inchiesta il put e i garage interrati
Se la Regione
Campania trasforma
la Costiera sorrentina in boxlandia
la Costiera sorrentina in boxlandia
Due commi,
qualche parolina cancellata e la finanziaria regionale rischia di favorire i
signori del cemento
Ruspe al lavoro per costruire box interrati
Ruspe al lavoro per costruire box interrati
·
NOTIZIE CORRELATE
·
Sorrento, alberi abbattuti per far posto ai garage
(dicembre 2010)
NAPOLI - Due commi, qualche parolina cancellata ed ecco che il
piano urbanistico territoriale della penisola sorrentino-amalfitana rischia di
essere definitivamente travolto da boxlandia, ovvero dalla forsennata corsa a
costruire parcheggi interrati. Nell’indifferenza generale, nella confusione
provocata da una pioggia di provvedimenti spesso tra loro incoerenti. Eppure,
il risultato al quale puntano i sostenitori del partito del cemento è di quelli
pesanti. Ovvero, la possibilità di realizzare in deroga al Put (piano
urbanistico territoriale) i parcheggi interrati. Quelli che hanno già distrutto
centinaia di ettari di agrumeti ed oliveti, da Vico Equense a Massalubrense ed
oltre.
LEGGE REGIONALE DEL 2001 - È una vicenda
complessa, che va raccontata dall’inizio. La legge regionale 19 del 2001
introduce la possibilità di costruire box e parcheggi interrati anche su aree
sulle quali «alla data di inizio dei lavori risultino presenti alberi o arbusti
decorativi o da frutto». Il tutto, aggiunge il provvedimento, “avviene in modo
da garantire la conservazione al di sopra del solaio di copertura dei parcheggi
di uno spessore di terreno sufficiente ad assicurare la sopravvivenza in loco
degli alberi o arbusti secolari e di alto valore botanico, agricolo o
paesistico. Per gli alberi ed arbusti senza tali caratteristiche deve essere
assicurato il reimpianto in eguale numero, specie ed età”. Non è accaduto
spesso, in realtà, e la storia dei 10 anni trascorsi da quel provvedimento ad
oggi è ricca di scempi: alberi tagliati e mai più ripiantati, o ripiantati in
numero inferiore, o di specie diversa. Ma torniamo alla legge 19 del 2001.
Prevedeva che le sue norme prevalessero sulle disposizioni del put, in caso di
contrasto con quest’ultimo. Una sorta di carta bianca per i costruttori. Ci
furono polemiche, campagne di stampa, proteste che raggiunsero anche una vasta
eco nazionale. Servirono, perché la legge 16 del 2004 modificò in senso
garantista per il territorio la normativa del 2001. L’articolo 9 cambiò così:
"Le disposizioni procedurali trovano applicazione anche nei territori
sottoposti al Put, fatti salvi tutti i vincoli previsti dallo stesso”. Un
baluardo contro il sacco del territorio.
LE PRONUNCE DEL TAR - «Numerose e più
recenti decisioni del Tar e del Consiglio di Stato», ricorda l’avvocato
Francesco Esposito, amministrativista ed ex componente del comitato tecnico
regionale per l’urbanistica, «hanno poi confermato la possibilità di realizzare
parcheggi interrati solo se compatibili con le disposizioni del Put». Un anno
fa ecco un’altra modifica alla legge 19 del 2001, stavolta di segno opposto,
attraverso il piano casa. Si elimina appunto l’inciso garantista dell’articolo
9 della legge del 2001. Quello che recitava “fatti salvi tutti i vincoli previsti
dalla legge stessa”. Resta inalterata la dizione:”Le disposizioni procedurali
della presente legge trovano applicazione anche nei territori sottoposti alla
disciplina di cui alla legge regionale del 27 giugno 1987, numero 35 (il Put)”.
L’ultimo atto con la finanziaria regionale approvata di recente e pubblicata
sul penultimo burc. C’è un articolo, il numero 52, dedicato all’abrogazione ed
alle modifiche di precedenti disposizioni legislative. Ebbene, al quinto comma
cancella anche il termine “procedurali”.
PERICOLO SPECULAZIONE - Dunque, l’ultima
versione dell’articolo 9 della legge 19 del 2001 diventa: «Le disposizioni
della presente legge trovano applicazione anche nei territori sottoposti alla
disciplina di cui alla legge regionale 27 giugno 1987, numero 35”. Un palese
assalto al Put. “L’epilogo”, sottolinea Giuseppe Guida, architetto e docente di
Urbanistica alla Federico II, “di un percorso avviato da tempo. Eppure la
costiera è più che satura di parcheggi interrati. Opere che hanno distrutto il
territorio senza per questo garantire meno traffico. Anzi, hanno finito proprio
con l’incentivare l’uso dell’auto”. Aggiunge. "Bisogna essere chiari e
dire con forza che la realizzazione dei box interrati in costiera è stata la
strada per realizzare mire speculative, complici la connivenza e i facili
permessi rilasciati dalla maggior parte delle amministrazioni locali».
CRITICO L'EX ASSESSORE DI LELLO - Marco Di
Lello, che da assessore regionale fu uno dei promotori della modifica in senso
garantista della legge 19 del 2001, introdotta nel 2004, non è meno critico nei
confronti del novo provvedimento introdotto dalla finanziaria regionale:”
“Pregiudica il futuro della costiera”. Secondo Antonio Amato, consigliere
regionale del Pd, “siamo al cospetto di un maldestro tentativo, messo lì tra le
righe, per provare a stravolgere i vincoli previsti dalla normativa vigente a
tutela dell’area Sorrentino Amalfitana”.
Fabrizio
Geremicca
01 febbraio 2012
01 febbraio 2012
Nessun commento:
Posta un commento