mercoledì 4 gennaio 2012

Se l'assessore è "folgorato" improvvisamente dall'ambientalismo



Leggo stamattina su Metropolis, 4/01/2012 una dichiarazione, a dir poco sconcertante, dell’assessore Antonio De Martino sulla sua volontà di “fare chiarezza” circa la scomparsa di una parte di spiaggia sotto il costone del Vescovado, chiamata, non si sa da chi,“ spiaggia dell’amore”. La causa sarebbe una mareggiata ma anche, a suo dire, per i lavori della scogliera soffolta sotto quella che una volta si chiamava “zampa del leone”. Il giornale scrive che l’assessore è stato il primo a lanciare l’allarme e per questo vuole vederci chiaro. La notizia è stata riportata anche da Il Mattino dello stesso giorno, quest’ultimo si ricorda di dire che i lavori della scogliera furono oggetto di critica da parte dei VAS. Ripropongo all'attenzione di tutti un mio articolo scritto il 17 ottobre dell’anno appena passato per rinfrescare la memoria dell’assessore folgorato "sulla strada di Damasco" e dei giornalisti, aggiungendo che forse sarebbe il caso di dare anche un’occhiata alla sparizione ben più grave della spiaggia del Pezzolo, unico spazio balneabile non privatizzato, ad opera di una scogliera ben più lunga di quella sita sotto il Vescovado. Per accorgersene basta affacciarsi al bel vedere La Villetta e guardare di fronte allo scoglio detto “ La chiana”: dove prima c’era la spiaggetta petrosa del Pezzolo, ora il mare sta salendo inesorabilmente, lasciando scoperti gli scogli che prima erano sotto la sabbia e il pietrisco. Un segno inequivocabile della sua avanzata. Si dirà che i lavori furono appaltati dalla Provincia, ma al Sindaco sarebbe spettata l’ultima parola per difendere un territorio su cui lui ha la giurisdizione. Non lo ha fatto ed ecco i risultati: il sottoscritto aveva denunciato quello che ora sta accadendo già quattro mesi fa. Ora l'allarme lanciato addirittura dall'assessore io però mi chiedo: chi pagherà per questi danni ? Chi pagherà per la scomparsa di quelle già piccolissime spiagge che avevamo? Eccovi l’articolo che tra l’altro, è stato pubblicato sulla Rivista nazionale dei VAS nel numero appena uscito Nov/Dic 2011:

Ci troviamo ancora una volta davanti ad un intervento arbitrario e violento nei confronti della natura che non può difendersi stabilito  dal sindaco Gennaro Cinque insieme alla Provincia. Stamattina una chiatta con pietre e gru scaricava massi  vicino allo scoglio detto “ la Chiana”, per la realizzazione di una scogliera soffolta; già qualche mese fa, la stessa chiatta ha scaricato scogli sotto il Vescovado, l’intervento promosso dall’assessore provinciale Piergiorgio Sagristani ha come obiettivo quello di “utilizzare una scogliera sommersa  che è il compromesso tra le esigenze di rispettare l’importanza paesaggistica del sito con un’opera a scarso impatto ambientale e visivo e la realizzazione di una struttura che raggiunga l’obiettivo della costa”, ovvero, per difendere il costone di falesie calcaree dai crolli. Il costo dell’opera ammonta a circa 400 mila euro ed è stata vinta dall’associazione temporanea di impresa Cem Spa e Aequa Mar. [...] Mi chiedo intanto: chi ha fatto gli studi preliminari ambientali? Quelli sui sistemi di correnti marine e sui venti, che dovrebbero essere finalizzati alla individuazione ed alla relativa valutazione degli impatti sulle componenti ambientali, determinati dalla realizzazione delle opere in progetto,sia durante la fase di cantiere che durante la fase di esercizio?  Sono state studiate e determinate le pendenze dei fondali antistanti la spiaggia emersa al fine di risalire e prevedere con ampio anticipo la tendenza evolutiva della linea di costa? L’ erosione delle spiagge o l’insabbiamento inizia sempre con la tendenza all’approfondimento o all’aumento della pendenza dei fondali. Chi ha fatto questi studi, e se sono stati fatti dove sono? Chi sono gli esperti oceanografi che hanno redatto le tavole batimetriche? Da un esame delle sezioni di uno studio batimetrico si i può evincere quali potranno essere le modificazioni significative dei fondali, le quali  avvengono sempre entro la quota batimetrica – 5, al di là della quale non si osservano modificazioni di rilievo. Premesso ciò, mi chiedo: quanto è profondo il mare vicino lo scoglio della “ Chiana”? E quali falesie ci sono da proteggere in quel tratto di costa?  Si è tenuto conto poi, dei milioni di metri cubi di detriti che il Rivo D’Arco scarica a mare poco distante dal lì dopo abbondanti piogge? A tal proposito chi ha fatto i rilievi sedimentologici? Una spiaggia emersa inoltre ha caratteristiche granulometriche proprie, vale a dire la consistenza fisica delle coste sia di quelle emerse che di quelle sommerse e la loro composizione ovvero i materiali di cui sono composte. Sono state eseguite queste tutte queste analisi? Tutte le sezioni analizzate in corrispondenza delle scogliere artificiali già realizzate, denotano un abbassamento del fondale al piede della scogliera, fino ad una quota batimetrica –5, che se da una parte riduce l’energia del moto ondoso dall’altra aumenta la turbolenza nella zona retrostante la struttura. Nelle zone dove sono presenti varchi tra due scogliere consecutive, si rileva che a causa della diffrazione delle onde, la linea di riva assume un andamento circolare e le pendenze significative del fondale tendono ad approfondirsi ad una quota batimetrica -7.5. Sto tentando di dire che la costruzione di una scogliera soffolta in un tratto di mare non molto profondo come il nostro, può compromettere seriamente i fondali, la fauma marina ed il paesaggio e trasformare la costa. C’è il tentativo di allargare gli arenili per fare affari, è l’unica preoccupazione di questa gente,  ma non si valuta il rischio che dietro le scogliere gli arenili potrebbero scomparire? Mentre la storia dei crolli delle falesie calcaree non si risolve solo con le scogliere soffolte. Dunque un’altra aggressione alla natura inerme un altro affare fatto passare per necessario. Qualche esperto improvvisato del nostro comune, una volta disse che vicino alla “ Chiana” c’era un parco archeologico sommerso, ammettendo che questa panzana fosse vera, che fine ha fatto quel parco? C’erano da spendere 400 mila euro, c’erano delle pietre da scaricare da qualche parte si è trovata subito la finalità e i mezzi: una chiatta con gru e via con la scogliera. Nessuno ha detto a questo sindaco o a Sagristani e Cesaro, che le scogliere sono una cosa seria e che se fatte male possono compromettere fondali e paesaggio? Ancora una volta quest’uomo rozzo e poco accorto attenta al mio paesaggio, al mio ambiente e dico mio perché non vedo nessun altro indignarsi per queste operazioni. Come VAS  chiederemo, come facciamo sempre, gli studi eseguiti, se ci sono,sperando che non siano della stessa acutezza e precisione di quelli fatti fare per l’installazione dei ripetitori di telefonia mobile.
17/10/2011

Franco Cuomo VAS –Vico Equense

Nessun commento:

Posta un commento