Bisogna stare attenti oggi ad esprimere giudizi o critiche su questo
governo, perché si può passare per quello che non si è e si può essere
accomunati al populismo dilagante, vera piaga di questo paese. I media, da tempo
ormai responsabili della disinformazione di massa, non fanno altro che
diffondere una percezione assolutamente inautentica della realtà. La reazione
del PdL e quella della Lega per esempio sono di per sé i segni più vistosi di
questo populismo, praticato anche dal precedente governo e che fa comodo a
tutti. L’aspetto più pericoloso però della situazione italiana è che a questo
populismo oggi si tende ad accomunare
anche la reazione di chi con queste due forze politiche non ha assolutamente
niente in comune. Io non riesco più a
leggere La Repubblica, per esempio, o Curzio Maltese, non riesco più a
sopportare lo scudo di intoccabilità che, editoriali come quello di Eugenio
Scalfari di domenica scorsa, ergono a difesa di qualsiasi cosa faccia questo
governo. Io vorrei ricordare solo le Indimenticabili lacrime di coccodrillo
della ministra Fornero quando annunciava l’infame blocco dell’adeguamento delle
misere pensioni (adeguamento già più che dimezzato, rispetto alla reale
dinamica del caro vita) mentre il suo governo non ha toccato la Casta, né i
grandi sprechi e gli stipendi parassitari, né gli enti inutili, né le
venticinquemila poltrone superflue in quelli partecipati, né i privilegi
fiscali delle proprietà ed attività commerciali degli enti “religiosi. Come pure le misure
per lo sviluppo sono semplicemente derisorie e vergognose. Così, mentre si
tralscia una riforma fiscale che favorisca la produzione, i tagli alle pensioni
e l’aumento dell’Iva colpiscono la domanda interna e impoveriscono ancora di
più ceti che già erano alle soglie della povertà, assieme al nuovo redditometro
che disincentiva gli acquisti di molti beni quotidiani e non di lusso e di
servizi come l’istruzione, questo governo dei banchieri non tocca i grandi
patrimoni mobiliari e speculativi. Trovo altresì indecente e pericolosa la
deriva economicistica di questo governo, lo spingere al massimo la libertà d’
impresa ai danni di un ambiente – unico e autentico patrimonio di questo
paese- già distrutto da un ventennio di
“agevolazioni” speculative del
precedente goveno Berlusconi. Trovo indecente che si dimentichi il recitato dell’art. 41 della Costituzione, che
Berlusconi voleva modificare , ma che questo governo sembra sospendere con la
“giustificazione” di uno stato di emergenza: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto
con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla
libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli
opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fini sociali”. La dignità umana, ecco
il punto! Chi è incaricato di difendere
la dignità umana nel governo Monti? Dire queste cose, oggi significa essere segnato
come populista, mentre la democrazia, svuotata del suo ruolo è stata sostituita
dalla necessità economica di far quadrare i conti di una crisi prodotta da un
sistema finanziario in cui pochissimi sono diventati i padroni del mondo e
tutti gli altri sono stati ridotti alla fame. Il paese risente della mancanza
di una forza politica schierata in maniera autenticamente dalla parte dei ceti
più deboli, mentre le pantomime ipocrite
del Partito Democratico di Bersani, perfettamente schierato col Presidente
della Repubblica verso la difesa dello status quo capitalista, non fanno altro
che confermare l’origine di un disegno cominciato a metà degli anni ’80
all’interno del PCI, da parte di un gruppo definito Migliorista, di cui
l’attuale Presidente era una figura di spicco: annichilire le classi subalterne
e contrastare da subito la linea politica
di Enrico Berlinguer soprattutto la sua dura posizione nei confronti della
linea politica di certa classe dirigente che sfociò con la campagna sulla Questione morale, incentrata sulla
moralità in politica e contraria specialmente al Psi e a Bettino Craxi.
Sembrerebbe una storia vecchia, ma non lo è. Così si spiega la posizione così “misurata” del
Capo dello Stato così è cominciata la distruzione della democrazia in questo
paese. Oggi lo scotto pesante che i più poveri stanno pagando è dovuto anche
alla complicità istituzionale di chi dovrebbe difenderli e invece si è
schierato dalla parte dei poteri forti dell’economia e della finanza. Ecco!
Dire tutto questo oggi significa essere tacciati di populismo.
Franco Cuomo
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