Cultural studies,Queer/gender studies, urban anthropology,Conteporary Philosophy and contemporary art, politics, indipendent design, literature,art,gay life especially bears-people, electronic music,media studies. Questo blog non può essere considerato una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Pertanto, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001, non può essere considerato un prodotto editoriale.
lunedì 14 dicembre 2020
LA DIALETTICA DELL'ILLUMINISMO OU SA TRAGEDIE.
venerdì 11 dicembre 2020
INTERVENTI DI ALLACCIO FOGNARIO SU VIA DEI MULINI. SARA’ UN’ALTRA COLATA DI CALCESTRUZZO COME E’ GIA ACCADUTO PER ALTRE STRADINE ANTICHE DEL NOSTRO COMUNE ?
LA via vecchia Mulini che da Santa Maria del Torosi riallaccia a via San Francesco |
Era un tratto dell’antica Via Minerva, che collegava la piana vesuviana al promontorio dedicato alla dea dei naviganti, fino alla Punta della Campanella ,“Tra Castell’a Mare ed Equa si segue il detto Monte Lattario, che termina all’Ateneo, o Capo di Minerva, che prende il nome dal latte delle vacche, del quale parlano Procopio e Cassiodoro”. Questo tratto era l’unico e ancora molto trafficato, prima che i Borboni costruissero la strada costiera, sin dall’ età imperiale, e nel tratto di Vico Equense arrivava fino a dove poi è sorta la chiesa di S.Maria del Toro, oggi quel tratto si chiama via dei Mulini, cosiddetta perché in passato si trovavano dei mulini ad acqua, i cui resti una volta visibili oggi sono quasi scomparsi del tutto. La strada si ricongiunge a via S.Francesco proseguendo quindi per l’antica via della Sperlonca e continuava fino a Pozzano e da li nell’agro sarnese: la frana del 1966, ne trascinò a valle un tratto, mentre quello che la congiungeva a Pozzano è crollata a seguito di altri episodi franosi. Ho fatto questa premessa, perché su via San Francesco e su via Mulini l’ex assessore ai lavori pubblici nonché all’ambiente(sic!) ,che ora è consigliere regionale, ma ancora fac totum del comune di Vico equense, nonché monarca assoluto dello stesso,Gennaro Cinque, sta “incontrando” tutti i proprietari per “proporre” i lavori interrati di allaccio fognario, più Enel e fibra e forse gas.
Sono certamente lavori necessari e utili, ma ormai tutti sanno, come lavora l’assessore, la sua manona pesante, e quali sono le “sue”maestranze" alle quali si rivolge per eseguire i lavori, e che, con quella manona l’assessore ha la ha cementificato il territorio; dai sentieri alle spiagge, e così, stradine che avevano una loro connotazione e caratteristica storica, costruite cioè con materiali quali basolati lavici o pietra arenaria, sono state coperte con una pesante e anonima malta cementizia rosa: così è sparita via Noce con i suoi gradini di pietra, così è stato distrutto il vicolo Castello, e grossi interrogativi permangono circa il restiling di via Monsignor Natale, Via Giusso, via XIV Febbraio, Via Vescovado, ovvero tutto il centro antico della città. Ora il tratto di Via Mulini che da Santa Maria del Toro arriva fino all’incrocio con una strada privata, che unisce via dei Mulini con via San Francesco, è già tutto cementificato, ma da quel punto fino a via San Francesco, un punto bellissimo che si inerpica tra vedute mozzafiato tra ulivi lussureggianti, insiste un fondo stradale, sul quale in maniera provvisoria e raffazzonata sono stati più volte fatti rattoppi con catrame e pietrisco che hanno coperto, laddove non sono state asportate e sparite, le lastre di arenaria che in alcuni tratti sono ancora visibili. So che su quella stradina si affacciano le ville di facoltosi intellettuali e uomini di cultura, docenti universitari e professionisti affermati napoletani e io, nella qualità di responsabile di un circolo VAS locale, è a loro che mi rivolgo e mi appello: vigilate affinché una della stradine più suggestive del territorio, nonché, una strada romana, l’antica via Minerva, non venga stravolta da interventi che ne distruggerebbero la bellezza e cosa più importante la memoria storica dei luoghi. Non si pretende di ricostruire l’antica strada, ma di tener conto dei materiali che potrebbero fuoriuscire al momento degli scavi e ad una scelta di interventi consoni e appropriati al contesto ambientale circostante. Solo voi proprietari potete farlo in virtù dello Ius proprietario, l’unico che potrebbe farsi valere contro gli interventi di un assessore che ha già dato prova tangibile di non avere né la cultura, né la sensibilità, né interesse alcuno a salvare e tutelate il bello che ancora resiste, nonostante la sua presenza e attività, sul nostro territorio, neanche le presumibili opposizioni, al momento sembrano interessate alla vicenda.
giovedì 10 dicembre 2020
SE FOSSERO ANCORA VIVI E SE FOSSERO ANCORA STUDIATI NELLE UNIVERSITA' TEDESCHE...
Angela Merkel |
Theodora Adorno |
Max Horckeimer |
venerdì 4 dicembre 2020
TEATRINO E COMPARSE AVVILENTI.
sabato 28 novembre 2020
OSPEDALE UNICO: IL NUOVO OSPEDALE DELLA VECCHIA POLITICA!
Studio di fattibilità |
Un autentico, ulteriore, sfregio a danno della comunità e del territorio. |
C’è tutto per pensare ad un grossa speculazione, c’è tutto per pensare che questa operazione rappresenterà l’ennesimo spreco di danaro pubblico dal quale succhieranno tutti quelli che saranno coinvolti: sto parlando dell’OSPEDALE UNICO della PENISOLA SORRENTINA E COSTIERA AMALFITANA. 65 milioni previsti, levitazioni previste anche queste sul e dallo studio di fattibilità, di circa 110 milioni di euro. Ieri il presidente della Regione Campania ha ufficialmente annunciato, con il suo solito stile, l’avvio della progettazione dell’Ospedale unico: una mega struttura che è prevista nell’area del vecchio ospedale di sant’Agnello,in pieno centro urbano, oggi sede dell’ASL , che sarà abbattuto per essere ricostruito ed allargato ex novo. Una trasformazione urbana che fa a pugni con la normativa urbanistica attualmente vigente, una trasformazione che non tiene conto dei rischi idrogeologici che la morfologia dei luoghi pone in essere, un Ospedale in “una zona a rischio idraulico molto elevato” perché andrebbe a sorgere sul bordo di un antico vallone colmato, la via dei Pini a Sant’Agnello, che spesso è stata chiusa per sprofondamenti, poiché tutti i valloni colmati altro non sono che vie dove l’acqua continua a scorrere. Il progetto prevede la chiusura – non temporanea come è stato scritto e sostenuto dal PD locale- e l’accorpamento degli attuali presidi ospedalieri di Vico Equense e di Sorrento. Ma al di là della gravità urbanistica e ambientale di una simile progettazione, ovvero un ospedale in pieno centro urbano con una sola strada soffocata da un traffico ingestibile, strozzata da stradine che si immettono sul corso Italia ch diventa lentissimo e intasato da auto e pullman turistici, ciò che colpisce maggiormente è l’indifferenza e l’arroganza con le quali è stata operata questa scelta, verso le sorti dei due nosocomi in questione. Chiudendoli, si lascia scoperta un’area urbana molto vasta, in un territorio altrettanto vasto, in attesa che questa fantasmagorica costruzione sia finita e completata. Ma soprattutto colpisce la macroscopica menzogna dei Sindaci con fascia tricolore che sfilarono alla manifestazione per la riapertura del Pronto Soccorso di Vico Equense, e che forse avremmo dovuto fischiare e cacciare, anche se appena arrivati in piazza si dileguarono. Essi sapevano già tutto, anzi loro sono stati i firmatari di deliberati che hanno dato il placet per questo progetto “monstre” che si attesta essere l’ennesimo imbroglio verso i cittadini, l’ambiente, il territorio, e i fondi pubblici! Perché costruire un unico ospedale, quando per esigenze logistiche e ambientali si potevano rinforzare i due che già ci sono? Quale perversa logica ha sostenuto questo progetto che ripeto si configura come una struttura monstre in un centro urbano pieno come un uovo! Su di un’area a rischio idrogeologico molto serio? Se si può fare ancora qualcosa per fermare questa aberrazione urbanistica, la si faccia al più presto. Ma per chi scrive la migliore soluzione sarebbe quella di rifunzionalizzare i due plessi ospedalieri di Vico Equense e di Sorrento, investendo la somma stanziata per ammodernare le strutture sanitarie, i macchinari e quanto altro serve in un ospedale che sia veramente tale. Tra l’altro vale ricordare che l’ospedale Vico è di nuova costruzione se si pensa che fu inaugurato nel 1991 ,ovvero 29 anni fa. Dunque allora sostenere ancora con forza il mantenimento dei due plessi ospedalieri, con la proposta di dividere in due ali il presidio ospedaliero di Vico Equense: una attrezzata e strutturata esclusivamente a fronteggiare la diffusione epidemiologica da Covid-19. L’altra aperta con ingresso dal lato principale ai reparti e alle varie aree ambulatoriali. De Luca e il suo partito non possono continuare a devastare il territorio, ma soprattutto non possono continuare a gestire la sanità in Campania come se fosse un affare esclusivamente privatistico. Oso provocatoriamente dire che sta facendo meglio la Calabria senza un gestore della sanità che la Campania di De Luca! NO A QUESTA ENNESIMA SPECULAZIONE! NON SONO SOLO I CITTADIN IDI VICO EQUENSE CHE DICONO NO ALL’OSPEDALE UNICO, MA ANCHE GLI ALTRI CITTADINI DEI COMUNI DELLA COSTIERA SORRENTINA! Sant’Agnello in testa dove molti cittadini manifestano infuocate prese di posizione contro il sindaco Sagristani! La demolizione dei due ospedali già esistenti da parte della ipotizzata e discutibile riorganizzazione della rete ospedaliera campana costituisce un atto di arroganza e un vero e proprio abuso di potere ai danni dei cittadini!
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venerdì 27 novembre 2020
Commenti in margine ad un post del prof. Alberto Abruzzese. Se riflettessimo tutti un po' di più, forse potremmo vivere meglio anche questo incubo.
giovedì 26 novembre 2020
SI RIAPRA IL PRONTO SOCCORSO SUBITO E SI RIFUNZIONALIZZI L’OSPEDALE IMMEDIATAMENTE! NON SI BARATTA LA SALUTE DEI CITTADINI CON LE LOGICHE DI PROFITTO AZIENDALE!
domenica 22 novembre 2020
Facciamo il punto sull' Ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense, ancora inattivo con Pronto Soccorso ancora chiuso.
Vogliamo fare un attimo il punto sulla situazione Ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense? Da quel consiglio comunale nel quale si presentava un ricorso al TAR, che il TAR avrebbe “congelato” fino al 3 dicembre prossimo e dopo quella protesta pacifica dei cittadini di Vico Equense, con la presenza formale dei sindaci costieri fino alla piazza del paese , per poi dileguarsi, non è successo più niente. L’Ospedale apparentemente aperto è nei fatti vuoto: i reparti Medicina e Chirurgia chiusi, il pronto soccorso chiuso, la città e il territorio pericolosamente scoperti, mentre da tutte le rappresentanze istituzionali, intendo amministratori, opposizione, partiti il silenzio è più assoluto che mai, se si eccettua una lettera al ministro della Salute inoltrato da VAS in cui si chiede di inviare ispezioni e controlli su una situazione a dir poco nebulosa, e un’altra richiesta fatta alle autorità comunali e regionali da parte di Agostino Cafiero, non so se in rappresentanza dei 5 Stelle o sua personale, nella quale si ribadisce il diritto ai trattamenti sanitari garantito dalla Costituzione e si fanno proposte concrete per una sua pronta riattivazione con la divisione dell’Ospedale in due ale per interventi distinti , con ingressi diversi : una Covid e l’altra per tutte le altre patologie aree ambulatoriali , per far sorgere il “nuovo” pronto soccorso operativo a fronte di garantire le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza. Al di la di questi due documenti ufficiali non si riscontrano altre interventi o prese di posizione da parte dell’amministrazione , né di qualsiasi altra rappresentanza pubblica o istituzionale. Tralascio il discorso sulla diffusione dei contagi, sulla quale, ci sono notizie allarmanti ogni giorno che passa, anche questa situazione deprecabilmente commentata dalle dirette FB del sindaco Andrea Buonocore che somigliano a laconiche prediche pastorali. Ricordo a tutti la plateale contraddizione, che diventa plateale menzogna: Come fa il sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore a protestare, se egli stesso nel 2012 ha approvato la chiusura del suo ospedale con la delibera del 17/12/2012 n°53 insieme al suo predecessore Gennaro Cinque, oggi Consigliere Regionale, che chiese di eliminare l’ospedale di Vico per costruirne uno nuovo a Sant’Agnello al servizio dei suoi concittadini, e che ora dice bugie su un giornaletto locale dicendo che sono stati soppressi 4 posti di terapia intensiva che non ci sono mai stati? E con loro, ma più defilati, i sindaci della costiera sorrentina? E ricordo a tutti la posizione locale vergognosa del Partito Democratico, che oltre a sostenere la menzogna pietosa di una chiusura provvisoria, tramite alcuni suoi iscritti, ha minimizzato, se non addirittura svilito il lavoro di medici e infermieri che vi lavoravano. Tutto questo è veramente non più accettabile né tanto meno sostenibile! O quella a livello nazionale e regionale: quando parlava di spending rewiew di chiudere gli ospedali per mettere in ordine i conti pubblici o fare cattedrali nel deserto senza personale. Ricordiamoci sempre cosa è il PD. Ricordiamocelo sempre quando bastava solo non rubare sulla sanità . Ricordiamocelo ogni volta che muore qualcuno, anche qui a Vico perché non ha potuto ricevere i soccorsi immediati perché l’ospedale è stato chiuso in attesa di un’altra mega struttura di la da venire, in alternativa ci sono le cliniche private. Bisogna con forza sostenere a Vico Equense l’annullamento di quella delibera del 2012, solo in questo modo potremo riavere aperto il pronto soccorso e l’ospedale! Riporto a conlusione le parole di Gino Strada: “ Se dovessi fare il ministro reintrodurrei la dicitura Ministero della Sanità Pubblica. Con me non ci sarebbero convenzioni con i privati. Non un euro. Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita. Per ricostruirla non servirebbero nemmeno altri investimenti. Bisognerebbe smettere di rubare. Almeno trenta miliardi l’anno finiscono in profitto. Quando una struttura sanitaria che dovrebbe essere ospitale con chi soffre diventa un’azienda in cui si gioca con i rimborsi e il pagamento a prestazione, si mette in atto un crimine sociale”.
Franco Cuomo VAS CIRCOLO “ GIOVANNI ESPOSITO” Vico Equense.
venerdì 20 novembre 2020
mercoledì 11 novembre 2020
Una operazione maldestra, fatta da chi forse voleva mettere un bavaglio a chi scrive
Una operazione maldestra, fatta da chi forse voleva mettere un bavaglio a chi scrive, un’operazione in malafede? Non lo so, maldestra perché è stato coinvolto il Presidente dell’associazione, suo malgrado e tratto in inganno,che mi ha confermato, ruolo, stima e affetto, e, come ha detto lui:” io non ho mai destituito nessuno”. Chi gli ha teso una trappola? L’operazione è stata pensata a Sorrento,mi dispiace pure che a organizzarla è stata una persona che credevo amica, ma mai dire mai e come si dice “ a vecchia a cient’anni si imparava ancora”. Il signor Coppola è il fratello del neo sindaco eletto , parliamo di centro sinistra, contro di lui chi scrive non ha assolutamente nulla, e neanche contro il sindaco, prima dell’altro ieri io non lo conoscevo affatto, benché lui dichiari di far parte dei VAS dal 1995, doveva avere i pantaloncini corti quando si è iscritto perché io che cominciai col fondatore Antonio D’Acunto non me lo ricordo. Non sapevo neanche che per un periodo è stato “spin doctor” del sindaco Andrea Buonocore, né che è molto amico del parroco di Arola, dove serviva messa, e forse per questo è anche molto amico del nostro sindaco. Ora al di là di queste notizie, lasciatemi dire che la vicenda è veramente indegna e meschina! Chiunque si può iscrivere a VAS, chiunque ami l’ambiente, la legalità e i diritti calpestati. Il signore in questione è di Sorrento, poteva iscriversi a Sorrento. Abitava ad Arola? Allora poteva chiedermi la tessera come hanno fatto gli altri i tesserati di Vico. C’era con lui un gruppo nutrito di giovani arolesi? Io non li ho mai visti, ma se c’erano, se ci sono, possono e avrebbero potuto farlo anche loro. Volevano costituire un circolo VAS ad Arola? Avrebbero potuto fare anche questo inoltrando una serie di garanzie al Consiglio Nazionale. Invece no, il signor Coppola ha pensato di diventare direttamente il coordinatore del circolo di Vico Equense, avrà pensato: sono il fratello del sindaco di Sorrento e dunque faccio il coordinatore, conosco i responsabili VAS di Sorrento e organizziamo la cosa. Così, senza avere neanche il buon gusto di avvertirmi si è fatto proclamare con una procedure che non sta né in cielo, né in terra, coordinatore del circolo di Vico Equense. Chiariamo: il presidente Guido Pollice parlava di “ripresa delle attività associative”, convinto che io avessi dato le dimissioni, dimentico però che lui me lei aveva rifiutate. Invece le attività non si sono mai fermate: sono di settembre due esposti alla Procura, uno fatto insieme al WWF. Ma la cosa non è andata come doveva, nonostante le subitanee congratulazioni da parte del sindaco Buonocore e del segretario del PD Tommaso De Gennaro; si perché a Vico Equense il coordinatore del circolo è ancora chi scrive, che lo fondò, con richiesta fatta allora ad Antonio D’Acunto fondatore dei VAS , nel 2002 con la buon’anima dell’ingegner Giovanni Esposito, a cui il circolo è intitolato ( quando era in vita si chiamava AEQUA, come il cinema che non abbiamo più). Da allora l’attività di VAS non si è mai fermata nel controllo e nella tutela del territorio, come sanno tutti, in un contesto dove abusivismo e consumo di suolo la fanno da padroni. Colpisce e rattrista in tutta questa vicenda che il sig. Coppola non abbia tenuto conto dei meriti, eh si, dei meriti caro sig. Coppola, così come ha detto nel suo bellisimo discorso la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris: che meriti ha lei per decidere -solo perché forse fratello del sindaco di Sorrento -di mettere da parte il sottoscritto senza neanche dirglielo? Che cosa ha fatto lei per il suo territorio? Crede che solo perché si citi Greta Thumberg di essere un ambientalista? E allora ecco perché la vicenda è squallida, povera e indegna. Il Coordnatore del Circolo VAS “Giovanni Esposito” è ancora chi scrive lo dica lei al suo amico sindaco Andrea Buonocore. Non siamo nel feudalesimo e non c’è la lotta per le investiture, lo dica ai suoi amici che l’hanno mal consigliata, ma solo lavoro, lavoro e tanto impegno.
Franco Cuomo – Coordinatore del Circolo VAS di Vico Equense “ Giovanni Esposito”
OSPEDALE DE LUCA E ROSSANO: BASTA CON GLI INFINGIMENTI E LE BUGIE! LO SI RIAPRA, I CITTADINI HANNO PAURA!
La presa in giro da parte del Sindaco Andrea Buonocore e degli altri sindaci della Penisola sorrentina relativamente allo smantellamento dell’ Ospedale De Luca e Rossano e alla chiusura del Pronto soccorso è ormai non un dubbio, ma una certezza. Vico Equense, in un momento terribile della storia sanitaria campana è stato privato del suo ospedale. Un colpo di mano che era già stato deciso, appoggiato dal solerte PD vicano che ha sostenuto che la chiusura era necessaria e provvisoria, con un manifesto carta straccia, ridicolo e vergognoso per la loro stessa dignità di cittadini che non hanno l’ospedale, perché neanche loro alla fine ce l’hanno. Qualcuno avrebbe anche sostenuto che in fondo non era un gran che, sia come ospedale che come pronto soccorso e che quindi era inutile tenerlo aperto. Cattiveria e falsità gratuita: Io stesso, sono stato salvato due volte da quel pronto soccorso, e sfido a trovare cittadini che possano dire di non aver avuto le prime cure e l’assistenza dovuta! Oggi invece siamo completamente scoparti da questo punto di vista: se ti fai male, se cadi, se hai una colica, se hai un infarto, o devi fare delle terapie, puoi essere trasportato a Sorrento, se non è pieno, o a Castellammare, se non è pieno pure questo, o a Nocera Inferiore o a Potenza, o all’Ospedale del mare, nel frattempo se si tratta di infarto, per esempio, puoi morire per strada prima di arrivare ad un pronto soccorso serio. Forse non ci rendiamo conto che questa è veramente una cosa di una gravità inaudita ! L’amministrazione, dopo un Consiglio Comunale pletorico e noioso, con un intervento anche dell’ex assessore ai lavori pubblici - cha ora è Consigliere regionale, ma continua a fare l’assessore, che aveva predisposto lui di sua sponde tamponi per tutti a Ticciano con un laboratorio privato neanche accreditato, - ha deliberato di fare un ricorso al TAR per protestare per la chiusura. Dopo questo, il silenzio. Non c’è stato nessun intervento degno di rilievo. Eppure circa trecento cittadini sono scesi per strada civilmente per manifestare il loro disappunto verso questa chiusura e soprattutto le loro paure per non avere più un centro di prima accoglienza in città. I sindaci che si fecero fotografare con tanto di fascia tricolore arrivati in piazza si dileguarono. A tutt’oggi l’ospedale è chiuso e la riconferma l’abbiamo avuta del Tgr 3 dal Direttore sanitario dell’ospedale di Castellammare , che “Ha assicurato, come è avvenuto fin dal primo momento, il massimo dell’impegno di tutta la sua struttura e di tutto il personale lavorando in perfetta sinergia con l’Ospedale di Sorrento, per fronteggiare il Covid 19”. La triste realtà è che per tutti Vico Equense non ha più l’ospedale. Il nostro sindaco, l’ex assessore che fa ancora l’assessore, e gli altri sindaci della penisola avrebbero dovuto chiedere immediatamente dopo quella manifestazione un incontro col Prefetto o con il Presidente stesso della Regione Campania di far riaprire immediatamente con un’ordinanza ad horas il nosocomio per rassicurare la popolazione già impaurita dalla pandemia, ma niente di tutto questo è stato fatto e VAS chiede a gran voce, facendosi portatore e difensore degli interessi dei cittadini di sollecitare questo incontro e di realizzarlo al più presto, se così non fosse, la premessa di cui in apertura, si confermerebbe essere una certezza.
Franco Cuomo
Circolo VAS, " Giovanni ESposito" Vico Equense
giovedì 5 novembre 2020
OSPEDALE DE LUCA E ROSSANO VICO EQUENSE: A CHE PUNTO SIAMO?....SEMPRE ALLO STESSO.
mercoledì 21 ottobre 2020
A VICO EQUENSE SI SOSPENDE IL PRONTO SOCCORSO PER INCREMENTARE IL PERSONALE NEI CENTRI ANTI COVID. IL GIOCO AL MASSACRO SULLA PELLE DEI CITTADINI CHE PERO' NON FIATANO. :
Un paese con un territorio estesissimo com’è Vico Equense, un paese con più di venticinquemila abitanti e un dirigente sanitario pretoriano di De Luca che in una sera decide
di sospendere il Pronto Soccorso perché le unità del personale impegnato devono
essere smistate nei centri anti Covid previsti da De Luca. Così si lascia una città scoperta senza un
presidio di Pronto Soccorso, che non era attrezzato come doveva esserlo un
pronto soccorso, ma che ha sempre fornito un primo intervento, e per chi
scrive, due volte salvifico. Da ieri
sera questa cosa non sembra sia più possibile. E’ Un fatto gravissimo! Ma col
Covid si stanno sdoganando le peggiori rappresaglie antipopolazione mai viste
fino ad ora. Ci sarebbe dovuto essere tutto il paese, soprattutto i cittadini della zona alta,
ancora più lontani da Sorrento e Castellammare ormai gli unici presidi di pronto soccorso sul territorio,
ma stamattina ho visto solo un consigliere
della minoranza e alcuni consiglieri della maggioranza con qualche
rappresentante di Associazione di categoria ( commercianti), per intenderci i supporter del sindaco
Buonocore, che fa la parte della bella addormentata nel bosco.
Mi basta un’occhiata per capire che ancora una
volta si sta giocando un gioco sporco sulla pelle dei cittadini. L’Ospedale unico aleggia su tutto. Questa chiusura improvvisa è una prova
tecnica di presa per i fondelli, pensata al tavolino l’ennesima: i
consiglieri di maggioranza, il consigliere di maggioranza Giuseppe Aiello, che parte per andare in Regione e dice che non si
muoverà di lì se non gli daranno assicurazioni certe di riapertura. Tornerà a
Vico con qualche impegno preso di un funzionamento a scappamento ridotto e
tutti crederanno nella bontà di questi nostri amministratori e andranno a casa
felici e contenti.
Insomma, il solito gioco delle parti, ma il destino dell’Ospedale De
Luca e Rossano di Vico Equense è ormai segnato, e lo sanno tutti, anche quelli
che ora fanno finta di protestare e il Covid gli sta dando il colpo di grazia.
Qualcuno dice di ricorrere al TAR, come se non sapessimo che il TAR è l’espressione
di chi amministra la cosa pubblica alla quale da sempre ragione. Le
istituzioni locali con la delibera comunale di
indirizzo n.53/2012 acconsentirono alla chiusura del
nostro ospedale: la votarono tutti e dico tutti, anche quelli che oggi
dicono di voler ricorrere al TAR, anche quelli che dicono che vi apportarono
dei cambiamenti. Votarono tutti quella delibera in consiglio comunale, il
sindaco di allora Gennaro Cinque e l’attuale sindaco Andrea Buonocore, che oggi
dice di non sapere niente.
E così si organizzano le pagliacciate che stiamo vedendo da ieri sera: un presidio dove ci sono i fiancheggiatori di Andrea Buonocore che sembrano svegliarsi ora . Un disegno ben preciso tutto all’interno di una sanità allo sfascio in Regione Campania, dove se c’è qualche eccellenza, la si deve solo all’abnegazione e alla professionalità da poche mosche bianche. De Luca da Fazio, mantenendo fede alla maschera da gran guignol che si è stata cucito addosso e che ora esibisce come un vezzo, vuole passate come l’unico oppositore del COVID in Italia. Con le sue esternazioni da capo bastone sembra aver voluto mandare a tutti questo messaggio: in Campania si può morire di tutto,di febbri infettive, emorragie interne, infarto, cancro, basta che non si muoia di Covid, anche se poi tutti i positivi importanti si fanno riprendere nelle loro case sorridenti e truccati e fanno anche il doppio tampone. Questa è la sanità in Campania,e in Italia, mi risponderanno che è molto meglio di quella statunitense, ma si stanno facendo passi da gigante per poterne raggiungere al più presto gli stessi standard. Buona salute a tutti è l’unico augurio da farsi.
mercoledì 14 ottobre 2020
NATO NEL 1945
Qualche giorno fa un amico mi ha donato questo librccino; 33 paginette che in maniera asciutta, ma molto coinvolgenti, descrivono il racconto di una vita di un uomo, quella di Raimondo, con una semplicità spiazzante e con una sincerità disarmante. Raimondo Buonocore con questo libretto che lui stesso ha scritto e voluto, senza pretesa alcuna, con una istruzione traballante, per sua stessa ammissione, ci racconta cosa è stata ed è per lui la vita. La sua avventura personale in un paese che non esiste più, in una società rurale che era già sparita nei primi anni sessanta tra povertà e miseria ma con una grande dignità umana, il suo percorso interiore che non è solo dei cosiddetti intellettuali, ma anche di chi, con poche classi elementari e tanto lavoro sulle spalle, matura una crescita politica che lo porta ad essere comunista nella seconda metà dei sessanta. Una scuola e un apprendimento che gli viene dai suoi compagni di lavoro e che lui mette a frutto con scrupolosa attenzione. Così si allontana dalla sua vecchia cultura contadina, senza però mai rinnegarla e rispettandola e abbraccia i valori di solidarietà, amicizia, rispetto per l'ambiente e l'umanità. Raimondo è rimasto un comunista, ma non il comunismo o i comunisti raccontati dai media ufficiali, ma un comunista che ha a cuore le sorti di tutti gli uomini specialmente i più poveri e i più deboli, un comunismo fatto di amicizia disinteressata e di accoglienza e di solidarietà. E' un libriccino toccante, per molti aspetti commovente, una testimonianza di un mondo che è sparito per sempre ed è proprio questo che ha spinto Raimondo Buonocore a scriverlo: il suo domandarsi dove siano oggi finiti quei valori e perché sono spariti. Lui non ha mai dato importanza ai beni materiali, anche un po' bonariamente deriso forse per questo; e il libretto si chiude con una riflessione degna di un filosofo autentico:" Il mio "capitale" è sempre stato l'amicizia; la mia vera ricchezza sono gli amici che ho in tutto il mondo. Voglio trascorrere il tempo che mi resta a leggere e a viaggiare, per conoscere sempre nuovi luoghi, nuove persone, nuovi modi di vivere e di pensare". Grazie Raimondo per questa tua testimonianza e impegno di vita.
TRA SAGGIO E ROMANZO, NISO TOMMOLILLO CON " GLI ACIDI MI HANNO FATTO MALE", RACCONTA LA ROMA OPERAIA DELLA VISCOSA NEL VENTENNIO FASCISTA
Mi è arrivato ieri tra le mani questo agile volumetto, opera prima di un giovane antropologo culturale: Niso Tommolillo, una laurea presso la Federico II e una Specializzazione presso La Sapienza di Roma, un percorso attento di studi fatto con la tenacia di chi oltre a volerla studiare la società, vorrebbe anche contribuire a svelarne i processi di violenta reificazione capitalistica che agiscono sul corpo operaio, inteso non solo come classe, ma proprio sul corpo fisico di ogni individuo, e combattere questi stessi processi per tentare di avere una società più equa e più giusta, soprattutto per i più deboli. Il libro è edito da un’editrice indipendente, Il Galeone e si può comodamente ordinare in libreria e on line www.edizioniilgaleone.it . Naturalmente ho letto il libro prima, in bozze, ma vederselo tra le mani confesso che mi ha emozionato: conosco Niso Tommolillo da quando è nato, ed è cresciuto anche in braccio a me, e sono fiero delle sue scelte di studio e di vita, che con caparbietà porta avanti in un contesto sociale sempre più chiuso e sempre più spietato nei confronti proprio di queste tematiche. Il libro, dopo una introduzione che illustra i contributi di filosofi ( Foucault, Bourdier, Agamben ) che si sono occupati delle problematiche dello sfruttamento e degli effetti del lavoro alienato sul corpo fisico di ogni individuo, ovvero della malattia e del malessere fisico e psichico prodotto da un lavoro spesso non assicurato e insicuro, si trasforma, e qui è l’approccio interessante del libro di Niso Tommolillo, in ciò che lui stesso o forse l’editore, come sottotitolo, hanno voluto chiamare, ovvero: narrazioni operaie della Viscosa di Roma. Il titolo un po’ provocatorio di “ Gli acidi mi hanno fatto male”, sembrerebbe voler rimandare a qualche esperienza psichedelica lisergica non andata bene, e l’autore credo abbia voluto giocare su questo, ma in realtà poi, leggendo il libro si capisce che ci si riferisce agli acidi prodotti dalla ex fabbrica SNIA Viscosa, già CISA Viscosa, un complesso industriale di Roma, situato nel quartiere Tiburtino su via Prenestina, all'altezza di largo Preneste, nell'attuale parco delle Energie, che nei primi anni venti del secolo scorso produceva seta artificiale. Niso Tommolillo ha spulciato nell’Archivio Storico Viscosa- Centro di Documentazione Territoriale Maria Baccante, contribuendo alla fondazione del centro stesso, e tra carte, memorie e documenti ha fatto rivivere in queste pagine le persone, i fatti e le storie di vita vissuta di operaie e di operai negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale a Roma. Ne viene fuori un racconto avvincente e crudo di sfruttamento, devastazione ambientale, infortuni sul lavoro. L’originalità dell’autore sta proprio in questa ibridare la scrittura saggistica e quella letteraria, un bell’impegno, portato a buon fine per un autore alla sua prima esperienza. Niso Tommolillo è da sempre impegnato nel sociale e in prima linea per la difesa della causa del popolo Curdo. E’ stato a Kobane, insieme ad altri compagni, come osservatore internazionale in un momento difficile e pericoloso durante l’assedio turco, e in molti siamo stati in apprensione per lui e ha documentato con una interessante mostra fotografica - da lui stessa fatta girare e commentata - le condizioni di un popolo perseguitato. Allievo e pupillo di una grande antropologa scomparsa da poco, Amalia Signorelli, Niso Tommolillo ne continua in memoria il suo testamento spirituale e l’impegno culturale, in un paese, il nostro, troppo involuto su arretramenti individualistici e provincialismi di ritorno e paure collettive. Un libro da acquistare, leggere e sul quale meditare.
lunedì 21 settembre 2020
MISS MARX , un film noioso e retorico.
Vishwakarma Jayanti il dio della creazione che si festeggia il 16 settembre |