.R. è stato trasmesso all’avvocato Umberto Morelli ( che aveva presentato il ricorso a mio nome) appena tre giorni fa, ovvero, il 3 luglio 2012.  Affermare che siano comprensibili i motivi di inammissibilità del ricorso è cosa veramente ardua e difficile, come in effetti credo lo sia stato anche per l’avvocato Morelli. Mi preme però riportare un periodo della lettera ( mail ) che l’avvocato Morelli mi ha inoltrato, laddove egli scrive: “ che va sottolineato che il decreto di decisione del ricorso reputa i provvedimenti impugnati atti di indirizzo, in quanto tali non immediatamente pregiudizievoli, lasciando così impregiudicati gli eventuali atti esecutivi che le Amministrazioni dovessero mai adottare in relazione al citato accordo”.
A questo punto, non c’è bisogno di essere delle cime o delle arche di intelligenza o delle menti particolarmente eccelse per mettere in stretta connessione il rigetto del ricorso dei VAS e “ la grande apertura urbanistica”, che appena a giugno scorso, ha fatto intendere di voler attuare l’Amministrazione Cinque, tramite l’assessore preposto, attraverso la revisione dell’anagrafe edilizia anche relativa alle zone 4 e 5. Con questa operazione, sarebbe più facile ed agevole inserire nelle volumetrie edificatorie possibili l’enorme volume ( 18mila metri cubi la volumetria dell’attuale ECOmostro di Alimuri), che andrebbe a costruirsi nella pianura di Aequa/Seiano, a pochi metri in linea d’aria dalla costa e dalla Torre Normanna.
Ritengo di allertare tutti, poiché ho motivo di pensare che la poderosa macchina burocratico/ politica della famiglia Normale, proprietaria del rudere, potrebbe aver ripreso il suo movimento per la realizzazione di un mega albergo. L’incubo sta ritornado e  le premesse per realizzarlo ci sono tutte! Con tristezza ( ma ne ero già consapevole allora ) e col senno di poi, devo considerare che rivolgersi allora come oggi a questo Capo dello Stato per proteggere l’ambiente è un poco come affidare le pecore ai lupi, ma purtroppo era l’unico modo per non spendere soldi in un ricorso amministrativo, perchè i VAS non ne avevano.
Agli amici e ai cittadini e a chiunque sia interessato dico che non c’è da perdere tempo. Tutti noi facciamo politica sottraendo spazi ai nostri lavori e alle nostre famiglie, questi invece lavorano a tempo pieno per realizzare i loro personali tornaconti . chiunque sia interessato al problema della salvaguardia della piana di Aequa/Seiano, si attivi in prima persona, coinvolgendo amici ed associazioni, al fine di organizzare al più presto una proficua azione per adottare tutte le iniziative possibili.
Franco Cuomo- V.A.S. Verdi Ambiente e Società
Circolo AEQUA- Vico Equense


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